Responsabilità dell'alienante ex art. 2356 c.c.

Elena Spolidoro

Inquadramento

Nei tre anni successivi all'annotazione del trasferimento nel libro dei soci, chi trasferisca azioni non liberate risponde in solido con l'acquirente, per la parte di conferimento non ancora eseguito. La proposizione della domanda contro l'alienante è consentita a condizione che il pagamento sia chiesto infruttuosamente all'attuale possessore delle azioni.

Formula

TRIBUNALE DI .... Sezione specializzata in materia di impresa

ATTO DI CITAZIONE

Nell'interesse

della Società ....s.p.a. (C.F ..../P.I ....), con sede in ...., alla via ...., in persona del rappresentante pro tempore, Sig. .... (C.F. ....), rappresentata e difesa, giusta procura in calce al presente atto, dall'Avv. ...., (C.F. ....; PEC ....), presso il cui studio in ...., alla via ...., fax ...., è elettivamente domiciliata. Il procuratore legale dichiara di voler ricevere le comunicazioni di cancelleria e le notificazioni all'indirizzo PEC e al numero fax indicati.

– attrice

FATTO

La Società .... s.p.a. (di seguito la “Società”) opera nel settore .... (doc. 1). Il capitale sociale è fissato in Euro ...., diviso in n. ....azioni ordinarie nominative del valore nominale di Euro ....ciascuna, ed è stato interamente sottoscritto in denaro, senza sovrapprezzo, come segue:

- la Società .... ha sottoscritto ....azioni per nominali Euro ....;

- il Sig. .... ha sottoscritto 4.000 azioni per nominali Euro ....

Ciascun socio ha provveduto al versamento del ....% del capitale sociale sottoscritto (doc. 2).

In data .... il Sig. .... ha ceduto la propria partecipazione azionaria, del valore nominale di Euro ...., al Sig. .... (socio acquirente). Il trasferimento è stato annotato nel libro dei soci in data .... (doc. 3).

A mezzo lettere raccomandate A/R in data ...., l'organo amministrativo della Società ha richiesto ai soci il versamento dei centesimi ancora dovuti (doc. 4). In particolare, la Società chiedeva al socio Sig. .... (socio acquirente) il versamento della somma di Euro ...., corrispondente al valore nominale di n. ....azioni. Il Sig. .... (socio acquirente), però, non adempiva alla richiesta di pagamento a lui rivolta.

In data .... l'organo amministrativo provvedeva alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. .... del ...., sezione .... di una formale diffida ad adempiere, nei confronti del Sig. .... (socio acquirente), ai sensi dell'art. 2344, primo comma, c.c. (doc. 5). Nonostante la diffida, il socio non corrispondeva i centesimi dovuti. A seguito di indagini patrimoniali l'organo amministrativo della Società constatava lo stato di insolvenza del Sig. .... (socio acquirente) (doc. 6).

IN DIRITTO

Come è noto, l'art. 2356, primo comma, c.c., stabilisce che «coloro che hanno trasferito azioni non liberate sono obbligati in solido con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti per il periodo di tre anni dall'annotazione del trasferimento nel libro dei soci». Questa norma sancisce la responsabilità solidale dell'alienante e dell'acquirente per un tempo di tre anni a partire dalla iscrizione del trasferimento nel libro dei soci. La responsabilità dell'alienante è al tempo stesso solidale e sussidiaria, dal momento che il pagamento potrà essere a lui richiesto solo quando la domanda rivolta all'acquirente della partecipazione (debitore principale) sia rimasta insoddisfatta.

Nel caso di specie ricorrono tutti i presupposti per l'applicazione della disciplina prevista dalla legge: in data .... il Sig. .... (socio alienante) ha ceduto al Sig. .... (socio acquirente) n. .... azioni della Società, di cui n. .... non erano state ancora liberate. Il trasferimento è stato iscritto nel libro soci in data ....: da allora sono trascorsi .... (meno di tre anni).

A fronte della impossibilità oggettiva per il Sig. .... (socio acquirente) di adempiere ai propri obblighi, ai sensi dell'art. 2356, commi 1 e 2, c.c., la Società è legittimata a chiedere al Sig. .... il pagamento della somma di Euro ...., avendo questi, in data recente e comunque non risalente a più di tre anni, ceduto le suddette azioni al Sig. ....

