Atto di citazione finalizzato all’accertamento dell’esistenza di società occultaInquadramentoL'accertamento dell'esistenza di una società occulta, che per sua stessa natura non trova manifestazione nei rapporti esterni con i terzi, trova fondamento nella ricostruzione fattuale di fattori ed elementi indicati dalla giurisprudenza come idonei ad identificare la suddetta situazione di fatto. FormulaTRIBUNALE DI … ATTO DI CITAZIONE * * * Nell'interesse di: - il Sig. … , C.F. … , nato a … , il … e residente in … , Via … , rappresentato e difeso in forza di procura in calce al presente atto dall'avvocato … (C.F. … , PEC … , fax … ) ed elettivamente domiciliato presso il suo Studio in … , Via … ; - attore – CONTRO - il Sig. … , C.F. … , nato a … , il … e residente in … , Via … - convenuto – IN FATTO [richiamare sinteticamente i fatti a sostegno della domanda di accertamento e, quindi, soffermarsi sui fatti o argomenti ritenuti idonei a configurare una società occulta, quali: (i) l'accordo avente ad oggetto l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili, (ii) il fondo comune costituito da conferimenti dei soci finalizzati all'esercizio dell'attività medesima, (iii) l'affectio societatis, (iv) l'alea comune dei guadagni e delle perdite, nonché, nei confronti dei terzi] IN DIRITTO [soffermarsi sugli argomenti che, a partire dalla ricostruzione fattuale offerta, siano idonei a sostenere l'esistenza della società occulta] * * * Tutto quanto sopra premesso, il Sig. … , ut supra rappresentato e difeso CITA il Sig. … , C.F. … , nato a … , il … e residente in … , Via … a comparire davanti al Tribunale di … , Sezione e Giudice designandi, all'udienza del … ore di rito, con l'invito a costituirsi, ai sensi e nelle forme previste dall'art. 166 c.p.c., nel termine di 20 (venti) giorni prima della predetta udienza, o di quella fissata ai sensi dell'art. 168 bis,comma 5 c.p.c., con espresso avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli artt. 38 (decadenza di eccepire l'incompetenza per materia, quella per valore e quella per territorio) e 167 (decadenza della facoltà di proporre domande riconvenzionali, di sollevare eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio e di chiamare in causa terzi) c.p.c., avvertendolo che, in caso di mancata costituzione, si procederà in contumacia per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI Piaccia all'Ill.mo Tribunale adito, ogni diversa istanza, eccezione e deduzione disattesa: NEL MERITO In via principale accertare e dichiarare l'esistenza di un rapporto societario di fatto tra il Sig. … e il Sig. … avente ad oggetto l'attività di … In ogni caso Con vittoria di spese, diritti e compensi del presente giudizio. * * * Con espressa riserva di articolare mezzi istruttori nei termini, di cui si chiede sin d'ora la concessione, nelle forme e nei modi di cui all'art. 183 c.p.c. * * * Si dichiara di voler ricevere le comunicazioni e le notificazioni relative al presente procedimento al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: … ed al seguente numero di fax … . * * * Si dichiara ai sensi dell'art. 14 del d.P.R. del 30 maggio 2002, n. 115, che il valore della presente controversia è di valore … e, pertanto, il contributo unificato andrà corrisposto nella misura di Euro … . * * * Si producono seguenti documenti: 1) … 2) … 3) … Con osservanza. Luogo e data … Firma Avv. … CommentoNozione di “società occulta” La società occulta, istituto di creazione dottrinale e giurisprudenziale, indica l'iniziativa economica costituita da due o più persone, le quali si impegnano a mantenere riservata e a non rivelare all'esterno la sua esistenza. Come espresso meglio in seguito, specie alla luce dell'interpretazione fornita dalla giurisprudenza, la “società occulta” costituisce una specificazione del più ampio concetto di “società di fatto”. Si parla, infatti, di rapporto sociale di fatto laddove manchi la prova scritta di costituzione del rapporto, peraltro non richiesta dalla legge ai fini della sua validità (Cass. VI, n. 8981/2016; Cass. I, n. 5961/2010). Si è invece in presenza di società irregolare quando, pur