Istanza per la designazione dell'esperto per la stima dei crediti e dei beni in naturaInquadramentoLa materia della stima dei conferimenti è disciplinato da diverse fonti normative. Nell'ordinamento italiano, la relazione di stima avente ad oggetto i conferimenti dei soci è disciplinata dagli artt. 2343,2343-ter c.c., per le s.p.a. e dall'art. 2465 c.c. per le s.r.l. Nell'ambito della normativa europea, invece, la stima dei conferimenti trova cittadinanza nell'art. 10 della direttiva 77/91/CEE, come modificata con successiva direttiva 2006/68/CEE. Lo scopo delle suddette norme è quello di fornire un elevato livello di tutela sia agli azionisti, per quanto riguarda eventuali sopravvalutazioni dei beni conferiti, sia ai creditori sociali, affinché non subiscano pregiudizi per quanto riguarda una possibile valutazione non veritiera. Ai sensi dell'art. 2343, comma 2 c.c. “l'esperto risponde dei danni causati dalla società, ai soci e ai terzi”. L'esperto, dal momento che viene equiparato al consulente tecnico, nel caso in cui non dovesse adempiere agli obblighi connessi al suo ufficio, o vi dovesse adempiere in modo non corretto, per esempio, sbagliando la perizia, sarà responsabile non solo civilmente, bensì anche penalmente (artt. 366 e 373 c.p.) e disciplinarmente (art. 19 e 21 c.p.c.). La dottrina prevalente ritiene che la responsabilità dell'esperto sia di tipo contrattuale: infatti, il fatto di nominare un esperto, quindi un soggetto munito di una qualifica professionale idonea, costituisce di per sé fonte dell'obbligazione di una specifica prestazione ai sensi dell'art. 1173, comma 1 c.c. ([...] ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico” c.d. “contratto sociale”). Per quanto riguarda la possibilità di rinunciare alla responsabilità posta a carico dell'esperto, è bene fare una distinzione tra quella che è la posizione dei singoli soci e quella rivestita dalla società. Per quanto riguarda i primi, nei limiti di quanto previsto dall'art. 1229 c.c., si ritiene possano rinunciarvi, non ravvisandosi in tale decisione alcun profilo di rilevanza pubblicistica, tale da rendere il relativo diritto indisponibile. In merito alla società, invece, si esclude vi sia tale possibilità, poiché l'esistenza del profilo di responsabilità in questione può essere funzionale a compensare, dal punto di vista risarcitorio, nell'impossibilità di ottenere una tutela di tipo reale, l'eventuale minusvalenza creatasi nel proprio patrimonio. Da notare che, per quanto riguarda l'esperto, costui sarà responsabile nei confronti della società anche nel caso in cui non sia stata quest'ultima a conferirgli l'incarico: nel caso in cui le diminuzioni del patrimonio della società vengano scoperte in un momento successivo rispetto alla fase del controllo, all'obbligo di risarcimento del danno in capo all'esperto si aggiungerà, in questo caso, quello del conferente di integrare in denaro la minusvalenza rispetto al valore nominale delle azioni sottoscritte. FormulaTRIBUNALE DI .... Sezione specializzata in materia di Impresa ISTANZA PER LA DESIGNAZIONE DELL'ESPERTO PER LA STIMA DEI CREDITI E DEI BENI IN NATURA * * * Il Sig. ...., nato a ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., domiciliato, ai fini del presente atto, in ...., via ...., n. ...., presso lo studio ..... PREMESSO - che lo scrivente intende prendere parte alla costituzione della società “ .... ” (indicazione del nominativo della società) conferendo i seguenti crediti e beni in natura: a) ....; b) ....; c) ....; d) ....; (specificazione delle generalità dei crediti, nonché dei beni in natura che si intendono conferire) -- che, ai sensi dell'art. 2343, comma 1, c.c. è necessaria la nomina di un professionista che effettui una relazione giurata contenente la descrizione dei beni e dei crediti conferiti, i criteri di valutazione seguiti, nonché l'attestazione del fatto che il valore attribuito a tali crediti e beni non è inferiore al valore nominale, aumentato dall'eventuale sovrapprezzo delle azioni emesse a fronte del conferimento; CHIEDE che codesto Ill.mo Tribunale voglia, ai sensi dell'art. 2343, comma 1, c.c., designare un esperto affinché provveda a predisporre la relazione giurata di stima di cui in premessa. Luogo e data .... Firma .... CommentoLa perizia e la responsabilità civile dell'esperto Conformemente a quanto espressamente previsto dagli artt. 2343 c.c. (per le s.p.a.) e 2465 (per le s.r.l.), per i conferimenti di natura diversa da quelli in denaro, è necessario venga predisposta una relazione di stima (i.e. perizia), redatta da un professionista autonomo, indipendente e munito di adeguate competenze tecniche, volte ad evitare delle sopravvalutazioni con conseguente pregiudizio per i soci e i creditori. La perizia deve contenere, secondo il dettato normativo, i seguenti elementi: - la descrizione dei beni o dei crediti conferiti; - l'indicazione dei criteri di valutazione adottati; - l'attestazione che il valore dei beni conferiti sia almeno pari a quello attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale. È