Codice Civile art. 2444 - Iscrizione nel registro delle imprese (1).Iscrizione nel registro delle imprese (1). [I]. Nei trenta giorni dall'avvenuta sottoscrizione delle azioni di nuova emissione gli amministratori devono depositare per l'iscrizione nel registro delle imprese un'attestazione che l'aumento del capitale è stato eseguito. [II]. Fino a che l'iscrizione nel registro non sia avvenuta, l'aumento del capitale non può essere menzionato negli atti della società. (1) V. nota al Capo V. InquadramentoLa norma in commento prevede per l'operazione di aumento di capitale sociale uno specifico adempimento pubblicitario, diretto a portare a conoscenza dei terzi e dei creditori l'avvenuto reperimento delle risorse finanziarie richieste con la delibera di aumento, nel rispetto del principio dell'integrità del capitale sociale, in base al quale la cifra del capitale nominale, fissata in statuto, deve corrispondere al capitale reale, inteso come l'insieme dei mezzi messi stabilmente a disposizione dell'impresa. Tale formalità ha una mera efficacia dichiarativa e non condiziona l'efficacia dell'aumento di capitale, che dipende esclusivamente dalla raccolta delle sottoscrizioni, sia relativamente ai profili organizzativi della società (con la conseguenza, ad esempio, che è sul “nuovo” capitale che occorre calcolare i quorum assembleari, in caso di assemblee successive all'esecuzione dell'aumento, ma precedenti all'iscrizione ex art. 2444 c.c.), sia relativamente ai profili contabili (con la conseguenza, ad esempio, che sarà possibile tenere in considerazione il “nuovo” capitale anche prima dell'attestazione, per il calcolo delle perdite rilevanti ex art. 2446 e 2447 c.c.). Tuttavia, bisogna considerare che il secondo comma della norma in commento prevede che fino a quando non sia avvenuta l'iscrizione dell'attestazione nel registro delle imprese l'aumento di capitale non possa essere menzionato “negli atti della società”, imponendo così uno specifico divieto a completamento della disposizione di cui all'art. 2250, comma 2, c.c., che analogamente impone che “negli atti e nella corrispondenza” il capitale sociale venga indicato secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio. In particolare, poiché tra gli atti in cui il “nuovo” capitale non può essere indicato deve essere ricompreso anche il bilancio (Ginevra, 2001, 364; contra Consiglio Notarile Milano nella massima n. 96), l'attestazione segna il momento a partire dal quale il “nuovo” capitale potrà essere indicato all'interno del bilancio di esercizio, finendo così per avere indirettamente un rilevante impatto organizzativo, perché, pur non condizionando l'effettività dell'operazione di aumento di capitale, realizza il presupposto per poter tener conto di tale aumento in tutta una serie di casi. Inoltre, l'art. 2379-ter, comma 2, c.c. prevede che nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio l'invalidità della deliberazione di aumento di capitale non possa essere pronunciata dopo che a norma dell'art. 2444 sia stata iscritta nel registro delle imprese l'attestazione che l'aumento è stato anche parzialmente eseguito. Il rilievo che ha l'esigenza di una corretta informazione sul capitale sociale ha indotto ad affermare (Ginevra,Presciani, 2686) che nel caso in cui l'attestazione contenga informazioni non veritiere gli amministratori potrebbero rispondere a livello penale per il reato di false comunicazioni sociali, mentre da un punto di vista civilistico potrebbero essere considerati responsabili ex art. 2395 c.c. per aver indotto terzi a far credito alla società sulla base di una situazione finanziaria non reale. Presupposto dell'obbligo di attestazione.La ratio della norma induce ad escludere che vi sia un obbligo di attestazione in caso di aumento di capitale meramente nominale, trattandosi di un'operazione solo contabile, che non comporta il reperimento di nuova finanza (Benassi, 900; Ginevra, Presciani, 2687). Nell'aumento di capitale a pagamento, ai fini dell'individuazione del dies a quo della decorrenza del termine di trenta giorni entro il quale gli amministratori devono provvedere al deposito dell'attestazione, bisogna