Violazione della clausola statutaria di prelazione

Elena Spolidoro

Inquadramento

La clausola di prelazione rappresenta uno dei più comuni limiti alla circolazione delle partecipazioni sociali e trova il proprio fondamento, per le s.p.a., nell'art. 2355-bis c.c., mentre per le s.r.l. nell'art. 2469 c.c. L'introduzione del patto di preferenza all'interno dello statuto attribuisce allo stesso “efficacia reale”, nel senso che in caso di violazione, il patto è opponibile anche al terzo acquirente, mentre di norma si esclude il diritto di riscattare la partecipazione illegittimamente trasferita.

Formula

TRIBUNALE DI .... Sezione specializzata in materia di impresa

ATTO DI CITAZIONE

Nell'interesse

del Sig. .... (C.F. ....), residente in ...., alla via .... rappresentata e difesa, giusta procura in calce al presente atto, dall'Avv ...., (C.F ....; PEC ....), presso il cui studio in ...., alla via ...., Fax ...., è elettivamente domiciliata. Il procuratore legale dichiara di voler ricevere le comunicazioni di cancellerie e le notificazioni all'indirizzo PEC e al numero FAX indicati.

– Attore –

IN FATTO

La Società ....s.p.a. (di seguito la “Società”) opera, ormai da molti anni, nel settore ....(doc. 1). In particolare, la Società si occupa di .... Il capitale sociale ammonta a Euro 100.000, suddiviso in n. 100.000 azioni ordinarie nominative del valore nominale di Euro 1 ciascuna.

Fino al ....(data) la compagine sociale della Società era la seguente:

- il Sig. ....possedeva n. 70.000 azioni, corrispondenti al 70% del capitale sociale della Società;

- il Sig. .... possedeva n. 30.000 azioni, corrispondenti al 30% del capitale sociale della Società.

Lo statuto della Società limita la circolazione delle azioni (doc. 2 pag. ....). In particolare l'art ....dello statuto prevede che: «il socio che intende vendere o comunque trasferire le proprie azioni deve darne comunicazione a tutti i soci mediante lettera raccomandata A.R.; la comunicazione deve contenere le generalità del cessionario e le condizioni della cessione. I soci intenzionati ad acquistare le azioni offerte in prelazione devono darne comunicazione al socio cedente con lettera raccomandata A.R da spedirsi non oltre .... giorni dalla data di ricezione dell'offerta. La prelazione deve essere esercitata per il prezzo indicato nell'offerta e alle stesse condizioni ivi indicate. Nell'ipotesi di trasferimento delle azioni per atto tra vivi eseguito senza l'osservanza di quanto sopra descritto, l'acquirente non avrà diritto di essere iscritto nel libro dei soci e non sarà legittimato all'esercizio dei diritti sociali. È altresì previsto il diritto dei soci pretermessi di acquistare – eventualmente in proporzione alle rispettive quote – le azioni della Società illegittimamente cedute al terzo, salvo l'ulteriore risarcimento del danno».

Nel mese di ....il Sig. ....ricevuta un'offerta di acquisto della propria partecipazione da parte di un terzo (di seguito il “Terzo Acquirente”) cedeva a costui le proprie azioni, senza rispettare il procedimento previsto dallo Statuto sociale.

In data ....il Sig. ....veniva a sapere dal Rappresentante della Società, Dott. ...., che le azioni del Sig. ....erano state girate al Terzo Acquirente. Appresa la notizia, il Sig. ....se ne è subito lamentata, dichiarando violato il proprio diritto di prelazione e, soprattutto, invocando l'applicazione dei rimedi espressamente previsti dallo Statuto.

Il Dott. .... osservava, peraltro, che il nominativo del Terzo Acquirente era già stato iscritto nel libro dei soci.

IN DIRITTO

A. I profili di inefficacia del trasferimento delle azioni

L'art .... dello statuto descrive il procedimento che deve essere seguito per cedere le azioni della Società. Sulla validità della clausola non si possono aver dubbi, in quanto consentita dall'art. 2355-bis c.c. [art. 2469 c.c. se si trattasse di una s.r.l.]. L'introduzione della clausola di prelazione all'interno dello statuto attribuisce alla stessa il valore di regola oggettiva di organizzazione della Società, destinata a vincolare tutti i soci della Società, attuali e futuri (c.d. efficacia reale della clausola statutaria di prelazione). L'acquisto delle azioni secondo un procedimento “diverso” da quello previsto nello Statuto determina l'inefficacia del trasferimento nei confronti della Società.

