Codice Civile art. 2193 - Efficacia dell'iscrizione (1).Efficacia dell'iscrizione (1). [I]. I fatti dei quali la legge prescrive l'iscrizione, se non sono stati iscritti, non possono essere opposti ai terzi da chi è obbligato a richiederne l'iscrizione, a meno che questi provi che i terzi ne abbiano avuto conoscenza [2207]. [II]. L'ignoranza dei fatti dei quali la legge prescrive l'iscrizione non può essere opposta dai terzi dal momento in cui l'iscrizione è avvenuta. [III]. Sono salve le disposizioni particolari della legge. (1) V. art. 8 l. 29 dicembre 1993, n. 580 e d.P.R. 7 dicembre 1995, n. 581 e successive modifiche. Per l'approvazione dei modelli e la modulistica v. i d.m. 7 febbraio 1996 e la circ. 8 febbraio 1996, n. 3385/c (G.U. 14 febbraio 1996, n. 37, s.o. n. 27). InquadramentoLa norma in commento pone la regola generale secondo la quale, ove non sia diversamente stabilito da disposizione particolari di legge, la pubblicità nel registro delle imprese ha efficacia dichiarativa. È noto che si distingue tra pubblicità notizia, pubblicità dichiarativa e pubblicità costitutiva. Nel primo caso, l'adempimento pubblicitario non ha alcuna incidenza rispetto al perfezionamento dell'atto ovvero alla sua efficacia (Finardi 64). Nel secondo caso, la pubblicità rileva sul piano dell'opponibilità dell'atto o del fatto iscritto (Campobasso, 120) nel senso che l'atto è idoneo a produrre i suoi effetti tra le parti sin dal momento del suo perfezionamento, ma è opponibile ai terzi soltanto una volta adempiuta la relativa pubblicità. Si ha, infine, pubblicità costitutiva quando l'adempimento pubblicitario condiziona l'efficacia dell'atto anche tra le parti contraenti (Campobasso, ivi); quest'ultimo A. però distingue tra efficacia costitutiva totale ed efficacia costitutiva parziale, laddove nella prima l'efficacia costituisce il presupposto perché l'atto sia produttivo di effetti sia tra le parti che per i terzi, come nel caso dell'iscrizione dell'atto costitutivo di società ex art. 2332 c.c., mentre nella seconda la pubblicità costituirebbe presupposto solo degli effetti nei confronti dei terzi come nel caso di deliberazione di riduzione del capitale sociale ex art. 2445 c.c. Diversamente si osserva, sul punto, che l'efficacia costitutiva parziale si avvicina molto all'efficacia dichiarativa, almeno secondo la definizione di quest'ultima comunemente accettata (Finardi, 64 nt. 3). Come detto, la norma, optando per l'efficacia normalmente dichiarativa della pubblicità, rende eccezionali e come tali necessitanti di apposita previsione di legge in casi di pubblicità notizia e di pubblicità costitutiva. L'efficacia dichiarativa della pubblicitàPuò dirsi che l'efficacia dichiarativa della pubblicità possieda un risvolto positivo ed uno negativo. Secondo il primo, quanto forma oggetto di iscrizione pubblicitaria si presume conosciuto dai terzi, a prescindere dall'effettiva conoscenza che essi ne abbiano in concreto (effetto positivo della pubblicità dichiarativa); quanto al secondo, in mancanza della pubblicità, il fatto o l'atto non potrà produrre effetto nei confronti dei terzi a meno che l'imprenditore dimostri che questi, nonostante il difetto di pubblicazione, ne erano comunque a conoscenza (effetto negativo della pubblicità dichiarativa) (così, Luoni, Cavanna, 1020; Cavanna, 44; Rescio, 158). La norma prevede, dunque, una presunzione assoluta di conoscenza, da parte dei terzi, del fatto iscritto ed una presunzione relativa di non opponibilità ai terzi degli atti e dei fatti non iscritti (Bocchini, 1988, 528; Ibba-Marasà, 212; Cavanna, 45). Con riferimento alla prima, si precisa in dottrina che la presunzione sorge non già al momento della presentazione dalla domanda da parte