Memoria di costituzione con domanda riconvenzionale

Francesco Rotondi

Inquadramento

Le controversie individuali di lavoro e quelle in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie sono assoggettate al rito del lavoro, rito autonomo e distinto rispetto a quello ordinario e caratterizzato da oralità, immediatezza e concentrazione.

Il processo si introduce con ricorso, che deve essere proposto al Tribunale del Lavoro territorialmente competente. Il convenuto si costituisce in giudizio depositando una memoria difensiva ove, a pena di decadenza, deve proporre le eventuali domande in via riconvenzionale.

Formula

TRIBUNALE ORDINARIO DI .... SEZ. LAV. R.G. N. GIUDICE DEL LAVORO: DOTT. ....

UDIENZA DI DISCUSSIONE DEL ....

MEMORIA DIFENSIVA CON DOMANDA RICONVENZIONALE

Nell'interesse della società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede legale in ...., via .... in persona del ...., Sig. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. .... (C.F. .... PEC .... fax ....) ed elettivamente domiciliata presso lo studio di quest'ultimo in .... via ...., giusta procura alle liti in calce al presente atto

- resistente -

CONTRO

Il Sig. ...., nato a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliato presso quest'ultimo in ....

- ricorrente -

FATTO

I.- I fatti di causa

1) ....

II.- Il presente giudizio

con ricorso depositato in data ...., il Sig. .... ha adito codesto Ill.mo Tribunale di ...., in funzione di Giudice del lavoro, al fine di veder accolte le seguenti letterali conclusioni: ....

A sostegno della propria pretesa il ricorrente esponeva ....

In via istruttoria, il ricorrente produceva .... e domandava, quindi, ....

***

Con il presente atto si costituisce in giudizio la Società ...., come in epigrafe individuata, rappresentata e difesa chiedendo il rigetto dell'avversario ricorso ex art. 414 c.p.c., in quanto inammissibile e/o infondato, in fatto e in diritto, nonché per proporre domanda riconvenzionale, per i seguenti motivi in

DIRITTO

I.- Inammissibilità del ricorso avversario per ....

II.- Infondatezza delle pretese di parte ricorrente

Le doglianze e le pretese di parte ricorrente sono del tutto destituite di qualsivoglia fondamento, atteso che ....

III.- In via riconvenzionale: ....

Posto quanto sopra in ordine all'assoluta infondatezza della domanda introduttiva dell'odierno giudizio proposto dal Sig. ...., la resistente spiega domanda riconvenzionale avente ad oggetto .... Per tali motivi, dunque, la domanda riconvenzionale da questa difesa spiegata è pienamente fondata e va accolta con ogni conseguenza di legge.

Si conclude, pertanto, affinché il Giudice voglia ....

Tutto ciò premesso ed esposto, la Società ...., come sopra rappresentata e difesa, formula le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ill.mo Giudice del Lavoro adito, respinta ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione, così giudicare:

In via preliminare

dichiarare l'inammissibilità del ricorso avversario per i motivi tutti esposti nel presente atto;

Nel merito

rigettare l'avverso ricorso perché infondato in fatto e in diritto per i motivi di cui alla presente memoria.

In via riconvenzionale

in accoglimento della spiegata domanda riconvenzionale, condannare il Sig. .... a ....

Con vittoria di spese e compensi professionali di causa, oltre accessori di legge.

In via istruttoria

Ci si oppone all'ammissione della prova dedotta da controparte in quanto ....

Nella denegata ipotesi di ammissione in tutto o in parte delle predette istanze avversarie, senza inversione della prova, si deduce interrogatorio formale del Sig. .... sui medesimi capi e sui seguenti ulteriori capi: .... e si chiede di essere ammessi alla prova contraria.

In ogni caso, e sempre senza inversione dell'onere della prova, si chiede di essere ammessi alla prova testimoniale su tutti i capitoli articolati nella narrativa della presente memoria dal n. .... al n. ...., che qui si intendono interamente ritrascritti in forma interrogativa, preceduti dalla locuzione “vero che” e con esclusione di eventuali valutazioni.

Si indicano quali testimoni i Sigg.ri .... c/o .... Si producono i seguenti documenti:

1) copia notificata del ricorso;

2) ....

[Indicazione del valore della domanda riconvenzionale, ai fini del versamento del contributo unificato, se dovuto].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

ISTANZA EX ART. 418 C.P.C.

Il sottoscritto Avv. ...., nella sua qualità di difensore della società ...., poiché ha spiegato domanda riconvenzionale, formula istanza affinché il Giudice adìto, a modifica del decreto ex art. 415, comma 2, c.p.c., emesso in data ...., voglia fissare una nuova udienza di discussione della causa ai sensi e per gli effetti dell'art. 418 c.p.c.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Commento

Il convenuto si costituisce in giudizio depositando una memoria difensiva, nella quale dichiara la residenza o elegge domicilio nel comune in cui ha sede il giudice adito dall'attore.

