Verbale di assemblea per autorizzazione all'acquisto delle azioni (proprie) di socio receduto in caso di mancanza di offerte di soci o di terzi

Giuseppe Trimarchi

Inquadramento

IL socio recedente ha diritto alla liquidazione delle sue azioni, ex art. 2437-ter c.c. Il successivo art. 2437-quater c.c. disciplina il procedimento di liquidazione, prevedendo una serie di passaggi obbligatori per gli amministratori: in primo luogo le azioni del socio recedente devono essere offerte in opzione agli altri soci, in proporzione al numero delle azioni possedute; mancato acquisto da parte dei soci, devono collocarle presso terzi. Se entro centottanta giorni dalla comunicazione di recesso le azioni non sono collocate, il comma 5 dell'art. 2437-quater dispone che il rimborso avviene mediante acquisto da parte della società, che può fare ricorso alle riserve disponibili, anche in deroga a quanto previsto dall'art. 2357, comma 3, c.c. In assenza di utili e riserve, l'assemblea straordinaria è chiamata a deliberare la riduzione del capitale sociale o lo scioglimento della società.

Formula

Repertorio N. .... Raccolta N. ....

VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA SOCIETÀ “ ....S.P.A.”

REPUBBLICA ITALIANA

L'anno ...., il mese ...., il giorno ....

Alle ore ...., in ....

Davanti a me Dott. .... Notaio in .... iscritto presso il Collegio Notarile di ....

È PRESENTE IL SIGNOR

- .... il quale dichiara di intervenire al presente atto non in proprio, ma esclusivamente nella sua qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società “ .... s.p.a.”

con sede in ...., ove per la carica domicilia, capitale sociale Euro .... i.v., iscritta nel Registro delle Imprese di ...., codice fiscale e numero d'iscrizione ...., numero R.E.A. ....

Il medesimo, cittadino italiano della cui identità personale io Notaio sono certo, mi fa richiesta di redigere il verbale dell'Assemblea ordinaria degli azionisti della predetta società, che si riunisce, in unica convocazione, in questo giorno, luogo ed ora, per discutere e deliberare sulle materie iscritte al seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Autorizzazione all'acquisto di azioni (proprie) in conseguenza di recesso socio/i e di mancata acquisizione di soci o terzi.

Aderendo alla richiesta fattami, io Notaio do atto di quanto segue.

Ai sensi di statuto, assume la presidenza il Richiedente, il quale rileva e fa constare:

- che la presente assemblea è stata regolarmente convocata in unica convocazione ai sensi di legge e dell'articolo .... dello statuto sociale mediante avviso ....;

- che è presente il Consiglio di Amministrazione in persona di ....;

- che è presente il Collegio Sindacale in persona di ....

Sono presenti gli azionisti .... rappresentanti n. .... azioni, pari al .... % delle azioni costituenti il capitale sociale.

Dichiara pertanto validamente costituita l'odierna Assemblea in .... convocazione.

Il Presidente dichiara che:

- è stata accertata l'identità e la legittimazione degli intervenuti;

- i presenti sono in grado di percepire perfettamente gli eventi assembleari oggetto di verbalizzazione;

- gli intervenuti possono partecipare alla discussione e alla votazione simultanea sugli argomenti all'Ordine del Giorno.

Tutto ciò constatato, il Presidente illustra ed espone:

1. a seguito di .... (indicare causa di recesso) il socio .... (cognome e nome) ha esercitato il diritto di recesso ad esso spettante ai sensi di .... mediante .... in data ...., per n. .... azioni ordinarie (oppure indicare la diversa categoria) del valore nominale di euro .... ciascuna e, pertanto, ai sensi dell'articolo 2437-quater, primo comma, codice civile;

2. l'organo amministrativo aveva definitivamente fissato il valore delle azioni in euro .... per ciascuna azione;

3. detta determinazione – previa regolare comunicazione – non era stata impugnata dal socio;

4. l'organo amministrativo con delibera del .... ha formulato offerta d'opzione ai soci che risultano dal libro soci (ed agli obbligazionisti convertibili se esistenti) in applicazione della disciplina di legge;

5. che detta offerta è stata regolarmente depositata ai fini e per gli effetti dell'articolo 2437-quater c.c. presso il registro delle imprese di .... ove fu iscritta il .... numero ....;

6. che nei termini ivi previsti non sono pervenute offerte d'opzione o prelazione da parte dei soci (e/o obbligazionisti convertibili);

7. che nei termini di legge l'organo amministrativo si è impegnato per la collocazione di dette azioni presso terzi al suindicato valore, ciò nondimeno non sono pervenute offerte da parte del mercato;

8. che si rende necessario procedere all'acquisto delle dette azioni secondo le previsioni di cui agli artt. 2357 e ss. c.c. ricorrendone gli estremi.