distinguere a seconda che l'aumento di capitale sia inscindibile o scindibile. Nel primo caso, il nuovo capitale può dirsi formato nel momento in cui viene raccolta l'ultima delle sottoscrizioni necessarie a coprire l'intero ammontare del capitale deliberato, senza necessità di attendere il decorso del termine fissato dalla delibera ex art. 2439 c.c. (Ginevra,Presciani, 2687); nella seconda ipotesi, invece, la soluzione dipende dall'orientamento seguito in ordine alla controversa questione se, in assenza di un'espressa decorrenza fissata in delibera, l'aumento di capitale si realizzi progressivamente man mano che intervengono le sottoscrizioni (Galgano, 402; Ginevra, Sottoscrizione, 271) ovvero solo alla scadenza del termine fissato (Campobasso, 505). Mette conto segnalare, tuttavia, che il Consiglio Notarile di Milano nella massima n. 96, pur ammettendo l'efficacia progressiva là dove esplicitata nella delibera, ritiene che «il termine dei trenta giorni da cui decorre l'obbligo di eseguire la pubblicità decorre [...] o dall'integrale sottoscrizione o, in caso di sottoscrizione non integrale, dallo spirare del termine finale per la sottoscrizione». Coordinamento fra i diversi adempimenti pubblicitari.L'iscrizione della delibera che dispone l'aumento di capitale ed il deposito dell'attestazioneex art. 2444 c.c. sono due adempimenti distinti ed autonomi: il primo, ai sensi dell'art. 2436, comma 1, c.c., dovrà essere effettuato dal notaio verbalizzante entro trenta giorni dalla delibera, a prescindere dalla raccolta delle sottoscrizioni; il secondo è in capo agli amministratori e dovrà essere adempiuto nei termini di cui si è detto. La delibera di aumento di capitale non è di per sé idonea a modificare l'atto costitutivo; dopo la sua iscrizione nel registro delle imprese, produce soltanto l'effetto di “creare” le nuove azioni e di obbligare gli amministratori a provvedere alla sua esecuzione; mentre l'effetto definitivo, consistente nella variazione della cifra del capitale sociale, si realizza soltanto in esito all'effettiva sottoscrizione dell'aumento; ciò non esclude peraltro che, contestualmente alle deliberazione di aumento, l'assemblea debba adottare la modifica statutaria, la quale resterà subordinata all'effettiva sottoscrizione delle azioni, dimodoché la variazione si realizzerà a condizione e nella misura in cui il capitale venga successivamente sottoscritto (Guerrera, 1158). Da qui il problema d'individuare il momento in cui deve essere depositato lo statuto aggiornato. Stante il divieto (posto dal secondo comma della norma in commento) di menzione del nuovo capitale negli atti sociali prima del deposito dell'attestazione ex art. 2444 c.c., sembrerebbe che il deposito nel registro delle imprese dello statuto aggiornato debba avvenire non contestualmente alla delibera assembleare, bensì con l'attestazione degli amministratori, ma tale conclusione contrasta con l'art. 14, comma 5, del d.P.R. n. 581/1995 (regolamento istitutivo del registro delle imprese), il quale impone che il deposito dello statuto aggiornato avvenga contestualmente alla domanda d'iscrizione della delibera modificativa: è stato perciò suggerito dalla prevalente dottrina (Marchetti, 312; Ginevra,Presciani, 2693) il deposito, contestualmente alla delibera di aumento del capitale sociale, dello statuto aggiornato in cui, tuttavia, il nuovo capitale venga indicato come solo deliberato. BibliografiaBenassi, Sub art. 2439, in Commentario breve al diritto delle società, a cura di Maffei Alberti, Padova, 2007; Campobasso, Diritto commerciale 2, Diritto delle società, Torino, 2009; Galgano, Diritto commerciale. Le società, Bologna, 2016; Ginevra, Le azioni. Creazione ed estinzione, in Diritto commerciale, a cura di Cian, Torino, 2017; Ginevra, Sottoscrizione e aumento del capitale sociale nelle S.p.A., Milano, 2001; Ginevra, Presciani, in Le società per azioni, diretto da Abbadessa e Portale, Milano, 2016; Guerrera, in Società di capitali, Commentario, a cura di Niccolini e Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Marchetti, La pubblicità dell'esecuzione dell'aumento di capitale, in Riv. not. 1995, 311. |