Denuncia di obbligazionista al rappresentante comuneInquadramentoI prestiti obbligazionari emessi da una società per azioni (a differenza di quelli di Stato e degli enti pubblici) si caratterizzano per la previsione legale di una specifica organizzazione di gruppo che si articola in due organi a sé stanti: l'assemblea e il rappresentante comune (cfr. artt. 2415 - 2418 c.c.). L'assemblea degli obbligazionisti delibera sulla nomina e alla revoca del rappresentante comune, sulle modificazioni e alle condizioni del prestito, sulle proposte di amministrazione controllata e di concordato preventivo e fallimentare, sulla costituzione di un fondo per le spese necessarie all'interesse comune, nonché sugli altri oggetti di interesse comune degli obbligazionisti (ex art. 2415 c.c.). In merito alle modificazioni delle condizioni del prestito, l'assemblea è competente a deliberare, in generale, su qualsiasi modalità del prestito, sempre che la modifica sia giustificata da un oggettivo contesto sociale che, come tale, renda necessaria la modifica del prestito ai fini di tutelare la categoria degli obbligazionisti. Si pensi alla deliberazione di prolungamento della durata del prestito obbligazionario ovvero a quella di sospensione temporanea del pagamento di interessi. Le deliberazioni dell'assemblea degli obbligazionisti sono iscritte nel registro delle imprese da parte del notaio che redige il verbale e sono trascritte nell'apposito libro delle adunanze e delle deliberazioni dell'assemblea degli obbligazionisti, tenuto a cura del rappresentante comune. La figura del rappresentante comune degli obbligazionisti (nominato dall'assemblea e, in difetto, dal tribunale su domanda di uno o più obbligazionisti/amministratori) assurge a diverse funzioni a tutela della categoria. Difatti egli, una volta nominato ed iscritto l'atto di nomina nel registro delle imprese, tutela gli interessi degli obbligazionisti sia nei confronti della società, sia nei confronti dei terzi attraverso: i) l'esecuzione delle delibere dell'assemblea degli obbligazionisti; ii) l'assistenza alle operazioni per la c.d. “estinzione a sorteggio” delle obbligazioni (le quali, in difetto di sua presenza, sono nulle); iii) il presenziare all'assemblea dei soci; iv) l'esame del libro delle obbligazioni e quello delle adunanze e delle deliberazioni dell'assemblea dei soci; v) il possesso della rappresentanza processuale degli obbligazionisti, anche nelle procedure concorsuali. Benché gli obbligazionisti siano, come appena precisato, assoggettati ad un'organizzazione di gruppo, ciò non vuol dire che non possano proporre azioni individuali. Difatti la proposizione di azioni individuali è sempre possibile, salvo che esse “siano incompatibili con le deliberazioni dell'assemblea previste dall'art. 2415” (cfr. art. 2419 c.c.). Quindi la proposizione di azioni individuali sarà preclusa solamente quando il loro accoglimento comporterebbe risultati in contrasto con l'organizzazione posta a tutela degli interessi di categoria. Negli altri casi le azioni individuali saranno sempre dai singoli obbligazionisti esperibili, a maggior ragione se volte a reprimere comportamenti della società interessanti per l'intero lo stesso prestito obbligazionario, così legittimando altresì un'azione di gruppo. FormulaRaccomandata A.R. Egregio Sig. … Via … n. … , … . OGGETTO: DENUNCIA AL RAPPRESENTANE COMUNE DEGLI OBBLIGAZIONISTI IN MERITO ALLE DETERMINAZIONI ASSUNTE DALL'ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI DELLA SOCIETÀ “ … S.P.A.” CON DELIBERAZIONE DEL … Il sottoscritto Sig. … (C.F. … ), nato a … , il … , residente in … , via/Piazza … , n. … nella sua qualità di creditore della società “ … s.p.a.” (C.F. … e P.I. … ), con sede legale in … , alla via/Piazza … , n. , in forza di prestito obbligazionario stipulato con quest'ultima in data … (cfr. doc. n. … ), ha diritto, in conseguenza dell'assegnazione del relativo titolo di credito, alla remunerazione periodica fissa del proprio investimento nella misura del … % legata ai risultati economici della società finanziata, oltre che al rimborso del valore nominale del capitale prestato alla scadenza pattuita. In data … , la società “ … s.p.a.” ha deliberato la riduzione del tasso di interessi dei contratti di finanziamento in massa stipulati dal … % al … % [oppure: la rinuncia alle seguenti garanzie prestate … ; oppure la temporanea sospensione del pagamento degli interessi … ] senza alcun'esigenza oggettiva della società che rendeva tale atto necessario nell'interesse degli obbligazionisti. Ciò ha comportato un pregiudizio ingiustificato nei confronti di tutta la categoria degli obbligazionisti perché … [descrizione dei motivi che hanno comportato un pregiudizio nei confronti degli obbligazionisti della società]. Il sottoscritto, al pari dei sigg. … , … , … , titolari del diritto alla remunerazione degli investimenti effettuati ai già menzionati tassi di interesse, oltre che al rimborso del valore nominale delle somme prestate, ha espresso voto negativo all'assunzione della predetta delibera, come tale lesiva di tutti gli interessi di categoria. Tuttavia, essa