Codice Civile art. 2539 - Rappresentanza nell'assemblea 1.Rappresentanza nell'assemblea 1. [I]. Nelle cooperative disciplinate dalle norme sulla società per azioni ciascun socio può rappresentare sino ad un massimo di dieci soci2. [II]. Il socio imprenditore individuale può farsi rappresentare nell'assemblea anche dal coniuge, dai parenti entro il terzo grado e dagli affini entro il secondo che collaborano all'impresa.
InquadramentoConfrontando l'articolo in commento e il previgente art. 2534 emergono essenzialmente tre novità. In primo luogo, per farsi rappresentare in assemblea non è più richiesta una previa clasuola statutaria che lo consenta. In secondo luogo, si è innalzato, da cinque a dieci, il numero massimo di deleghe attibuibili al singolo socio. In terzo luogo si è generalizzata un'eccezione - finora consentita solo ad alcune cooperative agricole (art. 7, l. 17 febbraio 1971, n. 127) e in caso di lavoratrici autonome che prestino il loro lavoro in modo continuativo nell'impresa familiare (art. 14, l. 9 dicembre 1977, n. 903) - alla regola secondo la quale il socio di una cooperativa può farsi rappresentare in assemblea solo da un altro socio, prevedendosi che il socio imprenditore individuale possa farsi rappresentare in assemblea anche dal coniuge, dai parenti entro il terzo grado e dagli affini entro il secondo che collaborino all'impresa. ( CUSA , 313-314). La norma viene considerata come espressione della volontà del legislatore di superare l'assenteismo dei soci che, soprattutto nelle grandi cooperative, sovente diventa cronico (Cetra, 1522). Proprio per questa ragione si ammette che nelle cooperative regolate dalle norme sulla società per azioni un socio possa rappresentare fino a dieci soci. . In dottrina si ritiene anche che norma abbia la finalità di evitare l'intrusione di estranei nella gestione mutualistica, proteggendo gli interessi mutualistici nei confronti degli antagonistici interessi capitalistici, e di salvaguardare il carattere democratico della cooperativa, impedendo l'acquisto di una posizione egemone da parte di uno o più soci. Si configurano come legittime la clausola statutaria con la quale si precluda al socio di intervenire e votare tramite rappresentante, oppure quella con la quale si preveda un tetto inferiore a quello legale con riferimento sia ai soci di cui si può essere rappresentanti, sia ai voti che possono essere espressi in rappresentanza ( CUSA , 314-315). La norma si riferisce sia al socio cooperatore che a quello finanziatore e trova applicazione in tutte le assemblee, ordinarie, straordinarie, separate e speciali, anche quando si intenda esprimere il voto per corrispondenzao mediante altri mezzi di telecomunicazione (art. 2538, ult. comma) (I D. , 316). In base al criterio di compatibilità stabilito dall'art. 2519, comma 1, resta ferma l'applicabilità nelle cooperative disciplinate dalle disposizioni sulla società per azioni delle altre norme in tema di rappresentanza nell'assemblea contenute nell'art. 2372 ( C ECCHERINI -Schirò, 160). In particolare, la rappresentanza non può essere conferita né ai membri degli organi amministrativi (siano essi soci o meno), né ai componenti degli organi di controllo o ai dipendenti della società, né alle società dalla coooperativa controllate o ai membri degli organi amministrativi o di controllo o ai dipendenti di queste (art. 2372, comma 5). Inoltre la procura va conferita per iscritto, i relativi documenti devono essere conservati dalla società (art. 2372, comma 1) e la delega, sempre revocabile nonostante ogni patto contrario, deve indicare l'identità sia del rappresentante sia della persona eventualmente legittimata a sostituirlo (art. 2372, comma 3). Maggiore incertezza si riscontra in ordine all'applicabilità alla cooperativa della regola contenuta nell'art. 2372, comma 2, in base alla quale nellesocietà per azioni che non facciano ricorso al mercato del capitale di rischiola delega può essere conferita anche per più assemblee. Il verbale dell'assemblea deve indicare analiticamentele persone intervenute come rappresentanti dei soci (art. 2375, comma 1) ( CUSA , 316-317). Nelle banche popolari cooperative lo statuto deve prevedere un numero massimo di deleghe conferibili ad un socio da un minimo di dieci ad un massimo di venti (art. 150-bis, comma 2-bis, d. lgs. 1° settembre 1993, n. 385, T.u.b.) (PRESTI -RESCIGNO , 611). In considerazione dell'emergenza determinata dall'epidemia di Covid-19, è stato temporaneamente consentito alle società cooperative con azioni negoziate sui mercati finanziari di nominare il rappresentante previsto dall'art. 135-undecies, d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (T.u.f.) e di imporre ai soci la partecipazione in assemblea esclusivamente mediante il conferimento della delega a tale soggetto, in deroga ad ogni limite legale o statutario (art. 106, commi 4 e 7, d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 20202, n. 27). (CAMPOBASSO , 624). Inoltre, sempre in considerazione dell'emergenza determinata dall'epidemia da Covid-19, è stato stabilito che le banche popolari, le banche di credito cooperativo, le società cooperative e le mutue assicuratrici, anche in deroga all'art. 150-bis, comma 2-bis, d. lgs. 1° settembre 1993, all'art. 135-duodecies d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, al primo comma dell'articolo in esame, e alle disposizioni statutarie che prevedono limiti al numero di deleghe conferibili ad uno stesso soggetto, possono designare per le assemblee ordinarie e straordinarie il rappresentante previsto dall'art. 135-undecies lgs. n. 58/1998 cit., potendo altresì prevedere nell'avviso di convocazione che l'intervento in assemblea si svolga esclusivamente tramite il predetto rappresentante designato (art. 106, commi 6 e 7, d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 20202, n. 27). L'art. 3, comma 1, d. l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv, con modif., in l. 25 febbraio 2022, n. 15, come modificato dal d.l. 29 dicembre 2022, n. 198, conv., con modif., in l. 24 febbraio 2023, n. 14, ha disposto che il termine fissato dall'art. 106 comma 7, del d.l. n. 18/20202, cit. e relativo allo svolgimento delle assemblee di società ed enti è prorogato al31 luglio 2023.
