Inammissibile la notifica tramite PEC eseguita dall'avvocato privo di procura alle liti
21 Agosto 2018
La questione. Poiché in un giudizio per l'accertamento di condotte discriminatorie il Tribunale di Reggio Emilia ha declinato la propria competenza per territorio, è stato proposta in Cassazione istanza di regolamento di competenza (art. 42 c.p.c.). La parte ricorrente, essendo interdetta legalmente, è stata rappresentata assistita dal suo tutore/avvocato sprovvisto della procura alle liti che ha eseguito direttamente e a mezzo PEC la notifica della istanza per regolamento necessario. Inammissibile l'istanza per il regolamento di competenza. Esprimendosi sulla questione i Giudici specificano che “il ricorso deve ritenersi inammissibile, in quanto la notifica della istanza per regolamento necessario ex art. 42 c.p.c. è stata eseguita a mezzo PEC direttamente dalla parte, autorizzata a costituirsi personalmente "nel giudizio di primo grado" (art. 28, comma 3, d.lgs n. 150/2011), e dunque legittimata a proporre personalmente il regolamento (art. 47, comma 1, c.p.c.), ma non anche legittimata ad esercitare le competenze amministrative riservate in via esclusiva agli organi pubblici della notificazione (l. n. 53/1994)”. Inoltre, prosegue la Corte “la assoluta mancanza di potere notificatorio in capo al soggetto privato, pur se legittimato a stare personalmente in giudizio senza difensore, determina la inesistenza e non soltanto un vizio di invalidità della notifica. Mancanze di procura alle liti. La Cassazione rileva che, nel caso concreto, non risulta conferita all'avvocato-tutore alcuna procura ad litem ex art. 83 c.p.c., ponendosi questa come conditio sine qua non per l'applicazione della l. n. 53/1994, secondo cui gli avvocati, nei procedimenti civili, amministrativi e stragiudiziali, possano notificare in proprio atti e ricorsi tramite l'utilizzo della PEC (..). |