necessario chiarire che la relazione di stima del professionista mira a soddisfare due differenti, ma congiunti, obiettivi: (i) il primo consiste nella tutela degli interessi dei creditori per verificare che vi sia un'idonea garanzia circa l'effettiva sussistenza e la consistenza del patrimonio proprio della società conferitaria; (ii) il secondo, invece, è quello di evitare che vi siano dei conferimenti sopravvalutati, con conseguente pregiudizio degli altri soci che, altrimenti, verrebbero danneggiati dal punto di vista patrimoniale. I metodi di valutazione scelti dal professionista dovranno essere chiari, adeguati e non arbitrali, rapportati all'esperienza del professionista stesso, dovranno anche essere indicati in modo non ambiguo e motivati: il fine che l'esperto persegue, infatti, è proprio quello della equità delle valutazioni effettuate. In particolare, il legislatore ha eliminato il riferimento al concetto di “valore equo” che aveva creato diversi dubbi interpretativi a favore dell'espressione “fair value”. Il “fair value” del bene da conferire senza la relazione dell'esperto è quello del bilancio dell'esercizio precedente e non quello di un generico bilancio In primo luogo si segnala che, nelle s.p.a., entro 180 giorni successivi al deposito della perizia di stima, gli amministratori sono tenuti a controllare le valutazioni contenute nella relazione e ad adottare, nel caso in cui sussistano ragionevoli motivi, le rettifiche ritenute necessarie, procedendo così alla revisione della stima, ai sensi di quanto previsto dall'art. 2343, comma 3, c.c. Invece, con riguardo alle s.r.l., l'art. 2465 c.c. pur prevedendo la redazione della perizia di stima, non fa riferimento al successivo controllo da parte dell'organo amministrativo. Tale articolo, infatti, richiama espressamente il 2° comma dell'art. 2343 c.c. (responsabilità del perito), ma non il 3° e 4° comma del medesimo articolo (relativi alla verifica da parte degli amministratori). Tuttavia, a seguito di lungo dibattito dottrinale, si deve ritenere che, anche se non espressamente richiamato, sussista anche in capo agli amministratori di s.r.l. il medesimo dovere di controllo del valore dei conferimenti. Tale orientamento sembrerebbe confermato anche dall'art. 2632 c.c., il quale sanziona penalmente gli amministratori che di società (anche di s.r.l.) nel caso di formazione fittizia del capitale sociale, posta in essere anche attraverso una “sopravvalutazione dei conferimenti”. Nella redazione della relazione di stima, il perito può servirsi anche di terzi collaboratori, del cui operato risponderà comunque l'esperto, anche ai sensi dell'art. 2232 c.c., secondo cui “il prestatore d'opera deve eseguire personalmente l'incarico assunto. Tuttavia, può valersi, dotto la propria direzione e responsabilità, di sostituti e ausiliari, se la collaborazione di altri è consentita dal contratto o dagli usi e non è incompatibile con l'oggetto della prestazione”. Dal momento che, come anticipato, la previsione normativa della nomina di un esperto può essere considerata come fonte atipica dell'obbligazione di una specifica prestazione, ex art. 1173 cod. civ., ne consegue che, anche per quanto riguarda l'azione di responsabilità esercitata dalla società conferitaria, o dai soci, o dai creditori, si applicheranno le previsioni di cui agli artt. 1218 e ss. c.c., che gravano l'esperto di un'inversione della prova a suo carico. Al professionista si richiede un determinato livello di diligenza che, anche nel silenzio della legge, pare debba ravvisarsi nel disposto di cui all'art. 1176 c.c. Laddove, pertanto, la relazione di stima non dovesse rispettare i requisiti illustrati si configurerà un'ipotesi di inadempimento per la violazione dell'obbligo di diligenza ex art. 1176, comma 2 c.c. nella predisposizione della perizia, con conseguente responsabilità risarcitoria nei confronti della società e dei creditori. Qualora gli organi sociali non adempiano al proprio dovere di controllo e la perizia dell'esperto dovesse contenere degli errori, potrà ritenersi configurabile la responsabilità solidale del professionista per il risarcimento del danno determinato dalla mala gestio degli amministratori per aver proseguito l'ordinaria attività d'impresa nonostante la situazione negativa del patrimonio. La nomina dell'esperto L'esperto incaricato di redigere la relazione giurata è nominato dal Giudice in seguito alla presentazione di un'istanza presentata al Tribunale nel cui circondario ha sede la società in cui sarebbe effettuato il conferimento di beni o crediti in natura. Si segnala, inoltre, che può essere nominata in qualità di esperto anche una società di revisione, dal momento che le norme di riferimento non precisano che l'incarico debba essere conferito ad una persona fisica, bensì dispongono soltanto che l'esperto abbia i requisiti di professionalità ed imparzialità: proprio per questo si deve ritenere inammissibile che l'esperto nominato sia uno dei soci o dei componenti dell'organo amministrativo della società conferitaria. |