Impugnazione della valutazione dell'esperto nella s.r.l.InquadramentoConformemente a quanto disposto dall'art. 2473 c.c., il socio recedente ha diritto ad ottenere il rimborso della propria partecipazione in proporzione del patrimonio sociale. Qualora il socio recedente sia in disaccordo sul valore di liquidazione, su istanza della parte più diligente, il valore sarà determinato da un esperto che, con relazione giurata, effettuerà una nuova valutazione della partecipazione da liquidarsi. In ossequio a quanto disposto dall'art. 1349, comma 1, c.c. – espressamente applicabile alla fattispecie in esame – qualora l'esperto non adempia, oppure formuli una valutazione manifestamente iniqua o erronea, sarà il Tribunale a dover determinare il valore oggetto di liquidazione, previa impugnazione mediante atto di citazione da parte del socio recedente. Formula
TRIBUNALE DI […] Sezione specializzata in materia di impresa ATTO DI CITAZIONE * * * nell’interesse di Sig. […], (c.f. […]), nato a […] il […], residente in […], Via […], n. […], rappresentato e difeso, in forza della procura allegata al presente atto, anche in via disgiunta tra loro, dagli avv.ti […] (c.f. […]) e […] (c.f. […]) del Foro di […] ed elettivamente domiciliato presso […], in […], Via […] n. […] (per notifiche e comunicazioni relative al presente procedimento si indicano gli indirizzi pec: […] e […]) CONTRO la società […], con sede legale in […], via […] n. […], c.f. […], in persona del dott./sig. […], nella sua qualità di […], residente a […], via […] n. […] * * * Ai sensi dell’art. 2, 1° comma, lett. c), D.M. 7 agosto 2023, n. 110, si indicano di seguito le parole chiave che individuano l’oggetto del giudizio: recesso; valutazione delle partecipazioni; patologie; rimedi esperibili; arbitraggio […]. * * * FATTO 1. Il preavviso di recesso e la determinazione del valore delle quote da liquidare ad opera degli amministratori (indicazione della ragione che ha determinato in capo al socio la scelta di recedere e indicazione del valore individuato dagli amministratori); 2. La richiesta della relazione giurata da parte del socio; (indicazioni delle circostanze per cui il socio recedente ha formulato istanza al Tribunale per la nomina di un esperto ai fini della valutazione del valore da liquidarsi) 3. La perizia stilata dall'esperto. DIRITTO 4. La necessità della richiesta di intervento sostitutivo del giudice (indicazione del/i motivo/i che giustificano l’intervento del Tribunale in merito alla corretta determinazione del valore delle quote del socio recedente: - mancata redazione della relazione giurata da parte dell'esperto; - mancata espressione del valore di liquidazione della relazione; - manifesta erroneità o iniquità della perizia). CONCLUSIONI (Nel caso in cui la relazione giurata sia manifestamente iniqua o erronea) 5. Conclusioni Per tutto quanto esposto, il Sig. […], (c.f. […]), nato a […] il […], residente in […], Via […], n. […] come in epigrafe rappresentata/o, difesa/o e domiciliata/o cita la società […], con sede legale in […], via […] n. […], c.f. […], in persona del dott./sig. […], nella sua qualità di […], residente a […], via […] n. […] a comparire avanti al Tribunale di […], Sezione specializzata in materia di impresa, Giudice da designarsi ai sensi dell’art. 168 bis cod. proc. civ., all’udienza del […], ore di rito, con invito a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell’udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall’art. 166 cod. proc. civ., nonché con l’espresso avvertimento che la tardiva costituzione implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 cod. proc. civ., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall’articolo 86 cod. proc. civ. o da leggi speciali, che il/la convenuto/a, in presenza dei presupposti di legge, può presentare istanza per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria eccezione e deduzione, previa ogni opportuna declaratoria, in accoglimento all'opposizione formulata con il presente atto, NEL MERITO - accertare e dichiarare che la determinazione del valore della quota dell’odierno esponente nel capitale sociale di […] s.r.l. [indicare il nome della società] compiuta dall'esperto nominato dal Tribunale, dott. […], è manifestamente iniqua o erronea ai sensi dell'art. 1349 c.c., e per l'effetto, annullare detta determinazione; conseguentemente - accertare e dichiarare, ai sensi dell'art. 1349 c.c., il valore della quota dell’odierno esponente nel capitale sociale di […] s.r.l. [indicare il nome della società] alla data di efficacia del diritto di recesso esercitato dall'odierno esponente e per l'effetto - condannare la società […] s.r.l. [indicare il nome della società] a corrispondere al signor […] il corrispettivo di liquidazione della quota in […] s.r.l. [indicare il nome della società] per cui è causa; In ogni caso: - condannare la società […] s.r.l. [indicare il nome della Società] al pagamento degli