Il divieto per il socio di cooperativa di farsi rappresentare da persona diversa da un altro socio mira a impedire che persone estranee alla cooperativa esercitino facoltà proprie del socio, tra le quali, innanzi tutto, il diritto di voto. Il divieto opera, quindi, anche per l'espressione del voto per corrispondenza (Cass. I, n. 1687/1987). Il divieto di conferire delega agli amministratori per l'intervento in assemblea, di cui all'art. 2372 c.c., si applica anche alle società cooperative (App. Roma, 11 ottobre 2002). La rappresentanza del socio nell’assemblea di cooperativa s.r.l.Considerato il dettato del primo comma dell'articolo in commento, si ritiene in dottrina che la regola in forza della quale nelle cooperative regolate dalle norme sulla società per azioni un socio possa rappresentare fino a dieci soci non trovi applicazione se le cooperative siano disciplinate dalle norme sulla società a responsabilità limitata , anche perché in tali cooperative i soci normalmente non superano il numero di venti e, attraverso le deleghe, il singolo socio potrebbe avere il controllo dell'assemblea. Ciò in contrasto con i principî generali in materia di cooperative, che trovano espressione nel voto capitario e che risultano confermati dal divieto per il singolo socio, nel caso in cui lo statuto preveda che il diritto di voto sia attribuito in ragione della partecipazione allo scambio mutualistico, di esprimere più del decimo dei voti in ciascuna assemblea (Paolucci, 72). Tuttavia, un divieto assoluto di rappresentanza nelle cooperative che adottano il modello della s.r.l., quando il regime precedente lo consentiva, sembra contrastare con i principî generali della legge delega; nello stesso tempo, analogo contrasto sarebbe da individuare in una autonomia senza limiti dei soci (Falcone, 136). Si è ritenuta, dunque, preferibile una soluzione «intermedia», che lasci, cioè, allo statuto il compito di stabilire se la rappresentanza sia consentita e in quali termini (Paolucci, 73). Per altri autori troverebbe applicazione l'art. 2479-bis, disposizione notevolmente più permissiva della disciplina corrispondente dettata dall'art. 2372 per la società per azioni, che non pone limiti al numero dei soci che possono essere rappresentati dalla medesima persona e neppure prescrive che il socio sia rappresentato da altro socio ( CECCHERINI -Schirò, 159). Ulteriore dottrina, in considerazione dell'applicabilità del secondo comma dell'articolo in esame anche alla cooperativa s.r.l., sostiene che in detta cooperativa il rappresentante debba essere comunque socio e possa rappresentare un numero illimitato di altri soci (CUSA , 317). La rappresentanza del socio imprenditore individualeAlcuni autori ritengono che il secondo comma dell’articolo in esame si applichi con riferimento soltanto alle cooperative che svolgono attività di impresa per i soci (BASSI, 265), ovvero nelle cooperative di produzione (CECCHERINI-Schirò, 161). Secondo altri, la disposizione in commento trova applicazione in qualsiasi cooperativa in cui il socio sia un imprenditore individuale (PRESTI-RESCIGNO, 611). Comunque, al di fuori dell’ipotesi disciplinata dal secondo comma dell’articolo in esame, il coniuge del socio, anche se munito di procura generale ad negotia da parte del secondo, non può partecipare e votare nell’assemblea della cooperativa (CUSA, 315). Il principio, secondo il quale il socio di una cooperativa non può farsi rappresentare nella assemblea se non da un altro socio, è applicabile anche quando il non socio sia il coniuge munito di procura generale ad negotia (Trib. Cagliari, 5 febbraio 1987). La rappresentanza del socio nell’assemblea di cooperativa con azioni quotateCon riferimento alle cooperative con azioni quotate in mercati regolamentati, è stata esclusa l'applicazione degli artt. 136-144, d. lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (T.u.f.), riguardanti la sollecitazione e la raccolta di deleghe di voto per le società con azioni quotate (art. 137, comma 4, d. lgs. n. 58/1998, cit.). Di conseguenza, la rappresentanza nelle assemblee di tali società cooperative è disciplinata solo dal combinato disposto degli artt. 2539 e 2372 (CUSA, 318).
BibliografiaBassi, Le società cooperative, in Aa. Vv., La riforma del diritto societario, a cura di Buonocore, Torino, 2003; Cetra, Tutela delle minoranze e dei soci nell’impresa cooperativa, in Riv. dir. comm. 2016, 1522; Campobasso, Diritto commerciale, II, Diritto delle società, Milano, 2020; Ceccherini-Schirò, Società cooperative e mutue assicuratrici, seconda edizione, in Aa.Vv., La riforma del diritto societario, a cura di Lo Cascio, Milano, 2008; Cusa, in Aa. Vv., Società cooperative, a cura di Presti, in Commentario alla riforma delle società, diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari. Milano, 2006; Falcone, Le società cooperative, in Aa.Vv., La riforma delle società, La riforma delle società. Commentario del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6. Società cooperative., a cura di M. Sandulli, V. Santoro, Torino, 2003; Paolucci, Le cooperative dopo la riforma, Padova, 2004; Presti-Rescigno, Corso di diritto commerciale, vol. II, Società, Bologna, 2021. |