Revisione dei conferimenti e diritto di recesso. Verbale di assemblea straordinaria di riduzione del capitale sociale a seguito di revisione dei conferimenti ex art. 2343 c.c.

Giuseppe Trimarchi

Inquadramento

Il diritto di recesso nelle società di capitali è disciplinato dagli artt. 2437,2437-bis, 2437-ter, 2437-quater c.c. – in tema di s.p.a. – e dall'art. 2473 c.c. – in tema di s.r.l.

Per le s.p.a., l'art. 2437 individua le ipotesi di recesso, che possono distinguirsi in: legali inderogabili (elencate nel comma 1); legali derogabili per disposizione statutaria (comma 2); il recesso ad nutum (comma 3) e le ulteriori cause di recesso di matrice statutaria.

Per quanto concerne, invece, le srl, il panorama delle cause di recesso è più ampio di quanto previsto per le spa. Ai sensi dell'art. 2473 c.c., lo statuto può, infatti, selezionare liberamente le ipotesi di recesso e le relative modalità di esercizio. La norma prevede, in ogni caso, ai commi 1 e 2, specifiche ipotesi che giustificano l'esercizio del diritto di recesso.

Formula

Repertorio N. .... Raccolta N. ....

VERBALE DI ASSEMBLEA DI SOCIETÀ PER AZIONI

REPUBBLICA ITALIANA

L'anno .... il mese .... il giorno ....

Alle ore .... e .... minuti

In ....nel mio studio.

Innanzi a me .... notaio residente in ...., con studio ivi alla via ....numero ....,

iscritto nel ruolo del Distretto Notarile di ....

SI RIUNISCE

l'assemblea della società per azioni “ ....s.p.a.” con sede in .... alla via .... numero .... iscritta al Registro Imprese di .... con il n ....di codice fiscale; Repertorio Economico Amministrativo: .... capitale sociale euro .... ( ....)

per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

Esame della revisione delle relazioni di stima dei conferimenti in natura ed adozione contestuale dei provvedimenti stabiliti dalla legge.

Sono presenti i Sigg.ri:

- .... (nome cognome luogo e data di nascita) in qualità di amministratore unico della “ ....s.p.a.”, domiciliato per la carica presso la sede sociale;

Io notaio sono certo dell'identità personale del costituito.

...., nella suddetta qualità, mi richiede di verbalizzare lo svolgimento della presente assemblea.

Aderendo a detta richiesta io notaio dò atto di quanto segue.

Assume la presidenza dell'assemblea, ai sensi dell'articolo .... del vigente statuto sociale, l'amministratore unico Sig. ...., il quale in detta qualità consta e fa constare quanto segue:

- la presente assemblea è stata regolarmente convocata, ai sensi di legge e dell'articolo .... del vigente statuto sociale, per questo giorno luogo ed ora, mediante avviso di convocazione pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero .... del ...., ed indicante il suddetto ordine del giorno;

- è presente il .... % ( .... del capitale sociale e precisamente

- .... medesimo, titolare di n. ....azioni per complessivi nominali euro .... ( ....) pari al ....% ( .... per cento) del capitale sociale;

- ( ....) titolare di n. .... idem

- è presente l'organo amministrativo in persona di esso detto comparente;

- è presente l'organo di controllo in persona di ....

Verificata la regolarità della costituzione, accertata l'identità e la legittimazione dei presenti, il presidente dichiara aperta la discussione sul suindicato ordine del giorno.

Prende la parola il presidente il quale, in primo luogo, ricorda agli intervenuti che:

- le azioni assegnate ai soci .... e .... furono liberate in natura, rispettivamente, da parte di ...., a mezzo di conferimento della titolarità del complesso aziendale corrente in .... alla via .... avente ad oggetto .... (analiticamente descritto nella relazione di cui infra) e da parte di .... a mezzo conferimento della piena proprietà sul capannone industriale sito in .... alla via .... (meglio descritto ed identificato nella relazione di cui infra) ove attualmente si svolge l'attività della .... s.p.a.;

- da entrambe le relazioni giurate di stima, allegate come per legge all'atto costitutivo della società, risultava, tra l'altro, che il valore dei suindicati cespiti fosse almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e quindi fosse pari almeno, per ciascuno di detti cespiti, ad Euro .... ( ....);

- le azioni corrispondenti ai conferimenti in parola sono rimaste depositate, fino alla data odierna, presso la sede della società e non risultano essere state oggetto di qualsivoglia alienazione;

- in data ...., e quindi nei termini prescritti dall'articolo 2343 c.c., il Sig. ...., in qualità di amministratore unico della società, ha proceduto al controllo delle valutazioni contenute nelle dette relazioni ed ha, in conseguenza di tale controllo, ricorrendone fondati motivi, ritenuto di dover provvedere alla revisione di cui all'articolo 2343 del codice civile, avvalendosi dell'ausilio di .... revisore contabile iscritto nel relativo albo al numero ....

