Clausola di oggetto sociale di s.r.l. di engeenering

Giuseppe Trimarchi

Inquadramento

L'attenzione riservata alle "attività professionali" come possibile oggetto d'attività d'impresa (collettiva) non è certo una novità, ancorchè non sia questa la sede per ripercorrere il lungo solco dell'evoluzione del sofferto rapporto tra attività sociale ed attività professionale.

Qui appare necessario muovere ogni considerazione, per quanto sintetica, dalla asimmetria determinata dalle disposizioni del codice civile in materia di prestazione d'opera intellettuale (in particolare quella protetta dall'iscrizione in appositi Albi) (art. 2229 c.c.), ovvero avuto riguardo all'esigenza connessa alla "personalità" dell'esecuzione dell'opera (art. 2232 c.c.), ed al limitato riconoscimento della circostanza per cui solo se "l'esercizio della professione costituisce elemento di un'attività organizzata in forma d'impresa si applicano le norme del titolo II" (ossia gli artt. 2082 e ss.) (così l'articolo 2238 c.c.) e l'abrogazione del divieto dell'articolo 2 L. 1815\39 cit. (con rinvio al regolamento mai attuato), abbia subito un'incisiva evoluzione in ragione delle nuove disposizioni "di liberalizzazione" a cominciare dalla l. 248 del 2006. Quest'ultima in particolare non risolveva del tutto il problema della propria idoneità a fare tabula rasa, oltre che di tutti i divieti incompatibili con la proposizione che lì si assumeva a precetto normativo, anche di tutte le altre norme che lungi dal porsi come divieti costituivano l'archetipo normativo di una nuova disciplina. D'altra parte poteva essere più verosimile che essa esprimesse il principio (peraltro non nuovo) dell'esigenza di dare corso all'interdisciplinarietà come possibile oggetto delle attività sociali delle società tra professionisti. In tale contesto le novità portate dalla l. 248 finivano per convergere sulla riconosciuta inclinazione di quella normativa a distinguere tra attività professionale protetta e non protetta, potendosi sostenere che solo per la seconda – in quel quadro normativo – sarebbe valso il principio della libera scelta dell'assoggettarsi alla disciplina degli articoli 2229 e ss. o degli articoli 2247 e ss. cc. L'attività professionale non protetta, infatti, svincolata dalla limitazione derivante da iscrizioni ad albi appariva in forte predicato di attenuazione del principio della personalità dell'esecuzione della prestazione di cui all'articolo 2232 c.c.. Dopo quel primo impatto normativo il più celebre art. 10 della legge di stabilità per il 2012 (l. 183/2011) ed in particolare del suo terzo comma con cui si introduceva definitivamente la possibilità dell'esercizio societario delle attività professionali (le cd. “stp” - società tra professionisti).

Formula

CLAUSOLA DI OGGETTO SOCIALE DI UNA S.R.L. DI ENGEENERING

La società ha per oggetto sociale:

- lavori di ingegneria civile, valorizzazione e vendita immobiliare, compravendita e locazione di beni immobili, studi di ingegneria e servizi di ingegneria integrata;

- l'esecuzione di studi di fattibilità, ricerche, consulenze, progettazioni o direzioni dei lavori, valutazioni di congruità tecnico-economica o studi di impatto ambientale, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, nei limiti e con l'osservanza di cui alla l. 18/11/98 n.415 ed alla l. 01/08/02 n.166; potrà, altresì compiere ogni operazione finanziaria comunque connessa all'attività sopra indicata, con tassativa esclusione di raccolta di risparmio tra il pubblico sotto qualsiasi forma e comunque costituito, oltre che delle attività finanziarie e fiduciarie di cui al Testo Unico Bancario e Testo Unico Finanza.

La società potrà compiere tutte le operazioni utili e opportune per il conseguimento dell'oggetto sociale, ivi comprese le prestazioni di garanzia reali o personali anche a favore di terzi.

Commento

La circostanza secondo cui l'attività professionale possa inserirsi nel più complesso ciclo economico di un'attività d'impresa così come evocato dall'articolo 2238 c.c. è stata integralmente recepita dal legislatore a proposito delle cosiddette società d'engeenering. Con l. 2 giugno 1995 n. 216 s'è stabilito infatti che la redazione del progetto preliminare, definitivo ed esecutivo o di parti di esso, nonchè lo svolgimento di attività tecnico-amministrative connesse alla progettazione, in caso di carenza di organico di personale tecnico nelle amministrazioni e negli enti aggiudicatori, accertata e certificata dal legale rappresentante dell'amministrazione, possono essere affidati a liberi professionisti, singoli, associati o raggruppati temporaneamente, ovvero a società di ingegneria.

La legge, peraltro ha precisato che per “società di ingegneria si devono intendere le società costituite nelle forme di cui ai capi V, VI e VII del titolo V e al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile che eseguono studi di fattibilità, ricerche, consulenze, progettazioni, direzioni dei lavori, valutazioni di congruità tecnico-economica, studi di impatto ambientale. A tali società non si applica il divieto previsto dall'articolo 2 della legge 23 novembre 1939, n.1815.

I requisiti organizzativi, professionali e tecnici delle società di ingegneria sono individuati nel regolamento di cui all'articolo 3, fermo il principio che l'attività di progettazione ed i singoli progetti devono essere eseguiti da uno o più professionisti iscritti negli appositi albi nominativamente indicati e personalmente responsabili.