Tutto ciò premesso, la Società, in nome del legale rappresentante pro tempore Sig. ...., come sopra rappresenta, difesa e domiciliata,

CITA

il Sig. .... (socio alienante) (C.F. ....), residente in ...., alla via ...., n. ...., a comparire avanti il Tribunale di ...., Sezione specializzata Imprese, all'udienza del ...., ore di rito, avanti al Giudice designando, ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con invito a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell'udienza predetta, ai sensi e nelle forme previste dall'art. 166 c.p.c., con espresso avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine comporta le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che in difetto di costituzione si procederà in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, deduzione ed eccezione,

- condannare il Sig. .... (socio alienante), a versare alla Soc. la somma di Euro ....;

- con vittoria di spese, competenze professionali del presente procedimento, oltre oneri e accessori, come per legge.

Ai sensi dell'art. 14 del d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che il valore della presente controversia è di Euro .... e che, pertanto, il valore del contributo unificato dovuto è di Euro ....

In via istruttoria, si depositano i seguenti documenti (a titolo di esempio):

1. ....; (e via di seguito)

Con riserva di ulteriori argomentazioni, precisazioni e modificazioni, nonché di ulteriori deduzioni istruttorie nei termini previsti dall'art. 183 c.p.c.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Commento

In materia di s.p.a. la responsabilità dell'alienante nei confronti della società sorge per effetto della circolazione delle azioni, indipendentemente da una apposita previsione contrattuale con l'acquirente (né la sua responsabilità potrebbe essere convenzionalmente esclusa) ed è slegata dal titolo (come emerge, tra l'altro, dalla circostanza che l'obbligo permane in capo al dante causa anche dopo la perdita della qualità di socio), in quanto deriva direttamente dalla legge (art. 2356 c.c.). La regola attiene esclusivamente all'ipotesi di conferimenti in denaro, dal momento che per quelli in natura o di crediti è prevista l'integrale liberazione delle azioni al momento della sottoscrizione.

La responsabilità dell'alienante è sussidiaria rispetto a quella del possessore delle azioni (il debitore principale) e può essere fatta valere solo quando la richiesta di pagamento nei confronti di quest'ultimo sia rimasta infruttuosa (art. 2356, comma 2, c.c.). A questo proposito, è incerto se basti aver notificato (infruttuosamente) una diffida al debitore principale oppure se occorra attendere l'esito negativo del pignoramento nei suoi confronti. Certo è che, ai fini della proposizione della domanda nei confronti dell'alienante, occorrerà quantomeno allegare che la richiesta del versamento dei decimi mancanti e già stata rivolta, per quanto inutilmente, all'attuale socio, e che viene rivolta nei confronti dell'alienante in quanto debitore in garanzia. In questo esempio si è scelta l'ipotesi più semplice, nella quale non solo è allegato l'inadempimento, ma anche l'insolvenza del debitore principale, circostanza che non permette di sollevare dubbi sulla legittimità della domanda dell'attore nei confronti dell'alienante.

Per quanto riguarda i rapporti interni tra alienante e acquirente, e acquirente e Società, la responsabilità del debito da conferimento a carico degli acquirenti delle azioni “non liberate” deve essere anzitutto coordinata con quella prevista dall'art. 2354, comma 3, n. 4, c.c. In particolare, per azioni “non liberate” devono intendersi le azioni che risultino tali in base ai dati desumibili dal titolo. L'assunzione della responsabilità del debito da conferimento da parte dell'acquirente, quindi, dovrebbe essere subordinata alla sua conoscibilità al momento dell'acquisto delle azioni in quanto risultante dal titolo azionario, sempre che le azioni non siano dematerializzate. In linea con questa interpretazione, in giurisprudenza è stato affermato che «in caso di inapplicabilità dell'art. 2356 c.c. – per la mancata annotazione del debito da conferimento sul titolo azionario – non si verifica né la responsabilità dell'acquirente, né la liberazione dell'alienante, che rimane responsabile in proprio e senza termine e non per garanzia per il termine di tre anni» (App. Milano, 11 settembre 2012).

Salvo, quindi, l'ipotesi appena richiamata, nei tre anni successivi al trasferimento il cedente assume la posizione di garante dell'obbligazione di completare il conferimento: nel caso in cui l'ex titolare delle azioni fosse costretto a versare alla società i decimi mancanti, egli avrà diritto di ripetere l'intera somma versata nei confronti dell'attuale possessore delle azioni e del suo dante causa (nel caso di cessione multipla). A questo proposito, se nel corso del triennio si fossero susseguite varie alienazioni, ciascun cedente avrà diritto di rifarsi pro quota su tutti gli altri obbligati.

In materia di s.r.l. la norma di riferimento è l'art. 2472 c.c., il quale prevede una disciplina sostanzialmente analoga a quella dettata in materia di s.p.a., con l'accortezza che il triennio decorre dall'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese e non, evidentemente, dall'annotazione del trasferimento nel libro dei soci.

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