Atto costitutivo di s.n.c. con conferimento di farmaciaInquadramentoL'attenzione riservata alle “attività professionali” come possibile oggetto d'attività d'impresa (collettiva) non è certo una novità, ancorchè non sia questa la sede per ripercorrere il lungo solco dell'evoluzione del sofferto rapporto tra attività sociale ed attività professionale. Qui appare necessario muovere ogni considerazione, per quanto sintetica, dalla asimmetria determinata dalle disposizioni del codice civile in materia di prestazione d'opera intellettuale (in particolare quella protetta dall'iscrizione in appositi Albi) (art. 2229 c.c.), ovvero avuto riguardo all'esigenza connessa alla “personalità” dell'esecuzione dell'opera (art. 2232 c.c.), ed al limitato riconoscimento della circostanza per cui solo se “l'esercizio della professione costituisce elemento di un'attività organizzata in forma d'impresa si applicano le norme del titolo II” (ossia gli artt. 2082 e ss.) (così l'articolo 2238 c.c.) e l'abrogazione del divieto dell'articolo 2 l. n. 1815\1939, cit. (con rinvio al regolamento mai attuato), abbia subito un'incisiva evoluzione in ragione delle nuove disposizioni “di liberalizzazione” a cominciare dalla l. n. 248/2006. Quest'ultima in particolare non risolveva del tutto il problema della propria idoneità a fare tabula rasa, oltre che di tutti i divieti incompatibili con la proposizione che lì si assumeva a precetto normativo, anche di tutte le altre norme che lungi dal porsi come divieti costituivano l'archetipo normativo di una nuova disciplina. D'altra parte poteva essere più verosimile che essa esprimesse il principio (peraltro non nuovo) dell'esigenza di dare corso all'interdisciplinarietà come possibile oggetto delle attività sociali delle società tra professionisti. In tale contesto le novità portate dalla l. n. 248/2006 finivano per convergere sulla riconosciuta inclinazione di quella normativa a distinguere tra attività professionale protetta e non protetta, potendosi sostenere che solo per la seconda – in quel quadro normativo – sarebbe valso il principio della libera scelta dell'assoggettarsi alla disciplina degli articoli 2229 e ss. o degli articoli 2247 e ss. cc. L'attività professionale non protetta, infatti, svincolata dalla limitazione derivante da iscrizioni ad albi appariva in forte predicato di attenuazione del principio della personalità dell'esecuzione della prestazione di cui all'articolo 2232 c.c. Dopo quel primo impatto normativo il più celebre art. 10 della legge di stabilità per il 2012 (l. n. 183/2011) ed in particolare del suo terzo comma con cui si introduceva definitivamente la possibilità dell'esercizio societario delle attività professionali (le cd. “S.t.P.” - società tra professionisti). FormulaRepertorio N. .... Raccolta N. .... ATTO COSTITUTIVO DI SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO CON CONFERIMENTO DI FARMACIA REPUBBLICA ITALIANA L'anno ....il mese ....il giorno .... In .... nel mio studio in .... Avanti a me dottor ...., notaio iscritto al Collegio Notarile di ...., con sede in ...., SONO PRESENTI I SIGG.RI .... Detti comparenti, della cui identità personale io notaio sono certo, convengono e stipulano quanto segue: PREMESSO - che i Sigg.ri .... dichiarano di essere entrambi farmacisti in possesso dell'idoneità di cui all'art. 12 della Legge del 2 aprile 1968 n. 475 e successive modificazioni [1] ; - che il Dott. .... è titolare della Farmacia denominata “FARMACIA DOTT. .... .... “ corrente in ...., in pianta organica delle Farmacie di detto Comune, iscritta al Registro delle Imprese di Piacenza con il n. - che al fine del conferimento di cui infra è stata predisposta la situazione patrimoniale provvisoria dell'impresa individuale alla data del ...., situazione patrimoniale che i comparenti dichiarano essere stata redatta sulla base delle scritture contabili dell'azienda, dei valori risultanti da esse e che, debitamente sottoscritta dalle parti, si allega al presente atto sotto la lettera “A”. Tutto ciò premesso dichiarato ed allegato i comparenti convengono e stipulano quanto segue: 1) È costituita tra i comparenti .... una società in nome collettivo sotto la ragione sociale: “FARMACIA Dott. ....& C. S.N.C.”. 