Codice Civile art. 2456 - Revoca degli amministratori (1).Revoca degli amministratori (1). [I]. La revoca degli amministratori deve essere deliberata con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni. [II]. Se la revoca avviene senza giusta causa, l'amministratore revocato ha diritto al risarcimento dei danni. (1) V. nota al Capo VI. InquadramentoSi ritiene, generalmente, che gli amministratori siano revocabili ad nutum (Cottino, 686). Tuttavia, ove la revoca non sia assistita da giusta causa, l'amministratore avrà diritto, come testualmente affermato dal 2° comma della norma in commento, al risarcimento del danno (Di Sabato, 409). La clausola statutaria che subordinasse la revoca alla presenza di una giusta causa sarebbe nulla, come già affermato dalla giurisprudenza in tema di società per azioni (Cass. n. 9482/1999). La norma non esclude dal voto – come, invece, in altre fattispecie (v. art. 2459) – i soci accomandatari nell'assemblea che decide della loro revoca, con la conseguenza che la maggior parte degli autori (Bertuzzi, Bozza, Sciumbata, 255) respinge la tesi, risalente, che nega loro il diritto di voto sul presupposto del conflitto di interessi (in tal senso, invece, Brunetti, 601). Deve poi ritenersi applicabile anche agli amministratori della s.a.p.a. la via della rimozione giudiziale ex art. 2409 per gravi irregolarità (Bertuzzi, Bozza, Sciumbata, 256; Costi, 93). In giurisprudenza non recente si è negata la possibilità di chiedere la revoca dell'amministratore in via cautelare, ex art. 700 c.p.c., apprestando l'ordinamento lo strumento tipico della denuncia al tribunale ex art. 2409 (Pret. Milano, 28 febbraio 1979, in Giur. comm., 1980, II, 764). L'estinzione del rapportoSecondo la tesi prevalente in dottrina, gli effetti tipici dell'estinzione del rapporto di accomandatario consistono nella trasformazione del suo status in quello di accomandante (Costi, 144; Galgano, 5) ed il venire meno della responsabilità per le obbligazioni sorte successivamente all'iscrizione della cessazione dall'ufficio nel registro delle imprese ex art. 2461, comma 2, c.c. È quindi rimasta isolata l'antica dottrina secondo cui l'accomandatario cessato dalla carica rimaneva comunque accomandatario (Mossa, 608), per la decisiva considerazione che nella s.a.p.a. non può esistere un accomandatario limitatamente responsabile (Costi, 145). Altre cause di estinzione del rapporto di accomandatario, in forza del rinvio agli artt. 2382 e 2454, sono costituite dal trasferimento delle azioni mortis causa, cui consegue il subentro degli eredi nella qualità di soci accomandanti – salva la previsione statutarie di clausole di gradimento – ma ovviamente non nell'incarico gestorio, per il quale si può solo porre un problema di integrazione (Barcellona, Costi, Grande Stevens, 155). Anche la dichiarazione di fallimento, ovvero la sopravvenuta incapacità o determinano la decadenza dallo status di accomandatario, come pure la rinunzia (Galgano, 464), secondo taluni purché assistita da giusta causa (Ferrara, Corsi, 854). È isolata la, invero assai datata, tesi contraria alla possibilità di ammettere una rinuncia (Fiorentino, 104). Altra causa di cessazione della carica è rappresentata dal trasferimento inter vivos delle azioni dell'accomandatario, fattispecie nella quale si determina la cessazione del rapporto gestorio in capo al cedente, e non certo una vicenda circolatoria della carica amministrativa a favore dell'acquirente (Costi, 154). È unanime invece l'orientamento dottrinale secondo cui non trova applicazione agli azionisti accomandatari l'art. 2383, norma che limita la durata in carica degli amministratori della s.p.a. (Costi, 157), motivo per cui è frequente, nella prassi statutaria, la previsione di un limite massimo d'età (Weigmann, 2522). BibliografiaBarcellona, Costi, Grande Stevens, Società in accomandita per azioni, in Comm. S.B., Bologna-Roma, 2005; Bertuzzi, Bozza, Sciumbata, Sub artt. 2447 bis-2461 c.c., Patrimoni destinati, partecipazioni statali, S.A.A., in La riforma del diritto societario, a cura di Lo Cascio, VII, Milano, 2003; Costi, Sub artt. 2462-2471, in Della società in accomandita per azioni, in Comm. S.B., Roma-Bologna, 1973; Cottino, Diritto commerciale, I, 2, Padova, 1994; Di Sabato, Diritto delle società, Milano, 2003; Fiorentino, Gli organi delle società di capitali, Napoli, 1950; Galgano, Il nuovo diritto societario, in Tr. Gal., XXIX, Padova, 2003; Mossa, Trattato del nuovo diritto commerciale, II, Società commerciali personali, Padova, 1957; Ferrara, Corsi, Gli imprenditori e le società, Milano, 1996; Weigmann, L'accomandita per azioni come cassaforte familiare, in Scintillae Iuris, Studi in onore di Gino Gorla, Milano, 1994. |