Recesso del datore di lavoro per giusta causa dal contratto a tempo determinato (art. 2119 c.c.)InquadramentoÈ consentito il recesso prima della scadenza del termine al ricorrere di una giusta causa a norma di quanto previsto dall'art. 2119 c.c. FormulaLa Società, giusto quanto previsto dall'art. 2119 c.c., Le comunica il recesso dal rapporto di lavoro a termine in corso, la cui scadenza è prevista per la data del ...., per i seguenti motivi: ...., Le comunichiamo altresì che i Suoi documenti di lavoro sono a disposizione presso la Direzione del Personale e che il TFR Le verrà corrisposto nei modi e nei tempi tecnici in uso presso la nostra Azienda. Luogo e data .... Firma del datore di lavoro .... CommentoIl contratto di lavoro a termine può essere rescisso per giusta causa – sia per volontà del lavoratore che del datore di lavoro – prima della scadenza del termine apposto al contratto giusto quanto previsto dall'art. 2119 c.c. Non è previsto il recesso per giustificato motivo oggettivo /soggettivo prima della scadenza convenuta considerato che la legge n. 604/66 sui licenziamenti individuali non si applica ai rapporti di lavoro a termine. Il recesso avviene senza rispetto di alcun termine di preavviso, per sua natura incompatibile con la sussistenza di una giusta causa. La giusta causa di licenziamento si concreta in comportamenti del lavoratore di gravità tale da incidere in termini assolutamente negativi sul giudizio del datore di lavoro circa la sua idoneità ed affidabilità per la prosecuzione del rapporto di lavoro. Laddove il recesso datoriale si rivelasse, in sede giudiziale, privo di giusta causa, non scatterebbe la reintegrazione del lavoratore nel rapporto di lavoro, ma al più un risarcimento del danno commisurato alla retribuzione che sarebbe stata corrisposta fino alla scadenza originaria del contratto (Cass. n. 6439/1995; Cass. n. 4648/2013; Cass. n 924/1996) dedotto quanto il lavoratore ha percepito dallo svolgimento di un altro lavoro (Cass. n. 9122/1997). Identico risarcimento spetta al lavoratore che si dimetta per giusta causa. Se, invece, si trattasse di dimissioni rassegnate senza giusta causa da parte del lavoratore, il datore di lavoro avrebbe diritto ad un risarcimento degli eventuali danni effettivamente subiti e dimostrati. Infine, si annota come sia sempre possibile lo scioglimento in via anticipata del vincolo contrattuale per mutuo consenso ex art. 1372 c.c. o per impossibilità sopravvenuta della prestazione ex art. 1463 c.c. Il lavoratore, nell'ipotesi in cui contesti la legittimità del contratto e la sua cessazione è tenuto a darne comunicazione scritta al datore di lavoro entro il termine di decadenza di 120 giorni (art. 28, comma 1 d.lgs. n. 81/2015 e art. 6 l. n. 604/1966) e ad instaurare il relativo giudizio entro il successivo termine di 180 giorni dall'impugnazione. |