Attribuzione al lavoratore dell'indennità di reperibilità (d.lgs. n. 66/2003)InquadramentoAl lavoratore al quale viene richiesto di essere reperibile fuori dell'orario di lavoro viene riconosciuta una indennità di reperibilità; durante tale periodo il prestatore di lavoro non è obbligato a rimanere “al lavoro” né può dirsi costantemente impegnato “nell'esercizio della sua attività o delle sue funzioni” (fatta salva l'ipotesi in cui durante detto periodo egli sia chiamato in servizio). FormulaA decorrere dal mese di .... Le verrà attribuita una indennità di reperibilità di euro .... lordi mensili/orari secondo quanto contrattualmente previsto. Con riferimento alle nuove mansioni assegnate, infatti, Lei si assume l'obbligo accessorio di essere reperibile, fuori dell'orario di lavoro, nei seguenti giorni .... Le viene richiesto di essere rintracciabile nel caso sia necessario eseguire una prestazione di lavoro di modo che Lei si possa recare in breve tempo sul luogo di lavoro. L'indennità sarà considerata utile ai fini del trattamento di fine rapporto, ma non concorrerà al computo degli altri istituti retributivi contrattuali. Luogo e data .... Il Datore di lavoro .... CommentoLa regolazione della reperibilità non si trova, se non per un riferimento all'interno del d.lgs. n. 66/2003, nella legislazione bensì principalmente nella contrattazione collettiva. La pronta reperibilità, pur essendo un'obbligazione che trova causa nel rapporto di lavoro, non può essere equiparata alla prestazione effettiva di attività di lavoro, in quanto è di tutta evidenza che la mera disponibilità all'eventuale prestazione incide diversamente sulle energie psicofisiche del lavoratore rispetto al lavoro effettivo e riceve una diversa tutela dall'ordinamento (Cass. n. 11727/2013; sulla reperibilità v. Cass. n. 20648/2017). |