Codice Civile art. 2425 ter - Rendiconto finanziario (1).Rendiconto finanziario (1). [I]. Dal rendiconto finanziario risultano, per l'esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all'inizio e alla fine dell'esercizio, ed i flussi finanziari dell'esercizio derivanti dall'attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci. (1) Articolo inserito dall'art. 6, d.lg. 18 agosto 2015, n. 139. Le disposizioni del decreto entrano in vigore dal 1° gennaio 2016 e si applicano ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da quella data. InquadramentoCon il d.lgs. n. 139/2015, che recepisce la Direttiva 2013/34/UE in tema di bilanci d'esercizio e consolidati, è stata attuata una profonda revisione dell'ordinamento contabile per i soggetti che redigono il bilancio secondo le regole del codice civile. Per quanto attiene alla composizione del bilancio di esercizio, come in precedenza illustrato, è stato introdotto l'obbligo della redazione del rendiconto finanziario. Ai sensi del nuovo art. 2425-ter, infatti, le società che superano i limiti di cui all'art. 2435-bis c.c. sono tenute ad affiancare agli schemi di stato patrimoniale e conto economico un rendiconto finanziario in cui risultino esposti i flussi finanziari generati dalle varie aree gestionali nel corso dell'esercizio. La stessa esenzione vale, ovviamente, anche per le micro-imprese individuate dall'art. 2435-ter c.c., che beneficiano, oltre a quelle specificamente previste per questa categoria di imprese, di tutte le altre agevolazioni previste dall'art. 2435-bis c.c. La precedente disciplina del bilancio non richiedeva espressamente la redazione del rendiconto finanziario come schema di bilancio obbligatorio. In tale contesto normativo, il principio contabile nazionale OIC 10 (edizione 2014) si limitava a raccomandarne la redazione nell'ambito della nota integrativa tenuto conto della sua rilevanza informativa. Il d.lgs. n. 139/2015 ha modificato l'art. 2423 c.c. aggiungendo, tra i documenti che compongono il bilancio, anche il rendiconto finanziario. Il rendiconto finanziario, pertanto, non va più incluso nella nota integrativa ma è un prospetto contabile a sé stante (così come previsto dal principio contabile internazionale IAS 1; il suo contento e le metodologie di costruzione sono illustrate nello IAS 7). Il d.lgs. n. 139/2015 ha inoltre introdotto il nuovo art. 2425-ter, ove viene disciplinato il contenuto del rendiconto finanziario. La norma prevede che i flussi oggetto di rappresentazione sono i flussi di liquidità e che tali flussi sono distinti a seconda che si riferiscano all'attività operativa, finanziaria o di investimento. In particolare, l'art. 2425-ter dispone che «Dal rendiconto finanziario risultino, per l'esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente, l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all'inizio e alla fine dell'esercizio, ed i flussi finanziari dell'esercizio derivanti dall'attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci». Il rendiconto finanziario fornisce informazioni per valutare la situazione finanziaria della società (compresa la liquidità e solvibilità) nell'esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi. Il rendiconto fornisce inoltre informazioni su: a. le disponibilità liquide prodotte/assorbite dall'attività operativa e le modalità di impiego/copertura; b. la capacità della società di affrontare gli impegni finanziari a breve termine; e c. la capacità della società di autofinanziarsi. La risorsa finanziaria presa a riferimento per la redazione del rendiconto finanziario è rappresentata dalle disponibilità liquide (alternativamente si sarebbero potute utilizzare risorse finanziarie di riferimento diverse). I criteri per la redazione e presentazione del rendiconto finanziario sono contenuti nel principio contabile OIC 10. L'introduzione dell'obbligo di redazione del rendiconto finanziario muove nella direzione di avvicinare il bilancio redatto secondo i principî contabili nazionali al bilancio IAS/IFRS. Si rammenta, tuttavia, che il bilancio ordinario di esercizio continua a divergere, in termini di composizione, dal bilancio redatto secondo i principî contabili internazionali IAS/IFRS perché non è stato previsto l'obbligo di redazione del prospetto delle variazioni delle voci del patrimonio netto che, invece, nel sistema dei principî contabili internazionali costituisce un documento avente una valenza autonoma rispetto agli altri documenti che compongono il bilancio. Il principio contabile internazionale dedicato all'analisi della costruzione del rendiconto finanziario è lo IAS 7, Statement of Cash Flows. che, in particolare, evidenzia come l'ammontare dei flussi finanziari derivanti dall'attività operativa sia un indicatore chiave della misura in cui l'attività dell'azienda ha generato flussi finanziari sufficienti a rimborsare prestiti, a mantenere la capacità operativa dell'entità, a pagare i dividendi e a effettuare nuovi investimenti senza ricorrere a fonti di finanziamento