Deliberazione dell'assemblea in merito alla transazione dell'azione di responsabilitàInquadramentoIn seguito alla riforma del diritto societario, nella disciplina delle società a responsabilità limitata non vi è più il rinvio, così com'era formulato originariamente nell'art. 2487 c.c., agli artt. 2392,2393,2394 e 2395 c.c. Oggi la responsabilità degli amministratori ed il relativo controllo dei soci trovano cittadinanza nell'art. 2476 c.c., dal quale si ricava che, nelle società a responsabilità limitata, l'azione sociale di responsabilità, la quale si esercita mediante atto di citazione, appartiene alla società e può essere esercitata sia da quest'ultima, previa deliberazione assembleare, sia dal singolo socio, il quale starà in giudizio come sostituto processuale: in questo caso la società sarà litisconsorte necessario (anche se, su quest'ultimo punto, vi sono anche pronunce contrarie, per esempio, ex multis, Trib. Marsala, 15 marzo 2005, n. 1468). Nel caso in cui l'azione dovesse essere esercitata nei confronti degli amministratori in carica la società dovrà stare in giudizio nella persona del curatore speciale ex art. 78 c.p.c. I soci di s.r.l. hanno il dovere di essere informati dell'operato degli amministratori. Ciò vale per coloro che partecipano all'amministrazione, mentre, per coloro che non vi prendono parte, non si parla di dovere, bensì di diritto. Questi ultimi, in particolare, hanno sia il diritto di avere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali, sia il diritto di consultare i libri sociali ed i documenti relativi alla amministrazione. Tali diritti sono tutelabili anche mediante ricorso ex art. 700 c.p.c. e possono essere esercitati anche qualora la società sia in liquidazione. È da sottolineare la possibilità che l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori sia oggetto di rinuncia o transazione da parte della società, previo consenso di tanti soci che rappresentino almeno i 2/3 del capitale sociale e mancata opposizione di tanti soci che rappresentino almeno 1/10 del capitale sociale. L'atto costitutivo può sia escludere tale possibilità, sia aumentare o ridurre le maggioranze richieste dalla legge. Ad ogni modo, rinuncia e transazione da parte della società, non pregiudicano in alcun modo il diritto del socio e del terzo che abbiano agito individualmente. Formula
VERBALE DI ASSEMBLEA DELLA .... S.R.L. Il giorno ...., alle ore ...., in ...., alla via ...., n. ...., si è riunita alle ore ...., l'assemblea dei soci per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Transazione in ordine all'azione di responsabilità promossa dal socio ...., nei confronti degli amministratori, Dott.ri ...., ...., .... Assume la Presidenza, ai sensi dello Statuto, il Sig. ...., mentre il Sig. ...., viene invece chiamato alla funzione di Segretario. Il Presidente constata e fa constatare la presenza di soci rappresentanti l'intero capitale sociale, e dichiara che l'assemblea risulta regolarmente costituita ed è quindi atta a deliberare sull'ordine del giorno. Il Presidente rende noto che il socio ...., con atto di citazione notificato in data ...., ha promosso azione di responsabilità nei confronti dei succitati amministratori adducendo che: ....; ....; ....; Nel corso del giudizio, tuttavia, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo che prevede ..... Ai sensi dell'art. 2476 c.c., è necessario che l'assemblea si esprima in merito a detto accordo. Alla luce di quanto sopra, il Presidente chiede all'assemblea di deliberare in ordine al punto all'ordine del giorno. Ottenuti i chiarimenti, l'assemblea, come sopra rappresentata, DELIBERA, ALL'UNANIMITÀ affinché si proceda con la transazione dell'azione di responsabilità intentata dal Sig. .... nei confronti dei Dott.ri ...., ...., .... Null'altro essendovi all'ordine del giorno, l'assemblea viene sciolta alle ore ...., dopo aver dato lettura del presente verbale. CommentoLa responsabilità di amministratori e soci all'interno di una s.r.l. Nelle s.r.l. gli amministratori sono responsabili nei confronti della società e, di conseguenza, dei soci, dei danni che derivano dall'inosservanza degli obblighi loro imposti sia dalla legge che dall'atto costitutivo. Come stabilito dallo stesso Tribunale di Milano, in data 9 ottobre 2008, non sono invece considerati responsabili gli amministratori che siano esenti da colpa o, in alternativa, che abbiano fatto annotare il loro dissenso. A tal proposito, non essendo specificato alcunché, il dissenso può essere dimostrato in qualunque modo. Differentemente da quanto espressamente previsto per le società per azioni, nelle società a responsabilità limitata non vi è articolo che definisca quale sia la diligenza richiesta agli amministratori. Se ne deve trarre, quindi, che quest'ultima debba essere valutata avuto riguardo all'attività concretamente svolta. Verso la società e i terzi rispondono solidalmente con gli amministratori anche i soci che abbiano intenzionalmente deciso o autorizzato il compimento di atti che si sono rivelati dannosi per la società, i soci o i terzi. Si dovrà trattare di un comportamento attivo incidente sulla gestione sociale, dovendosi escludere che al socio possa essere addebitato a titolo di responsabilità il fatto di non aver vigilato adeguatamente sull'agire degli amministratori. Il diritto di informazione dei soci e l'azione di responsabilità