dell'interessato, ma soltanto al momento dell'iscrizione da parte dell'ufficio in quanto la mera presentazione dell'istanza non è conoscibile da parte dei terzi (Cavanna, 46). Inoltre, la norma in commento non prevede alcun periodo divacatiosuccessiva all'iscrizione: deroga, invece, alla disposizione generale, l'art. 2448 dettato per le società di capitali e cooperative, ove è prevista l'efficacia parzialmente differita della pubblicità, divenendo assoluta la presunzione di conoscenza in capo ai terzi soltanto decorsi quindici giorni dall'iscrizione (sul punto, Luoni-Cavanna, 1221; Finardi, 63 ss.). In giurisprudenza si osserva che per il disposto dell'art. 2298 – riguardante le società in nome collettivo, ma applicabile anche alla società in accomandita semplice in forza del richiamo contenuto nell'art. 2315 c.c. – le limitazioni dei poteri di rappresentanza del socio accomandatario risultanti dall'atto costitutivo non sono opponibili ai terzi se non siano iscritte nei registri di cancelleria presso il tribunale (oggi nel registro delle imprese), non essendo all'uopo sufficiente il deposito dell'atto costitutivo presso la cancelleria a norma dell'art. 2296, salvo che la società provi che il terzo conosceva dette limitazioni (Cass. n. 1884/1995). L'effetto dichiarativo della pubblicità sussiste solo ove l'iscrizione abbia ad oggetto un fatto realmente esistente in quanto solo ove tale fatto trovi riscontro nella realtà esso è opponibile ai terzi (per i necessari approfondimenti, Ibba, 2013, 873 ss.; Luoni-Cavanna, 1022 che evidenziano come la pubblicità «dichiara» ai terzi ciò che realmente esiste nei limiti in cui emerge dalla formalità pubblicitaria; sul punto, Ibba-Marasà, 221 ss.). Tuttavia, secondo una parte della dottrina, l'iscrizione di un fatto non vero è idonea a produrre l'affidamento dei terzi e la responsabilità di chi ha eseguito colpevolmente quella iscrizione (Ferrara, Corsi, 76). Sul punto, in giurisprudenza, la circostanza che la cessazione dell'incarico di amministratore non risulti iscritta nel registro delle imprese, come prescritto dall'art. 2385, comma 3, c.c. non rende tale evento inopponibile al curatore fallimentare, in quanto terzo rispetto alla compagine sociale: solo la società non può opporre al terzo il fatto non pubblicato presso il registro, mentre i terzi (quali sono ormai gli ex amministratori) possono invocare la situazione reale – anche se in contrasto con le iscrizioni esistenti – sia nei confronti della società che verso gli altri terzi (Trib. Catania, 23 giugno 2011, in Soc., 2012, 377). Il principio dell'apparenza del diritto e dell'affidamento, traendo origine dalla legittima e quindi incolpevole aspettativa del terzo di fronte ad una situazione ragionevolmente attendibile, anche se non conforme alla realtà, non altrimenti accertabile se non attraverso le sue esteriori manifestazioni, non è invocabile nei casi in cui la legge prescrive speciali mezzi di pubblicità mediante i quali sia possibile controllare con l'ordinaria diligenza la consistenza effettiva dell'altrui potere, come accade nel caso di organi di società di capitali regolarmente costituiti; tuttavia, anche in tale ipotesi il principio dell'affidamento può essere invocato, qualora il potere sulla cui esistenza si assume di aver fatto incolpevolmente affidamento possa sussistere indipendentemente dalla sua regolamentazione statutaria e possa essere conferito per determinati atti e senza particolari formalità (Cass. n. 10297/2010; Cass. n. 10375/2005). Ancora, in giurisprudenza, si osserva che l'art. 2193 c.c., applicando i principî di trasparenza e di affidamento, sembra affermare che la conoscenza di un fatto da iscrivere – ed effettivamente iscritto – nel registro