Azione di responsabilità verso l'organo di controllo nelle s.p.a.

Linda Rizzi
aggiornato da Tania M. Tenuzzo

Inquadramento

Come gli amministratori, anche i sindaci, in base a quanto disposto dall'art. 2407 c.c., sono tenuti ad adempiere ai loro doveri con la diligenza e la professionalità richiesti dalla natura dell'incarico, parametri, questi, da valutare tenuto conto della situazione concreta della società in cui i sindaci esercitano la propria attività.

La responsabilità dei sindaci non è solamente civile, ma può assumere rilievo anche dal punto di vista penale, ex artt. 2621 e 2622 c.c., nel caso in cui abbiano dichiarato il falso nelle loro attestazioni. La Corte di Cassazione ha statuito che al fine di sottrarsi alle responsabilità civili e penali commisurate alla natura del loro ruolo, i sindaci devono ottemperare al dovere di controllo una vigilanza che è sia di natura sostanziale che formale (Cass. SU n. 6324/2020).

Essi sono anche tenuti a conservare il segreto sui fatti e sui documenti di cui hanno avuto conoscenza nel corso dello svolgimento dei propri compiti.

Nel caso in cui, per esempio, uno o più sindaci dovessero violare il segreto d'ufficio, l'obbligo di risarcimento del danno causato graverà solidalmente ed esclusivamente in capo al proprio organo di appartenenza. Tuttavia, molto più frequentemente, capita che il danno imputabile ai sindaci sia conseguenza diretta di un comportamento doloso o colposo degli amministratori, che l'organo sindacale avrebbe potuto o dovuto prevenire o impedire nell'espletamento della loro funzione di vigilanza.

Da ciò si ricava che i sindaci sono responsabili in solido con gli amministratori per i fatti o le omissioni di questi ultimi, laddove il danno non si sarebbe verificato se essi avessero svolto la propria funzione con la diligenza loro richiesta. Ciò costituisce il presupposto per la responsabilità dei sindaci: perché questa si traduca in un obbligo di risarcimento è necessario che sia fornita la prova che, oltre gli inadempimenti, siano presenti l'esistenza di: a) un danno patrimoniale; b) rapporto di causalità tra danno patrimoniale e insufficienza del controllo; c) evitabilità del danno in presenza di svolgimento diligente delle funzioni attribuite al collegio o comunque alla sua limitazione.

I sindaci rispondono in sede di responsabilità per un titolo diverso, ovvero per culpa in vigilando. Il diverso apporto causale tra i due organi e l'eventuale diverso grado di colpa rilevano solamente nei rapporti interni, al fine di determinare, in fase di regresso, il quantum del danno oggetto di risarcimento gravante su ciascuno.

La responsabilità, esclusiva o concorrente, dei sindaci si ha sia nei confronti della società, sia nei confronti dei creditori sociali.

Per il rinvio dell'art. 2407 c.c. si applicano le stesse norme previste in materia di responsabilità degli amministratori, laddove compatibili.

Formula

TRIBUNALE DI …

Sezione specializzata in materia di Impresa

ATTO DI CITAZIONE

* * *

Nell'interesse della società … (C.F. e P.I. … ), con sede legale in … , via … n. … , in persona del sig./dott. …, nella sua qualità di [legale rappresentante pro tempore/amministratore delegato etc.*, rappresentata e difesa, in forza di procura allegata al presente atto, dall'Avv. … (C.F. … ) del foro di … , ed elettivamente domiciliata presso lo Studio del difensore in … , via … , n. … , il quale dichiara di voler ricevere ogni comunicazione inerente al presente procedimento al numero di fax … e all'indirizzo di posta elettronica certificata …

Oggetto [inserire le parole chiave per individuare l’oggetto del giudizio]

* * *

FATTO

1.- Descrizione della società e, dal momento che la responsabilità dei sindaci può essere sia esclusiva sia concorrente, bisognerà procedere, nel primo caso, alla indicazione delle condotte oggetto di addebito nei confronti dei soli sindaci della … s.p.a., nel secondo caso, invece, all'esposizione delle condotte dannose poste in essere dagli amministratori e all'omesso, consequenziale controllo da parte dei sindaci.

2.- I più recenti accadimenti societari (cosa è accaduto a seguito delle condotte dannose sia attive, in caso, per esempio, di diffusione di un segreto di ufficio, che omissive, nel caso di omesso controllo, poste in essere dai sindaci).

