Verbale di assemblea straordinaria di s.p.a. in seconda convocazione con maggioranze rafforzateInquadramentoSi definisce quorum deliberativo la parte del capitale sociale che si deve esprimere a favore di una determinata deliberazione perché questa sia approvata. La disciplina del quorum deliberativo è diversa per l'assemblea ordinaria e straordinaria. FormulaN…Repertorio…. N….Raccolta VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA DI SPA REPUBBLICA ITALIANA L'anno…il giorno…del mese di…alle ore… In…presso la sede della Società “….s.p.a.” Innanzi a me Dottor….notaio residente in…con studio ivi alla via….numero…iscritto presso il Collegio Notarile di…. È presente: ….nato a …il… domiciliato per la carica presso la sede sociale, il quale mi dichiara di intervenire al presente atto nella sua qualità….e legale rappresentante della società “….s.p.a.”, con sede in ….via….n…., capitale sociale di euro…interamente versato, iscritta al Registro Imprese di… al n…ai sensi di legge e di statuto. Il comparente della cui identità personale, io Notaio sono certo, nella detta qualità mi chiede di assistere redigendo pubblico verbale, all'assemblea dei soci della predetta società, riunita in seconda convocazione in questo giorno luogo e ora per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1) modifica dell'oggetto sociale da ………a………. 2) delibere inerenti e consequenziali. Aderendo alla richiesta fattami, io Notaio do atto di quanto segue: Assume la presidenza dell'assemblea ai sensi dell'art….dello statuto sociale, il costituito signor…il quale constata e fa constare quanto segue: 1) Che la presente assemblea è stata regolarmente convocata mediante…. 2) Che è rappresentato in assemblea il….% del capitale sociale e precisamente: ………………… 3) è presente il Consiglio di Amministrazione nelle persone di…, 4) è presente il collegio sindacale nelle persone di…. 5) Il Presidente ha accertato l'identità e la legittimazione dei presenti. Ciò constatato e fatto constare, il Presidente dichiara: che l'assemblea, regolarmente convocata in seconda convocazione, è validamente costituita [1] e atta a discutere e deliberare sugli argomenti all'ordine del giorno. Il Presidente apre la discussione illustrando le motivazioni che inducono a proporre un cambiamento dell'attività sociale oggi consistente in ……………. per intraprendere l'esercizio di…….…. Il collegio Sindacale a mezzo del suo Presidente….esprime parere favorevole alla detta operazione. Il Presidente rammenta all'assemblea che qualora adottata, la delibera modificativa dell'oggetto sociale così come proposta, costituisce causa di recesso per i soci assenti, dissenzienti ed astenuti e pertanto riferisce sul valore di liquidazione delle azioni determinato ai sensi di legge. Fa presente ancora che detto valore di liquidazione delle azioni ai sensi e per gli effetti dell'art. 2437-ter c.c., è stato depositato presso la sede sociale in data…. Indi accerta e dichiara che l'assemblea con voto espresso mediante…..recante il seguente risultato…. [2] e quindi con i quorum di cui all'art. 2369, comma 5, c.c.[3] DELIBERA 1) Di modificare l'oggetto sociale nei seguenti termini e conseguentemente di modificare l'art….dello statuto sociale come segue… 2) Di approvare il nuovo testo dello statuto Sociale aggiornato all'assunta delibera che si allega al presente verbale sotto la lettera…. 3) Di conferire all'organo amministrativo ogni più ampio potere per dare esecuzione alle sopra assunte delibere, autorizzandolo ad apportare ad esse ogni occorrente modifica ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese. Null'altro essendovi da deliberare il Presidente dichiara chiusa l'assemblea alle ore…e minuti… Richiesto io Notaio ho ricevuto il presente atto del quale unitamente a quanto allegato ho dato lettura al comparente che a mia interpellanza dichiara di approvarlo e con me notaio lo sottoscrive alle ore ….. Consta di ….fogli su…..facciate fin qui interamente scritti di mio pugno. Firma………. Notaio………. 1. Nell'assemblea straordinaria in seconda convocazione il quorum costitutivo è unico per tutte le s.p.a. e pertanto esso è pari al terzo del capitale sociale. 2. Nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio è necessario anche in seconda convocazione il voto favorevole di più di un terzo del capitale sociale per le delibere concernenti non solo il mutamento dell'oggetto sociale ma anche la trasformazione della società, lo scioglimento anticipato, la proroga, la revoca dello stato di liquidazione, il trasferimento della sede sociale all'estero e la emissione delle azioni di cui all'art. 2351 comma 2 c.c. (art. 2369 comma 5 c.c.). 