Codice Civile art. 2537 - Creditore particolare del socio (1).

Stefano Schirò

Creditore particolare del socio (1).

[I]. Il creditore particolare del socio cooperatore, finché dura la società, non può agire esecutivamente sulla quota e sulle azioni del medesimo.

(1) V. nota al Titolo VI.

Inquadramento

L’articolo in commento, espressione del favor per i soci cooperatori (PRESTI-RESCIGNO, 608), vieta al creditore particolare del socio di sottoporre la quota o le azioni a    procedure esecutive, così confermando il, principio, già presente nella formulazione originaria del codice, di inespropriabilità della quota o delle azioni delle cooperative (Bonfante, 120).

L'espropriazione della partecipazione sociale

Il creditore particolare del socio, finché dura la società, non può agire esecutivamente sulla quota o sulle azioni del medesimo.

Si ritiene peraltro in dottrina che, in analogia con quanto disposto dall’art. 2270 c.c. in tema di società di persone,  il creditore possa far valere i suoi diritti sugli utili e compiere atti conservativi sulla quota di liquidazione (Bonfante, 121).

In effetti, nelle società cooperative come in quelle personali, «come non è consentita la cessione volontaria della quota, con effetto nei confronti della società senza il consenso degli altri soci, così non è consentita l’espropriazione della quota sociale senza il consenso della società» (Ferri, 230). Tale collegamento chiarisce che l’inespropriabilità della quota non si ricollega ad un’esigenza di tutela dei creditori sociali, ma risponde al particolare rilievo che l’individualità dei singoli soci assume in tali tipi di società (Rivolta, 376). In effetti, l’espropriazione della quota comporterebbe l’inserimento nella compagine sociale di un nuovo soggetto, introducendo un elemento di novità incompatibile con i principî (il c.d. intuitus personae) che la caratterizzano. Si comprende, allora, perché il legislatore, intendendo accordare ai creditori particolari dei soci la possibilità di soddisfarsi sulla partecipazione sociale del loro debitore, abbia previsto per le società di persone la possibilità di richiedere (non già l’espropriazione, ma) la liquidazione della quota che, pur intaccando la consistenza del patrimonio della società, evita l’ingresso di estranei nella compagine sociale. Deve pertanto ritenersi che nelle società cooperative, ove non è prevista la possibilità di chiedere la liquidazione della quota o delle azioni, debba per lo meno riconoscersi in parziale analogia con le società di persone, la possibilità per i creditori di compiere atti conservativi sulla quota di liquidazione (Bonfante, 121), in quanto essa non indica «la misura della partecipazione alla vita della società, bensì la quantità proporzionalmente corrispondente di beni, in natura o in danaro, che spettano o saranno per spettare al socio al momento della liquidazione sociale o individuale». Si ritiene che siano consentiti al creditore particolare del socio cooperatore  anche le azioni esecutive o cautelari su eventuali utili, l’azione revocatoria del conferimento  e degli atti di disposizione del socio in favore della società e l’azione surrogatoria, qualora il socio non eserciti i propri diritti verso la società (CECCHERINI-Schirò,150; GIORGI, 298).

Il socio finanziatore

Deve altresì, sempre per le stesse ragioni, condividersi la tesi secondo cui il divieto di azioni esecutive non valga per il socio finanziatore, come del resto sembra deporre la stessa lettera della legge, che, a seguito della riforma, formula il divieto nei confronti del solo socio cooperatore (Bonfante, 122). Saranno dunque espropriabili non solo le quote rappresentative della qualità di socio finanziatore (CECCHERINI-Schirò, 149), ma anche gli strumenti finanziari di cui all’art. 2526 c.c. (Giorgi, 298)

Proroga della società e creditore particolare del socio

Con la riforma del 2003 non è stata confermata la disposizione di cui al comma 2  del vecchio articolo 2531, che consentiva al creditore particolare del socio di fare  opposizione alla proroga della società, in considerazione, secondo la Relazione alla riforma del diritto societario, della prevalenza dellinteresse sociale sui diritti di detto creditore particolare, in particolare quando  una cooperativa decida di continuare unattività che potrebbe avere funzione sociale. Appare, tuttavia, priva di giustificazione la mancata previsione del diritto di opporsi alla proroga per il creditore del socio non cooperatore, solo in parte compensata dalla riconosciuta espropriabilità della quota, la quale non sempre  è caratterizzata da un grado di appetibilità tale da rendere utile l’espropriazione, soprattutto nel caso del socio non cooperatore che non può avvalersi dei vantaggi dello scambio mutualistico (CECCHERINI-Schirò, 150; GIORGI, 298). .

 

Bibliografia

Bonfante, La nuova società cooperativa, Bologna, 2010; Ceccherini-Schirò, Società cooperative e mutue assicuratrici, seconda edizione, in Aa.Vv., La riforma del diritto societario, a cura di Lo Cascio, Milano, 2008; Ferri, Manuale di diritto commerciale, a cura di Angelici, Ferri, Milano, 2019; ; Giorgi, in Aa. Vv., Società cooperative, a cura di Presti, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari. Milano, 2006;  Presti-Rescigno, Corso di diritto commerciale, vol. II, Società, Bologna, 2021; Rivolta, La partecipazione sociale, Milano, 1965.

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