Codice Civile art. 2522 - Numero dei soci (1).Numero dei soci (1). [I]. Per costituire una società cooperativa è necessario che i soci siano almeno nove. [II]. Può essere costituita una società cooperativa da almeno tre soci quando i medesimi sono persone fisiche e la società adotta le norme della società a responsabilità limitata; nel caso di attività agricola possono essere soci anche le società semplici (2). [III]. Se successivamente alla costituzione il numero dei soci diviene inferiore a quello stabilito nei precedenti commi, esso deve essere integrato nel termine massimo di un anno, trascorso il quale la società si scioglie e deve essere posta in liquidazione. [IV]. La legge determina il numero minimo di soci necessario per la costituzione di particolari categorie di cooperative. (1) V. nota al Titolo VI. (2) Le parole da «; nel caso» alla fine del comma sono state aggiunte dall'art. 26 d.lg. 28 dicembre 2004, n. 310. InquadramentoIl primo comma dell'articolo in commento fissa in nove il numero minimo di soci necessario per la valida costituzione di una società cooperativa: esso costituisce una disposizione generale valida per tutte le cooperative anche quelle non a mutualità prevalente. La norma si spiega in ragione della circostanza che la cooperativa presuppone l'attivazione di relazioni di scambio che non possono prescindere da una certa ampiezza della base associativa (Bassi, 104; VELLA-GENCO-MORARA, 68). Il numero di sociPer la valida costituzione della cooperativa si richiede, dunque, la partecipazione di nove soci. La disposizione viene interpretata nel senso che si riferisca alla necessaria presenza di nove soci cooperatori, interpreti della vocazione mutualistica della società, restando invece irrilevante il numero dei soci finanziatori, interpreti di interessi di natura speculativa (Capo, 169; VELLA-GENCO-MORARA, ivi). In caso di costituzione della società con un numero di soci inferiore a quello legale, l'atto non deve essere ricevuto dal notaio. Il secondo comma della disposizione in commento, invece, consente di costituire una cooperativa con un numero di soci compreso tra tre ed otto, a condizione che i soci siano persone fisiche e che la società adotti le norme della società a responsabilità limitata, ma in caso di attività agricola possono essere soci anche le società semplici (comma 2). (STAGNO D’ALCONTRES-DE LUCA, 806). Qualora, nel corso della vita della cooperativa, si verifichi il superamento del numero di otto soci, si ritiene che non sussista la necessità di una trasformazione, in quanto l’art. 2519 c.c. consente comunque che la società sia organizzata secondo le norme della società a responsabilità limitata (Capo, 172). Nel quarto comma viene stabilito che il numero minimo di nove soci può essere diversamente declinato nel caso di particolari categorie di cooperative disciplinate da leggi speciali (VELLA-GENCO-MORARA, ivi). Per le banche popolari e le banche di credito cooperativo il numero minimo di soci è più elevato, rispettivamente pari ad almeno duecento per le prime e a cinquecento per le seconde (artt. 30 e 34 d. lgs. n. 385/1993, Testo unico bancario) (STAGNO D’ALCONTRES-DE LUCA, ivi). È astrattamente ancora vigente l’art. 21, l. n. 266/1997 in materia di piccola società cooperativa che, quale forma semplificata di società cooperativa, deve essere composta esclusivamente da persone fisiche in numero non inferiore a tre e non superiore a otto soci. Tuttavia, detta disposizione, pur non espressamente abrogata dalla riforma del 2003, si ritiene di fatto superata, in quanto l’art. 111-septies disp. att. c.c. ha imposto la trasformazione in cooperative s.r.l. delle piccole società cooperative costituite fino al 1° gennaio 2004, così di fatto impedendo la costituzione di nuove piccole società cooperative (STAGNO D’ALCONTRES-DE LUCA, ivi, nota 32). Si è osservato che l’eccessiva ampiezza della cooperativa in conseguenza dell’elevato numero dei soci potrebbe compromettere il perseguimento dello scopo mutualistico. Assume rilievo, a tale proposito, l’art. 17-bis d.l. n. 91/2014, conv., con modif., in l. n. 116/2014, in materia di cooperative di consumo con numero di soci superiore a centomila (grandi cooperative di consumo). La norma dispone che dette cooperative adottino misure idonee a migliorare i livelli di coinvolgimento dei soci nei processi decisionali della società, in particolare aumentando la trasparenza dei dati finanziari e di bilancio della società, accrescendo l’informazione e la partecipazione dei soci nelle assemblee, rafforzando i diritti dei soci nei confronti dei consigli di amministrazione e prevedendo la possibilità statutaria di escludere il socio che non abbia tenuto alcun tipo di rapporto sociale o economico con la cooperativa per un periodo di almeno un anno (STAGNO D’ALCONTRES-DE LUCA, 804). Il numero dei soci di una cooperativa può assumere rilievo anche con riferimento alla destinazione o utilizzazione in concreto del vantaggio mutualistico. Si è così stabilito che nelle cooperative edilizie a contributo statale (nelle quali, ai sensi degli articoli 201 e seguenti del r.d. n. 1165/1938, la stipulazione del primo mutuo individuale, con l'acquisto da parte dell'assegnatario della proprietà dell'alloggio, segna il momento in cui l'edificio passa dal regime di proprietà indivisa, facente capo alla cooperativa, a quello di proprietà frazionata, con la formazione di condominio cui partecipa la cooperativa stessa per le unità non ancora trasferite in proprietà ai rispettivi assegnatari) gli alloggi costruiti dalla cooperativa in esubero rispetto al numero dei soci non entrano a far parte del condominio costituito tra i soci stessi dopo la stipulazione del primo mutuo individuale, non essendo parti comuni dell’edificio, ma rimangono nel patrimonio della cooperativa (Cass. II, ord. 23876/2021). Lo scioglimento della societàIl terzo comma dell'articolo in esame dispone che la società cooperativa si scioglie ove, successivamente alla costituzione, il numero dei soci divenga inferiore a quello minimo previsto nei due commi precedenti ed esso non venga integrato nel termine massimo di un anno. In particolare, lo scioglimento può essere evitato dalla cooperativa la cui compagine sociale si riduca a meno di nove soci ove la società abbia adottato quale modello normativo di riferimento quello della società responsabilità limitata e sia costituita da solo persone fisiche: in tal caso, la società si configurerà ai sensi dell'art. 2522, comma 2, c.c. (Capo, 174; Bartalena; 165; Marano, 752; STAGNO D’ALCONTRES-DE LUCA, 806-807). BibliografiaBartalena, Sub art. 2522, Società cooperative, a cura di Presti, in Commentario alla riforma delle società, a cura di Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2006; Bassi, Le società cooperative, in Bassi, Buonocore, Pescatore, La riforma del diritto societario, Torino, 2003; Capo, in Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di D.U. Santosuosso, in Commentario del codice civile, a cura di E. Gabrielli, Torino, 2015; Marano, Numero minimo dei soci nella cooperativa e applicazione della disciplina su s.p.A. o s.r.l., in Il nuovo diritto delle società, diretto da Abbadessa, Portale, Torino, 2007; Stagno D’Alcontres-De Luca, Le società, III, Torino, 2019; Vella-Genco-Morara, Diritto delle società cooperative, Bologna, 2018. |