Ricorso ex art. 414 c.p.c. (conversione del rapporto)InquadramentoLe controversie individuali di lavoro e quelle in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie sono assoggettate al rito del lavoro, rito autonomo e distinto rispetto a quello ordinario e caratterizzato da oralità, immediatezza e concentrazione. Il giudizio si introduce con ricorso, che deve essere proposto al Tribunale del Lavoro territorialmente competente. La competenza del giudice del lavoro è individuata ai sensi e per gli effetti dell'art. 413 c.p.c. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] SEZ. LAV. RICORSO EX ART. 414 C.P.C. Nell'interesse del Sig. ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), via .... n ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... (C.F. ...., PEC .... Fax ....) ed elettivamente domiciliato presso il suo studio, in ...., via ...., n ...., giusta procura alle liti in calce al presente atto - ricorrente - CONTRO ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede legale in .... via .... n ...., in persona del legale rappresentante pro tempore (di seguito anche solo la “Società”) - convenuta - FATTO I.- I fatti di causa [2] 1) .... 2) .... Il Sig. .... si vede ora costretto a adire codesto Ill.mo Tribunale per i seguenti motivi in DIRITTO [3] I. Nel merito: I.1) Inesistenza dei presupposti di legge per la conclusione di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. I.2) Le conseguenze economiche derivanti dalla riqualificazione del rapporto di lavoro. P.Q.M. Il Sig. ...., come sopra rappresentato e difeso chiede che codesto Ill.mo Tribunale voglia fissare l'udienza di discussione di cui all'art. 420 c.p.c., per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia codesto l'Ill.mo Tribunale, previa ogni più opportuna declaratoria, contrariis reiectis, così giudicare: Nel merito 1) accertare e dichiarare l'assenza dei presupposti di legge per la valida costituzione di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa e conseguentemente dichiarare la natura subordinata del rapporto intercorso tra il Sig. .... e la Società dal .... al ....; 2) per l'effetto, condannare [4] la Società .... in persona del suo legale rappresentante pro tempore, al pagamento di Euro .... o a quella maggiore o minore somma che risulterà accertata in corso di causa, a titolo di differenze retributive, nonché alla regolarizzazione della posizione previdenziale del Sig. .... Il tutto oltre interessi e rivalutazione dal giorno del dovuto al saldo. Con vittoria di spese, competenze ed onorari e sentenza esecutiva. 3) In via istruttoria Si chiede di essere ammessi alla prova per testi sulle circostanze articolate nei seguenti capitoli: 1) Vero che .... 2) Vero che .... 3) Vero che .... Senza inversione dell'onere della prova, si chiede altresì di essere ammessi alla prova contraria sui capitoli avversari, se ed in quanto ammissibili. Si indicano a testi i Sigg.: - .... - .... c/o .... In caso di contestazioni avversarie, si chiede disporsi C.T.U. contabile. Si offrono in produzione i seguenti documenti: 1) .... 2) .... 3) .... Ai sensi dell'art. 152 disp. att. c.p.c. come modificato dall'art. 38, c. 1, lett. b), punto 2), d.l. n. 998/2011, si dichiara che il valore della causa è .... e che pertanto deve applicarsi il contributo unificato nella misura di Euro .... [5] Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Individuare il Giudice territorialmente competente a norma dell'art. 413 c.p.c. [2]Descrivere in modo analitico i fatti di causa. [3]Indicare in dettaglio le ragioni di diritto a supporto della pretesa e della domanda svolta, mediante riferimento anche ai principi dottrinali e giurisprudenziali elaborati sul punto. A supporto dei fatti esposti in ricorso, inoltre, dovranno essere indicati i documenti che saranno offerti in produzione e depositati unitamente allo stesso atto introduttivo del giudizio. [4]In caso di proposizione di domanda di condanna, occorre produrre in giudizio di conteggi analitici idonei ad evidenziare metodo di calcolo ed i criteri utilizzati per la determinazione del quantum richiesto. [5]In caso di esenzione dall'applicazione del contributo unificato, compilare e allegare al ricorso l'apposita autodichiarazione. Il limite di reddito ai fini dell'esenzione è soggetto a periodica rivalutazione; pertanto è necessario verificarne il limite prima del deposito dell'atto. CommentoCompetenza del giudice del lavoro Ai sensi dell'art. 409 c.p.c. sono assoggettati al processo del lavoro: 1) i rapporti di lavoro subordinato privato (artt. 2094 c.c.), anche se non inerenti all'esercizio di un'impresa (artt. 2082,2239 c.c.), inclusi i rapporti di lavoro anche non disciplinati da contratti collettivi nazionali di lavoro, il lavoro domestico, il lavoro a domicilio, il lavoro nautico, i diritti del datore di lavoro e quelli spettanti agli eredi del lavoratore, le