esterne all'entità. I flussi finanziari generati dall’attività operativa derivano soprattutto dalle principali attività generatrici di ricavi dell’impresa; essi derivano, pertanto, dalle operazioni di gestione e dagli altri fatti e operazioni che partecipano alla determinazione dell’utile o della perdita d’esercizio. Esempi di flussi finanziari generati dall’attività operativa sono: a) incassi dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi; b) incassi da royalties, compensi, commissioni e altri ricavi; c) pagamenti a fornitori di merci e servizi; d) pagamenti a, e per conto di, lavoratori dipendenti; e) pagamenti o rimborsi di imposte sul reddito a meno che essi non possano essere specificatamente fatti rientrare nell'attività di finanziamento e di investimento; e f) incassi e pagamenti derivanti da contratti stipulati a scopo commerciale o di negoziazione. Il contenuto del rendiconto finanziarioSecondo il principio contabile nazionale OIC 10 il rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le variazioni, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. Il rendiconto fornisce inoltre informazioni su: a. le disponibilità liquide prodotte/assorbite dall'attività operativa e le modalità di impiego/copertura; b. la capacità della società di affrontare gli impegni finanziari a breve termine; e c. la capacità della società di autofinanziarsi. I flussi finanziari rappresentano un aumento o una diminuzione dell'ammontare delle disponibilità liquide. Nel rendiconto finanziario i singoli flussi finanziari sono presentati distintamente in una delle seguenti categorie: a. attività operativa; b. attività di investimento; c. attività di finanziamento. Le categorie di flussi finanziari sono presentate nella sequenza sopra indicata. Il medesimo flusso può essere classificato, a seconda dell'attività svolta dall'impersa, in una categoria diversa in relazione alla tipologia di attività svolta e secondo l'apprezzamento dell'organo amministrativo. La somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna categoria sopraindicata rappresenta la variazione netta (incremento o decremento) delle disponibilità liquide avvenuta nel corso dell'esercizio. Non avendo previsto obbligatoriamente il legislatore uno schema di rendiconto finanziario (a differenza dello schema obbligatorio di stato patrimoniale e di conto economico), l'OIC 10 prevede che la forma di presentazione del rendiconto finanziario è di tipo scalare. La società deve aggiungere ulteriori flussi finanziari rispetto a quelli previsti negli schemi di riferimento individuati dall'OIC 10 qualora sia necessario ai fini della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione finanziaria; possono essere effettuati raggruppamenti di singoli flussi finanziari qualora il loro raggruppamento favorisca la chirarezza del rendiconto finanziario. Per ogni flusso finanziario presentato nel rendiconto è indicato l'importo del corrispondente flusso nell'esercizio precedente. Se i flussi non sono comparabili, quelli relativi all'esercizio precedente devono essere adattati per consentire la loro confrontabilità; la non comparabilità e l'adattamento, o l'impossibilità di questo, devono essere segnalati e commentati in calce al rendiconto finanziario. La classificazione dei flussi finanziariI flussi finanziari dell'attività operativa comprendono generalmente i flussi che derivano dall'acquisizione, produzione e distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi, anche se riferibili a gestioni accessorie, e gli altri flussi non ricompresi nell'attività di investimento e di finanziamento. L'attività operativa genera ricavi caratteristici riflessi nel conto economico i quali rappresentano, al netto dei costi necessari per produrre tali ricavi, la fonte di finanziamento principale dell'impresa (autofinanziamento). Dall'attività operativa si genera la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura. Alcuni esempi di flussi finanziari generati o assorbiti dall'attività operativa sono: - incassi dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi (generazione di liquidità); - incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi (generazione di liquidità); - pagamenti per l'acquisto di materia prima, semilavorati, merci e altri fattori produttivi (assorbimento di liquidità); - pagamenti per l'acquisizione di servizi (assorbimento di liquidità); - pagamenti a, e per conto di, dipendenti (assorbimento di liquidità); - pagamenti e rimborsi di imposte (assorbimento do liquidità); - incassi per proventi finanziari (generazione di liquidità). Il flusso finanziario dell'attività operativa può essere determinato o con il metodo indiretto (rettificando l'utile o la perdita d'esercizio riportato nel conto economico) o con il metodo diretto (evidenziando i flussi finanziari). Il flusso finanziario derivante dall'attività operativa è determinato con il metodo indiretto, mediante il quale l'utile (o la perdita) dell'esercizio, oppure l'utile (o la perdita) prima delle imposte, è rettificato per tenere conto di: - elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide nel corso dell'esercizio e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto (ad esempio, ammortamenti di immobilizzazioni, accantonamenti ai fondi rischi e oneri, accantonamenti per trattamento di fine rapporto, svalutazioni per perdite durevoli di valore; utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto); - variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi dell'attività operativa (come, ad esempio, variazioni di rimanenze, variazioni di crediti verso clienti e di debiti verso fornitori, variazioni di ratei e risconti attivi/passivi). Le variazioni del capitale circolante netto rappresentano gli scostamenti rispetto ai saldi dell'esercizio precedente; - operazioni i cui effetti sono ricompresi tra i flussi derivanti dall'attività di investimento e finanziamento (ad esempio, le plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di attività. Tali rettifiche hanno lo scopo di trasformare i componenti positivi e negativi di reddito iscritti nel conto economico nei corrispondenti incassi e pagamenti (cioè in variazioni di disponibilità liquide). I flussi finanziari dell'attività di investimento comprendono i flussi che derivano dall'acquisto e dalla vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate. In via esemplificativa, i flussi finanziari generati o assorbiti dall'attività di investimento, quando non afferenti alla attività operativa, derivano da: - acquisti o vendite di fabbricati, impianti, attrezzature o altre immobilizzazioni materiali (incluse le immobilizzazioni materiali di costruzione interna); - acquisti o vendite di immobilizzazioni immateriali, quali ad esempio i brevetti, i marchi, le concessioni; questi pagamenti comprendono anche quelli relativi agli oneri pluriennali capitalizzati; - acquisizioni o cessioni di partecipazioni in imprese controllate e collegate; - acquisizioni o cessioni di altre partecipazioni; - acquisizioni o cessioni di altri titoli, inclusi titoli di Stato e obbligazioni; - erogazioni di anticipazioni e prestiti fatti a terzi e incassi per il loro rimborso. I flussi finanziari dell'attività di finanziamento comprendono i flussi che derivano dall'ottenimento o dalla restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito. In via esemplificativa, i flussi finanziari generati o assorbiti dall'attività di finanziamento sono: - incassi derivanti dall'emissione di azioni o di quote rappresentative del capitale di rischio; - pagamento dei dividendi; - pagamenti per il rimborso del capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie; - incassi o pagamenti derivanti dall'emissione o dal rimborso di prestiti obbligazionari, titoli a reddito fisso, accensione o restituzione di mutui e altri finanziamenti a breve o lungo termine; - incremento o decremento di altri debiti, anche a breve o medio termine, aventi natura finanziaria. La società deve presentare distintamente le principali categorie di incassi o pagamenti derivanti dall'attività di finanziamento, distinguendo i flussi finanziari derivanti dal capitale di rischio e dal capitale di debito. Se rilevanti, in calce al rendiconto finanziario, la società deve presentare l'ammontare dei saldi significativi di disponibilità liquide che non sono liberamente utilizzabili dalla società e deve spiegare le circostanze in base alle quali tali ammontari non sono utilizzabili (come, ad esempio, restrizioni legali che rendono i saldi non utilizzabili; un conto corrente vincolato costituente garanzia prestata nell'interesse di un'impresa controllata). La rilevanza del rendiconto finanziario nell’ambito della crisi d’impresaLa normativa sulla crisi d'impresa di cui al d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 recante “Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155” (c.c.i.i.), ha introdotto l'obbligo di monitoraggio continuo sulle condizioni di liquidità prospettiche dell'unità aziendale. In materia di prevenzione della crisi inizialmente la letteratura si è soffermata principalmente sulla comprensione degli elementi di natura economica e finanziaria. Per un attento monitoraggio dello stato di salute dell'impresa, per prevenire le possibili cause di una crisi occorre implementare un sistema che consenta di analizzare sia l'ambiente interno che quello esterno all'impresa. Tra gli elementi in grado di agevolare la comprensione della situazione aziendale e il rischio che essa sia di fronte a una potenziale minaccia di una situazione di crisi si possono indicare la presenza di: - un sistema articolato di analisi di bilancio; - un sistema di analisi strategica; - un sistema di programmazione e controllo strutturato. Si rammenta che ai sensi dell'art. 2 del d.lgs. n. 14/2019 si intende per: (a) "crisi" lo stato del debitore che rende probabile l'insolvenza e che si manifesta con l'inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi)); b) «insolvenza»: lo stato del debitore che si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non e' piu' in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. In tale ambito assume assoluto rilievo il rendiconto finanziario, in quanto strumento essenziale per dimostrare la capacità di soddisfare le uscite con gli incassi programmati. Il rendiconto finanziario rappresenta lo strumento proposto dalla dottrina per sintetizzare la dinamica finanziaria delle imprese. Il rendiconto finanziario viene , in particolare, utilizzato come strumento di analisi per valutare la situazione finanziaria, anche in termini prospettici dell'azienda. Lo stato patrimoniale, il conto economico e il rendiconto finanziario offrono informazioni differenti ma complementari per valutare l'equilibrio economico e finanziario delle imprese, nonché la loro coerenza patrimoniale. In particolare, il rendiconto finanziario consente di valutare pienamente l'evoluzione dell'azienda e gli effetti delle scelte gestionali, poiché consente di indagare la dinamica finanziaria. Per valutare lo stato di salute delle imprese non risulta pertanto sufficiente analizzarne la capacità di generare risultati economici positivi ma è altrettanto fondamentale studiare la dinamica finanziaria-monetaria. Oltre alle modifiche (d.lgs. n. 139/2015) in tema di bilancio d'esercizio, anche nell'ambito della normativa sulla crisi d'impresa viene posta l'attenzione sulla dinamica finanziaria dell'impresa al fine di monitorarne lo stato di salute. In particolare, il D.Lgs. n. 14/2019 ha imposto a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, di monitorare costantemente la sostenibilità dei debiti pena la responsabilità degli amministratori. Come evidenziato, la normativa sulla crisi d'impresa trova applicazione per tutte le imprese; l'obbligo di monitorare lo stato di salute attraverso l'analisi della dinamica finanziaria prospettica impone pertanto anche alle piccole realtà produttive l'utilizzo del rendiconto finanziario o di strumenti similari (budget di tesoreria). L'analisi previsionale in generale risulta più complessa rispetto alle valutazioni fatte a consuntivo, ma queste ultime certamente supportano il processo di pianificazione. In altri termini, la periodica redazione del rendiconto finanziario sul passato certamente aiuta l'impresa nell'elaborare i flussi prospettici poiché, da un lato abitua gli operatori alla determinazione di valori (i flussi finanziari) non sempre di immediato calcolo, e dall'altro, può automatizzare il processo di costruzione del dato minimizzando i tempi di elaborazione delle informazioni. Così operando, la presenza di informazioni finanziarie periodiche dovrebbe migliorare il processo decisionale a disposizione dell'organo amministrativo, se non altro perché basato su una base informativa maggiore rispetto all'assenza di dati finanziari prospettici e a consuntivo. In particolare, l'art. 3 del c.c.i.i. prevede che “ ((1. L'imprenditore individuale deve adottare misure idonee arilevare tempestivamente lo stato di crisi e assumere senza indugiole iniziative necessarie a farvi fronte. 2. L'imprenditore collettivo deve istituire un assettoorganizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai sensidell'articolo 2086 del codice civile, ai fini della tempestivarilevazione dello stato di crisi e dell'assunzione di idoneeiniziative. 3. Al fine di prevedere tempestivamente l'emersione della crisid'impresa, le misure di cui al comma 1 e gli assetti di cui al comma2 devono consentire di: a) rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale oeconomico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristichedell'impresa e dell'attività imprenditoriale svolta dal debitore; b) verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive dicontinuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi e rilevarei segnali di cui al comma 4; c) ricavare le informazioni necessarie a utilizzare la lista dicontrollo particolareggiata e a effettuare il test pratico per laverifica della ragionevole perseguibilità del risanamento di cuiall'articolo 13, al comma 2. 4. Costituiscono segnali per la previsione di cui al comma 3: a) l'esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almenotrenta giorni pari a oltre la metà dell'ammontare complessivomensile delle retribuzioni; b) l'esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almenonovanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti nonscaduti; c) l'esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e deglialtri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessantagiorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limitedegli affidamenti ottenuti in qualunque forma purché rappresentinocomplessivamente almeno il cinque per cento del totale delleesposizioni; d) l'esistenza di una o più delle esposizioni debitorie previstedall'articolo 25-novies, comma 1”, ossia nei confronti dell'Inps, dell'Agenzia delle Entrate, dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione e dell'Inail.
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