Codice Civile art. 2545 duodecies - Scioglimento 1 2 3 .[I]. La società cooperativa si scioglie per le cause indicate ai numeri 1), 2), 3), 5), 6) e 7) dell'articolo 2484, nonché per la perdita del capitale sociale.
[2] Con riferimento alle misure connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, per l’inoperatività della causa di scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale di cui al presente articolo, v. le disposizioni temporanee di cui all’art. 6, d.l. 8 aprile 2020, n. 23, conv., con modif., in l. 5 giugno 2020, n. 40, come sostituito dall’art. 1, comma 266, l. 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021). [3] Per la sospensione degli obblighi di cui agli artt. 2446 e 2447 ,2482-bis, 2482-ter, 2484 e 2545-duodecies c.c. vedi l'art. 8, comma 1, d.l. 24 agosto 2021, n. 118, conv. in l. 21 ottobre 2021, n. 147. InquadramentoLa norma esclude espressamente, fra le cause di scioglimento delle società cooperative, l'art. 2484, n. 4 c.c. (riduzione del capitale al di sotto del minimo legale) evidentemente in considerazione della variabilità del capitale sociale. È invece causa di scioglimento, anche in assenza di espressa previsione normativa, la riduzione dei soci al di sotto del numero minimo, sebbene sia possibile evitare questa conseguenza qualora la cooperativa s.p.a. decida di passare al regime della s.r.l. che consente un numero inferiore di soci. La norma richiama infatti l'ipotesi di scioglimento prevista dall'art. 2484 c.c. conseguente al recesso del socio, nel caso in cui sia impossibile liquidarne la quota, ciò che comporterebbe grave difficoltà per il funzionamento della cooperativa ed essere causa di scioglimento (Bonfante, 2660). Un tipico caso di scioglimento delle società cooperative si ha, quale conseguenza del provvedimento dell'autorità governativa di vigilanza, quando accerti che la società non è in condizione (o non è più in condizione) di raggiungere gli scopi per cui è stata costituita, oppure per due anni consecutivi non abbia depositato il bilancio annuale o non abbia compiuto atti di gestione. Un'altra ipotesi di scioglimento, sempre per atto dell'autorità governativa, si ha, a seguito del provvedimento che pone la cooperativa in liquidazione coatta amministrativa, quando venga accertato che le attività siano insufficienti per il pagamento dei debiti. È pure causa di scioglimento, come già ricordato, la dichiarazione di fallimento. Riassumendo, quindi, le cause di scioglimento sono le seguenti: 1) decorso del termine (v. art. 2484 c.c.); 2) conseguimento dell'oggetto sociale, o sopravvenuta impossibilità di conseguirlo (v. art. 2484 c.c.); 3) impossibilità di funzionamento per continuata inattività dell'assemblea (v. art. 2484 c.c.); 4) deliberazione dell'assemblea (v. art. 2484 c.c.); 5) perdita del capitale sociale; 6) altre cause previste dall'atto costitutivo (v. art. 2484 c.c.); 7) fallimento; 8) riduzione dei soci a un numero inferiore al minimo; 9) mancato deposito dei bilanci per due anni consecutivi; 10) atto dell'autorità governativa (Bonfante, 2662). Lo scioglimento coatto di una società cooperativa ai sensi dell'art. 2544 c.c. è fattispecie differente da quella di cui all'art. 227-septiesdecies disp. att. c.p.c. che così dispone: «Fermo restando quanto previsto degli articoli 2545-septiesdecies e 2545-octiesdecies del codice, ... gli enti cooperativi che non hanno depositato i bilanci di esercizio da oltre cinque anni, qualora non risulti l'esistenza di valori patrimoniali immobiliari, sono sciolti senza nomina del liquidatore con provvedimento dell'autorità di vigilanza da iscriversi nel registro delle imprese». Infatti, a seguito dello scioglimento di diritto di una società cooperativa, la cooperativa permane come centro di imputazione sino alla data di cancellazione dal registro delle imprese. E in ogni caso l'estinzione della società come cooperativa, supponendo la cancellazione dal registro delle imprese, può avvenire solo dopo che si sia dato corso alla liquidazione del patrimonio dell'ente, mediante