Lettera di revoca del licenziamento

Francesco Rotondi

Inquadramento

Il licenziamento, nella forma individuale, integra un'ipotesi di recesso datoriale dal rapporto di lavoro subordinato, disciplinata dalla legge attraverso norme, dirette a limitarne l'esercizio, che trovano ragione d'essere nelle istanze di tutela del prestatore di lavoro. La disciplina ha conosciuto, negli ultimi anni, importanti interventi di riforma, sia con la legge 28 giugno 2012, n. 92 sia, da ultimo, con il d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23

Formula

Egr. Sig./Gent. Sig.ra

....

....

....

Lettera raccomandata A/R [1]

OGGETTO: REVOCA DEL LICENZIAMENTO

Con la presente, Le comunichiamo la revoca del licenziamento intimatole con lettera del .... (da Lei ricevuta il ....) e da Lei impugnato in data .... [2].

In considerazione della detta revoca, il Suo rapporto di lavoro si intende ripristinato senza soluzione di continuità e con effetto immediato.

La invitiamo quindi a presentarsi in servizio, recandosi presso ...., in data .... alle ore ....

Con l'avviso che, in mancanza di ripresa da parte Sua senza un valido motivo, il rapporto di lavoro sarà considerato automaticamente risolto, a tutti gli effetti, di legge e di contratto.

Distinti saluti

Luogo e data ....

Firma del datore di lavoro ....

[1]Quanto alla modalità di invio, si evidenzia l'opportunità che la stessa consenta di individuare con certezza la data di ricezione della comunicazione da parte del lavoratore.

[2]La revoca deve effettuata entro il termine di quindici giorni dalla comunicazione al datore di lavoro dell'impugnazione del licenziamento da parte del lavoratore.

Commento

Il legislatore ha provveduto a disciplinare anche l'ipotesi di revoca del licenziamento, con identica disposizione dello Statuto dei lavoratori (nella versione risultante dalle modifiche operate dalla legge n. 92/2012) e del d.lgs. n. 23/2015.

È stabilito, a riguardo, che, in tale ipotesi, sempre che la revoca venga effettuata entro il termine di quindici giorni dalla comunicazione al datore di lavoro dell'impugnazione del licenziamento, “il rapporto di lavoro si intende ripristinato senza soluzione di continuità, con diritto del lavoratore alla retribuzione maturata nel periodo precedente alla revoca, e non trovano applicazione i regimi sanzionatori previsti” per il licenziamento dall'art. 18 l. n. 300/1970 e dal d.lgs. n. 23/2015 (come previsto dagli artt. 18, comma 10, della l. n. 300/1970 e 5 del d.lgs. n. 23/2015).

Come osservato dalla giurisprudenza di merito, con la regolazione da parte degli interventi normativi anzidetti, l'istituto della revoca del licenziamento è stato sottra(tto) ai principi generali del codice civile. Ed infatti, se, prima della riforma del 2012, la revoca veniva comunemente considerata una proposta contrattuale di ricostruzione del rapporto, e quindi era subordinata all'accettazione esplicita o implicita del lavoratore, nella nuova sistemazione della disciplina, “il datore di lavoro è titolare di un diritto potestativo (essendo del tutto irrilevante rispetto al passato la volontà di accettazione del lavoratore) che incide nella sfera del lavoratore ripristinando, senza soluzione di continuità e retroattivamente il rapporto di lavoro: purché tale diritto sia esercitato entro il termine di 15 giorni dalla impugnativa del licenziamento” [Trib. Genova 27 gennaio 2016. Nella specie, la revoca del licenziamento non era stata indirizzata alla lavoratrice, ma al Centro per l'impiego. A riguardo, il Tribunale ha sostenuto che “il comma 10 dell'articolo 18 Statuto lavoratori disciplina i rapporti tra datore e lavoratore: come il licenziamento deve essere comunicato al lavoratore, così anche la sua revoca (qui la simmetria è necessaria perché la revoca per produrre effetti deve comunque essere conosciuta dal lavoratore)”, cosicché “nessun effetto produce la revoca amministrativa, fatta ad un terzo e non alla parte”].

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