Ricorso ex art. 700 c.p.c.

Francesco Rotondi

Inquadramento

L'art. 700 c.p.c. prevede uno strumento giudiziale che consente a chi ha fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, di chiedere al giudice i provvedimenti d'urgenza, che appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito. Tale forma di tutela, definita come atipica nel nostro ordinamento, richiede la sussistenza di due presupposti: (i) il cd. fumus boni iuris e (ii) il cd. periculum in mora. Tale ultimo requisito, in particolare a seguito dell'introduzione del rito cd. Fornero in materia di impugnazione dei licenziamenti assoggettati alla disciplina dell'art. 18 L.n. 300/1970, è divenuto particolarmente stringente e rigoroso, limitando fortemente il ricorso a tale forma di tutela cautelare.

Formula

TRIBUNALE DI … [1]

SEZ LAV

RICORSO EX ART. 700 C.P.C.

Nell'interesse della sig.ra … , nata a … il … , C.F … .., residente in … , rappresentata e difesa dall'avv … .. (C.F. … - fax … - PEC …) ed elettivamente domiciliata ipresso lo studio di quest'ultimo in … , via … n … .., giusta procura alle liti in calce al [2] presente atto

- PARAGRAFOADESTRAricorrente -

CONTRO

La società … , C.F. ….P.I. ……. con sede legale in ……, via…….., in persona del….. e legale rappresentante pro tempore, sig………

- PARAGRAFOADESTRAconvenuta -

Oggetto: …

FATTO

1. La ricorrente ha lavorato alle dipendenze della società … , con sede in … alla via … n … .., operante nel settore … , con la qualifica di … ed inquadrata nel … livello retributivo e funzionale del CCNL …, a partire dal … fino al …

2. La ricorrente era addetta al reparto di … con le mansioni di … ;

3. In data … accadeva quanto segue …

DIRITTO

1. Nel caso di specie, sussistono i presupposti per l'emissione di un provvedimento d'urgenza ai sensi e per gli effetti dell'art. 700 c.p.c.

In particolare, al riguardo si espone quanto segue.

Quanto al fumus boni iuris …

Quanto al periculum in mora …

Tutto ciò premesso, la sig.ra …., ut supra rappresentata e difesa, chiede che codesto Giudice Unico Illustrissimo, Giudice del Lavoro del Tribunale di …., disattesa e reietta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione, premessa ogni più opportuna provvidenza e declaratoria del caso, Voglia fissare udienza di comparizione delle parti per la discussione della fase cautelare del presente ricorso e così giudicare

In via cautelare e urgente

ORDINARE alla società - in persona del suo legale rappresentante pro tempore, di…………..

Nel merito,…………………………..

Salvo ogni altro diritto.

Con vittoria di spese, diritti ed onorari, Iva e Cpa.

In via istruttoria,

si chiede di disporre l'assunzione di informazioni sulle seguenti circostanze di fatto …, indicando quali informatori i signori …

Si allegano e si offrono in comunicazione, i seguenti documenti:

1)…

2)

Ai sensi dell'art. 152 disp. att. c.p.c. come modificato dall'art. 38, c. 1, lett. b), punto 2), d.l. n. 998/2011, si dichiara che il valore della causa è … e che pertanto deve applicarsi il contributo unificato nella misura di euro … [3]

Luogo e data…..

Firma Avv……

1. Individuare il Giudice territorialmente competente a norma dell'art. 413 c.p.c.

2. ovvero: a margine del presente atto.

3. In caso di esenzione dall'applicazione del contributo unificato, compilare e allegare al ricorso l'apposita autodichiarazione.

Commento

Il procedimento di cui all'art. art. 700 c.p.c. rientra tra i procedimenti qualificati, nel nostro ordinamento, come atipici, in quanto aventi carattere sussidiario: il provvedimento d'urgenza può essere, invero, domandato soltanto quando non possano essere richieste forme di cautele tipiche.

Occorre che ricorrano due specifici presupposti, e segnatamente il cd. fumus boni iuris, e cioè la probabile esistenza del diritto della parte istante o, come precisato in dottrina, dalla sussistenza della parvenza o dell'apparenza del buon diritto dedotto nel procedimento cautelare, dalla plausibile configurabilità di una domanda giudiziale di merito che il ricorrente si appresta a proporre al fine di ottenere in modo definitivo tutela del proprio diritto; occorre inoltre che sussista il requisito del c.d. periculum in mora, ossia il fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far valere il (…) diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente ed irreparabile.