onorari di avvocato e spese della presente lite, oltre accessori di legge (IVA e CPA). Il sottoscritto procuratore dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro […] e, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro […]. Si depositano i seguenti documenti: […] [Luogo], [data] Avv. […] Luogo e data .... Firma Avv. .... CommentoCriteri da adottare ai fini della determinazione del valore delle quote La disciplina relativa alla determinazione del valore di liquidazione della quota nell'ambito delle s.r.l. è molto più sintetica rispetto a quella dettata per le s.p.a.: la ragione di tale scelta del legislatore è spesso individuata nel ruolo centrale che l'autonomia statutaria ha assunto, in seguito alla riforma delle società di capitali del 2003, nel tipo s.r.l. In ogni caso, al fine di assicurare al socio uscente una congrua valorizzazione dei propri diritti, l'art. 2473 c.c. dispone che il rimborso della partecipazione avvenga in proporzione al patrimonio sociale, determinato secondo il suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso. Tuttavia, il riferimento al valore di mercato è stato interpretato in maniera divergente. Da un lato, infatti, è stato notato che non esiste davvero un «mercato» delle quote di s.r.l., posto che nella grande maggioranza dei casi la compagine sociale è ristretta e i mutamenti della stessa sono dovuti principalmente a vicende successorie o comunque familiari. Dall'altro, nella lettera della norma il sintagma «valore di mercato» sembra riferirsi non già alla quota receduta, ma al patrimonio sociale. Dunque, secondo la dottrina e giurisprudenza prevalenti (Trib. Padova, 23 maggio 2014; Trib. Roma, 20 aprile 2015; Trib. Roma, 8 giugno 2021; Trib. Vallo della Lucania, 31 maggio 2024), non si deve far riferimento al valore di mercato della quota ma al valore di mercato dell'intero patrimonio sociale, rapportando, poi, tale importo alla porzione di capitale sociale di cui è titolare il socio recedente. Ne consegue l'impossibilità di considerare fattori quali i c.d. premi o sconti di maggioranza, che sono stimabili con riferimento a una singola quota e non con riferimento al patrimonio sociale nel suo complesso. Al di là di quanto appena notato, la norma non stabilisce alcun altro criterio per la determinazione del valore del patrimonio netto; tuttavia, secondo l'opinione prevalente è possibile introdurre, nell'atto costitutivo, diversi e più specifici parametri per la determinazione del valore della partecipazione. Soggetti incaricati di effettuare la valutazione ed eventuali contestazioni La norma in esame non individua neppure i soggetti legittimati ad effettuare la valutazione del valore di rimborso. Peraltro, a differenza di quanto previsto con riferimento alle s.p.a., non si esplicita neppure l'obbligo di rendere anticipatamente edotti i soci del valore di rimborso eventualmente spettante in caso di recesso. La soluzione maggiormente condivisa è quella che individua l'organo competente negli amministratori: essi risulterebbero, infatti, gli unici legittimati a presentare una proposta di liquidazione al socio receduto, dal momento che già dalla dichiarazione di recesso sorge in capo al socio receduto un diritto di credito nei confronti della società stessa. In caso di disaccordo rispetto alla quantificazione del valore della partecipazione oggetto di recesso, “la parte più diligente” potrà richiedere, con istanza al Tribunale competente, la nomina di un esperto, qualificabile come arbitratore ai sensi dell'art. 1349 c.c. La valutazione dell'esperto è immediatamente vincolante per le parti ed è suscettibile di impugnazione, davanti al Tribunale, esclusivamente laddove risulti manifestamente iniqua e/o erronea. A tal fine, poiché l'esperto non procede in base all'equità ma è vincolato al criterio legale del valore di mercato, ai fini dell'impugnazione della perizia deve aversi riguardo ad errori o iniquità che emergano dagli atti e che siano frutto di una scorretta applicazione di criteri tecnico-scientifici rientranti nell'ambito di conoscenza specifico dell'esperto. Più precisamente, in giurisprudenza di merito si è recentemente rilevato che, in un'ottica costituzionalmente orientata, la valutazione di manifesta erroneità o iniquità deve basarsi non su nozioni di comune esperienza ma sulle regole tecniche sottese all'operato dell'esperto, ben potendo una valutazione essere manifestamente errata o iniqua per un esperto senza che lo sia per un quisque de populo (Trib. Brescia, 28 giugno 2024). Inoltre, qualora l'esperto non provveda alla determinazione della partecipazione si ritiene che la materia sia devoluta alla sezione di volontaria giurisdizione del Tribunale: in questo caso, infatti, l'intervento del Giudice in sede di giurisdizione contenziosa sembra difficilmente ipotizzabile, dal momento che non viene richiesto di risolvere una controversia, quanto, piuttosto, di completare una fattispecie negoziale. |