Il presidente illustra, dunque, dettagliatamente ai presenti la relazione redatta da ...., che al presente verbale si allega in originale sotto la lettera “A”, da cui risulta che i criteri seguiti nelle originarie relazioni presentano incongruenze ed in particolare che il valore dell'azienda corrisponde ad Euro .... ed il valore del capannone risulta essere di Euro .... Risultando detti valori inferiori di oltre un quinto rispetto a quelli per cui avvennero i conferimenti, ricorre l'obbligo per la società di ridurre il capitale, annullando le azioni che risultano scoperte ai sensi del comma quarto dell'articolo 2343 c.c.

Il presidente da altresì atto che è stata offerta ai soci e la possibilità di versare la differenza dovuta in danaro e la facoltà di recedere dalla società, conformemente al disposto del comma 4 dell'articolo 2343 c.c., con raccomandata a\r del .... i termini previsti nella quale sono scaduti oramai da giorni .... senza che i detti soci abbiano manifestato alcuna intenzione, né che abbiano provveduto conformemente alla più volte citata norma.

È dunque necessario ridurre il capitale sociale.

In particolare, esso va ridotto da Euro .... ad Euro .... e quindi di complessivi euro .... al fine di allineare gli effettivi valori dei beni che vennero conferiti al valore nominale delle azioni emesse a fronte dei più volte indicati conferimenti.

Il presidente precisa quindi che la riduzione colpisce non indistintamente le azioni possedute da tutti i soci, ma proporzionalmente solo quelle dei soci .... e ...., peraltro, depositate ai sensi di legge e più precisamente il presidente chiarisce che vanno annullate numero .... azioni del socio .... e numero .... azioni del socio ....

Dichiarano che gli eventuali resti verranno messi a disposizione rispettivamente di .... e di .... per la restituzione.

Il Presidente del Collegio Sindacale attesta l'eseguibilità legale dell'operazione esprimendosi a nome dell'intero Collegio.

Segue ampia discussione e quindi l'assemblea, la quale:

- udito il parere favorevole dell'organo di controllo;

- preso atto dei risultati della revisione delle relazioni e di quanto allegato al presente verbale;

- considerato che i soci nel termine loro assegnato dall'organo amministrativo non hanno attivato alcuno dei diritti e facoltà che l'ordinamento pure loro riconosce

con voto espresso per alzata di mano,

favorevoli: ....

contrari: ....

astenuti: ....

assenti: ....

DELIBERA

1) di ridurre, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 2343 c.c., il capitale sociale da Euro .... ( ....) ad Euro .... ( ....) e quindi per complessivi Euro .... ( ....) mediante annullamento di numero .... azioni, portate dai certificati numeri .... e più precisamente mediante annullamento di numero azioni ...., attualmente in titolarità del socio .... e di numero .... azioni attualmente in titolarità di .... Dando atto che le dette azioni al momento sono depositate presso la sede sociale e quindi all'uopo autorizzando l'organo amministrativo a provvedere al loro definitivo ritiro ed annullamento;

2) di dare atto che l'articolo .... del vigente statuto sociale risulta così modificato: “Il capitale sociale è di euro ....” Giusta le risultanze del nuovo testo dello statuto sociale che modificato appunto nel solo suindicato articolo come testé riportato si allega al presente verbale sub “ ....”;

3) di dare atto che la compagine della società risulta d'ora in avanti così composta:

.... (rifare per trasparenza l'elenco soci con indicazione del numero delle azioni e della percentuale di capitale da ciascuno posseduta)

4) di dare atto che gli effetti di tutto quanto deliberato decorreranno dall'iscrizione di cui all'articolo 2436 del codice civile;

5) di conferire ogni e più ampio incarico all'organo amministrativo per l'esecuzione di tutto quanto testé deliberato.

Null'altro essendovi a deliberare e nessun altro chiedendo la parola l'assemblea si scioglie e sono le ore ....

Le spese del presente atto sono a carico della società.