2) La società ha per oggetto esclusivo la gestione di una farmacia privata sita in ed afferente la sede farmaceutica unica della pianta organica del Comune di .... La società, sempre nell'ambito dell'oggetto sociale esclusivo, potrà acquisire la titolarità di altre farmacie, nell'ambito dei limiti numerici e territoriali consentiti dalle disposizioni tempo per tempo vigenti. Potrà altresì assumere oltre alla gestione di farmacie pubbliche o private, anche quella di altre strutture di vendita al pubblico di prodotti farmaceutici, parafarmaceutici e salutari, se e nella misura in cui ciò sia consentito dalle norme tempo per tempo vigenti. Potrà del pari svolgere ogni altra attività nella distribuzione del farmaco, se e nella misura in cui ciò sia consentito dalle norme tempo per tempo vigenti e nel rispetto delle prescrizioni, dei limiti e dei vincoli tempo per tempo posti da dette norme. 3) La società ha sede in Comune di ...., presso i locali della Farmacia, attualmente ubicati in L'indirizzo può essere modificato nell'ambito del territorio comunale nelle forme previste dai patti sociali, senza che ciò ne comporti modifica. 4) Il capitale sociale è determinato in euro .... e viene così sottoscritto e liberato: - da .... per nominali euro .... - da .... per nominali euro .... 5) A liberazione della propria quota di capitale sociale, .... conferisce, anche ai fini di cui alle vigenti disposizioni del T.U.I.R. n. 917/86 l'azienda composta dal complesso di beni organizzati per l'attività farmaceutica denominata “FARMACIA Dott. ....”, di cui in premessa e comprensiva dei seguenti elementi: a) il diritto di esercizio della farmacia, come pure di ogni eventuale dispensario, farmacia succursale, armadio farmaceutico e quant'altro spettante in forza di giusti e legittimi titoli; b) l'azienda commerciale connessa a tale diritto di esercizio, secondo le previsioni di cui alla L. n. 475/68, inclusi il diritto a denominazione, ditta ed insegna. All'uopo è rilasciato ogni e più ampio consenso alla voltura di ogni concessione, licenza, e\o autorizzazione, comunque denominati, per la vendita dei prodotti connessi, complementari e per ogni altra attività attualmente svolta dalla farmacia; c) beni mobili ed attrezzature, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano attualmente; d) tutti i crediti e gli altri cespiti; f) tutti i contratti in corso purchè relativi all'esercizio della farmacia; g) tutti i debiti esistenti con l'eccezione di ...., che restano ad esclusivo carico del conferente; h) tutti i beni mobili registrati tra cui in particolare: ....; j) ogni altro diritto, e\o rapporto giuridico, materiale, immateriale, comunque connesso all'attività della farmacia e/o all'azienda a questa afferente. Il conferimento è fatto ed accettato con il trasferimento in capo alla società conferitaria dei beni costituenti il complesso aziendale come sopra descritti, nello stato di fatto e di diritto in cui attualmente si trovano, con le relative azioni e ragioni, subentrando la società avente causa nella titolarità, possesso e godimento di tutti i diritti ed obblighi, interessi legittimi ed aspettative di spettanza dell'azienda conferita, compresi eventuali crediti ed aspettative di credito nei confronti di chiunque succedendo la società avente causa in stato e luogo del conferente, e assumendo a proprio carico oneri e debiti, responsabilità, passività, ratei e risconti, minusvalenze di ogni genere che emergano o maturino dopo la data di efficacia del conferimento, ivi inclusi, quindi, quelli relativi alla gestione precedente a tale data. Il conferente garantisce che la farmacia è fornita di tutte le sostanze, accessori e quanto altro prescritto dalla farmacopea ufficiale. Il valore e la consistenza patrimoniale dell'azienda conferita sono dai comparenti accertati, con riferimento alla data del ...., quindi in base alla situazione patrimoniale come sopra allegata. Gli effetti del conferimento della farmacia decorrono dal giorno .... La consegna della farmacia e gli effetti utili ed onerosi del trasferimento, come pure il trasferimento di debiti e crediti dell'azienda, decorreranno tuttavia dal primo giorno del mese successivo alla data di notifica del provvedimento di riconoscimento dell'Autorità Sanitaria. Entro 180 gg. (centottanta giorni) dalla data di notifica del provvedimento di riconoscimento dell'Autorità Sanitaria verrà redatto l'inventario delle attività e delle passività, sopra elencate, afferenti l'azienda oggetto di conferimento, ai fini dell'iscrizione dei relativi valori, in regime di continuità fiscale ed “a saldi aperti”, nella contabilità della società conferitaria, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 176, comma primo, del T.U.I.R. n. 917/86. Le parti si riservano di effettuare, in tale sede, una analitica revisione e valutazione delle poste costituenti il complesso aziendale con i relativi elementi materiali ed immateriali. L'eventuale mutamento della consistenza patrimoniale dell'azienda conferita, risultante dalla predetta redigenda situazione patrimoniale, eventualmente