La revocatoria fallimentare dei conferimenti in società di capitali

Francescopaolo D'Andrea

Inquadramento

L'azione revocatoria fallimentare è stata oggetto di uno spartiacque temporale cagionato dall'entrata in vigore del d.l. n. 35/2005 che ha segnato l'odierna disciplina come oggi la conosciamo limitando l'applicazione di quella più risalente alle procedure già pendenti alla data dell'entrata in vigore del decreto legge.

Nei casi previsti dal comma 1 dell'art 67 si richiede che il terzo contraente fosse consapevole dello stato d'insolvenza in cui il debitore versava al momento del compimento dell'atto dispositivo. Nonostante la conoscenza dello stato d'insolvenza sia oggetto di presunzione da parte del legislatore, al terzo contraente è ammesso dedurre prova contraria (praesumptio iuris tantum). Nei casi di cui al comma 2 invece non sono previste presunzioni sicché l'onore della prova grava sul curatore fallimentare della procedura, dovendo egli dimostrare la concreta conoscenza da parte del terzo dello stato d'insolvenza (essendo insufficiente la dimostrazione della potenziale conoscibilità), eppure il curatore può fornire tale prova semplicemente attraverso elementi indiziari che siano idonei (gravi, precisi e concordanti) a fornire prova della reale conoscenza, tenendo fortemente in considerazione le eventuali particolari qualità che il terzo contraddistinguono.

Formula

TRIBUNALE DI .... SEZIONE FALLIMENTARE

Fall. n. .... / .... s.p.a/s.r.l.

Giudice Delegato: Dott. ....

Curatore Fallimentare: ....

ATTO DI CITAZIONE EX ART. 67, COMMA 2, L.FALL.

Nell'interesse di Fall. .... (C.F. ....), in persona del Curatore ...., autorizzato alla proposizione del presente giudizio con provvedimento del Giudice delegato in data ..../ ..../ .... rappresentato e difeso in forza di delega .... ...., dall'avvocato .... (C.F. ....), presso il cui Studio in .... è elettivamente domiciliato/a, con dichiarazione di voler ricevere le comunicazioni relative al presente procedimento al numero di fax .... e/o all'indirizzo di posta elettronica certificata ....

- attore/attrice

CONTRO

la Società .... (C.F. e P.I. ....), con sede legale in ...., in persona del legale rappresentante pro tempore

- convenuta

* * *

FATTO

1. Le circostanze che hanno condotto alla crisi della società e alla dichiarazione di fallimento

2. Descrivere le dinamiche che hanno condotto all'operazione di conferimento e il conferimento stesso in ogni suo dettaglio.

3. L'evoluzione della vicenda successivamente al conferimento e le sue conseguenze di fatto.

DIRITTO

4. Indicare la sussistenza dei presupposti della revocatoria fallimentare.

CONCLUSIONI

4. Conclusioni

Per tutto quanto premesso, il Fall. ...., in persona del Curatore, come sopra rappresentato/a e difeso/a,

CITA

la Società .... (C.F. e P.I. ....), in persona del suo legale rappresentante pro tempore, con sede legale in ...., a comparire dinanzi al Tribunale di ...., all'udienza del ...., ore di rito, con invito a costituirsi in Cancelleria nel termine di venti giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. ed a comparire, alla detta udienza, dinanzi al Giudice che sarà designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., e che in caso di mancata costituzione si procederà in sua legittima contumacia, per ivi sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria eccezione e deduzione, previa ogni opportuna declaratoria,

- In via principale nel merito:

- accertare la sussistenza dei presupposti di cui all'art. 67 del r.d. 16 marzo 1942, n. 267

- revocare gli atti di conferimento eseguiti dalla Società fallita in favore di .... in forza della delibera assunta dall'Assemblea di quest'ultima in data ..../ ..../ ....

e per l'effetto:

i) condannare .... alla restituzione del bene .... (se diverso da conferimento in danaro);

ii) disporre il trasferimento in favore del Fall. .... della quota di partecipazione nella Società .... .... .... .... ....

gradatamente:

- ove la restituzione di uno o entrambi i suddetti beni non risulti attualmente più possibile, accertata la sussistenza dei presupposti di cui all'art. 67 del r.d. 16 marzo 1942 n. 267 revocare gli atti di conferimento eseguiti dalla Società fallita in favore di ...., in forza della delibera assunta dall'Assemblea di quest'ultima n. .... data ..../ ..../ .... e, per l'effetto, condannare .... a pagare in favore del Fallimento .... la complessiva somma di Euro .... o quella minore ritenuta di giustizia, oltre interessi dalla domanda giudiziale al saldo.

Con il favore delle spese e competenze del presente giudizio.

Il sottoscritto procuratore dichiara che il valore del presente procedimento è .... e, pertanto, il contributo unificato dovuto è pari ad Euro ....

Si depositano i seguenti documenti:

1.- provvedimento autorizzativo del giudice delegato in data ..../ ..../ ....;

2. visura storica società fallita;

3.- sentenza dichiarativa di Fallimento .... in data ..../ ..../ ....;

4.- verbale di Consiglio di amministrazione della Società oggetto di conferimento;

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA ALLE LITI

RELATA DI NOTIFICA (OVE NON SI NOTIFICHI A MEZZO PEC)

Commento

Nel caso del comma 1 dell'art. 67 l.fall. per quanto attiene all'ammissione di prova contraria alla conoscenza del terzo contraente dello stato d'insolvenza della controparte contrattuale (debitore/fallito), la giurisprudenza ritiene insufficiente la prova (a contrario) che lo stato d'insolvenza non fosse conosciuto né conoscibile da parte di una persona dalla diligenza media, esigendo piuttosto la positiva dimostrazione della sussistenza di circostanze specifiche e oggettive tali da indurre una persona dotata di prudenza e assennatezza a ritenere che controparte contrattuale non fosse in stato di prefallimento.

Per quanto riguarda il presupposto oggettivo all'esercizio dell'azione si distinguono due opposti orientamenti:

- teoria “anti-indennitaria” o “redistributiva”, secondo cui la funzione revocatoria consiste nella ripartizione dell'insolvenza tra tutti creditori a prescindere dal concreto danno subito, in cui l'obliterazione del danno risulta requisito sostanziale, non essendo necessaria alcuna dimostrazione del danno;

- teoria indennitaria, che presuppone invece ai fini della revocabilità degli atti posti in essere dal fallito che questi abbiano arrecato un concreto pregiudizio nella forma del danno patrimoniale causato dalla diminutio del patrimonio, avendo l'azione la funzione di porre rimedio al danno stesso eliminandolo.

La giurisprudenza sul punto sembra schierata a favore della prima teoria sostenendo l'esistenza di un eventus damni in re ipsa da identificare con la lesione della par condicio creditorum che si desume dal fatto che l'atto sia stato compiuto nel periodo sospetto circoscritto tra i sei e i due anni dalla dichiarazione del fallimento.

Competenza

L'azione si propone dinnanzi al Tribunale Fallimentare che ha al riguardo competenza esclusiva e inderogabile.

Legittimazione attiva

La legittimazione ad agire spetta solo e soltanto al curatore fallimentare, giammai ai singoli creditori.

Termini per l'impugnazione

Le azioni revocatorie devono essere promosse entro tre anni decorrenti dalla data di dichiarazione del fallimento.

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