Clausole di continuazione della società in caso di morte di un socio

Salvatore Sanzo
aggiornato da Francesca Redaelli

Inquadramento

Nel contesto della disciplina relativa alla morte del socio nelle società di persone, è necessario distinguere tra i soci con responsabilità illimitata - per i quali la disciplina è prevista dall'art. 2284 c.c., applicabile, in virtù dei richiamo effettuati rispettivamente dagli artt. 2293 e 2315 c.c., anche alle partecipazioni in società in nome collettivo - e i soci a responsabilità limitata (soci accomandanti nelle società in accomandita semplice) - per i quali la disciplina è prevista all'art. 2322 c.c. In entrambi i casi è evidente l'intento della legge di favorire, come interesse primario, la continuità dell'impresa. Mentre ai sensi dell'art. 2322 c.c. la quota dei soci accomandanti è liberamente trasmissibile per causa di morte, l'art. 2284 c.c. prevede che i soci superstiti debbano liquidare la quota del defunto agli eredi, permettendo alla società di proseguire nella sua attività mantenendo la compagine societaria originale. È tuttavia offerta dalla legge ai soci superstiti una duplice alternativa: continuare l'impresa con gli eredi, previo ovviamente il consenso espresso o tacito, oppure sciogliere la società, dovendo in ogni caso liquidare la quota agli eredi.

Al fine di disciplinare in anticipo l'eventualità della morte di un socio illimitatamente responsabile, può risultare opportuno inserire nello statuto sociale clausole di continuazione e/o di consolidazione della compagine sociale, le quali operano come convenzioni con effetti immediati sospensivamente condizionati alla premorienza del socio. L'art. 2284 c.c. dà spazio alle pattuizioni dirette a regolare le conseguenze della morte di un socio nell'ambito delle società di persone.

Formula

CLAUSOLE DI CONTINUAZIONE

1. In caso di morte di uno dei soci, la società continuerà tra i soci superstiti, i quali liquideranno agli eredi del socio defunto la quota loro spettante; il valore della quota e le modalità̀ di pagamento sono determinate ai sensi dell'art. (…) del presente atto.

OPPURE

2. Nel caso di morte di un socio, i soci superstiti potranno deliberare all'unanimità lo scioglimento anticipato della società. Qualora non sia raggiunta l'unanimità, la società proseguirà con gli eredi del socio defunto se questi vi acconsentano. In tale ultimo caso i soci che hanno deliberato a favore dello scioglimento anticipato della società potranno recedere dal rapporto qualora non intendano continuarlo con gli eredi del socio defunto.

Commento

La quota societaria si trasmette agli eredi iure successionis in quanto, la natura di tale partecipazione non implica né l'assunzione di una responsabilità illimitata, né l'amministrazione della società.

Dall'art. 2284 c.c. si evince l'intrasmissibilità mortis causa della partecipazione del socio a responsabilità̀ illimitata. La ragion d'essere di siffatta disposizione è data dall'impossibilità per gli eredi del socio defunto di trovarsi, per via successoria, ad essere soci con assunzione di responsabilità̀ illimitata e, come tali, responsabili per tutte le obbligazioni sociali e, quindi, anche per quelle antecedenti alla morte del loro dante causa. L'acquisto della qualità̀ di socio che comporti l'assunzione di responsabilità̀ illimitata, pertanto, non potrà̀ che essere l'espressione di un atto volontario dell'erede stesso e ciò̀ anche nel rispetto del principio di libertà di iniziativa economica privata, sancito dall'art. 41 della Costituzione. In definitiva, non ci si può̀ ritrovare (per via successoria) ad essere imprenditori senza averlo espressamente voluto.

Con la morte del socio, gli eredi acquistano un diritto di credito nei confronti della società per la liquidazione della quota, fatto salvo tuttavia il diritto potestativo dei soci rimasti di sciogliere la società o di proporne la continuazione con gli eredi.

Quanto alla partecipazione del socio a responsabilità̀ limitata (socio accomandante), questa sarà oggetto di normale trasferimento mortis causa ex art. 2322, comma 1 c.c., con conseguente acquisto, per via successoria, della qualità̀ di socio da parte degli eredi del de cuius. La natura di tale partecipazione non implica infatti né l'assunzione di una responsabilità illimitata, né l'amministrazione della società.

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