Avviso di convocazione di assemblea ordinaria di s.p.a. con modello di amministrazione tradizionale o monistico avente ad oggetto la nomina degli amministratori e del collegio sindacale

Gaetano Vladimiro Colonna

Inquadramento

La convocazione assembleare si inserisce in un iter procedimentale che inizia con la convocazione formale dell'assemblea e termina con la delibera assembleare. Salvo il caso di assemblea totalitaria, si esclude, dunque, che il vizio che colpisce la convocazione dei soci, possa qualificare l'adunanza come assemblea. È pertanto necessario che la formale convocazione dei soci si traduca nell'avviso di convocazione di cui all'art. 2366 c.c. A norma dell'art. 2379 c.c. la mancanza di convocazione determina nullità della delibera assembleare, mentre la sua irregolarità, determina l'annullabilità della delibera medesima.

Formula

Società “ ....s.p.a.” con sede in ....via ....n. .... [1]

Capitale sociale Euro ....interamente versato, iscritta al n. .... presso il Registro delle imprese di ....

È convocata per il giorno .... alle ore [2] .... in prima convocazione, e qualora all'assemblea in prima convocazione difettasse il numero legale, per il giorno ....alle ore ....in seconda convocazione, l'assemblea ordinaria della Società “ .... s.p.a”, presso la sede sociale [3] sita in ....via ....n. ...., per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Nomina degli Amministratori, nomina del Collegio sindacale e determinazione del relativo compenso;

2) ....

3) Approvazione del Regolamento dei lavori assembleari,

4) Delibere inerenti e consequenziali [4] .

Luogo e data ....

L'Amministratore Unico (oppure: Il Consiglio di amministrazione)

.... Firma

Lo statuto di s.p.a. non può prevedere in modo esclusivo modalità di convocazione rivolte alla generalità dei soci diverse dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale o in quotidiano specificato. Purché si faccia uso di mezzi che forniscano la prova dell'avvenuto ricevimento e purché la comunicazione avvenga almeno otto giorni prima dell'assemblea, è lecito ricorrere a mezzi di convocazione ad personam. È anche possibile ricorrere a modalità di convocazione tra loro alternative, vale a dire rivolte sia a tutti i soci, che ad personam, e la cui scelta sia rimessa all'organo competente (Consiglio Notarile di Milano, Massima n. 11).

Nell'ipotesi di assemblea che si tenga con mezzi di telecomunicazione che collegano luoghi aventi diversi fusi orari è necessario che l'avviso di convocazione precisi altresì il fuso orario prescelto (massima Comitato Notarile Triveneto 2006 H.B.16).

Se lo statuto non dispone diversamente, l'assemblea è convocata in un luogo qualsiasi (anche diverso dalla sede sociale) purché il luogo sia ubicato nel Comune in cui la società ha la propria sede (Cass. n. 1034/2007).

L'avviso di convocazione non deve indicare le deliberazioni che sono presupposto indefettibile dello svolgimento della riunione medesima (si pensi al sistema di votazione oppure alla determinazione della durata degli interventi). (Comitato Triveneto dei Notai, Massima H.B.18).

Commento

L'avviso di convocazione è strumentale all'informazione di ogni avente diritto che nel lasso di tempo contemplato dall'art. 2366 c.c., deve avere modo di organizzare la propria partecipazione all'adunanza. Allo scopo, l'avviso deve contenere l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo dell'Assemblea, mentre, l'enunciazione dell'ordine del giorno serve a rendere edotti i partecipanti sugli argomenti su cui sono chiamati a deliberare.

È possibile che l'avviso contenga la convocazione dell'assemblea sia in sede ordinaria che in sede straordinaria; ad ognuna delle due fasi si applicheranno poi le regole peculiari a ciascuna assemblea. È anche prassi che l'avviso contenga l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo non solo della prima convocazione dell'assemblea, ma anche della seconda, da tenersi in un giorno diverso dalla prima.

L'avviso di convocazione è il primo adempimento che si inserisce nell'iter procedimentale complessivo, formato da esso stesso, dalla costituzione dell'assemblea, dalla discussione e infine dalla votazione; pertanto esso costituisce un adempimento essenziale ai fini della regolare costituzione assembleare e per la conseguente validità della successiva delibera. In base all'art. 2379 c.c., in caso di mancata convocazione, la delibera è viziata da nullità (salvo l'ipotesi dell'assemblea totalitaria).

