Solo la certezza della infruttuosità del credito consente la variazione in diminuzione dell’imponibile IVA

La Redazione
20 Agosto 2018

La variazione in diminuzione dell'imponibile ai fini IVA è consentita solo dopo la conseguita certezza della rilevata infruttuosità del credito e, comunque, alla scadenza del termine per le osservazioni al piano di riparto finale o, in sua assenza, di quello per opporre reclamo contro il decreto di chiusura del fallimento...

La variazione in diminuzione dell'imponibile ai fini IVA è consentita solo dopo la conseguita certezza della rilevata infruttuosità del credito e, comunque, alla scadenza del termine per le osservazioni al piano di riparto finale o, in sua assenza, di quello per opporre reclamo contro il decreto di chiusura del fallimento, ai sensi dell'art. 26, comma 2, del d.P.R. n. 633/1972 (la questione ha formato oggetto di pronuncia ancora recente ad opera della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che, con la sentenza 23 novembre 2017, C-246/16, ha affermato l'incompatibilità dell'art. 26, comma 2, del d.P.R. 633/1972, testo antecedente alla Legge 28 novembre 2015, con la direttiva europea in materia di IVA. Con la Legge di stabilità n. 208/2015 è stata riconosciuta la detraibilità dell'IVA, in caso di mancato pagamento del prezzo, dalla data di apertura della procedura concorsuale. Tale disposizione si applica, però, solo alle procedure concorsuali avviate successivamente al 31 dicembre 2016, mentre la pregressa disciplina continua a applicarsi alle procedure concorsuali anteriori a tale data).

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