3. L'art. 2369, comma 5, c.c., laddove prevede, anche in seconda convocazione, il quorum deliberativo di più di un terzo del capitale nelle materie ivi contemplate deve essere coordinato con il terzo comma ed inteso quindi nel senso che la maggioranza deve essere pari ad almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea nonché a più di un terzo del capitale sociale. Resta fermo che il quorum non potrà mai superare quello stabilito per la prima convocazione dalla legge o dallo statuto (Consiglio Notarile di Milano Massima n. 44). CommentoIl quorum deliberativo si riferisce alla parte di capitale sociale che deve esprimere voto favorevole rispetto alla specifica delibera oggetto dell'assemblea, affinché la delibera medesima sia approvata. Con lo scopo di consentire che la società approdi all'adozione delle delibere, l'ordinamento prevede un sistema di convocazioni successive alla prima, con quorum progressivamente decrescenti. Si ritiene che la seconda convocazione debba svolgersi (quindi non già essere soltanto convocata) entro il trentesimo giorno successivo alla prima. Secondo una opinione, ai fini della validità della delibera presa in seconda convocazione non è richiesto di redigere verbale che attesti il mancato raggiungimento dei quorum di legge, di contrario avviso chi sostiene necessario verbalizzare l'inesistenza dell'attività assembleare in quanto compulsata ai sensi di legge. L'assemblea ordinaria in prima convocazione delibera col voto favorevole della metà più una (maggioranza assoluta) delle azioni che hanno preso parte alla votazione per quella determinata delibera. In seconda convocazione, l'assemblea ordinaria può validamente deliberare qualunque sia la parte del capitale rappresentato in assemblea; le delibere, si intenderanno approvate, se riportano il voto favorevole della maggioranza delle azioni che hanno preso parte alla votazione. L'assemblea straordinaria delle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio delibera in prima convocazione con il voto favorevole di tanti soci che rappresentano più della metà del capitale sociale. In seconda convocazione delibera con il voto favorevole di almeno i due terzi del capitale sociale rappresentato in assemblea. In ordine a detto ultimo quorum il Consiglio Notarile di Milano con la massima n. 43 ha avuto modo di chiarire che il terzo comma dell'art. 2369 c.c., nella parte in cui richiede nell'assemblea straordinaria il voto favorevole di almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea, ha lo scopo di ridurre il quorum deliberativo previsto per la prima convocazione e non può in nessun caso portare ad un innalzamento dello stesso. Ne consegue che nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, deve ritenersi comunque sufficiente in seconda convocazione una maggioranza pari ad oltre la metà del capitale sociale, quand'anche essa non raggiungesse i due terzi del capitale presente in assemblea. Il conteggio del quorum, prendendo come base di calcolo il numero dei presenti, stimola la partecipazione all'assemblea e comunque agevola l'adozione della delibera anche in caso di forte assenteismo. Per talune delibere, attinenti a particolari materie (proroga della società, scioglimento anticipato, etc.), sono previste maggioranze “rafforzate”, per cui, anche in seconda convocazione, occorre il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più di un terzo del capitale sociale. L'assemblea straordinaria delle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, sia in prima che in seconda convocazione, delibera con il voto favorevole di almeno i due terzi del capitale sociale rappresentato in assemblea. Lo statuto può modificare soltanto in aumento le maggioranze previste per l'assemblea ordinaria di prima convocazione e quelle dell'assemblea straordinaria, nonché stabilire norme speciali per la nomina alle cariche sociali, ferma restando la competenza alla nomina da parte dell'assemblea. L'innalzamento deve comunque applicarsi ad un quoziente di maggioranza e non può condurre ad un meccanismo di unanimità. È stata, infatti, ritenuta invalida una clausola statutaria richiedente l'unanimità per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria (Cass. I, n.7663/2005). Si è ritenuto che la delibera assembleare che muti il quorum delle assemblee straordinarie riconducendolo a previsione legale, non giustifica il diritto di recesso ex art. 2437 lett. g) c.c. perché l'interesse della società alla conservazione del capitale sociale prevale sull'eventuale pregiudizio di fatto subito dal socio che non vede scalfiti i suoi diritti agli utili e al voto a causa del mutamento dei quorum. (Cass. I, n. 13875/2017). La disciplina vigente consente che lo statuto preveda maggioranze più elevate anche per l'assemblea ordinaria di seconda convocazione, tranne che per l'approvazione del bilancio e per la nomina e la revoca delle cariche sociali. Sono ritenute legittime a tal proposito le clausole statutarie che prevedono la variazione automatica dei quorum in funzione di determinati parametri o eventi oggettivi verificabili, a condizione che siano rispettate le norme inderogabili della s.p.a. e della s.r.l. (Cons. Not. Firenze, Pistoia e Prato, n.42/2014) Quanto alla terza convocazione essa risponde all'intento di favorire l'adozione delle decisioni dell'assemblea straordinaria, specie delle società aperte, a fronte del fenomeno dell'assenteismo dei piccoli azionisti. Resta consentita la possibilità di procedere a convocazioni anche successive alla terza. Si applicano alle convocazioni successive le norme sulla seconda convocazione; tuttavia, per esse sembra sussistere in capo agli amministratori una facoltà della quale avvalersi in alternativa alla soluzione di indire una nuova assemblea. Discussa è la conseguenza derivante dalla mancanza del quorum prescritto dalla legge o dallo statuto. Una parte della giurisprudenza ha ritenuto trattarsi di una violazione tale da importare la nullità, altro orientamento configura detta mancanza come una mera illegittimità dell'atto, denunciabile nel termine di decadenza stabilito dall'art.2377 c.c. |