Codice Civile art. 2505 quater - Fusioni cui non partecipano società con capitale rappresentato da azioni (1).

Cecilia Bernardo

Fusioni cui non partecipano società con capitale rappresentato da azioni (1).

[I]. Se alla fusione non partecipano società regolate dai capi V e VI del presente titolo, né società cooperative per azioni, non si applicano le disposizioni degli articoli 2501, secondo comma, e 2501-ter, secondo comma; i termini di cui agli articoli 2501-ter, quarto comma, 2501-septies, primo comma, e 2503, primo comma, sono ridotti alla metà (2).

(1) V. nota al Capo X.

(2) Comma sostituito dall'art. 1 d.lg. 13 ottobre 2009, n. 147. Il testo precedente recitava: «Se alla fusione non partecipano società regolate dai capi V e VI del presente titolo, né società cooperative per azioni, non si applicano le disposizioni degli articoli 2501, secondo comma, e 2501-ter, secondo comma; le disposizioni dell'articolo 2501-sexies possono essere derogate con il consenso di tutti i soci delle società partecipanti alla fusione; i termini di cui agli articoli 2501-ter, quarto comma, 2501-septies, primo comma, e 2503, primo comma, sono ridotti alla metà». Per la disciplina transitoria, v. l'art. 2 dello stesso d.lg.

Inquadramento

L'articolo in commento risponde all'esigenza di semplificazione normativa che permea la disciplina sulla fusione. Nel caso di specie, la semplificazione si attua con riferimento alle sole società il cui capitale non sia rappresentato da azioni, ovvero società a responsabilità limitata, società di persone e cooperative il cui capitale non sia rappresentato da azioni. Non trovando inoltre applicazione il limite di cui agli artt. 2501 e 2501-ter c.c., potranno partecipare alla fusione le società che siano già in liquidazione e che abbiano iniziato la ripartizione dell'attivo, costituendo l'operazione straordinaria in questione, anche la modalità per il tramite della quale continuare la liquidazione di tutto l'attivo e rendendo perciò possibile la continuazione dell'attività d'impresa. Dalla deroga all'art. 2501 c.c. discende invece la possibilità di prevedere conguagli in denaro superiori al 10% del valore delle quote assegnate.

In merito al conguaglio in denaro, la dottrina ha ritenuto che seppur eliminato il limite percentuale, permanga il limite costituito dalla natura dello stesso conguaglio, che dovrà pur sempre costituire un concambio di partecipazione, configurandosi altrimenti come «espropriazione di partecipazione» (Brodasca, 1018).

Con il d.lgs. n. 147/2009, è stata eliminata la deroga all'art. 2501-sexies, ma questa continua ad operare con riferimento alle società il cui capitale è rappresentato da azioni.

L'ulteriore semplificazione, che si desume agevolmente dalla norma, è la riduzione dei termini che intercorrono tra l'iscrizione del progetto di fusione e la decisione in ordine alla fusione stessa, per il deposito degli atti nei giorni precedenti la decisione, nonché per l'attuazione della fusione.

L'art. 2505-quater c.c. si applica anche alle scissioni, in quanto è norma che stabilisce in via generale l'abbreviazione dei termini previsti sia per la fusione che per la scissione (Trib. Vicenza, 13 agosto 2007, n. 1962).

Consenso unanime: accezione, incidenza e modalità di prestazione

Alla fusione semplificata si procede soltanto qualora vi sia il consenso unanime dei soci.

A tale proposito, la dottrina ha ritenuto che per consenso unanime debba intendersi unicamente il consenso di tutti i soci che compongono la compagine sociale, non anche il consenso dei soli soci presenti in assemblea. Il legislatore è silente circa le modalità di prestazione del consenso e pertanto si è ritenuto che possa essere acquisito anche in via informale, mediante riunioni di soci precedenti la decisione sulla fusione (Santagata, 328).

Con il consenso unanime, i soci potranno rinunciare anche alla relazione degli esperti. Da ciò ne discende che la summenzionata relazione, sia diretta unicamente ai soci che godano di un diritto soggettivo ad ottenere un'informazione dettagliata in merito alla congruità del rapporto di cambio.

Nella fusione per incorporazione di società a responsabilità limitata con conseguente aumento di capitale della incorporante, la relazione degli esperti ex art. 2501-quinquies è posta ad esclusivo interesse dei soci della società fondente ed è rinunziabile con il consenso di questi (App. Milano, 12 gennaio 2001).

Non è ammissibile invece una rinuncia alla relazione di stima ex art. 2343 c.c., costituendo altrimenti disposizione da parte dei soci degli interessi dei creditori.

Bibliografia

Brodasca, Sub art. 2505-quater, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2006; Civerra, Le operazioni di fusione e scissione, l'impatto della riforma e la nuova disciplina del leveraged buy out, Torino, 2004; Santagata, La fusione (semplificata) di scoietà non azionarie, in Il nuovo diritto delle società. Liber amicorum Gian Franco Campobasso, diretto da Abbadessa, Portale, Torino, 2007.

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