Clausola statutaria (di s.r.l.) di recesso ad nutum senza deroghe ai criteri di liquidazione della quotaInquadramentoIl diritto di recesso nelle società di capitali è disciplinato dagli artt. 2437,2437-bis, 2437-ter, 2437-quater c.c. – in tema di s.p.a. – e dall'art. 2473 c.c. – in tema di s.r.l. Per le s.p.a., l'art. 2437 individua le ipotesi di recesso, che possono distinguirsi in: legali inderogabili (elencate nel comma 1); legali derogabili per disposizione statutaria (comma 2); il recesso ad nutum (comma 3) e le ulteriori cause di recesso di matrice statutaria. Per quanto concerne, invece, le srl, il panorama delle cause di recesso è più ampio di quanto previsto per le spa. Ai sensi dell'art. 2473 c.c., lo statuto può, infatti, selezionare liberamente le ipotesi di recesso e le relative modalità di esercizio. La norma prevede, in ogni caso, ai commi 1 e 2, specifiche ipotesi che giustificano l'esercizio del diritto di recesso. FormulaÈ espressamente riconosciuto a tutti i soci che abbiano partecipazioni pari o inferiori al ....% del capitale sociale, decorsi .... mesi dall'iscrizione della società nel registro delle imprese di poter recedere dalla società con semplice manifestazione della propria volontà. In tal caso il socio che intende recedere deve darne comunicazione all'organo amministrativo mediante lettera inviata con raccomandata alla sede sociale con ricevuta di ritorno. La raccomandata deve essere inviata con un preavviso di .... mesi rispetto alla data in cui si vorrebbe efficace il recesso (Data di Efficacia). Il recesso produrrà effetti dalla Data di Efficacia. Dell'esercizio del diritto di recesso e della Data di Efficacia deve essere fatta annotazione nel libro dei soci se tenuto, e comunque ne va data comunicazione al registro delle imprese. Nelle more del periodo che corre tra la ricezione della comunicazione di recesso e Data di Efficacia sono sospesi tutti i diritti amministrativi del socio restando in essere il solo diritto alla percezione degli utili ove sussistente a norma di legge per l'esercizio corrente alla Data di Efficacia. Nel caso di esercizio del diritto di recesso a mente del presente articolo, il rimborso della partecipazione sarà determinato in proporzione al patrimonio sociale che verrà determinato tenendo conto del suo valore di mercato al momento della dichiarazione di recesso. In caso di disaccordo con l'organo amministrativo sul valore di rimborso questo sarà determinato tramite relazione giurata di un esperto nominato dal Tribunale nella cui circoscrizione ha sede la società, che provvede anche sulle spese, su istanza della parte più diligente. Si applica l'art. 1349, comma 1 c.c. Il procedimento di liquidazione dovrà essere eseguito a norma del quarto comma dell'articolo 2473 c.c. CommentoSebbene il termine non sia del tutto appropriato si intende ad nutum il diritto statutario riconosciuto al socio di recedere di seguito a sua semplice manifestazione di volontà. La pratica, peraltro, conosce varianti dell'articolazione del recesso ad nutum così ad esempio si è dato il caso che in una s.r.l. tale facoltà si volesse attribuire al socio solo con l'approvazione da parte dell'assemblea e/o degli altri soci. La clausola di recesso ad nutum, evidentemente, configura un'ipotesi di recesso convenzionale quale che ne sia la variante applicativa. Un'ipotesi di recesso ad nutum è anche legalmente previsto nel caso di società contratte a tempo indeterminato. Occorre definitivamente chiarire, dunque, se il recesso ad nutum risponda ad un interesse meritevole di tutela e, quindi, se la clausola che lo preveda nel quadro di una società contratta a tempo determinato debba considerarsi in generale valida. Molta dottrina è ostile alla stessa legittimità di una clausola di recesso ad nutum, invocandosi alla ragione dell'illegittimità della lesione della stabilità della partecipazione sociale. Altri ritengono che tale clausola sia illegittima nelle sole s.p.a. immaginando che, in queste, il recesso convenzionale debba essere ancorato ad una causa predefinita. A dire il vero il tenore letterale degli articoli 2437 c.c. nella parte in cui stabilisce che: “Lo statuto delle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio può prevedere ulteriori cause di recesso” (comma 4); e 2473 c.c. che a sua volta stabilisce che “L'atto costitutivo determina quando il socio può recedere dalla società e le relative modalità” (comma 1) non sembrano supportare le tesi avverse ad un ampio riconoscimento del diritto di recesso ad nutum per come sopra descritto (sul punto amplius Trimarchi, Autonomia privata e recesso dalle società di capitali, in Notariato 2/2017). |