Decreto legislativo - 24/02/1998 - n. 58 art. 141 - Associazione di azionisti1Associazione di azionisti1 Art. 141 1. Non costituisce sollecitazione ai sensi dell'articolo 136, comma 1, lettera b), la richiesta di conferimento di deleghe di voto accompagnata da raccomandazioni, dichiarazioni o altre indicazioni idonee a influenzare il voto rivolta ai propri associati dalle associazioni di azionisti che: a) sono costituite con scrittura privata autenticata; b) non esercitano attività di impresa, salvo quelle direttamente strumentali al raggiungimento dello scopo associativo; c) sono composte da almeno cinquanta persone fisiche ciascuna delle quali è proprietaria di un quantitativo di azioni non superiore allo 0,1 per cento del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto. 2. Le deleghe conferite all'associazione di azionisti ai sensi del comma 1 non sono computate ai fini del calcolo del limite di duecento azionisti previsto dall'articolo 136, comma 1, lettera b). (1) [1] Articolo sostituito dall'articolo 3, comma 17, del D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 27 . InquadramentoL'articolo in commento prevede una zona di esenzione dalla normativa prevista per le sollecitazioni al conferimento delle deleghe di voto in presenza di associazioni di azionisti. L'obiettivo è quello di rafforzare gli strumenti di voice degli azionisti di minoranza. In tali casi, conseguentemente, vengono meno gli obblighi previsti dall'art. 136 TUF e non è obbligatoria la predisposizione del relativo prospetto informativo per la sollecitazione al conferimento delle deleghe e la preventiva diffusione dello stesso. Le associazioni di azionistiAi sensi del secondo comma dell'articolo in commento, la normativa relativa alla sollecitazione delle deleghe di voto non si applica alle sollecitazioni al conferi- mento delle deleghe di voto rivolte dalle associazioni di azionisti ai propri associati. Le associazioni di azionisti devono rispettare le seguenti previsioni: a) devono essere costituite con scrittura privata autenticata; b) non devono esercitano attività di impresa, salvo quelle direttamente strumentali al raggiungimento dello scopo associativo; c) devono essere composte da almeno cinquanta persone fisiche ciascuna delle quali è proprietaria di un quantitativo di azioni non superiore allo 0,1 per cento del capitale sociale rappresentato da azioni con diritto di voto. In assenza di indicazioni contrarie, l'oggetto delle associazioni di azionisti può prevedere anche la possibilità di svolgere funzione consultiva nei confronti dei propri associati in relazione alle assemblee. Il limite quantitativo (0,1% del capitale sociale) detenibile massimo da ciascun associato connota la natura sostanziale delle associazioni, ossia associare tanti piccoli azionisti e aggregare, in tal modo, le minoranze azionarie. Non trovano applicazione altresì le disposizioni dell'art. 2372 c.c., mentre trova applicazione la disciplina relativa ai patti parasociali ex art. 122 TUF. BibliografiaAa.Vv., I diritti degli azionisti nelle società quotate, a cura di Ciocca e Marasà, Torino, 2015; Calandra Bonaura, Commentario breve al testo unico della finanza, 2020; Cera, Presti, Il Testo Unico finanziario. Vol. 2: Mercati ed emittenti, Bologna, 2020; Cera, Le società con azioni quotate nei mercati, Bologna, 2022; Morandi, Le associazioni di azionisti nelle società quotate, Padova, 2003; Ricciardiello, Sub art. 141, in Commentario T.U.F.: Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 e successive modificazioni, a cura di Vella, Torino, 2012. |