DIRITTO

3.- La deliberazione assunta dall'assemblea per promuovere l'azione di responsabilità;

5.- La responsabilità dei sindaci (analisi della disciplina prevista dall'art. 2407 e dagli artt. 2393 e ss. c.c. /valutazione dei fatti concreti alla luce delle disposizioni codicistiche analizzate);

6.- Il danno subito dalla società  (e relativa quantificazione).

7- Conclusioni

Per tutto quanto premesso, la società … s.p.a., come sopra rappresentata e difesa,

CITA

In caso di responsabilità concorrente dei sindaci con gli amministratori

i signori amministratori:

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

nonché i signori sindaci:

- dott. … (c.f. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (c.f. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (c.f. … ), residente in … , via … , n. … ;

In caso di responsabilità esclusiva dei sindaci

i signori sindaci:

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

- dott. … (C.F. … ), residente in … , via … , n. … ;

a comparire dinanzi al Tribunale di … , Sezione Specializzata in materia di Impresa, all'udienza del giorno …, ore di rito, con invito a costituirsi in Cancelleria nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. ed a comparire alla detta udienza, dinanzi al Giudice che sarà designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., e che in difetto di costituzione si procederà in sua legittima contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria eccezione e deduzione, previa ogni opportuna declaratoria, in accoglimento all'opposizione formulata con il presente atto,

NEL MERITO:

In caso di responsabilità concorrente dei sindaci con gli amministratori

- accertare e dichiarare la responsabilità in solido tra loro, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2393 c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Consiglio di Amministrazione della … s.p.a. nonché, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2407 c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Collegio sindacale della … s.p.a.;

ovvero, in caso di responsabilità esclusiva dei sindaci

- accertare e dichiarare la responsabilità in solido tra loro, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2407 c.c., dei signori … , … , … , quali componenti del Collegio sindacale della … s.p.a.;

- per l'effetto della statuizione relativa al punto che precede, condannare gli odierni convenuti ivi menzionati – in via tra loro solidale – al risarcimento a favore della … s.p.a., danni il cui ammontare viene calcolato nella misura pari ad Euro … oltre interessi di legge e rivalutazione monetaria a far data dalla notifica del presente atto di citazione.

Con il favore delle spese e competenze del presente giudizio.

Si dichiara che il valore del presente procedimento è indeterminabile e, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro …, ossia l’importo raddoppiato rispetto all’importo dovuto per le cause ordinarie ai sensi dell’art. 13, comma 1-bis, D.P.R. n. 115/2002.

Si producono, unitamente alla procura, i seguenti documenti:

1) … ;

2) … ;

3) … ;

Luogo … , data …

Firma Avv. …

Commento

La responsabilità esclusiva dei sindaci

Secondo l'opinione dominante in dottrina e in giurisprudenza la responsabilità può derivare sia da atti dannosi a loro direttamente imputabili (responsabilità esclusiva), sia da atti compiuti dagli amministratori sui quali non abbiano vigilato in modo professionale e con la diligenza richiesta dalla natura del loro incarico (responsabilità concorrente).

Per quanto riguarda la responsabilità esclusiva dei sindaci, ad essa sono ricollegabili delle ipotesi limitate. In modo particolare, l'art. 2407 c.c. ne individua espressamente due:

- attestazione di fatti non veri;

- violazione del segreto d'ufficio.

In merito alla prima ipotesi, tra le attestazioni vanno ricomprese le relazioni annuali al bilancio ed ogni dichiarazione da loro effettuata, avente carattere interno o esterno, e che abbia per oggetto la situazione economica della società.

Alle due ipotesi succitate vanno poi ricollegate anche quelle situazioni nelle quali si configura un danno sconnesso da un preciso inadempimento dell'organo gestorio ma cagionato direttamente dal collegio o da uno o più dei suoi componenti. E' il caso, per esempio, dei danni derivanti da una gestione scorretta di funzioni amministrative ai sensi degli artt. 2386, comma 5, c.c. e 2385, comma 3, c.c. In queste circostanze la responsabilità dei sindaci è solidale.

La responsabilità solidale

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la responsabilità dei sindaci deriva direttamente dal compimento di atti dannosi da parte degli amministratori, artefici di comportamenti dolosi o colposi che i sindaci avrebbero potuto o dovuto impedire o prevenire, espletando la loro funzione di vigilanza.

In questo caso si parla di responsabilità dei sindaci concorrente con quella degli amministratori, la quale presuppone il sussistere dei seguenti presupposti:

a) gli amministratori devono avere posto in essere un comportamento illecito;

b) dal comportamento illecito deve essere derivato un danno;

c) i sindaci, violando le norme di controllo imposte a loro carico, non hanno vigilato con diligenza ed in modo professionale;

d) deve sussistere una relazione di causa-effetto tra la mancata vigilanza dei sindaci/il loro comportamento negligente e il danno verificatosi.

