Separazione: il Garante per l’infanzia presenta la Carta dei diritti dei figli

Redazione Scientifica
08 Ottobre 2018

Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza ha presentato la Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori che elenca, in dieci punti, principi e diritti dei figli nel momento della crisi coniugale.

L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza ha presentato la Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, un decalogo di diritti e principi finalizzato a promuovere la centralità dei figli nel momento di crisi della coppia. Destinatari del documento sono prima di tutto i bambini e i ragazzi oltre a genitori, giudici, avvocati, professionisti del settore sanitario e psicosociale e adulti di riferimento.

L'obiettivo dichiarato dal Garante è quello di rendere consapevoli i figli dei loro diritti e di contribuire alla crescita culturale dei genitori e in generale della società per garantire il rispetto dei diritti di cui i minori sono portatori.

Diritto di amare ed essere amati. Primo principio enunciato nella Carta è il diritto dei figli di continuare ad amare ed essere amati da entrambi i genitori e di mantenere i propri affetti. I minori hanno il diritto di manifestare il loro amore senza paura di ferire o di offendere un genitore o l'altro e di conservare i legami con i fratelli, i nonni, i parenti di entrambi i rami genitoriali e gli amici.

Diritto di essere figli. Deve poi essere garantito il diritto dei figli di non essere travolti dalla sofferenza degli adulti, di non essere trattati come confidenti o amici dei loro genitori e di non essere costretti a sostenerli o consolarli. Al contrario, i minori devono sentirsi protetti e rassicurati, confortati e sostenuti dai propri genitori nell'affrontare i cambiamenti della separazione.

Diritto di essere informati e di comprendere. Ulteriore principio stabilito dalla Carta è il diritto dei figli di non essere coinvolti nella decisione della separazione e di essere informati in modo adeguato alla loro età e maturità, senza essere caricati di responsabilità o colpe e senza essere messi a conoscenza di informazioni che potrebbero pregiudicare il loro rapporto con uno o entrambi i genitori.

Diritto di essere ascoltati. I figli hanno il diritto di essere ascoltati ed esprimere i loro sentimenti prima di tutto in famiglia in modo da sentirsi accolti e rispettati ma non giudicati. Deve poi essere riconosciuto il loro diritto a sentirsi tristi, arrabbiati, avere paure e incertezze.

Diritto di non subire pressioni. È importante non strumentalizzare i figli, né usarli come messaggeri di comunicazioni e richieste rivolte all'altro genitore, non indurli a mentire e non coinvolgerli nelle menzogne.

Diritto di condivisione delle scelte che li riguardano. I figli hanno il diritto che le scelte più importanti su residenza, educazione, istruzione e salute continuino ad essere prese da entrambi i genitori di comune accordo, nel rispetto della continuità delle loro abitudini. Eventuali cambiamenti devono tenere conto delle loro esigenze affettive e relazionali.

Diritto di non essere coinvolti nei conflitti. I figli non devono assistere e non devono subire i conflitti tra i genitori né devono essere costretti a prendere le parti o scegliere fra uno e l'altro.

Diritto al rispetto dei loro tempi. È necessario concedere ai figli tempo per elaborare la separazione, per comprendere la nuova situazione e adattarsi al nuovo equilibrio familiare. Essi devono, inoltre, essere rassicurati in merito alla paura di perdere l'affetto dei genitori o di passare in secondo piano rispetto ai loro nuovi legami.

Diritto di essere preservati dalle questioni economiche. I figli non devono essere coinvolti nelle decisioni economiche e non devono subire il peso del disagio economico del nuovo equilibrio familiare, subendo ingiustificati cambiamenti del tenore e dello stile di vita familiare. Entrambi i genitori devono contribuire adeguatamente alle loro necessità.

Diritto di ricevere spiegazioni. Pur essendo necessario ascoltare i figli, sono i genitori o, in caso di disaccordo, è il giudice a dover assumere le decisioni. I figli hanno però il diritto di ricevere spiegazioni concordi da parte dei genitori su tali determinazioni, soprattutto qualora siano divergenti rispetto alle richieste e ai desideri da loro espressi.

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