intervenuta rispetto alle risultanze della situazione patrimoniale allegata al presente atto per effetto dell'attività di gestione della farmacia, per sopravvenienze attive o passive, o per effetto della anzidetta revisione delle poste contabili aziendali, produrrà corrispondenti variazioni di pari importo e segno contabile, nella riserva da conferimento che si formerà per effetto del presente conferimento. Ove dalla situazione patrimoniale definitiva così redatta dovessero emergere valori superiori a quelli fiscalmente riconosciuti in capo alla conferente, le parti provvederanno a redigere l'apposito prospetto di riconciliazione di cui all'articolo 176 comma primo, del T.U.I.R. n. 917/86, fermo restando che la conferente assumerà quale valore della partecipazione ricevuta l'ultimo costo fiscale riconosciuto dell'azienda conferita. La società conferitaria si riserva sin d'ora di avvalersi dell'opzione prevista dall'art. 176, comma 2-ter, del T.U.I.R. n. 917/86 esercitando il relativo diritto entro il termine ivi previsto. L'efficacia del suesteso conferimento è condizionata sospensivamente all'avvenuto riconoscimento del trasferimento del diritto di esercizio della farmacia e dell'azienda commerciale a questa connessa in favore della società avente causa da parte della competente Autorità Amministrativa ai sensi della L. 475\68. L'attivazione della società al Registro delle Imprese è regolata dalle disposizioni del codice civile e delle leggi speciali, ma rimane subordinata al verificarsi della condizione sospensiva di cui sopra e cioè all'avvenuto riconoscimento amministrativo del trasferimento del diritto di esercizio della farmacia e dell'azienda commerciale a questo connessa in favore della società, a sensi ancora della legge n. 475/1968. A tale momento un legale rappresentante della società ne richiederà l'attivazione depositando copia del provvedimento autorizzativo. 6) A liberazione della propria quota di capitale sociale .... conferisce .... 7) Gli esercizi sociali si chiudono al 31 dicembre di ogni anno. Il primo esercizio sociale si chiuderà il 31 (trentuno) dicembre .... 8) La direzione tecnico-professionale della Farmacia è affidata di comune accordo al comparente dottor .... La revoca dell'incarico con contestuale affidamento della direzione non costituisce modifica del contratto sociale. Le spese del presente atto e conseguenti tutte sono a carico della società. [1]Oggi non è più necessario che tutti lo siano, vedi infra il commento. CommentoSocietà e professione medica e\o farmaceutica Un altro settore in cui ben presto il legislatore ebbe chiara la necessità di considerare in qualche modo possibile l'inserimento di una professione protetta nel più ampio contesto di un'attività d'impresa fu quello medico e farmaceutico. Va preliminarmente segnalato che l'esercizio della professione medica nel suo complesso rapporto con l'attività d'impresa è stato, talora, oggetto di vivaci dibattiti: si ricordi, solo a titolo esemplificativo, che la Corte di Cassazione a sezioni (penali) riunite ha sancito che “L'art. 2 l. 23 novembre 1939 n. 1815, che vieta alle società di fornire alcune specifiche prestazioni professionali, non può trovare applicazione fuori dei casi tassativamente indicati, tra quali non rientrano le prestazioni sanitarie. Non può pertanto ritenersi precluso l'esercizio in forma societaria di gabinetti di analisi chimico-cliniche e biologiche”. È opportuno, anche, segnalare, più in generale, che la legge 132 del 1968 all'articolo 1 introduceva la nozione giuridica di “casa di cura privata” assoggettandole alla vigilanza del Ministero della Sanità (oggi della Salute) e che, nel contesto indicato, il d.P.C.M. del 27 giugno 1986 in Gazz. Uff. 4\7\86 n. ro 153 (noto come atto di indirizzo e coordinamento dell'attività amministrativa delle regioni in materia di requisiti delle case di cura private) ha stabilito che “agli effetti del presente atto ....sono case di cura gli stabilimenti sanitari gestiti da privati, persone fisiche o giuridiche che provvedono al ricovero ed eventualmente all'assistenza sanitaria ambulatoriale e in regime di degenza diurna cittadini italiani e stranieri a fini di diagnosi, cura e riabilitazione”. Dunque non può certo disattendersi il dato normativo che consente a società di capitali e cooperative la “gestione” della casa di cura, ossia la gestione di un ente che provvede a diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti, e dunque abilita queste società, sostanzialmente, all'esercizio della professione medica, peraltro in un contesto in cui il medico in realtà è considerato “una componente del personale della casa di