La disciplina in questione muove dalla considerazione già rilevata in giurisprudenza secondo cui, in realtà, le società d'ingegneria si propongono d'offrire al mercato un “prodotto” assai più complesso di quanto non sia in sé considerato quello tradizionalmente riconnesso all'esecuzione d'opera intellettuale dell'ingegnere e\o dell'architetto (si pensi al classico progetto).

In esse, in altri termini, è dato rinvenire il preponderante rilievo della complessa attività che l'engineer predispone al cliente (quale già si mostra dal comma settimo dell'articolo 5 sexies legge citata) e che più ampiamente può - in termini di oggetto sociale - oramai pacificamente ricondursi, tra l'altro, ai settori di: “studi di mercato, piani finanziari e programmazione dei costi, studi d'investimento e di fattibilità, analisi dei siti e ricerche per le materie prime, analisi e sviluppo delle problematiche ambientali, e legate al dispendio ed al risparmio energetico, analisi dell'impatto ambientale, calcoli per strutture e sistemi, prove su modelli anche in scala, project management e finance, elaborazione di programmi di gestione, controllo e didattici”. Il tutto, pacificamente, anche al di fuori dell'esecuzione di lavori pubblici.

E ciò fino a ritenere compatibile con l'oggetto sociale di queste società tanto il consulting engineering quanto il commercial engineering.

Con la prima formula si suole ammettere che l'attività d'engineering consista e comprenda quanto finora precisato (insomma dagli studi preliminari e dai servizi connessi all'elaborazione del progetto vera e propria, alla supervisione e direzione dell'opera progettata).

Nell'oggetto del commercial engineering è dato riscontrare, altresì anche l'esecuzione del progetto (clef en main), e finanche nel fornire i servizi di collaudo ed avviamento iniziale dell'opera commessa, progettata ed eseguita (clef sur porte).

In altri termini si ritiene ammissibile che le società d'ingegneria abbiano ad oggetto una complessa prestazione di servizi che precedano e\o siano contestuali alla progettazione tradizionalmente intesa (secondo l'elencazione esemplificativa su proposta) e che, per di più possano occuparsi (anche) della supervisione o direzione dell'esecuzione dell'opera “progettata” (consulting) fino ad arrivare all'esecuzione dell'opera medesima (analogamente insomma ad un'impresa di costruzione, ed in tal caso si parla di commercial engineering). In tali ultime ipotesi l'oggetto sociale o provvede “semplicemente” anche al collaudo ed alla consegna dell'opera (con il cd. pacchetto chiavi in mano), o si spinge fino a programmare l'assistenza da parte della società alla fase iniziale dell'utilizzazione dell'opera medesima da parte del cliente (pacchetto chiavi sulla porta).

Giova ricordare nella condivisa ampiezza dell'enunciato oggetto sociale che tra i requisiti delle società d'ingegneria il legislatore ha stabilito che esse “sono tenute a disporre di un direttore tecnico, con funzioni di collaborazione alla definizione degli indirizzi strategici della società e di collaborazione e controllo sulle prestazioni svolte dai tecnici incaricati delle progettazioni, che sia ingegnere o architetto o laureato in una disciplina tecnica attinente all'attività prevalente svolta dalla società, abilitato all'esercizio della professione da almeno 10 anni nonchè iscritto, al momento dell'assunzione dell'incarico, al relativo albo professionale previsto dai vigenti ordinamenti ovvero abilitato all'esercizio della professione secondo le norme dei paesi dell'Unione Europea cui appartiene il soggetto”.

A questo riguardo non può tacersi che il consiglio di amministrazione pare obbligato alla consultazione formale del direttore tecnico ogni qualvolta debbano definirsi gli indirizzi dell'attività di progettazione (articolo 53 cit. comma 2). La disposizione in commento più che rilevare, in questa sede, per l'evidente traccia del richiamo alla personalità della prestazione che emerge con prepotente evidenza nella paventata necessità che l'indirizzo dell'attività di progettazione sia ricondotto ad “professionista” più che essere il prodotto delle scelte gestionali dell'organo avente la responsabilità della gestione dell'attività d'impresa, risalta nella pratica operativa per l'evidente “limite” posto al potere di amministrazione dell'organo ultimo detto.

Ciò che rende quanto meno opportuna la scelta di inserire negli statuti delle società cd. d'ingegneria la disposizione sulla presenza del “direttore tecnico” e sulle sue caratteristiche, ed inoltre sulla circostanza per cui lo stesso deve essere "formalmente consultato dall'organo di amministrazione della società ogni qualvolta vengono definiti gli indirizzi relativi all'attività di progettazione, si decidono le partecipazioni a gare per affidamento di incarichi o a concorsi di idee o di progettazione, e comunque si quando si trattano in generale questioni relative allo svolgimento di studi di fattibilità, ricerche, consulenze, progettazioni, direzioni dei lavori, valutazioni di congruità tecnico -economica e studi di impatto ambientale".

Inoltre sembra ammissibile una società di ingegneria costituita in forma di società a responsabilità limitata, ai sensi dell'art. 90, lett. b), del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, nella quale tutti i soci, persone fisiche, non siano né ingegneri né architetti fermo restando la nomina del direttore tecnico di cui s'è dato conto. La conclusione sembra confermata dalla vigenza del regolamento contenuto nel d.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554, art. 53 a parte appunto il direttore tecnico non richiede che requisiti speciali debbano sussistere in capo ai soci. Quanto sopra dal punto di vista fiscale sembra confermato dalla Risoluzione dell'Agenzia delle Entrate n. 56 del 4 maggio 2006.

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