Lettera di licenziamento dell'apprendista (art. 2118 c.c.)

Francesco Rotondi

Inquadramento

Le parti, al termine del periodo di apprendistato, possono recedere dal contratto, ai sensi dell'articolo 2118 del codice civile, con preavviso decorrente dal medesimo termine.

Formula

Le comunichiamo che il Suo rapporto di apprendistato in essere stipulato il .... viene a scadenza ed è nostra intenzione non mantenerLa in servizio decorso detto termine.

Pertanto, giusto quanto previsto dall'art. 2118 c.c. e dal d.lgs. n. 81/2015 Le confermiamo il conseguimento della qualifica ma La informiamo altresì la nostra volontà di recedere dal rapporto di lavoro nel rispetto dei termini di preavviso pari a .... mesi /giorni previsti contrattualmente.

Il Suo rapporto di lavoro termina, dunque, il giorno .... a tutti gli effetti di legge e di contratto.

A decorrere dal giorno .... Le competenze di fine rapporto saranno disponibili presso il nostro ufficio.

Luogo e data ....

Firma del datore di lavoro ....

Il lavoratore ....

Commento

All'art. 42, comma 3 e 4 del d.lgs. n. 81/2015, si prevede che durante l'apprendistato trovano applicazione le sanzioni previste dalla normativa vigente per il licenziamento illegittimo. Nel contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, costituisce giustificato motivo di licenziamento il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi come attestato dall'istituzione formativa.

Inoltre si prevede che al termine del periodo di apprendistato le parti possono recedere dal contratto, ai sensi dell'articolo 2118 del codice civile, con preavviso decorrente dal medesimo termine. Dunque, il datore di lavoro può recedere con preavviso ma senza obbligo di motivazione.

Durante il periodo di preavviso continua a trovare applicazione la disciplina del contratto di apprendistato.

In tema di licenziamento, la Corte di Cassazione (Cass. n. 17373/2017) ha chiarito quale sia il regime da applicare in caso di licenziamento disciplinare illegittimo durante la prima fase, formativa, del contratto di apprendistato (ovvero se trovino applicazione le tutele previste per il rapporto di lavoro a termine o quelle per il rapporto a tempo indeterminato).

La Corte ha precisato che la fattispecie di causa è regolata ratione temporis dalla l. n. 25/1955, che dà origine ad un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Il contratto di apprendistato è un rapporto di lavoro bi-fasico, nel quale la prima fase è contraddistinta da una causa mista (allo scambio tra prestazione di lavoro e retribuzione si aggiunge lo scambio tra attività lavorativa e formazione professionale), mentre la seconda fase rientra nell'ordinario assetto del rapporto di lavoro subordinato. Ne discende, pertanto, l'inapplicabilità all'apprendistato, in caso di recesso durante il periodo formativo, della disciplina del licenziamento prevista per il lavoro a termine (a conferma Corte cost., la n. 169 del 28 novembre 1973 e sentenza n. 14 del 4 febbraio 1970, per effetto delle quali l'intero pacchetto di norme della l. n. 604/1966 è stato esteso all'apprendistato; v. anche Cass. n. 5051/2016).

Un tema non ancora del tutto risolto in punto di licenziamento dell'apprendista concerne il caso della lavoratrice madre. Nel caso di specie da ultimo affrontato dalla Corte di Cassazione (Cass. n. 5051/2016) si trattava di un licenziamento intervenuto in violazione di quanto stabilito dall'art. 54 del d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, per essere stato comminato nel periodo intercorrente tra l'inizio della gravidanza e il compimento di un anno di età del figlio, fattispecie nella quale trova applicazione l'art. 54 comma 5 del d.lgs. 26 marzo 2001, n. 151 che sancisce la nullità del licenziamento. Di fronte ad un siffatto quadro normativo è difficile comprendere con sicurezza se, in caso di maternità durante il periodo formativo sia in ogni caso garantita al datore di lavoro la possibilità di recedere dal rapporto di lavoro, ovvero se debba considerarsi applicabile la normativa che tutela la lavoratrice madre. La sentenza richiamata sembra aderire alla tesi che vuole la prevalenza del diritto alla tutela della lavoratrice madre rispetto a quella che regola il recesso nel contratto di apprendistato (nel caso di specie, infatti la Corte stabilisce il diritto della lavoratrice alla retribuzione sino ad un valido atto interruttivo del rapporto, non potendosi considerare tale il licenziamento intimato in violazione dell'art. 54 del d.lgs. n. 151/2001).

Infine, se nessuna delle parti recede, il rapporto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario