Codice Civile art. 2433 - Distribuzione degli utili ai soci (1).Distribuzione degli utili ai soci (1). [I]. La deliberazione sulla distribuzione degli utili è adottata dall'assemblea che approva il bilancio ovvero, qualora il bilancio sia approvato dal consiglio di sorveglianza, dall'assemblea convocata a norma dell'articolo 2364-bis, secondo comma. [II]. Non possono essere pagati dividendi sulle azioni, se non per utili realmente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato. [III]. Se si verifica una perdita del capitale sociale, non può farsi luogo a ripartizione di utili fino a che il capitale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente. [IV]. I dividendi erogati in violazione delle disposizioni del presente articolo non sono ripetibili, se i soci li hanno riscossi in buona fede in base a bilancio regolarmente approvato, da cui risultano utili netti corrispondenti. (1) V. nota al Capo V. InquadramentoL'assemblea che approva il progetto di bilancio, ai sensi dell'art. 2433 ha l'onere di deliberare sulla distribuzione degli utili ai soci. Il diritto del socio alla percezione del dividendo consegue, pertanto, all'adozione da parte dell'assemblea di una deliberazione che specificamente disponga in proposito. La competenza a decidere sulla distribuzione degli utili rimane sempre in capo all'assemblea anche nel modello di amministrazione e controllo c.d. «dualistico». La corresponsione del dividendo e i limiti alla distribuzione degli utiliCon l'adozione della delibera di distribuzione degli utili, sorge in capo al socio un diritto di credito. Il credito sorge nei confronti di colui che era azionista nel momento in cui la società dispone il pagamento del dividendo. Il diritto di credito del socio alla corresponsione del dividendo sorge solo se esistono i presupposti indicati dall'art. 2433, comma 2 e comma 3, per la distribuzione degli utili. La società non può pagare dividendi al socio se gli utili: - non sono realmente conseguiti; - non risultano da un bilancio regolarmente approvato; - sono vincolati nella loro distribuzione. Vincoli nella distribuzione degli utili sono rappresentati, ad esempio, dalle previsioni di cui al n. 5) dell'art. 2426 c.c. o dalla previsione di cui al n. 8-bis) sempre dell'art. 2426 c.c. Nell'ambito dei bilanci redatti secondo i principî contabili internazionali IAS/IFRS limiti sono contenuti nell'art. 6 del d.lgs. n. 38/2005. Se le condizioni indicate dalla legge non sono rispettate, si distribuiscono utili fittizi e la deliberazione che così ha deciso è conseguentemente nulla per illiceità dell'oggetto. Gli amministratori ed i direttori generali incorrono nel reato di illegale ripartizione di utili ex art. 2621 c.c. L'irrepetibilità dei dividendi riscossi in buona fedeL'irripetibilità dei dividendi riscossi in buona fede presuppone la sussistenza di un requisito oggettivo e di un requisito soggettivo: - il requisito oggettivo consiste nella corrispondenza del dividendo pagato ad utili netti risultati dal bilancio regolarmente approvato; - il requisito soggettivo è rappresentato dalla buona fede dell'azionista che percepisce il dividendo e quindi della inconsapevolezza della fittizietà dell'utile. L'onere di provare la mala fede del socio grava sulla società, in base al principio che la buona fede è sempre presunta ex art. 1147 c.c. BibliografiaAa.Vv., art. 2423-2435 ter – Bilancio, Commentario del Codice Civile, a cura di M. Irrera, Bologna, 2022; Aa.Vv., Il bilancio di esercizio. 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