Relativamente alle modalità concrete di pubblicazione dell'avviso di convocazione nella s.p.a., esso è inserito in Gazzetta Ufficiale o pubblicato su un giornale quotidiano indicato nello statuto. Nelle s.p.a. chiuse, tuttavia, è ammesso il ricorso ad altri strumenti informativi che siano ugualmente idonei ad assicurare un'adeguata informazione.

Nelle s.r.l. manca una specifica disciplina in materia. In assenza di specifica previsione statutaria, le modalità di convocazione devono, comunque, assicurare la tempestiva informazione sugli argomenti da trattare. L'avviso deve essere spedito ai soci mediante raccomandata almeno otto giorni prima dell'assemblea al domicilio risultante dal Registro delle Imprese. Ai fini della regolare convocazione rileva il momento in cui la raccomandata è spedita e non quello in cui essa giunge all'indirizzo del destinatario (Cass. S.U., n. 23218/2013).

L'avviso di convocazione va inviato non soltanto ai soci, ma anche a tutti i soggetti che hanno diritto di intervenire all'assemblea. Si ritiene che la convocazione, una volta portata a conoscenza degli interessati a norma di legge o statuto, sia irrevocabile, salve le ipotesi di assoluta inidoneità originaria della convocazione, oppure, di sopravvenuto ostacolo insormontabile o motivi urgenti. La revoca è comunque da escludere quando dalla medesima possa derivare una lesione dei diritti individuali dei soci, oppure, nei casi in cui la convocazione sia obbligatoria per legge.

In via generale, l'iniziativa alla convocazione spetta all'organo amministrativo in base ad una valutazione discrezionale, salvi i casi di convocazione obbligatoria previsti dalla legge, come, ad esempio, la diminuzione di oltre un terzo del capitale sociale per effetto di perdite (artt. 2446-2447 c.c.); ovvero, il verificarsi di un evento che determina lo scioglimento della società; o ancora, in tutti i casi in cui sia lo statuto a determinare le ipotesi di convocazione obbligatoria.

Se l'organo amministrativo omette la convocazione dell'assemblea è responsabile civilmente verso la società a condizione che sia provato il nesso causale tra l'inadempimento e il danno subito (Trib. Napoli 22 aprile 2009).

Significativa l'ipotesi di convocazione obbligatoria di cui all'art. 2364 c.c., riferito all'approvazione del bilancio, nonché la convocazione obbligatoria su richiesta dei soci di cui all'art. 2367 c.c.: in tale ultima fattispecie, in caso di rifiuto a provvedere, vuoi da parte dell'organo amministrativo, vuoi da parte del collegio sindacale, la convocazione dell'assemblea viene ordinata dal Tribunale con Decreto.

Quando il potere di convocare l'assemblea spetta all'organo amministrativo (Consiglio di amministrazione o pluralità di amministratori), l'assemblea deve necessariamente essere convocata con metodo collegiale ed è sottratta, quindi, alla disponibilità del singolo amministratore.

In caso di violazione del principio della collegialità si reputa che l'avviso di convocazione sia irregolare e determini l'annullabilità della delibera, contrariamente a quanto, prima della riforma, si riteneva in dottrina e giurisprudenza, laddove si opinava, invece, in termini di nullità o inesistenza della delibera medesima.

Come nella formula FCS253 precedente, si applicano anche alla fattispecie le regole del cd. Decreto Cura Italia” (d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv. con la l. 24 aprile 2020, n. 27) che, per superare i problemi connessi con la pandemia, ha introdotto la possibilità di convocare una riunione assembleare di s.p.a. destinata a tenersi unicamente tramite mezzi di telecomunicazione prevista dalla disciplina emergenziale (cfr. art. 106, comma 2, Decreto Cura Italia). Dal decreto molte sono state le interpretazioni, tra cui quelle dei Consigli Notarili italiani.  Tra queste, ricordiamo le Massime n. 187, 188 e 200 del Consiglio Notarie di Milano, e la Massima n. 37 del Consiglio Notarile della Campania.

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