Decreto legislativo - 3/07/2017 - n. 112 art. 12 - Trasformazione, fusione, scissione, cessione d'azienda e devoluzione del patrimonio (A)Trasformazione, fusione, scissione, cessione d'azienda e devoluzione del patrimonio (A) 1. Salvo quanto specificamente previsto dal codice civile per le societa' cooperative, la trasformazione, la fusione e la scissione delle imprese sociali devono essere realizzate in modo da preservare l'assenza di scopo di lucro, i vincoli di destinazione del patrimonio, e il perseguimento delle attivita' e delle finalita' da parte dei soggetti risultanti dagli atti posti in essere; la cessione d'azienda o di un ramo d'azienda relativo allo svolgimento dell'attivita' d'impresa di interesse generale deve essere realizzata, previa relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede l'impresa sociale, attestante il valore effettivo del patrimonio dell'impresa, in modo da preservare il perseguimento delle attivita' e delle finalita' da parte del cessionario. Per gli enti di cui all'articolo 1, comma 3, la disposizione di cui al presente comma si applica limitatamente alle attivita' indicate nel regolamento.1 2. Gli atti di cui al comma 1 devono essere posti in essere in conformita' alle disposizioni dell'apposito decreto adottato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il Consiglio nazionale del Terzo settore. 3. L'organo di amministrazione dell'impresa sociale notifica, con atto scritto di data certa, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali l'intenzione di procedere ad uno degli atti di cui al comma 1, allegando la documentazione necessaria alla valutazione di conformita' al decreto di cui al comma 2, ovvero la denominazione dei beneficiari della devoluzione del patrimonio. 4. L'efficacia degli atti di cui al comma 1 e' subordinata all'autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che si intende concessa decorsi novanta giorni dalla ricezione della notificazione. Avverso il provvedimento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che nega l'autorizzazione e' ammesso ricorso dinanzi al giudice amministrativo. 5. In caso di scioglimento volontario dell'ente o di perdita volontaria della qualifica di impresa sociale, il patrimonio residuo, dedotto, nelle imprese sociali costituite nelle forme di cui al libro V del codice civile, il capitale effettivamente versato dai soci, eventualmente rivalutato o aumentato, e i dividendi deliberati e non distribuiti nei limiti di cui all'articolo 3, comma 3, lettera a), e' devoluto, salvo quanto specificamente previsto in tema di societa' cooperative, ad altri enti del Terzo settore costituiti ed operanti da almeno tre anni o ai fondi di cui all'articolo 16, comma 1, secondo le disposizioni statutarie. La disposizione di cui al presente comma non si applica agli enti di cui all'articolo 1, comma 3. _________ (A) In riferimento alla Comunicazione di intenzione a procedere a fusione per incorporazione di cooperative sociali vedi: Nota Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 08/05/2020 n. 4073 [1] Comma modificato dall'articolo 4, comma 1del D.Lgs 20 luglio 2018, n.95. InquadramentoScopo della norma è garantire che – in ipotesi di vicende straordinarie della società – siano preservati il carattere essenziale dell'assenza di scopo di lucro ed i vincoli di destinazione del patrimonio, contro eventuali condotte elusive, La norma richiede che sia assicurato il medesimo fine non speculativo, da parte dei soggetti risultanti dalla trasformazione, dalla fusione o dalla scissione della società. In ipotesi di cessione d'azienda o di un ramo d'azienda, è richiesta la relazione giurata di un esperto designato dal tribunale, con lo scopo di attestare il valore reale del patrimonio dell'impresa, al medesimo fine di preservarne il perseguimento delle attività di interesse generale ad opera del cessionario. Inoltre, l'efficacia degli atti predetti, sebbene legittimi ed iscritti nel registro delle imprese, sono subordinati all'ulteriore condizione sospensiva dell'autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Questa, peraltro, è soggetta al regime del silenzio-assenso, ove nulla sia disposto dopo novanta giorni dalla ricezione della notificazione. Per il caso di scioglimento della società, come pure quando essa perda la qualifica di impresa sociale – entrambe le evenienze ove spontaneamente verificatesi – il patrimonio residuo va devoluto ad altri enti del c.d. terzo settore operanti da almeno tre anni o ai fondi per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali. È permesso dedurre il capitale effettivamente versato dai soci rivalutato e gli utili deliberati, ma non distribuiti, sempre nei limiti in cui la società impresa sociale li ammette ex art. 3. Le cooperative mantengono la disciplina loro propria, come si era già ritenuto. Al riguardo, ora il d.lgs. correttivo n. 95/2018 ha modificato l'esordio della disposizione, sostituendo le parole “La trasformazione” del primo comma con quelle: “Salvo quanto specificamente previsto dal codice civile per le società