delle imprese sia condizionata esclusivamente all'espletamento delle relative formalità pubblicitarie. La ratio della predetta norma, così ricostruita, è volta pertanto a salvaguardare la certezza dei rapporti giuridici, ed in particolare la posizione di coloro i quali si trovano ad interagire con le società commerciali. L'art. 2193 c.c., tuttavia, non esclude che nei casi particolari i singoli rapporti possano essere diversamente disciplinati dalle parti contrattuali, prevedendo differenti modalità comunicative delle modifiche inerenti i fatti soggetti alle formalità pubblicitarie. Per tali ragioni non può essere censurata la condotta della banca la quale ha continuato a permettere al soggetto non più legittimato di effettuare le operazioni inerenti al c/c, non in quanto sia stata negligente, ma in virtù della clausola contrattuale pattuita tra le parti che espressamente preveda la non opponibilità alla banca delle revoche e delle modifiche delle facoltà di firma finché l'istituto non abbia ricevuto apposita comunicazione a mezzo raccomandata (Trib. Napoli, 1° febbraio 2018). L'art. 2193 assegna alla pubblicità del registro delle imprese una funzione dichiarativa, di opponibilità a terzi, coerente alla funzione del sistema di pubblicizzare vicende relative all'impresa, quali la variazione della compagine sociale, ma non già situazioni giuridiche relative ai beni, quali il trasferimento della quota di partecipazione dei soci al capitale sociale (Trib. Avellino, 8 gennaio 2018, in Ilsocietario.it, secondo il quale la domanda giudiziale, ex art. 2932 c.c., di trasferimento coattivo di una quota di partecipazione sociale non può essere iscritta nel registro delle imprese, in quanto nel vigente sistema di pubblicità d'impresa si rinviene un principio generale e fondamentale di tipicità degli atti soggetti ad iscrizione, che è immanente alla stessa funzione pubblicitaria; inoltre, il sistema di pubblicità di impresa non conosce il meccanismo dell'effetto prenotativo della domanda giudiziale). L'iscrizione della nomina del sindaco nel registro delle imprese ha funzione di pubblicità dichiarativa e non costitutiva. Deriva da quanto precede, pertanto, che la iscrizione non è necessaria ai fini della prova dell'avvenuto conferimento dell'incarico e della sua accettazione e che l'omissione dell'adempimento richiesto agli amministratori dall'art. 2400, u.c., c.c., è priva di incidenza nei rapporti tra il sindaco e la società e comporta soltanto – ai sensi dell'art. 2193 c.c. – l'inopponibilità della nomina ai terzi che non ne abbiano avuto conoscenza (Cass. n. 1042/2015). La pubblicità costitutiva e la pubblicità c.d. «sanante»Come già evidenziato, in taluni casi l'ordinamento riconnette all'adempimento pubblicitario un effetto costitutivo, in quanto la sua esecuzione viene ad integrare e completare la fattispecie oggetto di registrazione (Luoni, Cavanna, 1021). È questo il caso dell'iscrizione nel registro delle imprese dell'atto costitutivo di società di capitali e di cooperative in quando dall'adempimento dipende l'acquisto della personalità giuridica e la titolarità di un proprio patrimonio distinto da quello dei soci. Successivamente alla riforma del diritto societario, sulla base del nuovo art. 2436, comma 5, ha efficacia costitutiva anche l'iscrizione della deliberazione di modificazione dello statuto (si rinvia, per le opinioni dottrinarie sul punto, al commento dell'art. 2436 c.c.). Si parla di pubblicità «sanante», a seguito della quale verrebbe meno o si ridurrebbe sensibilmente la possibilità di far valere l'invalidità dell'atto: sarebbe il caso dell'art. 2332 c.c., sulla nullità della società, e degli artt. 2500-bis e 2504-quater c.c., circa gli effetti dell'iscrizione