Salva la riduzione dei termini di cui al nuovo art. 441-bis c.p.c. (si veda infra), la costituzione del convenuto deve avvenire almeno 10 giorni prima dell'udienza fissata dal giudice (art. 416, comma 1, c.p.c.); trattasi di un termine non libero.

Nella memoria difensiva il convenuto deve proporre, a pena di decadenza, le eventuali domande svolte in via riconvenzionale; le eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio (fra le eccezioni in senso ampio rientrano le eccezioni di prescrizione e decadenza) e deve indicare specificamente i mezzi di prova di cui intende avvalersi e i documenti offerti in comunicazione, che devono essere depositati contestualmente all'atto difensivo.

“Il tribunale adito in funzione di giudice del lavoro, ove ritenga che la causa non rientri tra quelle di cui all'art. 409 c.p.c., bensì sia di competenza del giudice ordinario, non può rilevare d'ufficio la propria incompetenza per territorio semplice, trovando applicazione in tal caso l'art. 38, comma 1, c.p.c., per il quale detta incompetenza deve essere eccepita, a pena di decadenza, nella memoria difensiva tempestivamente depositata, e corredata dell'indicazione del giudice che la parte ritiene competente” (Cass. n. 298/2018).

Nella memoria ex art. 416 c.p.c., il convenuto deve inoltre prendere posizione in modo puntuale sui fatti esposti dalla controparte nel ricorso introduttivo, formulando tutte le sue difese in fatto e in diritto. La mancata contestazione di un fatto che sia stato posto dal ricorrente a fondamento della pretesa lo rende incontestato (exartt. 115 c.p.c. e 416, comma 3, c.p.c.) ai fini del convincimento del giudice, purché il fatto costitutivo sia stato esposto in maniera precisa e sufficientemente esaustiva dal ricorrente nel proprio ricorso introduttivo del giudizio.

La proposizione di eventuali domande in via riconvenzionale ad opera della parte convenuta, nel termine di cui all'art. 416, comma 1, c.p.c., determina lo spostamento della prima udienza originariamente fissata dal giudice adito. L'art. 418 c.p.c. prevede l'onere, in capo al convenuto, a pena di inammissibilità della domanda riconvenzionale e di decadenza dalla stessa, di formulare, nell'atto difensivo, specifica istanza al giudice di modifica del decreto di cui all'art. 415, comma 2, c.p.c.

L'ufficio del giudice (non il convenuto) cura la notifica del decreto di differimento dell'udienza alla parte ricorrente, presso il domicilio dallo stesso eletto, entro il termine di 10 giorni dall'emissione del nuovo decreto.

Ricevuta la notifica della memoria difensiva contenente domanda riconvenzionale, il ricorrente potrà difendersi sulla riconvenzionale con una memoria di replica, da depositarsi entro 10 giorni prima della nuova udienza.

“Nel rito del lavoro la proponibilità della domanda riconvenzionale da parte del convenuto è soggetta a pena di decadenza alla duplice condizione della formulazione nella memoria difensiva e della istanza per l'emissione di nuovo decreto di fissazione di udienza, pertanto, l'inosservanza di tale ultima condizione rende la domanda inammissibile” (Trib. Bari, 21 febbraio 2017).

Nel rito del lavoro, l'inosservanza dell'onere, posto dal''art. 418 c.p.c. a carico del convenuto il quale formuli domanda riconvenzionale, di chiedere la fissazione di una nuova udienza, comporta, come affermato in giurisprudenza, “la decadenza dalla riconvenzionale e l'inammissibilità di questa; tale decadenza non può essere sanata dalla emissione da parte del giudice – in difetto della specifica istanza – del decreto di fissazione della nuova udienza, o dall'accettazione del contraddittorio da parte dell'attore, ed è rilevabile, attenendo alla regolarità della instaurazione del contraddittorio, anche d'ufficio e in sede di legittimità” (Cass. n. 9965/2001). Con la medesima pronuncia, la Suprema Corte ha altresì chiarito che “L'elemento che distingue l'eccezione riconvenzionale dalla domanda riconvenzionale non è la natura del diritto fatto valere dal convenuto ma il fine che egli si propone, cioè il contenuto della sua istanza processuale: se con la stessa il deducente si limita a richiedere il rigetto della domanda avversaria si è in presenza di una eccezione, se invece egli tende ad un risultato concreto diverso ed ulteriore, consistente nella richiesta con effetto di giudicato di un provvedimento giudiziale a sè favorevole e sfavorevole alla controparte, si configura la proposizione di una domanda riconvenzionale, la quale nel rito del lavoro è soggetta alle prescrizioni contenute negli art. 416 e 418 c.p.c., nel senso della sua necessaria inclusione nella memoria di costituzione tempestivamente depositata e accompagnata dalla richiesta di fissazione di una nuova udienza di discussione”.

