Codice Civile art. 2545 septiesdecies - Scioglimento per atto dell'autorità (1).Scioglimento per atto dell'autorità (1). [I]. L'autorità di vigilanza, con provvedimento da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale e da iscriversi nel registro delle imprese, può sciogliere le società cooperative e gli enti mutualistici che non perseguono lo scopo mutualistico o non sono in condizione di raggiungere gli scopi per cui sono stati costituiti o che per due anni consecutivi non hanno depositato il bilancio di esercizio o non hanno compiuto atti di gestione. [II]. Se vi è luogo a liquidazione, con lo stesso provvedimento sono nominati uno o più commissari liquidatori. (1) V. nota al Titolo VI. Per la rideterminazione dell'importo minimo di bilancio per la nomina del commissario liquidatore negli scioglimenti per atto d'autorità di società cooperative, v. art. 1 d.m. 17 gennaio 2007 (G.U. 6 aprile 2007, n. 81). InquadramentoIl legislatore della riforma ha essenzialmente riprodotto, nel nuovo art. 2545 septiesdecies la disposizione del previgente art. 2544 c.c., ma vi ha apportato tuttavia alcune modificazioni di rilievo: 1) ha aggiunto un'ipotesi ulteriore di possibile scioglimento delle società cooperative e degli enti mutualistici, ossia il caso del mancato perseguimento dello scopo mutualistico; 2) ha eliminato l'istituto dello scioglimento ex lege delle cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi che non hanno depositato presso il registro delle imprese, nei termini prescritti i bilanci relativi agli ultimi due anni; 3) ha ampliato il novero degli enti assoggettabili a scioglimento coattivo, inserendovi anche gli enti mutualistici (Di Cecco, 235). Lo scioglimento coattivo della cooperativa rappresenta la sanzione più grave a disposizione dell'autorità di vigilanza, la quale, in presenza dei presupposti indicati nella norma, può decidere se pronunciare o meno lo scioglimento (Bonfante, 345). Sembra tuttora valida l'affermazione dottrinale secondo cui la società conserva la facoltà di provvedere allo scioglimento anticipato fin quando l'autorità di vigilanza non ha provveduto ai sensi dell'art. 2545-septiesdecies: la delibera adottata successivamente sarebbe nulla per impossibilità dell'oggetto, come pure il provvedimento dell'autorità governativa assunto dopo il provvedimento assembleare sarebbe illegittimo, illegittimità entrambe che, tuttavia, operano in seguito alle rispettive pubblicità (Bassi, 288). Qualora penda un giudizio di appello nei confronti di una società cooperativa per la quale è stato disposto lo scioglimento d'ufficio ai sensi della norma in commento, ciò non comporta l'improcedibilità del gravame, ma – in applicazione delle norme dettate per la liquidazione coatta amministrativa, ivi compreso l'art. 96, comma 2, n. 3, l. fall., nel testo introdotto dal d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 – la sua prosecuzione e decisione nei confronti del nominato commissario liquidatore (Cass. I, n. 1083/2016). La l. 17 luglio 1975, n. 400, che ha unificato sotto la procedura della liquidazione coatta amministrativa tutte le ipotesi di liquidazione successiva a scioglimento per atto dell'autorità amministrativa, compresa la liquidazione conseguente allo scioglimento coattivo in esame, ed ha altresì precisato che la liquidazione può essere omessa quando a giudizio dell'autorità amministrativa manchi un patrimonio da liquidare e quindi appaia inutile procedere alla liquidazione, a meno che non venga fatta domanda affinché si proceda a liquidazione da parte dei creditori sociali o di altri interessati entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento (Bassi, 308). Ulteriore ipotesi di scioglimento coattivoNel nuovo art. 2545-septiesdecies, è stata aggiunta un'ipotesi ulteriore di possibile scioglimento per atto dell'autorità, rispetto a quelle già previste nella previgente disposizione codicistica, ossia l'ipotesi in cui le cooperative (e gli enti mutualistici) non perseguano lo scopo mutualistico. È stato rilevato che, sebbene tale disposizione evidenzi chiaramente la volontà legislativa di evitare, mediante l'applicazione di un provvedimento così drastico, il sorgere e il permanere di soggetti privi dei caratteri cooperativi, la stessa ancora una volta menziona lo scopo mutualistico senza tuttavia determinarlo (Bassi, 268), con la conseguenza che in futuro si dovrà probabilmente fare riferimento al concetto di scopo mutualistico risultante dalla lettura sistematica della nuova disciplina codicistica, nonché al concetto di scopo mutualistico individuato dal d.lgs. 2 agosto 2002, n. 220 come insieme composito di elementi concreti di mutualità, identificati nell'effettività della base sociale, nella partecipazione dei soci alla vita sociale ed allo scambio mutualistico con l'ente, nella qualità di tale partecipazione, nell'assenza di scopi di lucro dell'ente e nella legittimazione dell'ente a beneficiare delle agevolazioni fiscali, previdenziali e di altra natura (Bonfante, 386). Abrogazione dello scioglimento di diritto delle cooperative edilizie di abitazioneIl nuovo art. 2545-septiesdecies non prevede più l'istituto dello scioglimento “di diritto” delle cooperative edilizie di abitazione inadempienti rispetto all'obbligo di depositare nei termini prescritti i bilanci relativi agli ultimi due anni, introdotto dall'art. 18, l. 31 gennaio 1992, n. 59. La motivazione di tale abrogazione è sicuramente da ricercarsi nella necessità di eliminare i gravi problemi interpretativi connessi all'operatività della sanzione dello scioglimento “di diritto”, ed in particolare relativi alla derogabilità o meno del procedimento formale di liquidazione, alla conseguente liceità della cancellazione della cooperativa dal registro delle imprese nell'ipotesi in cui tale procedimento non fosse stato esperito e alla sorte dei rapporti pendenti (Di Cecco, 237). La dottrina aveva sostenuto che lo scioglimento di diritto non era da intendersi come sanzione “immediata”, che precludeva l'irrogazione del provvedimento di scioglimento e la fase della liquidazione, bensì era da intendersi come procedura obbligatoria, che iniziava con un necessario provvedimento di scioglimento e si concludeva con la liquidazione e la conseguente cancellazione dell'ente dal registro delle imprese (Bassi, 311; Bonfante, 729). BibliografiaBassi, Delle imprese cooperative e delle mutue assicuratrici, in Commentario al codice civile, a cura di Schlesinger, Milano, 1988; Bonfante, Trattato di diritto commerciale, Le società cooperative, V, Padova, 2014; Di Cecco, Sub art. 2545-octiesdecies, in La riforma delle società. Commentario del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6. Società cooperative, a cura di M. Sandulli, V. Santoro, Torino, 2003. |