cura” (cfr. art. 29 e ss. citato decreto). La normativa in parola, tuttavia, consente di esaminare la questione, anche da un diverso angolo visuale: la casa di cura rappresenta sempre un'ipotesi in cui l'esercizio dell'attività professionale si inserisce in un complesso di servizi più vasto che va dal trasporto per assistenza sanitaria, al servizio infermieristico, alla gestione dei posti letto e più in generale al ricovero ed alle forniture del servizio cucina e lavanderia a quello di disinfezione, disinfestazione, al servizio mortuario a quello farmaceutico o di assistenza psicologica, e religiosa. In particolare la disciplina delle farmacie Analogamente a quanto testè esaminato per le case di cura, la legislazione speciale ha ammesso che “società di persone” e “società cooperative” possano “gestire” farmacie (articolo 7, l. n. 362/1991) a condizione che la “gestione della farmacia” sia l'oggetto esclusivo della società e che soci siano farmacisti iscritti all'albo. E, fermo restando che ciascun farmacista possa partecipare ad una sola società. Solo per completezza, appare opportuno segnalare, in materia, che il testo unico sull'ordinamento degli enti locali (d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267) ha integrato la previgente disciplina in materia di farmacie cd. “pubbliche” di cui alla legge 2 aprile 1968 n. 475. In quest'ultima, infatti, si prevedeva che i Comuni potessero assumere la gestione di farmacie a certe condizioni anche “a mezzo di società di capitali costituite tra il comune ed i farmacisti che, al momento di costituzione della società, prestino servizio presso le farmacie di cui il comune abbia titolarità”. Di seguito al citato d.lgs. 267 le società che hanno ad oggetto l'esercizio della “professione del farmacista” possono essere: - s.p.a. o s.r.l. quando il capitale e per la maggioranza del comune o dell'ente pubblico titolare del pubblico servizio (azienda sanitaria locale) (art. 113); - solo s.p.a. se la partecipazione pubblica non sia di maggioranza. In tal caso, peraltro, la scelta del socio privato deve essere eseguita con procedura di evidenza pubblica e l'atto costitutivo deve prevedere l'obbligo (ed il diritto) dell'ente pubblico di provvedere alla nomina di uno o più amministratori e sindaci (art. 116). Semmai, attualmente, ossia dopo la l. n. 248\2006 (di conversione del cd. decreto Bersani) vale rivisitare la nozione di oggetto sociale ed attività della professione di farmacista nella prospettiva dell'articolo 5 del decreto che recita tra l'altro che: “Gli esercizi commerciali di cui all'articolo 4, comma 1, lettere d), e) e f), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione, di cui all'articolo 9-bis del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, e di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica, secondo le modalità previste dal presente articolo. È abrogata ogni norma incompatibile. La vendita di cui al comma 1 è consentita durante l'orario di apertura dell'esercizio commerciale e deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine. Sono, comunque, vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sotto costo aventi ad oggetto farmaci ....” Ne consegue che legittimamente potrà inserirsi in uno statuto di società, quale che sia, che svolga l'attività di commercio di prodotti secondo quanto precisato, la “vendita dei farmaci da banco e di tutti i farmaci e prodotti non soggetti a prescrizione medica”. Al di là di ogni altra considerazione anche qui ragioni di opportunità inducono a ritenere quanto meno opportuno l'inserimento nello statuto della precisazione concernente la circostanza per cui “La vendita dei detti farmaci è consentita durante l'orario di apertura dell'esercizio commerciale e deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine.” Completa il quadro all'esame la notazione per cui il commercio all'ingrosso di farmaci non conosceva particolari limitazioni e si riteneva possibile oggetto di società lucrative di ogni tipo, e che oggi v'è obbligo di chi commercia all'ingrosso farmaci di detenere almeno il 90 per cento delle specialità in commercio, precisandosi che tale obbligo “ non si applica ai medicinali non ammessi a rimborso da parte del servizio sanitario nazionale, fatta salva la possibilità del rivenditore al dettaglio di rifornirsi presso altro grossista”. Nel contesto al vaglio vale ricordare che la “distribuzione all'ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia sono tra loro incompatibili se svolte dal medesimo soggetto imprenditoriale”. Dunque la disciplina dell'esercizio dell'attività di farmacista è quella in cui “più compiutamente la normativa mostra di aver “seguito” l'evoluzione della figura del professionista in imprenditore” ( Testa, Gli oggetti sociali negli atti delle società, Milano, 2016) dovendosi probabilmente ciò ricondurre alla circostanza per cui l'attività della farmacia si qualifica principalmente “come attività di vendita al dettaglio di prodotti medicinali, medicali, di erboristeria ed omeopatia, veterinari e para farmaceutici, sia realizzati da terzi, sia realizzati direttamente dal farmacista ....”