azione dell'autorità di vigilanza o, qualora la liquidazione sia stata chiesta dalla società, dei liquidatori» (Trib. S. Maria Capua Vetere 4 gennaio 2018, n. 11). Lo stato di liquidazioneCome per tutte le società le cause di scioglimento operano di diritto e il loro verificarsi fa scattare a carico degli amministratori l'obbligo di astenersi dal compiere nuove operazioni, l'obbligo di convocare l'assemblea per le deliberazioni relative alla liquidazione e la serie di obblighi pubblicitari indicati nell'art. 2485 c.c. Verificatasi la causa di scioglimento deve poi seguire normalmente il procedimento di liquidazione, che si svolge allo stesso modo di quello delle società ordinarie e si conclude con la cancellazione della società dal registro delle imprese. La causa di scioglimento deve essere accertata senza indugio dagli amministratori i quali devono procedere agli adempimenti di cui al combinato disposto degli artt. 2519 c.c. e 2485 c.c. e, in caso di ritardo od omissione, sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni subiti dalla società, dai soci, dai creditori sociali e dai terzi; essi, inoltre, ove non vi abbia provveduto l'assemblea e lo statuto non disponga al riguardo, devono senza indugio convocare l'assemblea per le delibere inerenti alla liquidazione ex art. 2487 c.c. Nell'inerzia degli amministratori, il Tribunale, su istanza di singoli soci, amministratori ovvero dei sindaci, accerta il verificarsi della causa di scioglimento con decreto soggetto d'iscrizione nel registro delle imprese (Tatarano, 653). La conclusione della liquidazioneSoltanto con l'esaurimento della fase di liquidazione, nasce, infine, per i liquidatori l'obbligo di devolvere il patrimonio residuo, dedotto il capitale versato e i dividendi eventualmente maturati ai fondi mutualistici per lo sviluppo e la promozione della cooperazione. Approvato il bilancio finale di liquidazione, i liquidatori devono, infine, richiedere la cancellazione della cooperativa dal registro delle imprese. È chiaro che, nel bilancio finale di liquidazione, si dovrà necessariamente indicare la parte spettante a ciascun socio nella divisione dell'attivo, e l'ammontare da devolvere a fondi mutualistici. Come espressamente prevede l'art. 2514 c.c., per le cooperative a mutualità prevalente l'obbligo di devoluzione riguarda l'intero patrimonio, che consiste nella differenza contabile tra l'attivo liquidato e i debiti da soddisfare; ai soci cooperatori verrà assegnato il residuo di liquidazione sulla base di quanto avevano conferito, mentre le eventuali riserve divisibili saranno ripartibili soltanto ai soci finanziatori, come ammette implicitamente l'art. 2514 c.c., e in analogia con quanto previsto nel caso della trasformazione. Sarebbe, peraltro, gravemente pregiudizievole per le esigenze di capitalizzazione delle società cooperative ritenere indivisibili anche le riserve dei soci finanziatori, al di là del fatto che un tale divieto sarebbe facilmente eludibile procedendo alla distribuzione prima del verificarsi di una causa di scioglimento. È chiaro che, qualora non fossero presenti soci finanziatori, la devoluzione avrebbe ad oggetto tutte le riserve sociali, non potendo esistere riserve divisibili. Nelle cooperative diverse, sostanzialmente si applica stessa regola, con l'unica differenza che, qualora vi siano riserve non dichiarate indivisibili dallo statuto, queste dovranno essere ripartite anche tra i soci cooperatori; oggetto di devoluzione ai fondi saranno sempre e soltanto le riserve indivisibili (Micozzi, 98). Deroghe extracodicisticheLe disposizioni contenute nell'art. 2545- duodecies subiscono, nelle disposizioni extracodicistiche, delle deroghe. Una prima rilevante deroga è contenuta nell'art. 182-sexies, l. fall., introdotto con il d.l. 22 giugno 2012, n. 83, successivamente modificato con la legge di conversione 7 agosto 2012, n. 134, ove è previsto che dalla data del deposito delle domande di ammissione al concordato preventivo, dalle domande per l'omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti o ancora dalle proposte di accordo di cui all'art. 182-bis, comma 6, l. fall. e sino all'omologazione non si applicano le disposizioni contenute nel presente articolo (Ciocca, 24; Magliulo, 30). Un'altra deroga è inoltre prevista per le start-up e le PMI. Le start-up innovative sono società di capitali di diritto italiano le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione che, se possiedono tutti una serie di requisiti individuati dall'art. 25, d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221 (la maggior parte delle quote o azioni e dei diritti di voto sono detenute da persone fisiche al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi (requisito eliminato con il Decreto Lavoro); è costituita e svolge attività da non più di 48 mesi; ha la propria sede principale in Italia; a partire dal secondo anno di attività il valore totale della produzione annua non supera i 5 milioni di euro; non distribuisce né ha mai distribuito utili; ha ad oggetto lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico e non è stata costituita da una fusione, scissione o a seguito di cessione d'azienda. Inoltre al fine di dimostrare il carattere innovativo deve possedere alternativamente uno dei seguenti requisiti: le spese in ricerca e sviluppo sono superiori al 20 (passato al 15 con il Decreto Lavoro) per cento del maggior valore fra spese totali e valore della produzione, impiega almeno un terzo di dipendenti o collaboratori in possesso del titolo di dottorato o attività di ricerca equiparabile, oppure sia titolare di una privativa industriale relativa ad una invenzione tecnologica), possono beneficiare della disciplina di favore in ambito camerale, societario, fiscale e occupazionale (agevolazioni successivamente potenziate dalla Legge di Stabilità 2017, l. 11 dicembre 2016, n. 232) (Ciocca, 24; Magliulo, 30). Per quanto qui interessa, la disciplina derogatoria prevede che la causa di scioglimento della società prevista al n. 4 dell'art. 2484 c.c. – espressamente richiamata dall'articolo in commento – non operi nel caso in cui l'assemblea abbia deliberato il rinvio della decisione sulla riduzione del capitale e del contemporaneo aumento dello stesso nell'ipotesi di riduzione del capitale sociale per perdite al di sotto del minimo legale, alla chiusura dell'esercizio successivo. La causa di scioglimento non opererà fino a tale data (Ciocca, 25; Magliulo, 31). Il legislatore, con l'obiettivo di rendere «più accessibili» le start-up innovative ad un bacino più ampio di nuove imprese italiane attraverso modalità di accesso meno restrittive, è tornato nuovamente ad occuparsi di questo particolare modello di s.r.l., introducendo una serie di novità di particolare interesse. Il c.d. Decreto Lavoro, d.l. 28 giugno 2013, n. 76, convertito con modifiche con l. 9 agosto 2013, n. 99 pubblicata in G.U. n. 196 del 22 agosto 2013, infatti, ha previsto una serie di emendamenti e modifiche al Decreto Sviluppo bis (d.l. n. 179/2012, convertito con modificazioni con l. n. 221/2012) (Ciocca, 26; Magliulo, 31). Le modifiche introdotte dal Decreto Lavoro riguardano, in primo luogo, l'abrogazione della disposizione che richiedeva che la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria fosse detenuta da persone fisiche dal momento della costituzione e per i successivi 24 mesi. Ciò significa che le start-up innovative possono prevedere fin dall'inizio la partecipazione di persone giuridiche, come ad esempio spin off universitari e fondi di investimento (Ciocca, 26; Magliulo, 32). Il Decreto Lavoro si focalizza poi sui tre «ulteriori requisiti» per le start-up innovative, riguardanti le spese di ricerca e sviluppo, l'impiego di forza lavoro in possesso di titoli universitari e/o esperienze nel campo della ricerca e la titolarità (o licenza) di una privativa industriale. In particolare: - è previsto l'abbassamento dal 20% al 15% per quanto riguarda l'importo delle spese di ricerca e sviluppo rispetto al maggior valore fra costo e valore della produzione; - si aggiunge la possibilità