essendoci uno specifico accordo scritto, non sia avvenuta la registrazione (Cass. I, n. 10695/1997). Infine, il rapporto sociale si qualifica come occulto quando, pur esistendo anche solo di fatto, non venga esteriorizzato nei rapporti con i terzi. L'inquadramento giurisprudenziale La società occulta – come sopra anticipato – è in un rapporto di species a genus con la società di fatto, quest'ultima definita dalla giurisprudenza come quella società nella quale sono rinvenibili tutti gli elementi previsti dall'art. 2247 c.c., desumibili anche per fatti concludenti, pur in assenza di contratto sociale scritto e, quindi, di iscrizione nel Registro delle Imprese. Nell'ambito del contratto di società non vi è, infatti, alcun obbligo di forma scritta ad substantiam. L'esistenza della società di fatto può essere rilevata «quando due o più persone operino nel mondo esterno in modo da determinare l'insorgere dell'opinione ragionevole che esse agiscano come soci e del conseguente legittimo affidamento circa l'esistenza della società stessa» (Cass. II, n. 9250/2006). Si segnala sul punto la sentenza del Tribunale di Milano del 19 maggio 2015, la quale ha identificato quali elementi idonei ad identificare una società di fatto: l'accordo avente ad oggetto l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili, il fondo comune costituito da conferimenti dei soci finalizzati all'esercizio dell'attività medesima, l'affectio societatis (ossia il vincolo di collaborazione in vista dell'esercizio dell'attività), l'alea comune dei guadagni e delle perdite, nonché, nei confronti dei terzi, l'esteriorizzazione del vincolo sociale, ossia l'idoneità della condotta complessiva di uno dei soci ad ingenerare all'esterno il ragionevole convincimento dell'esistenza della società (Cass. I, n. 4529/2008; Cass. I, n. 12663/1998; Cass. I, n. 4089/2001; Cass. I, n. 1573/1984). La società di fatto è poi definita occulta quando, pur in presenza dei sopra menzionati requisiti, manchi l'elemento di esteriorizzazione del vincolo sociale verso i terzi, cioè la prova di un comportamento dei soci idoneo a determinare in concreto l'incolpevole affidamento dei terzi in ordine all'esistenza della società stessa (Trib. Milano, 19 maggio 2015). Alle suddette considerazioni si aggiunga che l'elemento della esteriorizzazione non è costitutivo del rapporto sociale, pertanto la natura occulta della società di fatto non fa venire meno la sua responsabilità patrimoniale verso i terzi, essendo sufficiente che la società esista di fatto e che il negozio da cui trae origine la responsabilità sia comunque riferibile al patrimonio sociale, anche se il socio che lo ha realizzato in concreto non ha agito in nome della società (Cass. I, n. 5691/1984). Profili fallimentari L'identificazione della società occulta trova il suo più immediato rilievo sul lato pratico con riferimento alla procedura fallimentare. La mancata iscrizione al Registro delle Imprese, quale elemento identificativo della società occulta, una volta accertata l'esistenza della stessa, consente di giungere alla conclusione che la suddetta società non possa essere identificata quale una società di capitali, per le quali l'iscrizione presso il Registro delle Imprese ha effetti di pubblicità costitutiva, bensì deve essere ricondotta nell'ambito della categoria della società di persone. A norma infatti dell'art. 147, comma 5, l.fall. qualora dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale risulti che l'impresa è riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile, si applica agli altri soci illimitatamente responsabili la regola del fallimento del socio occulto. L'istituto oggetto di analisi trova la sua ratio proprio nell'estensione degli effetti del fallimento a coloro che, apparentemente, non avevano alcun legame con il soggetto fallito e ciò al fine di garantire una maggiore tutela alla massa creditoria. La suddetta estensione del fallimento potrà essere pronunciata senza limiti di tempo, come precisato dalla Corte cost. n. 36/2003 e come successivamente ribadito dalla riforma del 2006 che non ha in tal senso introdotto alcun termine. |