questioni connesse al trasferimento d'azienda; 2) i rapporti di mezzadria (art. 2141 c.c.), di colonia parziaria (art. 2164 c.c.), di compartecipazione agraria, di affitto a coltivatore diretto (art. 1647 c.c.), nonché rapporti derivanti da altri contratti agrari, salva la competenza delle sezioni specializzate agrarie; 3) i rapporti di agenzia (art. 1742 c.c.), di rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione d'opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato. La collaborazione si intende coordinata quando, nel rispetto delle modalità di coordinamento stabilite di comune accordo dalle parti, il collaboratore organizza autonomamente l'attività lavorativa; 4) i rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici che svolgono esclusivamente o prevalentemente attività economica (artt. 2093 cc.); 5) rapporti di lavoro dei dipendenti di enti pubblici ed altri rapporti di lavoro pubblico, sempreché non siano devoluti dalla legge ad altro giudice. L'elenco individuato dall'art. 409 c.p.c. è tassativo. Si deve precisare che l'art. 409, n. 3, c.p.c. è rimasto in vigore pur a fronte dell'abrogazione del contratto a progetto a far data dall' 1 gennaio 2016, con l'entrata in vigore del d.lgs. n. 81/2015; esso è stato modificato dall'art. 15 della l. 22 maggio 2017 n. 81. Il giudice del lavoro è, inoltre, competente per tutte le controversie relative a rapporti di lavoro alle dipendenze delle Pubbliche Amministrazioni, incusa la condotta antisindacale della P.A.; sono esclusi i rapporti di lavoro con magistrati, gli avvocati dello Stato, Polizia di Stato, il personale della carriera diplomatica e prefettizia, ecc. (art. 3, d.lgs. n. 165/2001), le controversie in materia di procedure concorsuali per l'assunzione dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni. Nelle controversie in materia di lavoro, la domanda si propone con ricorso. Il ricorso deve essere proposto al Tribunale del Lavoro territorialmente competente. La competenza del giudice del lavoro è individuata ai sensi e per gli effetti dell'art. 413 c.p.c., il quale al comma 1 precisa che le controversie previste dall'art. 409 c.p.c. sono in primo grado di competenza del Tribunale in funzione di giudice del lavoro. Ai sensi del comma 2 dell'art. 413 c.p.c. la competenza territoriale è individuata in base a tre differenti fori speciali fra loro alternativamente concorrenti ed inderogabili, ossia (i) il giudice nella cui circoscrizione è sorto il rapporto, ovvero (ii) si trova l'azienda o (iii) una sua dipendenza alla quale è addetto il lavoratore o presso la quale egli prestava la sua opera al momento della fine del rapporto (in merito alla revisione delle circoscrizioni dei Tribunali cfr. il d.lgs. n. 14/2014). Con riguardo al tema delle controversie di lavoro, la Suprema Corte di Cassazione ha affermato che “ai fini della individuazione della competenza per territorio del giudice nella cui circoscrizione è sorto il rapporto, il meccanismo previsto dagli artt. 1326, comma 1, e 1335 c.c. opera solo se manchino elementi per ritenere che una conoscenza dell'intervenuta accettazione si è avuta nel medesimo contesto di tempo e di luogo in cui è avvenuta la sottoscrizione della proposta per accettazione. (In applicazione di tale principio, la S.C., ritenuto che la circostanza che il rapporto di lavoro avesse avuto inizio nella stessa data e nello stesso luogo in cui il lavoratore aveva firmato la proposta facesse presumere che di tale accettazione il datore di lavoro avesse avuto conoscenza contestuale, ha affermato la competenza del giudice di tale ultimo luogo e non di quello ove il datore di lavoro aveva sottoscritto la proposta, poi trasmessa al lavoratore)” (Cass. n. 25402/2017). “Nel rito del lavoro il criterio della competenza territoriale del giudice del luogo dove si trova la dipendenza aziendale cui il lavoratore è addetto, in base a quanto previsto dall'art. 413, comma secondo, c.p.c., va riferito non all'atto con cui il lavoratore sia stato destinato alla dipendenza, bensì al fatto dello svolgimento effettivo della prestazione di lavoro presso la medesima, con la conseguenza che competente a conoscere della causa concernente la legittimità del provvedimento di assegnazione del dipendente, ove questa non abbia avuto concreta attuazione, non può essere il giudice del luogo ove si trova la nuova dipendenza, ma quello del luogo ove si trova la sede di lavoro di provenienza” (Cass. n. 21690/2011). Ad avviso della Suprema Corte, «Il criterio della “dipendenza alla quale è addetto il lavoratore”, utile ad individuare il giudice competente ai sensi dell'art. 413 c.p.c., non si identifica con il concetto di unità produttiva, bensì con quello di articolazione dell'organizzazione aziendale nella quale il dipendente lavora» (Cass. n. 4767/2017). La competenza per territorio permane anche dopo il trasferimento o la cessazione