di rientrare nel regime agevolato rivolto alle start-up innovative nei casi in cui almeno i 2/3 della forza lavoro della società sia costituita da persone in possesso di laurea magistrale oppure 1/3 formata da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori; - viene estesa la possibilità di utilizzo del regime dedicato alle start-up innovative a tutte le società titolari di un brevetto o un software registrato (Ciocca, 27; Magliulo, 32). Con la l. 9 agosto 2013, n. 99 è stato poi abolito il termine di 60 giorni per le società già costituite alla data di conversione aventi i requisiti necessari per depositare una dichiarazione attestante l'esistenza dei requisiti e la manifestazione di volontà di divenire start-up innovativa (Ciocca, 28; Magliulo, 33). Il Ministero dello Sviluppo Economico, con decreto del 21 febbraio 2013 (pubblicato in G.U. 18 aprile 2013, n. 91), ha individuato, come espressamente richiesto dalla normativa primaria, i requisiti per il riconoscimento degli incubatori certificati di start-up innovative (Ciocca, 28; Magliulo, 33). Con l'emanazione dell'art. 4, d.l. 24 gennaio 2015, n. 3, successivamente convertito nella l. 24 marzo 2015, n. 33, meglio conosciuto come Investments Compact, sono state estese le deroghe al diritto societario di cui anche quella al presente articolo previste per le start-up innovative anche alle c.d. PMI “innovative” allo scopo di favorire l'innovazione tecnologica attraverso l'estensione del beneficio di non applicazione di alcune disposizioni in materia societaria ad una categoria di impresa che rappresenta una componente rilevate del tessuto economico del Paese: la piccola e media impresa (PMI), a prescindere dalla data di costituzione, dall'oggetto sociale e dal livello di maturazione (Ciocca, 29; Magliulo, 34). Per PMI, ai sensi della Racc. 6 maggio 2003, n. 361/2003 della Commissione europea, si intende un'impresa che impiega meno di 250 persone e il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio non supera i 43 milioni di euro. Oltre a ciò è stato previsto che, ai fini dell'applicazione del beneficio, la PMI deve assumere una particolare vocazione innovativa e quindi il rispettato almeno due requisiti dei tre previsti dal Decreto Lavoro di cui sopra affinché la PMI assumesse la qualifica di soggetto “innovativo”. Con lo stesso d.l. 24 gennaio 2015, n. 3 (art. 4, comma 10-bis), a cui è stata data attuazione con il d.m. 17 febbraio 2016, è stata introdotta la possibilità per le start-up innovative e gli incubatori certificati di redigere l'atto costitutivo mediante un modello standard tipizzato facendo ricorso alla firma digitale, in analogia a quanto già previsto per i contratti di rete (T.A.R. Lazio, Roma, 2 ottobre 2017, n. 10004). Il d.m. 28 ottobre 2016 ha esteso l'applicabilità della procedura con firma digitale anche alle successive modifiche dell'atto costitutivo. A quest'ultimo specifico riguardo, la Circolare MISE 27 dicembre 2017 ha chiarito che per poter modificare gli statuti delle start-up costituite nelle forme previste dai d.m. 17 febbraio 2016 e d.m. 28 ottobre 2016, e cioè le società costituite “senza” l'intervento del notaio, è sempre necessario che venga stipulato un verbale societario adottando la forma dell'atto pubblico e quindi con il ministero del notaio, salve eccezioni relative a casi particolari (Ciocca, 29; Magliulo, 35). La Legge di Stabilità 2017 (l. 11 dicembre 2016, n. 232) ha esteso la platea delle società che possono beneficiare della nuova disciplina agevolativa a tutte le PMI (sostituendo la parola “PMI” alle parole “start-up innovative” e “PMI innovative”), indipendentemente dall'innovatività dell'oggetto sociale. Pertanto, sarà possibile per la PMI se costituita nella forma della s.r.l., il reperimento di capitali anche attraverso campagne di equity crowdfunding, in deroga a quanto previsto dall'art. 2468 c.c. Oltre a ciò, si potranno effettuare operazioni sul capitale in attuazione di piani di incentivazioni di dipendenti amministratori e sarà ammissibile la previsione di categorie di quote che attribuiscono diritti diversi ai titolari. Tale ultima facoltà permette di potere realizzare un vantaggio che si manifesta nelle spa che emettono particolari categorie di azioni ovvero la possibilità che l'attribuzione circoli unitamente alla quota. Nel regime ordinario delle s.r.l., invece, se il socio vende la propria quota, gli eventuali particolari diritti ad egli attribuiti si estinguono e si espandono quelli degli altri soci. Infine, con il d.l. 24 aprile 2017, n. 50 convertito in l. 21 giugno 2017, n. 96 è stato altresì previsto che il regime agevolativo cessi allo scadere del termine di 5 anni dalla data della sua costituzione ovvero se, anche prima di tale data, perda uno dei requisiti (Ciocca, 30; Magliulo, 36). Misure temporanee e urgenti a sostegno della continuità aziendaleL'emergenza epidemiologica da Covid-19 e le conseguenti misure adottate a partire dalla fine mese di febbraio 2020 hanno inciso grandemente sull'andamento economico del nostro Paese e hanno richiesto l'adozione di provvedimenti urgenti per favorire il recupero della liquidità delle imprese e la ripresa dell'attività produttiva. In tale quadro si inseriscono le disposizioni temporanee adottate in materia di riduzione del capitale sciale, contenute nell'art. 6 del d.l. 8 aprile 2020, n. 23 (cd. “decreto liquidità”), conv., con modif., in l. 5 giugno 2020, n. 40, ove è previsto che, a decorrere dalla data di entrata in vigore del d.l. e fino al 31 dicembre 2020, per le fattispecie verificatesi nel corso degli esercizi chiusi entro la predetta data non si applicano gli articoli 2446, commi 2 e 3, 2447, 2482-bis, commi 4, 5 e 6, e 2482-ter c.c., riguardanti gli adempimenti da compiere nei casi di riduzione del capitale per perdite. È inoltre stabilito che, per lo stesso periodo, non opera la causa di scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale sociale di cui agli artt. 2484, comma 1, n. 4), e 2545-duodecies c.c. La norma interessa tutte le società di capitali ma, per quanto attiene alle società cooperative, opera solo nella parte in cui esclude lo scioglimento per perdita del capitale sociale, non essendo a tali società applicabili le altre disposizioni richiamate, stante la strutturale variabilità del capitale (art. 2524 c.c.). La misura si applica alle perdite che si verificano nel periodo indicato e pertanto interessano i bilanci relativi agli esercizi chiusi a partire dalla data di entrata in vigore del d.l. cit. (9 aprile 2020) e fino al 31 dicembre 2020, anche se approvati successivamente. Come si evince chiaramente dalla relazione illustrativa, la ratio di tale previsione è, da un lato, quella di evitare che le società, che abbiano perso – in conseguenza dell'epidemia – il proprio capitale sociale, debbano essere poste in liquidazione, disperdendo il valore e l'avviamento che avevano prima di tale emergenza e, dall'altro, di evitare che gli amministratori siano esposti a responsabilità per avere effettuato una gestione in deroga alle previsioni di cui all'art. 2486 c.c. La possibilità di continuare a svolgere l'attività d'impresa anche in caso di perdita del capitale sociale, senza il dovere di compiere atti meramente conservativi del patrimonio della società, influenza infatti la disciplina della responsabilità degli organi di gestione e di controllo per i danni eventualmente subiti dai soci e dai creditori sociali in conseguenza della prosecuzione dell'attività, che eccezionalmente, in questo particolare periodo di tempo, è dal legislatore ritenuta lecita. BibliografiaBonfante, Trattato di diritto commerciale, Le società cooperative, V, Padova, 2014; Ciocca, Riforme delle banche cooperative: riassetti organizzativi e possibili equilibri di potere, in Banca borsa, tit. cred. 2018, 23; Magliulo, Trasformazione, fusione e scissione degli enti non profit dopo la riforma del Terzo settore, in Riv. not. 2018, 30; Micozzi, La liquidazione nelle società cooperative, in Cooperative e consorzi 2005, 98; Tatarano, La nuova impresa cooperativa, Milano, 2011. |