è stata assunta in data … , con il voto favorevole della metà dei titolari delle obbligazioni emesse e non estinte. Ai sensi dell'art. 2416, le delibere dell'assemblea degli obbligazionisti sono assoggettate all'intera disciplina dettata per le delibere assembleari nulle o annullabili di cui agli artt. 2377 - 2379 c.c. In caso contrario, il sottoscritto, anche nell'interesse dei sigg. … , … , … , ai sensi dell'art. 2416 c.c., rappresentando, congiuntamente il … % del prestito obbligazionario totale e, pertanto, essendo legittimato ad impugnare la delibera in questione, sarà costretto ad agire in sede giudiziale e, di conseguenza, ad adire tribunale di … [tribunale nella cui circoscrizione ha sede legale la società], ai fini di domandare ed ottenere l'annullamento della delibera e il consecutivo risarcimento del danno per i pregiudizi subìti. In caso contrario, il sottoscritto, anche nell'interesse dei sigg. … , … , … , ai sensi dell'art. 2416 c.c., rappresentando, congiuntamente il … % del prestito obbligazionario totale e, pertanto, essendo legittimato ad impugnare la delibera in questione, sarà costretto ad agire in sede giurisdizionale e, di conseguenza, ad adire tribunale di … [tribunale nella cui giurisdizione ha sede la società], ai fini di domandare ed ottenere l'annullamento della delibera e il consecutivo risarcimento del danno per i pregiudizi subìti. Si precisa infine che, ai sensi dell'art. 2416, comma 2, c.c., “l'impugnazione è proposta [ … ] in contraddittorio con il rappresentante comune degli obbligazionisti”. Si allegano in copia i seguenti documenti: 1) … ; 2) … ; 3) … ; … Luogo, e data … Firma … CommentoL'obbligazionista non è solo un creditore della società ma, dal momento in cui sottoscrive l'obbligazione, diventa membro di un'organizzazione collettiva la cui disciplina è imperativamente determinata dal codice civile (Brancadoro, sub art. 2414 bis, in Comm. Niccolini, Stagno D'Alcontres, II, Napoli, 2004, 949). L'esistenza di un "interesse comune" è la giustificazione adottata per riunire gli obbligazionisti in un'organizzazione collettiva finalizzata a realizzare una più adeguata tutela verso la società ma anche ad assicurare un contemperamento degli interessi individuali attraverso il principio maggioritario (Cavallo Borgia, Della società per azioni, Delle obbligazioni, in Comm. Scialoja, Branca, sub artt. 2410-2420 ter, Bologna-Roma, 2005, 131). Le delibere assunte ex art. 2415, comma 1, n. 2, c.c. modificative delle condizioni del prestito obbligazionario adottate senza addurre una congrua motivazione sulla rispondenza del sacrificio convenuto all'interesse comune degli obbligazionisti (che si configura non già in relazione ad una generica qualità di obbligazionista, bensì in rapporto al contenuto specifico del prestito obbligazionario sottoscritto Cass., 31 marzo 2006, n. 7693), sono impugnabili in quanto invalide per mancanza di causa (cfr. Trib. Milano, 18 settembre 1989, secondo cui “La ricorrenza di un interesse comune segna chiaramente nel testo normativo la giustificazione di ogni atto di disposizione del prestito obbligatorio. Si rilevi quindi indispensabile una congrua motivazione del concreto interesse degli obbligazionisti che richiede il sacrificio delle loro posizioni patrimoniali, come presupposto di legittimità della deliberazione modificante le condizioni del prestito”). Stesso discorso va fatto avendo riguardo all'assunzione di una deliberazione mediante la quale l'assemblea degli obbligazionisti operi modifiche attinenti (non già a situazioni future del prestito, bensì) a situazioni pregresse, come, ad esempio, gli interessi già maturati dagli obbligazionisti, rinunciabili solo con il consenso unanime dei medesimi (ibdem). Sono altresì impugnabili tutte le deliberazioni che modifichino (non le condizioni del prestito ma) i caratteri strutturali dello stesso. Tutte le attribuzioni del rappresentante comune, sia se previste dall'art. 2418 c.c., sia quelle derivanti da particolari disposizioni di legge, devono rispondere agli esclusivi interessi degli obbligazionisti. Si è ritenuto che, in mancanza di una specifica previsione dell'art. 2416 c.c., il rappresentante comune non sia legittimato ad impugnare autonomamente le deliberazioni dell'assemblea degli obbligazionisti (cfr. Petitti, I titoli obbligazionari delle società per azioni, Milano, 1964, 244). Infatti, avendo riguardo al ruolo del rappresentante comune nell'impugnazione delle delibere degli obbligazionisti (art. 2416, comma 2, c.c.), egli non è portatore di alcun interesse comune del gruppo, proprio perché gli obbligazionisti si trovano tra loro in posizioni contrastanti. Pertanto, il suo ruolo può dirsi similare a quello del curatore c.d. “ad actum”, di esclusiva attinenza processuale, prescindente completamente dal riflesso di posizioni di carattere sostanziale. Il rappresentante comune degli obbligazionisti è tenuto a svolgere il proprio incarico con la diligenza del mandatario, con la conseguenza che nel caso in cui non adempia i propri doveri, l'assemblea è legittimata a promuovere azione di responsabilità nei suoi confronti. |