Codice Civile art. 2356 - Responsabilità in caso di trasferimento di azioni non liberate (1).

Ugo Patroni Griffi
Emma Chicco

Responsabilità in caso di trasferimento di azioni non liberate (1).

[I]. Coloro che hanno trasferito azioni non liberate sono obbligati in solido con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti, per il periodo di tre anni dall'annotazione del trasferimento nel libro dei soci.

[II]. Il pagamento non può essere ad essi domandato se non nel caso in cui la richiesta al possessore dell'azione sia rimasta infruttuosa.

(1)Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo recitava: «[I]. Coloro che hanno trasferito azioni non liberate sono obbligati solidalmente con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti, per il periodo di tre anni dal trasferimento. [II]. Il pagamento non può essere ad essi domandato se non nel caso in cui la richiesta al possessore dell'azione sia rimasta infruttuosa»

Inquadramento

Il trasferimento di azioni non liberate obbliga, in via solidale tra loro, l'alienante e l'acquirente a corrispondere alla società l'ammontare dei versamenti ancora dovuti.

La responsabilità solidale tra le parti permane per il periodo di tre anni dall'annotazione del trasferimento nel libro dei soci. La responsabilità dell'alienante è sussidiaria in quanto il pagamento non può essere a lui richiesto se non nel caso in cui la richiesta nei confronti dell'acquirente sia rimasta infruttuosa.

La norma ribadisce un concetto tradizionalmente noto nell'ambito della circolazione delle azioni e rispetto alla sua originaria formulazione viene novellata dalla Riforma delle società (d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6), nel senso di prevedere che il periodo di tempo entro cui ricorre la responsabilità solidale tra le parti del trasferimento decorra dalla annotazione del trasferimento stesso nel libro soci.

La ragione giuridica che appare sottesa alla disciplina è quella di garantire la reale formazione del capitale al fine di tutelare l'integrità del capitale sociale nella fase di circolazione delle azioni.

Principali aspetti applicativi

La disposizione in commento appare essenzialmente rivolta a regolare i rapporti esterni, vale a dire i rapporti fra la società e i contraenti al fine di garantire l'effettività del capitale sociale.

La dottrina ha qualificato l'obbligo in capo all'acquirente quale obbligazioneex lege assimilabile alle obbligazionipropter rem (d'Alessandro) e ciò sulla base del fatto che, nel caso di specie, la circolazione dell'obbligazione avviene congiuntamente al bene e ricorre una espressa e tipica previsione normativa quale fonte della posizione debitoria (Bevivino).

Altra natura ha la posizione dell'alienante che, dopo aver eseguito la prestazione, avrà diritto di regresso nei confronti dell'acquirente per le somme versate alla società.

Il secondo comma dell'art. 2356 c.c. sancisce espressamente che il pagamento non può essere domandato se non nel caso in cui la richiesta al possessore delle azioni sia rimasta infruttuosa.

In relazione a questo profilo, e coerentemente con le esigenze di celerità e speditezza correlate alle istanze dei terzi, tipiche della disciplina societaria, parte della dottrina ha evidenziato come, ai fini dell'escussione dell'alienante, la mera domanda di adempimento sia più coerente con la ratio della disposizione rispetto alla necessità di attendere l'espletamento della procedura esecutiva in capo all'acquirente (Gattoni).

Il termine di tre anni decorrente dall'iscrizione del trasferimento nel libro soci ed a tale termine, entro il quale far valere la responsabilità solidale, va riconosciuta natura di termine di decadenza (Angelici).

Infine, in materia fallimentare non trova applicazione l'art. 2356 c.c., ma l'art. 150 l. fall. secondo cui il giudice delegato può, su proposta del curatore, ingiungere con decreto ai soci a responsabilità limitata e ai precedenti titolari delle azioni di eseguire i versamenti ancora dovuti, quantunque non sia scaduto il termine stabilito per il pagamento.