Nell'ambito del rito del lavoro, peraltro, sono ritenute “urgenti” tutte le controversie ed è per questo che il procedimento ordinario si caratterizza per celerità ed efficacia; si veda il commento alla formula “Ricorso ex art. 414 c.p.c. (conversione del rapporto)” e, la formula “Ricorso exlegge 28 giugno 2012, n. 92 art. 1, comma 48” per le modifiche introdotte dalla cd. Riforma Cartabia.

Perché possa dirsi applicabile (ed ammissibile) la tutela apprestata dall'art. 700 c.p.c. occorre procedere ad un accertamento, caso per caso, della sussistenza di un effettivo “periculum in mora”, che la migliore dottrina ha definito come quel pregiudizio che deve verificarsi nel tempo occorrente per promuovere il giudizio ordinario, che lede in maniera irreparabile beni della vita insostituibili, ovvero quei beni che la cui lesione sia irrimediabile ed irreversibile, senza la possibilità che il relativo danno possa essere totalmente risarcito o ripristinato; con la conseguenza che, ove non si intervenisse cautelativamente in via d'urgenza, si verificherebbe un distacco incolmabile ed intollerabile tra gli effetti della decisione di merito e la soddisfazione integrale del diritto dedotto in giudizio.

Come è stato puntualmente osservato anche in giurisprudenza, se è pur vero che qualsiasi atto di disposizione del rapporto di lavoro (licenziamento, sospensione dal lavoro, trasferimento, assegnazione a mansioni inferiori) sia in grado di incidere sulla libertà e sulla dignità dei lavoratori, non a tutti i suddetti atti è possibile attribuire, automaticamente ed indistintamente, l'idoneità a legittimare il ricorso alla procedura d'urgenza, essendo appunto necessario che sussistano delle specifiche circostanze, appunto da valutarsi in relazione al singolo caso concreto, tali da integrare quel rischio di pregiudizio richiesto dalla norma codicistica in esame.

Va peraltro evidenziato che i provvedimenti in commento sono stati espressamente indicati come aventi natura anticipatoria e quindi possano stabilizzarsi in mancanza di giudizio di merito (art. 669 octies , comma 6, c.p.c.).

La giurisprudenza, ancora di recente, ha affermato che «In tema di tutela cautelare atipica, il provvedimento d'urgenza richiesto dal lavoratore ex art. 700 c.p.c. presuppone che ricorrano congiuntamente i requisiti del cd. "fumus boni iuris", ossia l'evidente fondatezza della pretesa, e del "periculum in mora" costituito dal fondato motivo di temere che durante il tempo occorrente per far valere il diritto in via ordinaria questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, e dunque non ristorabile per equivalente. Il provvedimento dev'essere rifiutato allorquando manchi anche uno solo dei predetti requisiti» (Trib. Bari, 4 ottobre 2016).

«Nell'ambito della tutela cautelare, la concessione del provvedimento d'urgenza presuppone la coesistenza dei due noti requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora; intesi, il primo, come dimostrazione della verosimile esistenza del diritto per cui si agisce, essendo infatti sufficiente, in base ad un giudizio necessariamente sommario, la verifica della probabile fondatezza della pretesa azionata e, il secondo, come il fondato motivo di temere che, durante il tempo occorrente per far valere il proprio diritto in via ordinaria, questo rimanga all'esito insoddisfatto in quanto minacciato da un pregiudizio imminente ed irreparabile» (Trib. Roma, Sez. spec. Impresa, 9 maggio 2017).

Ritenendo sussistenti i requisiti richiesti per la tutela cautelare invocata, il Tribunale di Roma ha affermato che «Va reintegrata in via d'urgenza nelle precedenti mansioni - essendo ravvisabile il "fumus boni iuris" una giornalista Rai già adibita alle mansioni di conduttrice del Tgl delle ore venti e di inviata speciale per i grandi eventi, indi emarginata dalla redazione esteri e privata dell'incarico di conduzione con assegnazione di mansioni di "inviato per le grandi aree" non equivalenti alle precedenti, mediante provvedimento di carattere altresì discriminatorio; sussistendo altresì il "periculum in mora", stante che dallo svuotamento delle mansioni deriva un pregiudizio alla professionalità che diviene irreversibile con il decorso del tempo per obsolescenza delle competenze lavorative e perdita di valore sul mercato del lavoro della prestazione della dipendente» (Trib. Roma, 28 dicembre 2010).