dell'atto di trasformazione, di fusione o di scissione (Ibba, Marasà, 249 ss.; Pavone La Rosa, 2001, 103 ss.). In tali casi i vizi degli atti sarebbero privi di efficacia una volta perfezionatasi l'iscrizione dell'atto che li contiene nel registro delle imprese (Luoni, Cavanna, 1022 che evidenziano come abbia efficacia sanante anche la pubblicità della delibera che elimini dallo statuto una clausola nulla). Si è però osservato che l'iscrizione nel registro delle imprese non sana tecnicamente il vizio. Se è vero che l'effetto della pubblicità legale è quello di precludere per il futuro eventuali pronunce invalidative, è anche vero che tale effetto non si estende fino a sanare in senso giuridico eventuali vizi dell'atto stesso o del procedimento, in quanto l'iscrizione nel registro delle imprese non ha l'effetto di rendere legittimi i comportamenti dei soggetti responsabili di eventuali vizi, ma solo di precludere la declaratoria di invalidità ai fini della tutela reale (Ruggeri, 67). Tuttavia, ad es. in caso di fusione, ove questa non sia più reversibile, permane l'interesse del socio e del creditore a far valere il vizio di invalidità tutte le volte che da tale pronunzia possa trarsi fondamento per un'azione di risarcimento. La pretesa risarcitoria non esclude, ma anzi presuppone l'ammissibilità di domande tendenti all'accertamento della invalidità della fusione (Ruggeri, 67). Pubblicità notizia.In alcune ipotesi, gli adempimenti assumono efficacia di mera pubblicità notizia. In tal caso, la pubblicità non serve per rendere l'atto opponibile ai terzi, ma soltanto per renderlo comunque conoscibile ad essi, senza alcuna presunzione di conoscenza (sul punto, Cavanna, 50; Ibba, Marasà, 266 ss.). L'iscrizione nelle sezioni speciali del registro delle imprese ha funzione di certificazione anagrafica e valore di pubblicità notizia (art. 8, comma 5, l. 29 dicembre 1993, n. 580): tuttavia, ai sensi dell'art. 2 d.lgs. 18 maggio 2001, n. 228, l'iscrizione degli imprenditori agricoli, dei coltivatori diretti e delle società semplici esercenti attività agricola nella sezione speciale del registro delle imprese, oltre alle funzioni di certificazione anagrafica ed a quelle previste dalle leggi speciali, ha l'efficacia dichiarativa. L'iscrizione di un'impresa presso la Camera di commercio come società di fatto, pur costituendo un dato formale, di per sé inidoneo a comprovare l'effettiva esistenza della società, in un giudizio avente ad oggetto una pretesa da altri fatta valere contro i soggetti indicati come soci, integra, tuttavia, per il fatto che si tratta di un dato formale conseguente ad una iniziativa degli interessati, tutti gli estremi per fondare una presunzione semplice – superabile soltanto con la prova contraria – di corrispondenza del dato formale alla realtà, tenuto conto, inoltre, che, inerendo l'iscrizione ad un pubblico registro conoscibile dalla generalità delle persone, essa determina per i terzi, a carico dei soggetti indicati come soci, un importante elemento di riscontro circa l'assunzione da parte loro della responsabilità patrimoniale illimitata per le attività e le obbligazioni riferibili alla compagine sociale (Cass. n. 13291/1999). 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Un panorama dottrinale, in Giur. it. 2015, 1016; Macchia, Le sezioni speciali del registro delle imprese, in Impresa 1996; Nazzicone, Registro delle imprese e diritto alla riservatezza, in Il libro dell'anno del diritto, Treccani, Roma, 2018; Pavone La Rosa, Il registro delle imprese, in Tr. BU., Torino, 2001; Pavone La Rosa, Il registro delle imprese, Milano, 1954; Ragusa Maggiore, Il registro delle imprese, in Comm. 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