Codice Civile art. 2620 - Estensione delle norme di controllo alle società.

Lorenzo Delli Priscoli

Estensione delle norme di controllo alle società.

[I]. Le disposizioni di questa sezione si applicano anche alle società che si costituiscono per raggiungere gli scopi indicati nell'articolo 2602.

[II]. L'autorità governativa può sempre disporre lo scioglimento della società, quando la costituzione di questa non abbia avuto l'approvazione prevista nell'articolo 2618 [111 att.].

Inquadramento

Prima della riforma della disciplina consortile (l. 10 maggio 1976, n. 377) l'art. 2620 aveva suscitato contrastanti interpretazioni scindibili secondo due orientamenti: una parte della dottrina, riteneva che con la norma in oggetto il legislatore avesse solo voluto estendere la disciplina pubblicistica sui consorzi anche agli organismi che assumessero la “veste” societaria per realizzare indirettamente scopi consortili, ma senza legittimare alcunché (Guglielmetti, 400); un'altra parte della dottrina, riteneva, invece, che l'art. 2620 implicasse l'avallo legislativo della prassi ormai consolidata di utilizzazione diretta dei tipi societari per realizzare scopi consortili (Ferri, 381).

Con riferimento alla disciplina vigente prima della riforma con la l. 10 maggio 1976, n. 377 nel caso di società-consorzio, cioè di società commerciale che venga costituita fra più imprenditori, come consentito dall'art. 2615-ter c.c. (introdotto dalla l. 10 maggio 1976, n. 377) per il perseguimento di finalità consortili, di disciplina e coordinamento delle rispettive attività, restano interamente applicabili le disposizioni sui consorzi dettate dagli artt. 2602 ss. c.c., tenuto conto che l'espressa previsione in questo senso contenuta nell'art. 2620, comma 1, non può trovare limitazioni o deroghe, sotto il profilo della compatibilità di tali disposizioni con quelle dettate in tema di società, perché, nell'indicata fattispecie, la società non viene impiegata nella sua funzione tipica, ma come strumento di attuazione di una volontà diversa, specificamente riconosciuta e regolamentata dalla l. Anche nella società consorzio, pertanto, sono operanti le disposizioni degli artt. 2603,2609 e 2610 c.c. con riguardo allo scioglimento del vincolo consortile rispetto al singolo consorziato (Cass. I, n. 5787/1982).

Il nuovo art. 2615-ter c.c., introdotto con la riforma del 1976, ha definitivamente risolto il dibattito in funzione della seconda alternativa, consentendo che i tipi societari possono essere direttamente utilizzati per realizzare scopi consortili, pertanto è ormai da ritenersi che l'art. 2620, anche per il suo rinvio alla disciplina pubblicistica (mai attuata e comunque abrogata) abbia perso una propria originale valenza normativa (Marasà, 91).

In materia di società consortile costituita secondo il tipo delle società di capitali (nella specie, s.r.l.), la causa consortile può comportare la deroga delle norme che disciplinano il tipo adottato ove la loro applicazione sia incompatibile con profili essenziali del fenomeno consortile, fermo restando che siffatta deroga non può giustificare lo stravolgimento dei principî fondamentali che regolano il tipo di società di capitali scelto, al punto da renderlo non più riconoscibile rispetto al corrispondente modello legale; tra i principî inderogabili rientra quello recato dall'art. 2472, comma 1, c.c., in virtù del quale nella s.r.l., per le obbligazioni sociali, risponde soltanto la società con il suo patrimonio – fatta eccezione del caso disciplinato dall'art. 2497, comma 1, c.c. – con conseguente inapplicabilità alla società consortile a responsabilità limitata dell'art. 2615, comma 2, c.c., che prevede la responsabilità solidale dei singoli consorziati con il fondo consortile per le obbligazioni assunte dagli organi del consorzio. Tale disposizione, tuttavia, non costituisce espressione di una regola generale, poiché la normativa speciale in tema di appalti pubblici (artt. 21, ultimo comma, della l. n. 584/1977, e 23, comma 7, del d.lgs. n. 406/1991), ha previsto la responsabilità illimitata e solidale dei consorziati per le obbligazioni assunte verso i terzi dalla società consortile nei confronti dell'ente appaltante, e, quindi, con l'art. 13, comma 2, della l. n. 109/1994, anche nei confronti di subappaltanti e fornitori (Cass. I, n. 7473/2017).

Bibliografia

Ferri G., Manuale di diritto commerciale, a cura di Angelici e G.B. Ferri, Torino 2016; Guglielmetti, La concorrenza e i consorzi, in Tr.Vas., Torino, 1970; Marasà, Le società senza scopo di lucro, Milano, 1984.

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