E stato altresì ritenuto che «In tema di graduatorie del personale amministrativo degli istituti e scuole di istruzione, nel caso in cui il ricorrente assistente amministrativo voglia presentare ex art. 700 c.p.c., agendo unitamente al merito, domanda cautelare per vedersi riconosciuto nel punteggio il servizio prestato come assistente amministrativo con contratto a termine presso la CCIAA di Torino, sussiste il requisito del periculum in mora qualora il ricorrente dimostri di trarre dal lavoro precario il sostentamento proprio e della propria famiglia ed il pericolo di essere escluso dalle prossime assunzioni per via del minor punteggio illegittimamente attribuitogli dalla p.a.» (Trib. Torino, 16 ottobre 2017).

Nell'ambito di un procedimento ex art. 700 c.p.c., è stato ritenuto sussistente il requisito del periculum in mora «quando venga data prova che dalla nuova sede di lavoro assegnata (nel caso di specie insegnante) ne derivi un grave pregiudizio per il figlio minorenne della reclamante dalla distanza della madre ed , in caso di trasferimento, del padre e, comunque, ripercussioni sulla sfera socio - affettiva» (Trib. Taranto, 17 marzo 2017).

Rispetto ai procedimenti in esame e in specie con riguardo alle ipotesi di licenziamento, si ricorda che la cd. Riforma Fornero (l. n. 92/2012) ha introdotto uno speciale rito processuale (art. 1, comma 47 e seg., l. n. 92/2012) finalizzato a consentire la celere risoluzione delle controversie aventi ad oggetto l'impugnazione dei licenziamenti per i quali sia applicabile il regime di cui all'art. 18 della l. n. 300/1970; più in dettaglio, è stato di fatto attribuito a dette controversie in via preventiva e generalizzata un carattere d'urgenza che ne consenta la risoluzione nel più breve tempo possibile (si veda il commento alla formula “Ricorso ex Legge 28 giugno 2012, n. 92”).

Ora, tale rito speciale, dovendosi intendere come obbligatorio (e non facoltativo) per il lavoratore che intenda impugnare il licenziamento assoggettato alla disciplina dell'art. 18 St. Lav, risulta difficilmente compatibile con la procedura d'urgenza di cui all'art. 700 c.p.c. e dai precedenti art. 669 bis e ss. c.p.c.1 , e ciò:

1) sia in ragione della natura sussidiaria di tale procedura cautelare, alla quale può farsi ricorso solo in assenza di una analoga procedura d'urgenza prevista dal nostro ordinamento (quale per l'appunto, nel caso di specie, quella riferita alla prima fase di giudizio ex art. 1, comma 47 e ss. l. n. 92/2012);

2) sia in ragione dell'impossibilità di ritenere sussistente per tali controversie il timore «che durante il tempo occorrente per far valere il (…) diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile», tenuto conto dell'assoluta celerità che contraddistingue il detto rito speciale.

Il d.lgs. n. 149/2022, all'art. 37, comma 1, lett. e):

- disposto l'espressa abrogazione dell'art. 1, commi dal 47 al 69 della l. 28 giugno 2012, n. 92 (cd. Rito Fornero) e

- ha contestualmente aggiunto (all'art. 3, comma 32) al Libro II, Titolo IV, del codice di procedura civile il Capo I-bis (“Delle controversie relative ai licenziamenti”), nel quale sono contenuti l'art. 441-bis (rubricato “Controversie in materia di licenziamento”), l'art. 441-ter (rubricato “Licenziamento del socio di cooperativa”) e l'art. 441-quater (rubricato “Licenziamento discriminatorio”), applicabili alle controversie in materia di licenziamento instaurate successivamente al 28 febbraio 2023.

Salvo quindi quanto disposto dalle citate nuove norme del codice di procedura civile, a fronte dell'abrogazione del cd. Rito Fornero, dal 1° marzo 2023 il rito delle controversie in materia di licenziamento sarà quello del lavoro.

Anche avendo a mente la nuova Riforma,  il ricorso alla procedura d'urgenza ex art. 700 c.p.c. verrebbe ad essere ammesso soltanto in ipotesi tutto residuali ed eccezionali, nelle quali neppure la speditezza che contraddistingue le nuove norme del codice di procedura civile , potrebbe assicurare la celere risoluzione della controversia e previa specifica allegazione e prova da parte del lavoratore dell'effettiva sussistenza di tale rigoroso e qualificato periculum in mora, tale da far ritenere effettivamente sussistente il timore del «pregiudizio imminente e irreparabile» che il diritto fatto valere potrebbe subire nelle more del (seppur celere) giudizio  applicabile alle controversie relative ai licenziamenti.

[1] 1. Trib. Catania ord. 5 ottobre 2012; Trib. Bologna 25 settembre 2012; cfr. Linee Guida Tribunale di Monza in materia di rito Fornero.

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