. (Testa, op. loc. ult., cit.). È agevole, infatti, al riguardo ricordare che la l. n. 475\1968 rappresentò un prima autentica assimilazione dell'attività di farmacia a quella imprenditoriale declinando la possibilità di trasferire l'attività stessa in uno alla connessa autorizzazione amministrativa. Dal 1991 (cfr. l. n. 368\1991) è stato possibile distinguere la gestione delle farmacie private da quelle cd. “comunali”. Come già anticipato la gestione di farmacie private era riservata oltre che a farmacisti persone fisiche anche a Società di persone o Società cooperative a r.l. In particolare quanto alle società era necessario che esse avessero quale oggetto esclusivo l'attività di esercizio della farmacia e, la partecipazione sociale era possibile ai soli farmacisti iscritti all'Ordine della provincia in cui la società aveva sede, fermo restando che la società poteva essere titolare di una sola farmacia nell'ambito territoriale della provincia oltre al non trascurabile dettaglio per cui ogni socio farmacista poteva partecipare ad una sola società di tal genere. Con il più volte citato d.l. n. 223/2006, convertito con l. n. 248/2006, oltre ad essere stato introdotto il già esaminato articolo 5 (per i farmaci da banco ed automedicazione) sono stati eliminati rispetto alla disciplina vigente dal 1991 sia la limitazione territoriale relativa ai soci nel senso che possono essere soci di una società di gestione di farmacia anche iscritto ad ordine appartenente a provincia diversa da quella competente nel luogo in cui la società ha sede sia la limitazione numerica della partecipazione a società di gestione di farmacia (che venne elevato da uno a quattro). Quanto invece alle farmacie comunali, la normativa è di fatto meno vincolante potendo i farmacisti destinati a prestare servizio nelle dette farmacie stipulare società di capitale con il Comune (art. 10 l. n. 362/1991). Va ulteriormente segnalato che i commi 157 e ss. dell'art. unico della l. 4 agosto 2017, n. 124 hanno introdotto alcune novità al sistema di cui alla l. n. 362\1991 e l. n. 475\1968, le cui principali novità possono così sintetizzarsi: a) è oggi possibile che società di capitali siano soci di società di gestione di farmacie; b) è oggi possibile che soci delle medesime società siano anche soggetti diversi da farmacisti iscritti all'albo in possesso del requisito dell'idoneità previsto dall'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 e successive modificazioni restando tuttavia essenziale la direzione sia affidata ad un farmacista in possesso dell'idoneità; c) risulta modificato il regime e la disciplina delle incompatibilità oggi concentrate su “qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e informazione scientifica del farmaco, nonché con l'esercizio della professione medica” (art. 7 comma 2 l. n. 362\1991); d) è venuto anche meno il limite quantitativo – quello delle quattro società – per la titolarità di più farmacie nella stessa provincia sostituito dalla previsione, in forza della quale i soggetti titolari della farmacia possono controllare, direttamente o indirettamente, ai sensi degli articoli 2359 e ss. non più del 20 % delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma. Va anche ricordato che secondo una prima interpretazione applicativa è anche possibile dopo il detto intervento normativo costituire società per la gestione di farmacie private nella forma di società unipersonali (cfr. Studio CNN 75/2018-I, Guida, Ruotolo, Boggiali, Le società per la gestione delle farmacie private). Infine giova ricordare che la nuova disposizione di cui all'art. 8, comma 2, l. 362/1991, estende “anche alle variazioni della compagine sociale l'obbligo – già previsto per lo statuto della società e per le sue modificazioni – di comunicazione nei 60 gg. alla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani nonché all'assessore alla sanità della competente regione o provincia autonoma, all'ordine provinciale dei farmacisti e all'azienda sanitaria locale competente per territorio” (Studio CNN, op. loc. ult. cit. Qui di seguito il nuovo testo degli artt. 7 ed 8 l. n. 362\1991 recanti le modifiche sopra sintetizzate). |