cooperative”. In tal modo, il legislatore ha inteso ancor meglio indicare che per le imprese sociali- cooperative vige la disciplina per esse dettata nel codice civile, in tema di trasformazione, fusione o scissione delle società cooperative; peraltro, già l'art. 12, comma 5, conteneva la salvezza del regime proprio di quste, con riguardo alla devoluzione del patrimonio, nei casi di scioglimento della cooperativa impresa sociale o della perdita di detta qualifica. L'art. 2 d.m. Sviluppo economico del 16 marzo 2018 ha previsto, al comma 7, che, in caso di operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione di azienda, siano depositati nel registro delle imprese una serie di atti, accanto ai documenti richiesti dal c.c. Sempre ai sensi dell'art. 2, comma 8, sono altresì depositati, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i provvedimenti che dispongono la liquidazione coatta amministrativa delle imprese sociali e quelli di nomina dei commissari liquidatori. La norma rinvia, nel suo comma per il resto, ad un decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che è stato emanato con data 27 aprile 2018, n. 50 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 139 del 18 giugno 2018), recante «Disposizioni in materia di trasformazione, fusione, scissione, cessione d'azienda e devoluzione del patrimonio da parte delle imprese sociali». Esso detta le modalità pratiche con cui le imprese sociali devono attuale tali operazioni straordinarie o di cessione aziendale, nonché nei casi di scioglimento volontario o di perdita volontaria della qualifica di impresa sociale (evenienze in cui le società sono tenute a comunicare, fra l'altro, i beneficiari della devoluzione patrimoniale). Il procedimento prevede, anzitutto, la notifica al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, mediante atto scritto avente data certa, inviato da parte dell'organo amministrativo, che palesi l'intenzione di procedere a una delle dette operazioni straordinarie. È previsto il silenzio-assenso, decorsi novanta giorni dalla ricezione della notificazione. Un pletorico rinvio alla disciplina civilistica su trasformazione, fusione e scissione è contenuto all'art. 3 del d.m. InquadramentoTrasformazioni eterogenee e trasformazioni reciprocheLa riforma del diritto societario del 2003 aveva introdotto le trasformazioni eterogenee da e in società di capitali (artt. 2500-septies - 2500-novies), che determinano un mutamento funzionale dell'ente, atteso la premessa del legislatore dell'epoca che le società di capitali si caratterizzassero, rispetto agli enti del Libro I e agli altri enti del Libro V presi in considerazione (cooperative, consorzi e società consortili), per la presenza del fine di lucro dei partecipanti. Con l'art. 42-bis c.c., si tratta di trasformazioni reciproche tra enti che sono comunque privi del fine di lucro soggettivo, e dove sono ampiamente richiamate le disposizioni sulle trasformazioni societarie. Le trasformazioni e le altre operazioni straordinarie (fusioni, scissioni, cessioni dell'azienda o del ramo d'azienda relativo allo svolgimento dell'attività d'interesse generale) possono essere effettuate previa autorizzazione del Ministero del Lavoro ex art. 12, commi 2 ss., senza produrre la perdita della qualifica di impresa sociale, purché permanga l'assenza del fine di lucro, i vincoli di destinazione del patrimonio e le finalità pregresse; in mancanza, si verifica la devoluzione altruistica del patrimonio ex art. 12, comma 5 (se la trasformazione di un'associazione avviene in una società o in una cooperativa priva dei requisiti dell'impresa sociale, l'operazione sarebbe da qualificare come perdita volontaria della qualifica da parte dell'associazione con i conseguenti effetti devolutivi) (Marasà,La “commercializzazione”, ove l'analisi di una trasformazione di un'impresa sociale costituita in forma di associazione in società, ordinaria o cooperativa, conservando la propria qualifica, 213; Magliulo, Trasformazione, fusione e scissione, 866, sulla contrapposta trasformazione di impresa sociale in forma di società in quella avente forma di associazione o fondazione). BibliografiaBusani, Corsico, Operazioni straordinarie tra enti del terzo settore, in Soc., 2020, 659; Fusaro, Trasformazione, fusione, scissione degli enti del libro primo e degli ETS, in Riv. not., 2018, I, 7; Laudonio, Le fondazioni di partecipazione - Fondazioni di partecipazione: fase estintiva ed operazioni straordinarie, in Giur. it., 2021, 2492; Magliulo, La fusione e la scissione fra associazioni non riconosciute non iscritte in pubblici registri, in Notariato, 2020, 11; Magliulo, Trasformazione, fusione e scissione degli enti non profit dopo la riforma degli enti del terzo settore, in Riv. not., 2018, I, 29; Maltoni, Sulla trasformazione degli enti del libro I, in Riv. not., 2020, I, 223; Marasà, Trasformazioni eterogenee e dintorni: sviluppi normativi e problemi, in Riv. dir. comm., 2022, I, 536; Speranzin, Le operazioni straordinarie e il terzo settore, in Nuove leggi civ. comm., 2019, 1239. |