dell'azienda, o della sua dipendenza, purché la domanda venga proposta nei sei mesi dalla cessazione o dal trasferimento (art. 413, comma 3, c.p.c.). I fori generali (di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c.) trovano applicazione unicamente ove non sia possibile individuare il giudice competente in base ai criteri di cui all'art. 413 c.p.c. L'incompetenza territoriale può essere rilevata su eccezione di parte, ovvero d'ufficio; in entrambi i casi è previsto un termine. Segnatamente, nel caso in cui l'eccezione sia rilevata ad opera della parte, la stessa può essere eccepita entro il termine di costituzione fissato dall'art. 416 c.p.c. Ove, invece, venga rilevata d'ufficio, ciò potrà avvenire entro l'udienza di discussione. Ad avviso della Corte di Cassazione, la disposizione dell'art. 428, c. 1, secondo cui la questione di competenza territoriale può essere rilevata d'ufficio dal Giudice “non oltre l'udienza di cui all'art. 420”, non esclude che il Giudice conservi tale facoltà anche oltre la prima udienza di discussione, finché, attraverso l'interrogatorio libero delle parti e le eventuali modificazioni delle domande e delle eccezioni, non sia stato delimitato l'oggetto della controversia e non sia stato espletato con esito negativo il tentativo di conciliazione. Il Giudice, rilevata la propria incompetenza, si pronuncia con sentenza, assegnando alle parti un termine non superiore a trenta giorni per la riassunzione del giudizio innanzi al Giudice competente. “Nell'ipotesi di incompetenza ex art. 428 c.p.c., qualora il giudice ometta di fissare il termine previsto dal secondo comma di tale articolo per la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente, deve ritenersi tempestiva la riassunzione effettuata dalla parte entro il termine semestrale indicato in via generale dall'art. 50 c.p.c. (nella formulazione “ratione temporis” applicabile, previgente rispetto alla novella di cui all'art. 45, comma sesto, l. 18 giugno 2009, n. 69), non operando in tal caso il limite dei trenta giorni per la riassunzione previsto dal secondo comma dell'art. 428 c.p.c. – che è operante verso il giudice e non anche verso la parte – e non potendosi imporre né consentire alla parte una correzione o integrazione dell'ordinanza con la quale il giudice ha declinato la propria competenza, al di fuori del meccanismo previsto dall'art. 289 c.p.c.” (Cass. n. 6139/2013). Ricorso introduttivo L'atto introduttivo, in questo caso, il ricorso deve essere completo ed esaustivo, e deve contenere, a norma dell'art. 414 c.p.c.: 1) l'indicazione del giudice; 2) il nome, il cognome, nonché la residenza (art. 43 c.c.) o il domicilio eletto dal ricorrente nel comune in cui ha sede il giudice adito, il nome, il cognome e la residenza o il domicilio o la dimora del convenuto; se ricorrente o convenuto è una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, il ricorso deve indicare la denominazione o ditta nonché la sede del ricorrente o del convenuto; 3) la determinazione dell'oggetto della domanda; 4) l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali si fonda la domanda con le relative conclusioni; 5) l'indicazione specifica dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e in particolare dei documenti che si offrono in comunicazione. L'art. 414 c.p.c. individua i contenuti essenziali del ricorso introduttivo nelle controversie di lavoro. Il ricorso deve essere depositato, unitamente ai documenti offerti in produzione ed indicati nel corpo del ricorso introduttivo, nella cancelleria del giudice competente, o telematicamente. Il giudice adito, entro 5 giorni dal deposito del ricorso, fissa con decreto l'udienza di discussione – alla quale le parti sono tenute a comparire personalmente – non oltre 60 giorni (80 giorni nel caso di notifica all'estero) dalla data di deposito del ricorso. I predetti termini di cui all'art. 415, comma 3 e 4, c.p.c. sono ordinatori e la loro violazione non determina il prodursi di alcuna conseguenza di legge. Il ricorso introduttivo e il decreto di fissazione d'udienza, devono essere notificati al convenuto, a cura del ricorrente, entro il termine ordinatorio di giorni 10 decorrente dalla data di emissione dell'anzidetto decreto. Ciò che più rileva è il rispetto dell'art. 415, comma 5. “Nel rito del lavoro, nel caso di omessa o inesistente notifica del ricorso introduttivo del giudizio e del decreto di fissazione dell'udienza, è ammessa la concessione di un nuovo termine perentorio, per la rinnovazione della notifica” (Cass. n. 1483/2015). Qualora, oltre alla diversa qualificazione del rapporto venga chiesta anche la reintegrazione, troverà applicazione l'art. 441-bis c.p.c., introdotto dal d.lgs. 149/2022 e il giudizio si svolgerà nel rispetto della nuova citata disposizione codicistica (si veda la formula “Ricorso ex legge 28 giugno 2012, n. 92 art. 1, comma 48”). |