Istanza di nomina di un esperto per la determinazione del valore da rimborsare

Linda Rizzi
aggioranto da Maria Alessia di Gioia

Inquadramento

conformemente a quanto disposto dall'art. 2473 c.c., il socio recedente ha diritto ad ottenere il rimborso della propria partecipazione, il cui valore viene determinato dagli amministratori al momento della dichiarazione di recesso formulata dal socio.

Qualora dovesse esservi del disaccordo sul valore di liquidazione, è stabilito che questo venga determinato da un esperto, nominato dal Tribunale, su istanza della parte più diligente.

In ossequio a quanto disposto dall'art. 1349, comma 1, c.c. qualora l'esperto non adempia, oppure formuli una valutazione manifestamente iniqua o erronea, sarà il Tribunale a dover determinare il valore oggetto di liquidazione, previa impugnazione mediante atto di citazione da parte del socio recedente.

Formula

TRIBUNALE DI .... Sezione specializzata in materia di impresa

ISTANZA PER LA NOMINA DI ESPERTO PER LA DETERMINAZIONE DEL VALORE DA RIMBORSARE IN CASO DI RECESSO

Il Sig. ...., (C.F. .... ....), residente in ...., via ...., n. ....,

PREMESSO

- che il sottoscritto è titolare di una quota pari al ....% del capitale sociale della Società .... s.r.l., con sede in ...., via ...., n. ....;

- che in data .... la assemblea della Società .... s.r.l. ha deliberato .... (indicazione dell'oggetto della deliberazione), senza il consenso dell'odierno esponente;

- che, con raccomandata del ...., il Sig. .... .... ha comunicato all'organo amministrativo della predetta Società la propria intenzione di recedere;

- che non è stato raggiunto alcun accordo in merito alla valutazione della quota;

- che, ai sensi dell'art. 2473 c.c., è necessaria la nomina di un esperto che provveda ad effettuare una relazione giurata contenente la stima del patrimonio sociale;

tutto ciò premesso,

CHIEDE

che la S.V. ill.ma voglia, ai sensi dell'art. 2473 c.c., designare un esperto affinché, con relazione giurata, provveda ad effettuare la stima sopra indicata.

Firma ....

Commento

Criteri da adottare ai fini della determinazione del valore delle quote

La disciplina relativa alla determinazione del valore di liquidazione della quota nell'ambito delle s.r.l. è molto più sintetica e scarna rispetto a quella dettata per le s.p.a.; la ragione è forse da identificarsi in una scelta del legislatore che ha voluto affidare all'autonomia negoziale delle parti interessate la regolamentazione del profilo di cui si tratta. Al fine di assicurare al socio uscente una congrua realizzazione dei propri diritti, l'art. 2473 c.c. dispone che il rimborso della partecipazione avvenga in proporzione al patrimonio sociale, determinato secondo il suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso.

Tuttavia, dal momento che non esiste un mercato regolamentato di partecipazioni in s.r.l., non è dato sapere a che prezzo sarebbero scambiate partecipazioni similari; di conseguenza, il loro valore si ottiene valutando l'intera azienda sociale ed ipotizzando una effettiva contrattazione finalizzata alla vendita per rapportare poi tale importo alla percentuale di quote di cui è titolare il socio recedente.

Nonostante la norma nulla dica a tal proposito, l'opinione prevalente ritiene che, per la determinazione del valore delle quote, possano essere introdotti diversi e più specifici parametri, in modo analogo rispetto a quanto disposto dalle nuove disposizioni in materia di s.p.a.

Soggetti incaricati di effettuare la valutazione ed eventuali contestazioni

Così come per i possibili parametri alternativi utilizzabili al fine di determinare il valore delle quote, allo stesso modo per quanto riguarda l'individuazione dei soggetti legittimati a porre in essere la valutazione, nessuna indicazione viene fornita dal legislatore.

Ad ogni modo, la soluzione più plausibile sembra essere quella che individua l'organo competente negli amministratori: essi sono legittimati a presentare una proposta di liquidazione al receduto, dal momento che il rimborso rappresenta un preciso obbligo che sorge in capo alla società. Sono le stesse modalità con cui la società adempie a tale dovere che, richiedendo delle attività di tipo organizzativo, rientrano a pieno titolo nelle competenze dell'organo amministrativo. È illegittima per difformità dal modello legale previsto dall'art. 2473, la clausola statutaria che, nell'ipotesi di esclusione del socio, preveda il rimborso della quota in base al valore contabile del patrimonio sociale secondo l'ultimo bilancio approvato, con esclusione delle plusvalenze consolidate dalle società (Trib. Lucca, 11 gennaio 2005).

Nel caso in cui le parti fossero tra loro in disaccordo in merito al valore individuato, “la parte più diligente” potrà richiedere, con istanza al Tribunale competente, la nomina di un esperto, qualificabile come arbitratore ex art. 1349 c.c. Una volta introdotto, in assenza di accordo, il procedimento per la quantificazione del valore della quota, la determinazione contenuta nella perizia giurata - vincolante per le parti - potrà essere impugnata solo per manifesta iniquità o erroneità, restando preclusa qualsiasi ulteriore e successiva valutazione integrativa (Trib. Nocera Inferiore, 23 febbraio 2007).

Qualora l'esperto non adempia al proprio dovere, oppure nel caso in cui la perizia dovesse essere manifestamente iniqua o erronea, la determinazione viene fatta dal Giudice. L'opinione maggioritaria ritiene che, laddove l'impugnazione si sia resa necessaria a fronte di una valutazione manifestamente erronea o iniqua, si renda necessario un accertamento che comporta un contraddittorio pieno e suscettibili di passaggio in giudicato: la conseguenza è, quindi, che la contestazione deve essere proposta di fronte al Tribunale, con atto di citazione, e non in sede di volontaria giurisdizione. Sede, quest'ultima, che potrebbe essere coinvolta nel caso in cui non vi sia stata una perizia, oppure pur essendovi, non contenga alcun riferimento al valore da liquidarsi. In questo caso, infatti, l'intervento del Giudice in sede di giurisdizione contenziosa sembra difficilmente ipotizzabile, dal momento che non gli viene richiesto di risolvere una controversia, quanto, piuttosto, di completare una fattispecie negoziale.

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