A tal proposito il Presidente precisa che le azioni suidentificate sono tutte interamente liberate e che la società ha un patrimonio netto sufficiente ad affrontare l'acquisto di che trattasi che, peraltro, sarebbe medio tempore (ossia sino all'eventuale rivendita delle azioni acquistande) anche particolarmente utile alla società e comunque nell'interesse della stessa. Esibisce il bilancio ultimo approvato da cui emerge il detto patrimonio netto sottolineando che al riguardo non sono intervenute sostanziali modifiche e propone di omettere la lettura della relazione illustrativa degli Amministratori comunque esibita all'assemblea sul punto, che è stata messa a disposizione ai sensi di legge in uno alla copia dell'ultimo bilancio approvato e regolarmente depositato presso il competente registro delle imprese di ....

Il Presidente del Collegio Sindacale a nome dell'intero Collegio conferma la piena eseguibilità legale dell'operazione.

Il Presidente quindi accerta che, l'assemblea, all'unanimità e per alzata di mano

DELIBERA

- di autorizzare il Consiglio di Amministrazione ad acquistare numero .... azioni ordinarie proprie della Società, interamente liberate, del valore nominale di Euro .... cadauna, appartenute al socio .... receduto con efficacia dal giorno .... del valore nominale complessivo, al prezzo determinato ai sensi di legge pari ad Euro .... trovando corrispondenza l'esborso nelle voci .... del Patrimonio netto di cui all'ultimo bilancio approvato;

- di stabilire che l'acquisto venga effettuato in unica ripresa mettendosi a disposizione del socio receduto la corrispondente somma a mezzo di bonifico bancario;

- di disporre, ai sensi dell'articolo 2357-ter comma 3 c.c., la costituzione di una corrispondente riserva negativa destinata a ridurre il patrimonio netto della società degli importi utilizzati per l'acquisto testé autorizzato;

- di autorizzare il Consiglio di Amministrazione, senza limiti di tempo, alla successiva rivendita delle azioni proprie così acquistate; rivendita che potrà avvenire, anche in più riprese, a un prezzo non inferiore a ....;

- di autorizzare il Consiglio di Amministrazione a disporre delle azioni proprie:

1. per attribuire dette azioni come corrispettivo in operazioni straordinarie, anche di acquisto e/o scambio di partecipazioni, con altri soggetti nell'ambito di operazioni di interesse per la società;

2. per assegnare dette azioni quale parte della remunerazione variabile da corrispondere ad alcune figure aziendali nel rispetto delle politiche di tempo in tempo approvate dall'Assemblea dei soci;

- di dare ampio mandato agli amministratori .... anche disgiuntamente tra loro e anche a mezzo di speciali delegati e procuratori per effettuare tutte le operazioni, anche finanziarie, inerenti e conseguenti all'esecuzione delle predette delibere, nel rispetto delle modalità di legge e regolamenti di volta in volta vigenti.

Null'altro essendovi da deliberare e nessuno chiedendo la parola, il Presidente chiude la presente Assemblea alle ore ...., minuti ....

Le spese del presente verbale e sue conseguenziali sono a carico della società.

Ometto la lettura di quanto allegato per espressa dispensa avutane dal Richiedente.

E richiesto io notaio ho ricevuto il presente atto su .... fogli per .... facciate fin qui, scritto in parte con sistema elettronico da persona di mia fiducia completato di mio pugno del quale ho dato lettura al comparente che approvandolo lo sottoscrive con me notaio ore ....