B. L'esercizio dei diritti sociali

L'inefficacia del trasferimento delle azioni della Società nei confronti della Società e dei soci implica, generalmente, che al Terzo Acquirente possa essere precluso l'esercizio dei diritti sociali relativi alle azioni illegittimamente acquistate. A scanso di equivoci nel caso di specie l'inibitoria dell'esercizio dei diritti sociali è addirittura espressamente prevista dalla clausola statutaria. A tal fine si cita in questo giudizio anche la Società, affinché l'accertamento della violazione dell'art .... dello statuto e la conseguente dichiarazione di inefficacia dell'acquisto delle azioni da parte del Terzo Acquirente abbia effetto anche nei suoi confronti.

C. Il diritto del Sig. .... di acquistare le azioni illegittimamente cedute al Terzo Acquirente

L'art. .... dello statuto prevede espressamente il diritto dei soci pretermessi di acquistare dal terzo acquirente le azioni da questi illegittimamente acquistate. In altre parole il Terzo Acquirente ha l'obbligo di cedere le azioni illegittimamente acquistate a quanti tra i soci gliene facciano richiesta. L'ipotesi prevista dalla clausola in discorso è distinta ed opera secondo regole diverse da quelle previste dalla disciplina delle azioni riscattabili di cui all'art. 2437-sexies c.c., trattandosi di un rimedio appositamente previsto dallo statuto per il caso in cui il procedimento statutario di cessione delle azioni non fosse rispettato. A ciò il Terzo Acquirente ha dato espressamente il suo consenso, attraverso la sottoscrizione delle azioni della Società, della quale ha mostrato di condividere il regolamento, al quale, quindi, non può dirsi estraneo. Ciò premesso, il Sig. .... intende avvalersi del diritto di acquistare le azioni illegittimamente acquistate dal Terzo Acquirente a lei riconosciuto dall'art. ....dello statuto al prezzo al quale il Sig. .... avrebbe avuto diritto in sede di esercizio della prelazione.

D. Il risarcimento del danno

La violazione del diritto statutario di prelazione da parte del Sig. .... e del Terzo Acquirente ha causato al Sig. .... un grave danno, che può essere così quantificato:

- danno emergente, pari alle spese accessorie, oltre a quelle legali ex art. 91 c.p.c., che il Sig. ...., all'esito del presente giudizio, dovesse essere costretta a sborsare per l'acquisto delle azioni illegittimamente acquistate dal Terzo Acquirente;

- lucro cessante, pari agli utili eventualmente distribuiti e percepiti dal Terzo Acquirente.

Di tutto ciò sono responsabili in solido tra loro il Sig. ....(socio alienante) e il Terzo Acquirente.

Per tutto quanto sin qui riferito, il Sig. ...., come sopra rappresentata e difesa,

CITA

- il Sig. .... (socio alienante), (C.F ....), residente in ...., alla via ...., n ....,

- il Sig. ....(Terzo Acquirente), (C.F ....), residente in ...., alla via ...., n ....e

- la Società .... (C.F./P.I. ....), con sede in ...., alla via ...., in persona del rappresentante pro tempore, Sig. ....(C.F. ....),

a comparire avanti il Tribunale di ...., Sezione specializzata Imprese, all'udienza del ...., ore di rito, avanti al Giudice designando, ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con invito a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell'udienza predetta, ai sensi e nelle forme previste dall'art. 166 c.p.c., con espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine comporta le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che in difetto di costituzione si procederà in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione,

- accertata la violazione dell'art. .... dello statuto della Società, dichiarare inefficace, nei confronti di tutti i convenuti, l'acquisto delle azioni della Società da parte del Terzo Acquirente;

- inibire al Terzo Acquirente l'esercizio dei diritti sociali relativi alle azioni della Società illegittimamente acquistate dal Sig. ....;

- accertare e dichiarare il diritto del Sig. .... di acquistare le azioni del Terzo Acquirente e per l'effetto,

- disporre ex art. 2932 c.c. il trasferimento della proprietà delle azioni al Sig. .... con obbligo di pagamento del prezzo a favore del Terzo Acquirente;

- condannare il Sig. .... e il Terzo Acquirente al risarcimento dei danni causati al Sig. ....;

- condannare il Sig. .... e il Terzo Acquirente al risarcimento delle spese del presente giudizio.