Più di recente, il Supremo Collegio ha ritenuto che “Nelle controversie soggette al rito del lavoro (nella specie, causa locatizia) è onere declinato dal legislatore con chiarezza e univocità che il convenuto che nel costituirsi in giudizio propone una domanda riconvenzionale – a pena di decadenza, di natura processuale e non sostanziale, come tale non impeditiva della riproposizione della domanda in altra sede – richieda il differimento dell'udienza già fissata. Siffatta decadenza, in quanto posta a presidio del principio del contraddittorio e della regolare instaurazione del rapporto processuale, è rilevabile anche d'ufficio dal giudice, in ogni stato e grado del processo, e non suscettibile di sanatoria per effetto della emissione, da parte del giudice – in difetto della specifica istanza – del decreto di fissazione della nuova udienza o della accettazione del contraddittorio a opera della controparte. L'inammissibilità della domanda riconvenzionale per omessa formulazione della istanza di spostamento della udienza – comunque – non esclude che il fatto posto a fondamento della stessa possa essere apprezzato come eccezione, cioè a dire ai soli fini di paralizzare l'accoglimento della domanda attrice, qualora rispetto a essa assuma il carattere di fatto estintivo, impeditivo o modificativo del diritto fatto valere dalla parte attrice” (Cass. n. 15359/2017).

L'art. 418 c.p.c. prevede l'onere, in capo al convenuto, a pena di inammissibilità della domanda riconvenzionale e di decadenza dalla stessa, di formulare, nell'atto difensivo, specifica istanza al giudice di modifica del decreto di cui all'art. 415, comma 2, c.p.c., La norma prevede che il giudice, entro 5 giorni, modifichi il precedente decreto, fissando nuova udienza in un termine di non oltre 50 giorni (60 se trattasi di notifica all'estero) decorrenti dal deposito della memoria difensiva contenente domanda riconvenzionale.

L'ufficio del giudice, e non il convenuto, cura la notifica del decreto di differimento dell'udienza alla parte ricorrente, presso il domicilio eletto in atti da quest'ultima, entro il termine di 10 giorni dall'emissione del nuovo decreto.

Fra la data di notificazione del decreto e la nuova udienza deve intercorre un termine non minore di 25 giorni prima (35 in caso di notifica all'estero) della data fissata per la nuova udienza di discussione.

Ricevuta la notifica della memoria difensiva contenente domanda riconvenzionale, il ricorrente potrà difendersi sulla riconvenzionale stessa con una memoria di replica, da depositarsi entro 10 giorni prima della nuova udienza.

L'art. 441-bis c.p.c. (“Controversie in materia di licenziamento”), con cui si apre il nuovo Capo I-bis (“Delle controversie relative ai licenziamenti”) del Libro II, Titolo IV, del codice di procedura civile (aggiunto dall'art. 3, comma 32 del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) prevede che la trattazione e la decisione delle controversie aventi ad oggetto l'impugnazione dei licenziamenti nelle quali è proposta domanda di reintegrazione nel posto di lavoro hanno carattere prioritario rispetto alle altre pendenti sul ruolo del giudice, anche quando devono essere risolte questioni relative alla qualificazione del rapporto.

Tenuto conto delle circostanze esposte nel ricorso il giudice può ridurre i termini del procedimento fino alla metà, fermo restando che tra la data di notificazione al convenuto o al terzo chiamato e quella della udienza di discussione deve intercorrere un termine non minore di venti giorni e che, in tal caso, il termine per la costituzione del convenuto o del terzo chiamato è ridotto della metà.

All'udienza di discussione il giudice dispone, in relazione alle esigenze di celerità anche prospettate dalle parti, la trattazione congiunta di eventuali domande connesse e riconvenzionali ovvero la loro separazione, assicurando in ogni caso la concentrazione della fase istruttoria e di quella decisoria in relazione alle domande di reintegrazione nel posto di lavoro. A tal fine il giudice riserva particolari giorni, anche ravvicinati, nel calendario delle udienze.

I giudizi di appello e di cassazione sono decisi tenendo conto delle medesime esigenze di celerità e di concentrazione.

La nuova disposizione si applica alle controversie in materia di licenziamento instaurate successivamente al 28 febbraio 2023.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario