Codice Civile art. 2524 - Variabilità del capitale (1).Variabilità del capitale (1). [I]. Il capitale sociale non è determinato in un ammontare prestabilito. [II]. Nelle società cooperative l'ammissione di nuovi soci, nelle forme previste dall'articolo 2528 non importa modificazione dell'atto costitutivo. [III]. La società può deliberare aumenti di capitale con modificazione dell'atto costitutivo nelle forme previste dagli articoli 2438 e seguenti. [IV]. L'esclusione o la limitazione del diritto di opzione può essere autorizzata dall'assemblea su proposta motivata degli amministratori. (1) V. nota al Titolo VI. InquadramentoElemento tipico delle società cooperative sono il capitale variabile (v. anche l’art. 2511, al cui commento si rinvia) e l’assenza di un minimo legale (Stagno D'Alcontres-De Luca, 832). In virtù della disciplina prevista all'art. 2527 c.c. che impone la determinazione nell'atto costitutivo delle condizioni per l'ammissione a soci e all'art. 2528 c.c. che regola la procedura di ammissione, il legislatore sembra concepire la cooperativa come una «struttura aperta» (c.d. principio della porta aperta) perché, anche in considerazione dei benefici fiscali di cui gode, deve soddisfare nel modo più esteso possibile i bisogni di categorie sociali meritevoli di protezione, e, dunque, facilitare l'ingresso degli individui che vi appartengono (Bassi, Le società cooperative, 248). Pertanto la variabilità del capitale si collega concettualmente allo scopo mutualistico in quanto è funzionale alla diretta partecipazione dei soci allo scambio mutualistico (Vella - Genco -Morara, 30) ed è l’espressione riassuntiva di una serie di nome che <<semplificano>> rispetto ad altre società le regole d’ingresso nella cooperativa, quale sinonimo del principio della <<porta aperta>> (Bassi, Principi generali, 59), che ne costituisce l’antecedente logico. La variabilità del capitale socialeIl primo comma della disposizione in commento prevede che il capitale sociale non è determinato in un ammontare prestabilito. Il secondo comma stabilisce il principio che l’ammissione di nuovi soci, nelle forme previste dall’art. 2528, non importa modificazione dell’atto costitutivo In particolare, il tratto della variabilità del capitale sociale si coglie nella previsione dell'insensibilità dell'atto costitutivo rispetto all'ammissione dei nuovi soci che abbia luogo nelle forme di cui all'art. 2528 c.c. (Capo, 185). In altre parole, la mancanza di una determinazione fissa del capitale sociale importa che, nelle cooperative, il suo aumento o la sua diminuzione a seguito dell'entrata o dell'uscita dei soci non comporti modificazioni dell'atto costitutivo (Capo 185; Paciello, 171; Presti- Rescigno, 602). Il capitale varia in base al numero dei soci e ai conferimenti da ciascuno promessi in relazione alle azioni o quote sottoscritte. Viceversa, il capitale non varia al variare del patrimonio netto, ossia in funzione di utili accumulati o perdite subite. Inoltre, si possono avere aumenti e riduzioni del capitale sia nominale che reali, da deliberarsi in assemblea straordinaria o con maggioranze rafforzate e verbale redatto dal notaio. Pertanto, anche nelle cooperative il capitale si atteggia a posta fissa di stato patrimoniale, la cui entità, non risultando dall’atto costitutivo, si ricava dal bilancio di esercizio (Stagno D'Alcontres-De Luca, 832). L'aumento di capitaleI commi 3 e 4 della disposizione in commento hanno pienamente legittimato anche per le società cooperative la fattispecie dell'aumento di capitale a pagamento con diritto di opzione, tipica delle società a capitale fisso. In questo modo, si evidenzia la volontà del legislatore di dotare per quanto possibile le cooperative degli stessi strumenti di autofinanziamento proprie delle società capitalistiche. Pertanto, anche l'impresa mutualistica, a fronte di perdite o qualora voglia dar vita a nuove iniziative, potrà decidere di aumentare il capitale chiedendo ai soci di sottoscriverlo proporzionalmente alle rispettive partecipazioni salva la possibilità, in caso di mancata sottoscrizione, che nuovi soci sottoscrivano l'aumento in questione (Bonfante 220, Capo, 187). Tuttavia, la sottoscrizione dell'aumento di capitale, anche quando essa sia essenziale per la continuazione dell'attività, è e deve essere sempre facoltativa per il socio che non può quindi essere escluso o subire altre conseguenze negative qualora si rifiuti di procedere nel senso auspicato dalla cooperativa. Per quanto attiene al piano procedurale, invece, l'adozione della deliberazione richiede l'intervento dell'assemblea straordinaria e, quindi, del notaio (Capo, 188, Paciello, 174, Bonfante, 222). La norma in commento fa riferimento alle disposizioni di cui all'art. 2438 c.c. e ss. dettate per la società per azioni. Si è dunque posto il problema se la società cooperativa costituita in forma di società a responsabilità limitata debba seguire le regole poste dagli artt. 2438 c.c. ss. ovvero quelle della società a responsabilità limitata (in favore della applicabilità delle norme sulla società per azioni, Paciello, 174, sul punto, cfr., Bonfante, 222; Presti- Rescigno, 602). L'ultimo comma implicitamente conferma l'applicabilità in sede di aumento di capitale della disciplina del diritto di opzione (Capo 189). Di recente si è affermato che la previsione normativa dell'aumento di capitale con modificazione dell'atto costitutivo crea molti problemi, non tutti risolti dalla legge: tra gli altri, quello del diritto di opzione, nonché quelli dei requisiti degli aspiranti e dei limiti massimi dei conferimenti (Bassi, Manuale, 654). Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte non può essere imposto ai soci il versamento di somme di denaro ulteriori rispetto all'originario conferimento (Cass. I, n.18218/2006; Cass. I, n. 654/1994). Si è però dichiarata la legittimità della clausola statutaria di una società cooperativa a responsabilità limitata, che preveda l'obbligo dei soci di rimborsare annualmente alla società tutte le spese e gli oneri per il suo funzionamento, in modo che l'esercizio si chiuda senza utili e senza perdite, dovendosi escludere che tale clausola incida sulla tipologia societaria, così da far assumere alla cooperativa la veste di società a responsabilità illimitata, (Cass. I, n. 16622/2016; Cass. I, n. 19719/2008; Cass. I, n. 12517/1999). Di contrario avviso l'orientamento di una parte della giurisprudenza di merito, secondo la quale la delibera di una cooperativa edilizia a mutualità prevalente che imponga il conferimento a favore della cooperativa stessa di somme di denaro diverse dalle quote, integra una deviazione dallo scopo essenziale del rapporto societario e non può condurre all'esclusione dalla società del socio che non intenda adempiere a detta delibera (Trib. Roma, III, 30 maggio 2013). (V. anche l'art. 2518, al cui commento si rinvia). La nuova disciplina degli aumenti di capitale ex d.l. 16 luglio 2020, n. 76L'art. 44 del d.l. 16 luglio 2020, n. 76, convertito con modificazioni in l. 11 settembre 2020, n. 120 (Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale), ha introdotto nuove disposizioni a favore degli aumenti di capitale. Sul contenuto di dette nuove disposizioni, riguardanti in via principale la disciplina delle società per azioni, si rinvia ai commenti sub artt. 2368, 2369, 2440 e 2441, direttamente oggetto delle modifiche introdotte dalla norma richiamata. La relazione illustrativa del citato decreto-legge pone in evidenza che le nuove disposizioni introdotte dall'art. 44 mirano a soddisfare l'esigenza di favorire la spedita deliberazione ed esecuzione di operazioni di aumento di capitale nell'ambito delle modificazioni del diritto societarie volte ad aiutare le imprese italiane ad affrontare la difficile congiuntura economica dovuta alla pandemia del Covid-19. Le nuove disposizioni potranno trovare applicazione anche alla società cooperativa , per quanto non previsto dalla specifica disciplina di tale società e comunque in quanto compatibili, ai sensi dell'art. 2519, comma 1, c.c. In particolare, si applicheranno alle delibere della cooperativa di aumento del capitale con modificazione dell'atto costitutivo, previste dal terzo comma del presente articolo, che richiama espressamente <<le forme previste dagli artt. 2438 e seguenti>>. Deve altresì tenersi presente che nelle cooperative, se è vero che le maggioranze richieste per la costituzione delle assemblee e per la validità delle deliberazioni, sono determinate dall'atto costitutivo e sono calcolate secondo il numero dei voti spettanti ai soci, come disposto dall'art. 2538, comma 5, è anche vero che spesso gli statuti rinviano alle regole espresse in materia di società per azioni, regole destinate comunque ad applicarsi in caso di silenzio dell'atto costitutivo (Stagno D'Alcontres-De Luca, 854). BibliografiaBassi, Le società cooperative, in Bassi, Buonocore, Pescatore, La riforma del diritto societario, Torino, 2003; Bassi, Principi generali della riforma delle società cooperative, Milano, 2004; Bassi, in Aa.Vv., Manuale di diritto commerciale, ideato da Buonocore, Torino, 2020; Bonfante, Trattato di diritto commerciale, Le società cooperative, V, Padova, 2014; Capo, Sub artt. 2511-2574, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, a cura di Santosuosso, in Commentario del codice civile, a cura di E. Gabrielli, Torino, 2015; Paciello, Sub art. 2524, in La riforma delle società. Commentario del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6. Società cooperative., a cura di M. Sandulli, V. Santoro, III, Torino, 2003; Presti-Rescigno, Corso di diritto commerciale, II, Società, Bologna, 2021; Stagno D’Alcontres-De Luca, Le società, III, Torino, 2019; Vella-Genco-Morara, Diritto delle società cooperative, Bologna, 2018. |