La non ampia casistica giurisprudenziale dedicata alla fattispecie in commento ha avuto occasione di rilevare che, a proposito del trasferimento di titoli azionari non interamente liberati, il giratario di un titolo azionario che risulti interamente liberato a norma dell'art. 2354, n. 4, c.c., non risponde a norma dell'art. 2356 c.c. dell'eventuale debito di apporto non apparente, dovendosi aderire al più recente orientamento della dottrina secondo cui l'obbligo di conferimento deve essere ricondotto ad un'assunzione negoziale del debito, collegata ex lege all'acquisto azionario, rispetto alla quale la conoscenza dell'acquirente è un antecedente necessario (App. Milano, 11 settembre 2012, n. 2998).

Con detta pronuncia la Corte d'appello di Milano ha riformato la precedente decisione del tribunale (Trib. Milano VIII, 13 febbraio 2008, n.1806 in Giustizia a Milano 2008, 2) in tema di legittimazione passiva in via solidale di società fiduciaria, come intestataria dei titoli ceduti fiduciariamente dal socio/amministratore, nella quale il tribunale reputava che il richiamo alla natura fiduciaria dell'intestazione delle azioni ed alla buona fede non avesse alcun rilievo.

In tal pronuncia il tribunale evidenziava che la società fiduciaria è nei rapporti esterni, quindi anche verso la società di cui diventa socio, un mandatario senza rappresentanza che risponde direttamente delle obbligazioni che come tale contragga, anche ex lege, ex art. 2356 c.c., salvo il diritto di rivalersi verso il suo fiduciante.

Secondo il tribunale, opinando diversamente a fronte di un socio rappresentato da una società fiduciaria, la società non sarebbe neppure in grado di individuare il soggetto obbligato ex art. 2356 c.c. in considerazione del fatto che la società fiduciaria, quale mandataria senza rappresentanza, non può essere obbligata a spendere il nome del suo mandante. Ne conseguiva che la società fiduciaria sarebbe stata il soggetto tenuto, in via primaria e diretta, all'adempimento dell'obbligazione derivante dal mancato versamento del capitale sociale sottoscritto (in tema di società fiduciarie intestatarie di partecipazioni, si v. altra parte del Codice sulle società ad oggetto speciale).

Applicazione della norma in caso di conferimenti non proporzionali

Il legislatore della Riforma ha trascurato di coordinare la possibilità di assegnazione non proporzionale ai conferimenti con la disposizione in commento.

In caso di conferimenti non proporzionali si verifica una scissione tra il titolare delle azioni ed il soggetto che è obbligato al versamento dei conferimenti ancora dovuti, ed è verosimile ipotizzare che in caso di loro trasferimento l'acquirente subentri nella medesima posizione giuridica del suo dante causa.

Per tale ragione: se l'alienante è il beneficiario del conferimento non proporzionale, l'acquirente subentrerà nell'obbligo di eseguire il conferimento meno che proporzionale; se è il trasferente, invece, il soggetto obbligato al versamento dei conferimenti residui, l'acquirente subentrerà nell'obbligo di eseguire il conferimento in misura più che proporzionale (Genghini).

Bibliografia

Aa.Vv. Le società di capitali e le cooperative, a cura di Genghini, Milano-Padova, 2015; Angelici, La circolazione della partecipazione azionaria, in Tr. Colombo-Portale, Torino, 1991; Bevivino Commento all'art. 2356, in Codice delle Società, a cura di Bonilini, Confortini, Abriani, Torino, 2016; Bigliazzi Geri, Oneri reali e obbligazioni propter rem, in Tr. C. M., Milano, 1984; Campobasso, Diritto commerciale, 2, Diritto delle società, Torino, 2009; d'Alessandro, I titoli di partecipazione, Milano, 1968; Gattoni, Commento all'art. 2356, in Commentario alla riforma delle società, a cura di Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2008.

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