Del presente atto, scritto interamente di mio pugno su .... fogli per .... facciate, io notaio ho dato lettura senza gli allegati per avermi le parti espressamente da ciò dispensato, ai comparenti che lo approvano e sottoscrivono con me notaio essendo le ore ....

Commento

Per la s.p.a, l'art. 2437 c.c. (Cfr. Trimarchi, Autonomia privata e recesso dalle società di capitali, Notariato 2/2017, Trimarchi, Autonomia privata e recesso dalle società di capitali. Seconda parte, Notariato 3/2017):

- al primo comma elenca le ipotesi di recesso legale inderogabili, e precisamente:

a) la modifica della clausola dell'oggetto sociale, quando consente un cambiamento significativo dell'attività della società;

b) la trasformazione della società;

c) il trasferimento della sede sociale all'estero;

d) la revoca dello stato di liquidazione;

e) l'eliminazione di una o più cause di recesso previste dal successivo comma ovvero dallo statuto;

f) la modifica dei criteri di determinazione del valore dell'azione in caso di recesso;

g) le modificazioni dello statuto concernenti i diritti di voto o di partecipazione.

- al comma secondo declina le ipotesi di recesso legale derogabili (per disposizione statutaria) ossia:

a) la proroga del termine;

b) l'introduzione o la rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli azionari.

- al comma terzo elabora una singolare ipotesi di recesso ad nutum per le società costituite a tempo indeterminato il cui esercizio è ex lege subordinato unicamente ad un preavviso (di almeno centottanta giorni, salvo che lo statuto non preveda un termine maggiore in ogni caso non superiore ad un anno);

- al comma quarto consente alle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio di prevedere statutariamente “ulteriori cause di recesso”.

Vale ricordare in punto applicativo anche che il sesto comma reca una norma di salvaguardia stabilendo la nullità di qualsiasi pattuizione “volta ad escludere o rendere più gravoso l'esercizio del diritto di recesso nelle ipotesi previste dal primo comma”.

Per le s.r.l., l'art. 2473 c.c.: affida innanzitutto allo statuto (e quindi all'autonomia privata) il compito di selezionare (liberamente) le ipotesi di recesso e le relative modalità di esercizio del medesimo. La norma, tuttavia, prosegue stabilendo che “in ogni caso il diritto di recesso compete ai soci che non hanno consentito al cambiamento dell'oggetto o del tipo di società, alla sua fusione o scissione, alla revoca dello stato di liquidazione al trasferimento della sede all'estero alla eliminazione di una o più cause di recesso previste dall'atto costitutivo e al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto della società determinato nell'atto costitutivo o una rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci a norma dell'articolo 2468, quarto comma.”

Non vi è nella s.r.l. una norma analoga a quella adottata dal comma 6 dell'art. 2437 c.c. con riferimento a patti che ne possano “rendere più gravoso l'esercizio”.

Anche per le s.r.l. l'art. 2473 c.c., al comma 2, stabilisce che: “Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il diritto di recesso compete al socio in ogni momento e può essere esercitato con un preavviso di almeno centottanta giorni; l'atto costitutivo può prevedere un periodo di preavviso di durata maggiore purché non superiore ad un anno”.

In realtà, com'è noto, vi sono altre previsioni che declinano ulteriori ipotesi di “recesso legale”: è il caso dell'art. 2497-quater c.c. destinato a garantire l'exit del socio delle società soggette a direzione e coordinamento specie in caso di speciali delibere dell'ente “sovraordinato”, ed ancora l'ipotesi di cui al comma 2 dell'art. 2355-bis c.c. (che riguarda il caso di taluni limiti al trasferimento di partecipazioni sociali) ovvero la fattispecie dell'introduzione o soppressione di una clausola compromissoria in società che non facciano ricorso al mercato del capitale di rischio (art. 34, comma 6, d.lgs. n. 5/2003).

Ad avviso di alcuni la normativa sul recesso, in generale, tenderebbe a stabilire le regole di una riattivazione “negoziale” tra maggioranza e minoranza in occasione di eventi riorganizzativi di particolare momento in ragione del perseguimento dello scopo di creare le condizioni di liquidazione della partecipazione del dissenziente.

Altri celebrano la precipua funzione di protezione della minoranza di fronte alla maggioranza.

Da altri, ancora, si è sottolineata che la comune funzione remediale ed unitaria del recesso consiste nel legittimare una reazione del socio dissenziente ai “cambiamenti sostanziali dell'operazione cui partecipa”.

