La giurisdizione del giudice ordinario sulla risoluzione del contratto ex art. 108 c.c.p.
17 Luglio 2018
Il caso. L'impresa ricorrente impugnava dinanzi al Tar il provvedimento del Prefetto recante l'informativa interdittiva antimafia contestualmente all'atto con cui la stazione appaltante disponeva la risoluzione del contratto di appalto già stipulato con la ricorrente. La risoluzione veniva motivata anche in ragione del sopravvenuto provvedimento ostativo.
La questione. Il Tar ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo con riferimento all'atto con cui la stazione appaltante ha disposto la risoluzione del contratto stipulato con la ricorrente, trattandosi di una controversia afferente alla fase esecutiva di un rapporto contrattuale già instaurato. Sostiene il giudice che l'amministrazione, pur conservando nella fase di esecuzione dell'appalto poteri speciali di diritto privato, perderebbe quelli schiettamente autoritativi, sui quali sussiste pacificamente la giurisdizione del g.a.. Tale ricostruzione sarebbe avallata dalla giurisprudenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione secondo cui la controversia relativa alla risoluzione del contratto dell'aggiudicatario, afferendo esclusivamente alla fase esecutiva del rapporto, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario (Cass. S.U., 3 maggio 2017, n. 10705).
Un simile approdo ermeneutico non sarebbe messo in discussione dalla circostanza che la risoluzione del contratto sia motivata, non solo per grave inadempimento, ma anche con riferimento alla sopravvenuta informativa interdittiva antimafia, in quanto l'atto di scioglimento unilaterale dal rapporto negoziale non perde per ciò solo la sua natura di atto caducatorio a contenuto privatistico, sindacabile dal giudice ordinario. |