Ipotesi di sottrazione fraudolenta per la separazione fittizia che aggira la procedura esecutiva
20 Agosto 2018
Cosa succede se il trasferimento di immobili finiti nel mirino del Fisco fa parte dell'accordo di separazione consensuale? Si configura un'ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza della III Sezione Penale del 16 luglio 2018, n. 32504.
Secondo i giudici di legittimità, gli estremi della truffa sono configurati nel momento in cui la separazione tra marito e moglie è fittizia, perché i due restano in comunione. «Non v'è dubbio – osservano i giudici – che il trasferimento a titolo gratuito del bene mobile registrato o dell'immobile rende più difficoltosa l'azione recuperatoria, anche se esercitabile mediante il pignoramento presso terzi».
È pur vero che con il trasferimento dei beni, l'indiziato adempiva all'obbligo assunto con la moglie, anche nei confronti dei figli; tuttavia, se la separazione – come assodato dalle indagini – è finta, la truffa appare evidente. Tanto più che, nell'evidenza della simulazione dell'atto negoziale, si delineava chiaramente l'intento del contribuente di rendere inefficace la procedura esecutiva. «Ai fii della sussistenza del reato, è proprio l'evidente dissociazione tra la realtà documentata dall'atto (l'inesistenza della comunione di vita materiale e spirituale che è causa dell'accordo di separazione) opponibile a terzi, e quella effettiva (l'esistenza di tale comunione) che può integrare gli estremi della fraudolenza richiesta dall'art. 11, D.Lgs. n. 74/2000». |