L'ultima delle soluzioni prospettate sembra quella maggiormente destinata a soddisfare in modo unitario le esigenze poste a base di una disciplina (quella del recesso) apparentemente eterogenea: tale normativa autorizza il socio dissenziente a reagire disinvestendo, a prescindere dalla effettiva ricollocabilità in un mercato “ordinario” interno e/o esterno delle sue partecipazioni sociali, ancorché la soluzione dell'assorbimento da parte del mercato sia largamente preferita dal legislatore italiano, il quale tuttavia si è spinto sino a declinare le regole – in caso di mancata soddifacibilità del socio – dello scioglimento della società stessa.

Nelle s.p.a. il recesso legale, almeno nelle ipotesi di cui al comma 1 dell'art. 2437 c.c., appare contornato da cautele. La prima è nell'inderogabilità delle fattispecie.

Resta da chiarire se tale condizione di permanenza inderogabile delle cause di recesso legale valga per tutte quelle scrutinate come tali dal legislatore indipendentemente dalla loro collocazione topografica nella mappa normativa o se essa permanga unicamente a beneficio delle sole ipotesi del comma 1 dell'art. 2437 c.c. in accordo alla lettera del comma 6 della citata norma.

Giova quindi stabilire se si possa escludere per scelta statutaria un'ipotesi recesso legale non contemplato tra le ipotesi del comma 1 ma non assorbita dalla clausola di derogabilità di cui al comma 2.

Il dubbio sul piano letterale è più che legittimo.

Per dirla in termini concreti quid se i soci desiderino prevedere e/o inserire una clausola che impedisca il diritto di recesso pur in caso di previsione di un mero gradimento al trasferimento delle partecipazioni sociali? o vogliano escludere il recesso nei casi di cui al citato art. 2497-quater c.c.?

L'allocazione della funzione del recesso nella garanzia di una reazione del socio non può coerentemente condurre ad una risposta in astratto negativa, dal momento che nel silenzio della legge emerge la necessità di verificare ulteriormente se l'assenza di una sanzione di nullità per l'eliminazione convenzionale di tali ipotesi di recesso risulti coerente con la funzione dell'istituto e/o con la protezione di altri interessi indisponibili alla cui tutela tale funzione sarebbe chiamata a presiedere a prescindere dall'espressa previsione legislativa della nullità.

E così ad esempio una previsione statutaria che escluda il recesso nel caso di previsione di mero gradimento per il trasferimento delle azioni, più che indurre a dichiarazioni precipitose di invalidità, obbliga a considerarne lo scopo (garanzia di reazione del socio) nel quadro della disciplina del trasferimento delle azioni per le quali, oggi, il legislatore ammette (almeno nei limiti del quinquennio, art. 2355-bis c.c.) addirittura l'intrasferibilità assoluta.

Visto da quest'angolo visuale, l'impedimento al recesso legale, in tale circostanza, avrebbe il medesimo effetto del divieto di trasferibilità.

Diversamente, una pattuizione che inibisse il recesso legale nel caso dell'introduzione o soppressione di una clausola compromissoria appare ictu oculi di dubbia legittimità.

Egualmente complessa è la valutazione di una clausola che tenda ad escludere il recesso legale nei casi dell'art. 2497-quater c.c.

Se si volesse, allora, dare un senso all'assenza di una previsione del tipo di quella contenuta nel comma 6 dell'art. 2437 c.c., la clausola che eliminasse il recesso delle lett. a) e b) dell'art. 2497-quater c.c. lungi dallo svuotare il sistema di protezione del socio della società eterodiretta avrebbe la funzione, ridotta, di eliminare una posizione di rafforzamento di tale protezione, restando a tale socio sempre il rimedio dell'attivazione della responsabilità. La clausola de qua, in conclusione, non appare a chi scrive eversiva del sistema di protezione costruito dal legislatore italiano almeno nelle società per azioni chiuse.

In conclusione, la funzione unitaria riconosciuta al recesso consente d'interpretare coerentemente il richiamo che il comma 6 dell'art. 2437 c.c. fa al comma 1 e non alle altre ipotesi legali di recesso: le clausole che rendono più gravoso l'esercizio del recesso legale proteggono la società di fronte al disinvestimento del socio e, in talune circostanze (ossia in larga misura in quelle ipotesi diverse dalle fattispecie legali di recesso di cui al comma 1 dell'art. 2437 c.c.), il legislatore ha inteso ridurre la protezione.

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