Codice Civile art. 2502 bis - Deposito e iscrizione della decisione di fusione (1).

Cecilia Bernardo

Deposito e iscrizione della decisione di fusione (1).

[I]. La deliberazione di fusione delle società previste nei capi V, VI e VII deve essere depositata per l'iscrizione nel registro delle imprese, insieme con i documenti indicati nell'articolo 2501-septies. Si applica l'articolo 2436.

[II]. La decisione di fusione delle società previste nei capi II, III e IV deve essere depositata per l'iscrizione nell'ufficio del registro delle imprese, insieme con i documenti indicati nell'articolo 2501-septies; il deposito va effettuato a norma dell'articolo 2436 se la società risultante dalla fusione o quella incorporante è regolata dai capi V, VI, VII.

(1) V. nota al Capo X.

Inquadramento

L’articolo in commento disciplina il deposito e l’iscrizione della decisione di fusione distinguendo tra società di persone e società di capitali. Per queste ultime, il deposito e l’iscrizione della deliberazione di fusione segue le modalità e produce gli effetti di cui all’art. 2436 in materia di modificazione dello statuto di società per azioni. La decisione di fusione deliberata da società di persone deve essere depositata per l’iscrizione nel registro delle imprese, ma, anche in tal caso, sarà applicabile l’art. 2436 ove la società risultante dalla fusione sia una società di capitali (Cagnasso D’Arrigo, 196). Dovranno essere depositati, oltre alla delibera/decisione di fusione, anche i documenti previsti dall’art. 2501-septies e, dunque: progetto di fusione; relazione dell’organo amministrativo (salvo che i soci non vi abbiano rinunciato); i bilanci degli ultimi tre esercizi con le relazioni dei soggetti cui compete l’amministrazione e la revisione; le situazioni patrimoniali di cui all’art. 2501-quater (salvo che i soci non vi abbiano rinunciato) o la relazione finanziaria semestrale di cui al secondo comma del medesimo articolo (Perrino 1541).

La norma si riferisce, in particolare, alle società previste dal capo II e, dunque, anche alla società semplice evidentemente consentendo che tale società possa partecipare alla fusione (Cagnasso D’Arrigo, 197).

A seguito della entrata in vigore del d.lgs. n. 228/2001, l'iscrizione nel registro delle imprese che coinvolga le società semplici ha assunto natura di pubblicità dichiarativa, abbandonando la pregressa funzione di certificazione anagrafica, con la diretta conseguenza per cui, in caso di omissione, gli atti iscritti non saranno opponibili ai terzi (Clerici, 711).

Perplessità sussistono in ordine alla possibilità di iscrivere la fusione nell'ipotesi in cui siano coinvolte società irregolari o di fatto, in forza della impossibilità di fornire a terzi pubblicità alternative. Si ritiene tuttavia che anche per queste ultime possa sorgere la necessità di riorganizzarsi e non sembra ammissibile che unicamente in forza del fenomeno riorganizzativo dell'assetto societario possa determinarsi la regolarizzazione obbligata della società.

Il deposito deve avvenire unitamente al progetto di fusione, alle relazioni indicate negli artt. 2501-quinquies e sexies c.c., ai bilanci degli ultimi tre esercizi delle società partecipanti alla fusione, redatti a norma dell'articolo 2501-quater c.c.

Controllo di legalità

A seguito dell'abolizione del procedimento di omologazione, il controllo sull'operazione straordinaria spetta al notaio, il quale deve limitarsi ad un mero controllo di legalità e non anche di merito. Il controllo notarile sostituisce il controllo di legalità operato dal tribunale nella vigenza del procedimento di omologa.

Lo stesso deve limitarsi a verificare la conformità estrinseca dell'atto alla legge in funzione dell'interesse pubblico al regolare svolgimento della vita societaria e all'ordinato espletamento dei compiti assegnati agli organi del tipo societario considerato, ed a controllare i vizi dell'atto che ne comportino invalidità per violazione di norme previste a tutela di interessi pubblici generali, non invece delle norme poste a presidio di specifici soggetti, i quali sono legittimati ad impugnare la deliberazione in un ordinario giudizio di cognizione per la tutela dei propri interessi (App. Torino, 24 agosto 2000).

Con riferimento al procedimento di omologa e all'oggetto del controllo, la giurisprudenza ha ritenuto che «Nell'ambito del procedimento di fusione, l'atto costitutivo della società incorporante completa il contenuto del progetto di fusione; di conseguenza, il medesimo atto costitutivo, pur non modificato in dipendenza della fusione, va necessariamente soggetto al controllo» (Trib. Roma 21 novembre 1996).

Si esclude inoltre che oggetto di controllo possa essere la relazione degli esperti circa la congruità del rapporto di cambio se illustra con chiarezza le motivazioni ed i criteri seguiti (App. Torino, 3 ottobre 2000).

Nel caso in cui il notaio dovesse ravvisare irregolarità deve darne tempestivamente comunicazione agli amministratori, non oltre il termine di cui all'art. 2436 c.c. Il controllo del tribunale è stato relegato ad un controllo meramente eventuale, nell'ipotesi in cui il notaio abbia riscontrato l'inadempimento delle condizioni richieste dalla legge, negando pertanto il deposito e l'iscrizione della decisione, e vi sia iniziativa degli amministratori.

Bibliografia

Clerici, Sub art. 2502-bis, in Commentario alla riforma delle società, diretto da di Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2006; Perrino, Sub art. 2502, in Società di capitali: commentario, a cura di Niccolini, Stagno d’Alcontres, III, Napoli, 2004.

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