A tali requisiti, riconosciuti anche dalla dottrina, si aggiunge un'elaborazione giurisprudenziale, secondo cui, ai fini della configurabilità del dovere di vigilanza imposto ai sindaci, non è necessario che vengano individuati specifici comportamenti dell'organo sindacale in contrasto con i loro doveri di vigilanza e di controllo, essendo sufficiente che i componenti dell'organo non abbiano individuato macroscopiche violazioni o, comunque, non abbiano reagito davanti ad atti di dubbia legittimità e regolarità (ex multis, Cass. n. 13518/2014, Cass. n. 28357/2020). Sempre la giurisprudenza ritiene che i sindaci, una volta rilevati comportamenti illeciti da parte degli amministratori, debbano rispondere del danno cagionato al patrimonio sociale non soltanto quando non adottino strumenti di reazione loro forniti dall'ordinamento, bensì anche quando non ne facciano esplicito riferimento nella relazione del bilancio d'esercizio (cfr. Trib. di Milano, 10 settembre 2015).

La natura della responsabilità concorrente

L'opinione prevalente, sia in dottrina che in giurisprudenza, ritiene che la responsabilità dei sindaci, anche se concorrente con quella degli amministratori, non possa essere considerata quale responsabilità indiretta, bensì come responsabilità per fatto proprio, derivante dalla violazione del loro dovere di vigilare in modo diligente sull'operato degli amministratori: è la c.d. culpa in vigilando ossia se il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica.

In questi casi, la responsabilità dei sindaci è solidale con quella dell'organo amministrativo.

La responsabilità dei sindaci e dei revisori alla luce delle modifiche apportate dal Codice della Crisi

L'art. 375, primo articolo della Parte II del Codice della Crisi, rubricato “Assetti organizzativi dell'impresa” ed entrato in vigore il 16 marzo 2019, ha modificato l'art. 2086 cod. civ., attuando le disposizioni della L. 19 ottobre 2017, n. 155.

In particolare è stata modificata la rubrica della disposizione codicistica appena richiamata in “Gestione dell'impresa”, ed è stato inserito un secondo comma, in forza del quale “l'imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell'impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell'impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l'adozione e l'attuazione di uno degli strumenti previsti dall'ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

La locuzione “assetto organizzativo, amministrativo e contabile” (introdotta nel codice civile dalla riforma societaria del 2003), viene quindi posta a fondamento dell'intero sistema della c.d. “allerta” e conduce necessariamente a valorizzare le funzioni degli organi di controllo, che potrebbero essere in grado di percepire con priorità i segnali della crisi.

L'art. 25-octies del Codice della Crisi prevede a carico  degli organi di controllo, del revisore contabile e della società di revisione l'obbligo di verificare che l'organo amministrativo valuti costantemente, assumendo le conseguenti idonee iniziative, se l'assetto organizzativo dell'impresa è adeguato, se sussiste l'equilibrio economico finanziario e quale è il prevedibile andamento della gestione, in modo tale da avere una visione chiara quanto più possibile in maniera anticipata circa l'emersione della crisi (Cass. n. 16276/2022);

A carico del solo organo di controllo societario (e non anche nel revisore contabile e nella società di revisione) l'obbligo di segnalare immediatamente allo stesso organo amministrativo l'esistenza di fondati indizi della crisi (c.d. allerta interna) e di verificare la sussistenza dei presupposti per la presentazione dell'istanza di cui all'art. 17 CCII, ossia la verifica della condizione di squilibrio che rende probabile la crisi tramite l'analisi della situazione patrimoniale o economica-finanziaria e la ragionevole perseguibilità del risanamento dell'impresa.

La segnalazione deve essere comunicata per iscritto, motivata ed esplicita delle ragioni della segnalazione, unitamente all'esposizione del percorso logico compiuto dall'organo di controllo all'esito delle verifiche e le eventuali segnalazioni ricevute dai creditori qualificati.

Il secondo comma della norma in esame stabilisce che la tempestiva segnalazione di cui al primo comma e la costante attività di vigilanza sull'andamento delle trattative, rappresentano circostanze che devono essere valutate ai fini della responsabilità dell'organo di controllo (tramite l'analisi del singolo comportamento e la verifica che lo stesso sia conforme a quanto richiesto dalla normativa).

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