In via istruttoria, si depositano i seguenti documenti (a titolo di esempio):

1. ....; (e via di seguito)

Con riserva di ulteriori argomentazioni, precisazioni e modificazioni, nonché di ulteriori deduzioni istruttorie nei termini previsti dall'art. 183 c.p.c.

Luogo e data ....

Firma ....

Avv. ....

Commento

Il patto di prelazione obbliga colui che intende alienare la propria partecipazione ad un terzo ad offrirla, prima di tutto, agli altri soci, affinché questi la possano acquistare alle stesse condizioni pattuite con il terzo, ovvero ad un prezzo altrimenti determinato (c.d. prelazione impropria). In giurisprudenza si è parlato di “prelazione impropria” non solo quando non vi sia corrispondenza tra il prezzo di esercizio della prelazione e il prezzo offerto dal terzo, bensì anche quando non vi sia corrispondenza tra il tipo di negozio giuridico tra il socio cedente e il terzo e quello tra il socio cedente e gli aventi diritto alla prelazione (Trib. Napoli 11 febbraio 2015).

L'orientamento attualmente prevalente in dottrina tende a comprendere nell'operatività della prelazione anche fattispecie diverse dalla vendita, quali il trasferimento a titolo gratuito e il conferimento di azioni. In giurisprudenza ha negato il diritto di prelazione nel caso di intestazione fiduciaria di azioni Cass. n. 10121/2007.

L'inserimento del patto all'interno dello statuto attribuisce allo stesso efficacia c.d. reale. Ne deriva che la violazione della disposizione statutaria contenente una clausola di prelazione comporta l'inefficacia (relativa) del trasferimento nei confronti della società e dei soci titolari della prelazione. Questi, in particolare, potranno opporsi all'esercizio dei diritti sociali da parte del terzo acquirente. Meno chiarò è, però, quale sia la sorte della partecipazione «svuotata di ogni contenuto giuridico ed economico» (v. Trib. Napoli 11 febbraio 2015), considerato che la giurisprudenza non riconosce al socio pretermesso il rimedio reale di acquistare coattivamente la partecipazione riscattandola dal terzo acquirente (ipotesi, però, ammessa da una parte della dottrina).

Il diritto potestativo di “riscattare” la partecipazione illegittimamente ceduta potrebbe essere previsto convenzionalmente: in questo caso si potrebbe prevedere che l'acquisto della partecipazione da parte del socio pretermesso avvenga allo stesso prezzo riconosciuto al terzo acquirente oppure a quello inferiore tra il prezzo riconosciuto al terzo e il valore della partecipazione al momento del successivo acquisto da parte del socio. Per evitare confusione con la fattispecie del riscatto di azioni di cui all'art. 2437-sexies c.c., con la quale la figura in discorso – che opera alla stregua di rimedio in forma specifica conseguente alla violazione della clausola statutaria – non ha evidentemente nulla a che vedere, converrebbe forse parlare di diritto del socio pretermesso “di acquistare” dal terzo acquirente la partecipazione illegittimamente ottenuta. In questo modo, peraltro, non si supererebbe il problema di veder condizionata la richiesta del socio all'applicazione dei criteri di determinazione del valore delle azioni previsti dall'art. 2437-ter c.c. per il caso di riscatto “vero e proprio”.

Secondo parte della dottrina, in caso di violazione del diritto di prelazione potrebbe operare l'art. 2932 c.c.; altri, invece, hanno prospettato la possibilità che i soci pretermessi ottengano dal terzo acquirente le azioni sotto forma di risarcimento del danno in forma specifica, ai sensi dell'art. 2058 c.c.

Quanto al diritto al risarcimento del danno conseguente alla violazione del patto di prelazione, la Cassazione esclude che la violazione della clausola statutaria di prelazione determini di per sé un danno ai soci: ne deriva che su questi grava l'onere di allegare un proprio specifico interesse all'acquisto della partecipazione societaria, rimasto pregiudicato dalla condotta del socio cedente e del terzo acquirente (Cass. n. 24559/2015). Qualora ciò sia dimostrato, è ammessa la liquidazione equitativa del danno ai sensi dell'art. 1226 c.c., in ragione della notevole difficoltà di una precisa quantificazione del danno subito. Qualora, però, tale prova manchi del tutto, al socio non sarà riconosciuto neppure il risarcimento del danno.

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