Come già ricordato, i soci delle società a responsabilità limitata, qualora collaborino attivamente con gli amministratori, hanno il dovere di essere informati sull'operato di questi ultimi mentre, nel caso in cui non abbiano alcun ruolo nella gestione sociale, allora avranno un duplice diritto. In primo luogo, quello di ricevere dagli amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali, in secondo luogo quello di consultare i libri sociali e i documenti relativi alla amministrazione. Il socio ha la possibilità di prendere visione non solamente dei documenti specificamente riferibili alla contabilità (fatture, estratti conto), bensì anche di quelli più propriamente riferibili all'amministrazione, quali atti giudiziari, contratti e per farlo si può avvalere del supporto di un proprio tecnico di fiducia. Gli amministratori possono rifiutarsi di fornire informazioni quando questo possa mettere a rischio gli interessi della società: spetta infatti agli amministratori tutelare l'interesse sociale in presenza di un pericolo concreto e non semplicemente astratto, che potrebbe concretizzarsi nel caso in cui il socio decida di servirsi delle informazioni acquisite per scopi extrasociali in danno della società. Il potere di ispezionare i documenti sociali permette ai soci di godere anche del potere di promuovere l'azione di responsabilità, il cui presupposto è l'esistenza di un danno. La perdita della qualità di socio nel corso del giudizio di responsabilità contro l'amministratore determina l'improcedibilità dell'azione: come detto, infatti, con l'azione di responsabilità sociale, il socio non esercita diritti propri nel proprio interesse, bensì fa valere diritti risarcitori spettanti alla società, derivanti dalla violazione, da parte dell'organo gestorio, degli obblighi di corretta amministrazione assunti non verso il singolo socio, ma direttamente nei confronti dell'ente collettivo (Trib. Venezia, 23 giugno 2023, n. 1104; Trib. Roma, 29 settembre 2017). Anche la società è legittimata ad esercitare l'azione di responsabilità, previa deliberazione assembleare o, comunque, autorizzazione dei soci (ex multis, Trib. Milano, 18 luglio 2013). Mentre è pacifico che il singolo socio e il terzo abbiano la possibilità di esperire l'azione individuale laddove siano stati direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi degli amministratori, controverso è se, nel silenzio del legislatore, anche i creditori della società possano agire contro gli amministratori per il pregiudizio da questi recato al patrimonio della società (in senso favorevole, Trib. Roma, 17 dicembre 2008; in senso contrario, Trib. Milano, 27 febbraio 2008). Ovviamente, l'azione individuale del socio dell'amministratore di una società di capitali non può essere promossa nei casi in cui il danno lamentato costituisca il mero riflesso del pregiudizio subìto dal patrimonio sociale: l'art. 2395 c.c., infatti, impone che il singolo socio sia stato danneggiato direttamente dalla condotta colposa o dolosa dell'amministratore; il diritto alla conservazione dell'integrità patrimoniale spetta, invece, unicamente alla società (Trib. Roma 9 febbraio 2023, n. 2264). La rinuncia e la transazione all'azione Come anticipato,il potere di deliberare sia il promovimento dell'azione sociale di responsabilità, sia la rinuncia all'esercizio di tale azione, sia la transazione, spetta alla società esclusivamente all'assemblea dei soci spetta il diritto di porre in essere atti di rinunzia e transazione. È prevista, tuttavia, una forma di tutela della minoranza: da un lato, la decisione di rinunziare o transigere deve essere adottata con il voto favorevole dei due terzi del capitale sociale; dall'altro lato, è previsto un vero e proprio diritto di veto in favore dei soggetti che detengono il dieci per cento del capitale sociale. In ogni caso, la legge consente che le clausole statutarie possano modificare i quorum necessari per rinunce e transazioni o per l'esercizio del veto, salvo il conflitto tra l'autonomia statutaria e la tutela della minoranza nei casi in cui siano stabiliti quorum eccessivamente esigui. Secondo la giurisprudenza, la rinuncia o la transazione effettuate dal nuovo amministratore senza la preventiva delibera dell'assemblea dei soci deve ritenersi affetta da nullità assoluta e insanabile, deducibile da chiunque vi abbia interesse e rilevabile d'ufficio, posto che detta delibera costituisce il presupposto formale e inderogabile dell'espressione delle volontà della società, cui non sono ammessi equipollenti (Trib. Venezia, 5 giugno 2023, n. 971). Con riguardo alla transazione conclusa pro quota tra la società e solo alcuni dei convenuti, devono ritenersi applicabili i principi sanciti da Cass., Sez. Un., 30 dicembre n. 30174/2011, n. 30174, secondo cui il residuo debito gravante sugli altri debitori in solido è destinato a ridursi in misura corrispondente all'ammontare di quanto pagato dal condebitore che ha transatto solo se costui ha versato una somma pari o superiore alla sua quota ideale di debito; se invece il pagamento è stato inferiore alla quota che faceva idealmente capo al condebitore che ha raggiunto l'accordo transattivo, il debito residuo gravante sugli altri coobbligati deve essere ridotto in misura proporzionale alla quota che ha transatto (nella giurisprudenza di merito, App. Torino 4 marzo 2022, n. 244). |