Inammissibile la notifica tramite PEC eseguita dall'avvocato privo di procura alle liti

Redazione scientifica
21 Agosto 2018

È inammissibile l'istanza per il regolamento di competenza notificata dall'avvocato tramite PEC se non è stata rilasciata la procura alle liti, essendo tale requisito previsto dall'art. 1 della l. n. 53/1994.

La questione. Poiché in un giudizio per l'accertamento di condotte discriminatorie il Tribunale di Reggio Emilia ha declinato la propria competenza per territorio, è stato proposta in Cassazione istanza di regolamento di competenza (art. 42 c.p.c.). La parte ricorrente, essendo interdetta legalmente, è stata rappresentata assistita dal suo tutore/avvocato sprovvisto della procura alle liti che ha eseguito direttamente e a mezzo PEC la notifica della istanza per regolamento necessario.

Inammissibile l'istanza per il regolamento di competenza. Esprimendosi sulla questione i Giudici specificano che “il ricorso deve ritenersi inammissibile, in quanto la notifica della istanza per regolamento necessario ex art. 42 c.p.c. è stata eseguita a mezzo PEC direttamente dalla parte, autorizzata a costituirsi personalmente "nel giudizio di primo grado" (art. 28, comma 3, d.lgs n. 150/2011), e dunque legittimata a proporre personalmente il regolamento (art. 47, comma 1, c.p.c.), ma non anche legittimata ad esercitare le competenze amministrative riservate in via esclusiva agli organi pubblici della notificazione (l. n. 53/1994)”. Inoltre, prosegue la Corte “la assoluta mancanza di potere notificatorio in capo al soggetto privato, pur se legittimato a stare personalmente in giudizio senza difensore, determina la inesistenza e non soltanto un vizio di invalidità della notifica.

Mancanze di procura alle liti. La Cassazione rileva che, nel caso concreto, non risulta conferita all'avvocato-tutore alcuna procura ad litem ex art. 83 c.p.c., ponendosi questa come conditio sine qua non per l'applicazione della l. n. 53/1994, secondo cui gli avvocati, nei procedimenti civili, amministrativi e stragiudiziali, possano notificare in proprio atti e ricorsi tramite l'utilizzo della PEC (..).
Proprio per tale motivo, nel caso di specie, la Corte di Cassazione ritiene che l'attività notificatoria posta in essere dall'avvocato sia giuridicamente inesistente.

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