Commento

Per la s.p.a, l'art. 2437 c.c. (Cfr. Trimarchi, Autonomia privata e recesso dalle società di capitali, Notariato 2/2017, Trimarchi, Autonomia privata e recesso dalle società di capitali, Seconda parte, Notariato 3/2017) al primo comma elenca le ipotesi di recesso legale inderogabili, e precisamente:

a) la modifica della clausola dell'oggetto sociale, quando consente un cambiamento significativo dell'attività della società;

b) la trasformazione della società;

c) il trasferimento della sede sociale all'estero;

d) la revoca dello stato di liquidazione;

e) l'eliminazione di una o più cause di recesso previste dal successivo comma ovvero dallo statuto;

f) la modifica dei criteri di determinazione del valore dell'azione in caso di recesso;

g) le modificazioni dello statuto concernenti i diritti di voto o di partecipazione; al comma secondo declina le ipotesi di recesso legale derogabili (per disposizione statutaria) ossia:

a) la proroga del termine;

b) l'introduzione o la rimozione di vincoli alla circolazione dei titoli azionari.

Al comma terzo elabora una singolare ipotesi di recesso ad nutum per le società costituite a tempo indeterminato il cui esercizio è ex lege subordinato unicamente ad un preavviso (di almeno centottanta giorni, salvo che lo statuto non preveda un termine maggiore in ogni caso non superiore ad un anno); al comma quarto, inoltre, consente alle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio di prevedere statutariamente “ulteriori cause di recesso”.

Vale ricordare in punto applicativo anche che il sesto comma reca una norma di salvaguardia stabilendo la nullità di qualsiasi pattuizione “volta ad escludere o rendere più gravoso l'esercizio del diritto di recesso nelle ipotesi previste dal primo comma”.

Per le s.r.l., l'art. 2473 c.c.: affida innanzitutto allo statuto (e quindi all'autonomia privata) il compito di selezionare (liberamente) le ipotesi di recesso e le relative modalità di esercizio del medesimo. La norma, tuttavia, prosegue stabilendo che “in ogni caso il diritto di recesso compete ai soci che non hanno consentito al cambiamento dell'oggetto o del tipo di società, alla sua fusione o scissione, alla revoca dello stato di liquidazione al trasferimento della sede all'estero alla eliminazione di una o più cause di recesso previste dall'atto costitutivo e al compimento di operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto della società determinato nell'atto costitutivo o una rilevante modificazione dei diritti attribuiti ai soci a norma dell'articolo 2468, quarto comma.”

Non vi è nella s.r.l. una norma analoga a quella adottata dal comma 6 dell'art. 2437 c.c. con riferimento a patti che ne possano “rendere più gravoso l'esercizio”.

Anche per le s.r.l. l'art. 2473 c.c., al comma 2, stabilisce che: “Nel caso di società contratta a tempo indeterminato il diritto di recesso compete al socio in ogni momento e può essere esercitato con un preavviso di almeno centottanta giorni; l'atto costitutivo può prevedere un periodo di preavviso di durata maggiore purché non superiore ad un anno”.

In realtà, com'è noto, vi sono altre previsioni che declinano ulteriori ipotesi di “recesso legale”: è il caso dell'art. 2497-quater c.c. destinato a garantire l'exit del socio delle società soggette a direzione e coordinamento specie in caso di speciali delibere dell'ente “sovraordinato”, ed ancora l'ipotesi di cui al comma 2 dell'art. 2355-bis c.c. (che riguarda il caso di taluni limiti al trasferimento di partecipazioni sociali) ovvero la fattispecie dell'introduzione o soppressione di una clausola compromissoria in società che non facciano ricorso al mercato del capitale di rischio (art. 34, comma 6, d.lgs. n. 5/2003).

Ad avviso di alcuni la normativa sul recesso, in generale, tenderebbe a stabilire le regole di una riattivazione “negoziale” tra maggioranza e minoranza in occasione di eventi riorganizzativi di particolare momento in ragione del perseguimento dello scopo di creare le condizioni di liquidazione della partecipazione del dissenziente.

Altri celebrano la precipua funzione di protezione della minoranza di fronte alla maggioranza.

Da altri, ancora, si è sottolineata che la comune funzione remediale ed unitaria del recesso consiste nel legittimare una reazione del socio dissenziente ai “cambiamenti sostanziali dell'operazione cui partecipa”.

L'ultima delle soluzioni prospettate sembra quella maggiormente destinata a soddisfare in modo unitario le esigenze poste a base di una disciplina (quella del recesso) apparentemente eterogenea: tale normativa autorizza il socio dissenziente a reagire disinvestendo, a prescindere dalla effettiva ricollocabilità in un mercato “ordinario” interno e/o esterno delle sue partecipazioni sociali, ancorché la soluzione dell'assorbimento da parte del mercato sia largamente preferita dal legislatore italiano, il quale tuttavia si è spinto sino a declinare le regole – in caso di mancata soddifacibilità del socio – dello scioglimento della società stessa.

Nelle S.p.a. il recesso legale, almeno nelle ipotesi di cui al comma 1 dell'art. 2437 c.c., appare contornato da cautele. La prima è nell'inderogabilità delle fattispecie.

Resta da chiarire se tale condizione di permanenza inderogabile delle cause di recesso legale valga per tutte quelle scrutinate come tali dal legislatore indipendentemente dalla loro collocazione topografica nella mappa normativa o se essa permanga unicamente a beneficio delle sole ipotesi del comma 1 dell'art. 2437 c.c. in accordo alla lettera del comma 6 della citata norma.

Giova quindi stabilire se si possa escludere per scelta statutaria un'ipotesi recesso legale non contemplato tra le ipotesi del comma 1 ma non assorbita dalla clausola di derogabilità di cui al comma 2.

Il dubbio sul piano letterale è più che legittimo.

Per dirla in termini concreti quid se i soci desiderino prevedere e/o inserire una clausola che impedisca il diritto di recesso pur in caso di previsione di un mero gradimento al trasferimento delle partecipazioni sociali? o vogliano escludere il recesso nei casi di cui al citato art. 2497-quater c.c.?

L'allocazione della funzione del recesso nella garanzia di una reazione del socio non può coerentemente condurre ad una risposta in astratto negativa, dal momento che nel silenzio della legge emerge la necessità di verificare ulteriormente se l'assenza di una sanzione di nullità per l'eliminazione convenzionale di tali ipotesi di recesso risulti coerente con la funzione dell'istituto e/o con la protezione di altri interessi indisponibili alla cui tutela tale funzione sarebbe chiamata a presiedere a prescindere dall'espressa previsione legislativa della nullità.

E così ad esempio una previsione statutaria che escluda il recesso nel caso di previsione di mero gradimento per il trasferimento delle azioni, più che indurre a dichiarazioni precipitose di invalidità, obbliga a considerarne lo scopo (garanzia di reazione del socio) nel quadro della disciplina del trasferimento delle azioni per le quali, oggi, il legislatore ammette (almeno nei limiti del quinquennio, art. 2355-bis c.c.) addirittura l'intrasferibilità assoluta.

Visto da quest'angolo visuale, l'impedimento al recesso legale, in tale circostanza, avrebbe il medesimo effetto del divieto di trasferibilità.

Diversamente, una pattuizione che inibisse il recesso legale nel caso dell'introduzione o soppressione di una clausola compromissoria appare ictu oculi di dubbia legittimità.

Egualmente complessa è la valutazione di una clausola che tenda ad escludere il recesso legale nei casi dell'art. 2497-quater c.c.

Se si volesse, allora, dare un senso all'assenza di una previsione del tipo di quella contenuta nel comma 6 dell'art. 2437 c.c., la clausola che eliminasse il recesso delle lett. a) e b) dell'art. 2497-quater c.c. lungi dallo svuotare il sistema di protezione del socio della società eterodiretta avrebbe la funzione, ridotta, di eliminare una posizione di rafforzamento di tale protezione, restando a tale socio sempre il rimedio dell'attivazione della responsabilità. La clausola de qua, in conclusione, non appare a chi scrive eversiva del sistema di protezione costruito dal legislatore italiano almeno nelle società per azioni chiuse.

In conclusione, la funzione unitaria riconosciuta al recesso consente d'interpretare coerentemente il richiamo che il comma 6 dell'art. 2437 c.c. fa al comma 1 e non alle altre ipotesi legali di recesso: le clausole che rendono più gravoso l'esercizio del recesso legale proteggono la società di fronte al disinvestimento del socio e, in talune circostanze (ossia in larga misura in quelle ipotesi diverse dalle fattispecie legali di recesso di cui al comma 1 dell'art. 2437 c.c.), il legislatore ha inteso ridurre la protezione.

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