Impugnativa di delibera del Consiglio di amministrazione adottata con il voto determinante dell'amministratore in conflitto di interessi con la società ex art. 2391 c.c.

Enrico Rosapepe

Inquadramento

La criticità costituita dalla compresenza nel processo decisionale dell'organo amministrativo di interessi particolari oltre a quello sociale, il cui perseguimento costituisce un dovere degli amministratori, deriva dal fatto che tale compresenza può portare l'organo amministrativo a compiere scelte non in linea con l'interesse sociale. Pertanto, l'amministratore deve dare notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale di ogni interesse che, per conto proprio o di terzi, abbia in una determinata operazione della società, precisandone la natura, i termini, l'origine e la portata.

Formula

TRIBUNALE DI .... SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA

ATTO DI CITAZIONE

Il Sig. .... nato a .... il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. ...., C.F. ...., presso il cui studio in ...., via ...., n. ...., è elettivamente domiciliato in virtù di procura rilasciata in calce al presente atto, fax .... mail .... ove il difensore dichiara di volere ricevere le comunicazioni e notificazioni nel corso del procedimento, espone quanto segue.

I PRESUPPOSTI DELL'AZIONE

Il Sig. .... è un membro del Consiglio di Amministrazione della società per azioni “ .... s.p.a.”, con sede in ...., capitale sociale di Euro ...., interamente versato, iscritta al Registro delle imprese di .... n. ...., C.F. ....

In data .... si è riunito il Consiglio di amministrazione della Società per deliberare sul seguente ordine del giorno: .....

La deliberazione contraria all'interesse sociale è stata assunta con il voto determinate del Consigliere di amministrazione Sig. ...., il quale si trovava in palese conflitto di interesse rispetto alla deliberazione stessa, per le seguenti ragioni: .... .... .....

Lo stesso Sig. .... non aveva dato notizia al Consiglio di amministrazione o al Collegio sindacale circa la natura, i termini e la portata dell'interesse dallo stesso tenuto riguardo la deliberazione;

Tale deliberazione ha arrecato un danno alla Società per i seguenti motivi:

- ....;

- ....;

- .....

Il ricorrente non ha consentito con il proprio voto alla deliberazione assunta;

Tutto ciò premesso

il Dott. ...., come sopra rappresentato domiciliato e difeso,

CITA

.... s.p.a., C.F. ...., con sede legale in ...., in persona del legale rappresentante pro tempore .... a comparire davanti al Tribunale di ...., sezione specializzata in materia di imprese, all'udienza del ...., giudice istruttore che sarà designato, luogo ed ora del regolamento, con invito a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell'udienza prima indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c., e a comparire, nella stessa udienza, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., per sentire annullare la deliberazione del Consiglio di amministrazione della “ .... s.p.a.”

Con vittoria di spese e onorari.

Ai sensi dell'art. 14, d.P.R. n. 115/2002, dichiara che il valore della causa è pari ad Euro .....

Commento

L'art. 2391 c.c. disciplina la condotta degli amministratori come singoli e come collegio quando sono portatori, per conto proprio o di terzi, di un interesse, diverso da quello sociale, in una determinata operazione.

Prima della riforma la legge si occupava solo del conflitto di interessi degli amministratori: ciò non era soddisfacente in quanto in una determinata operazione possono esservi interessi degli amministratori che, pur non essendo strictu sensu in conflitto con quello sociale, sono tuttavia suscettibili di incidere sulle determinazioni amministrative, oggi l'art. 2391 c.c. prende come base non il conflitto, ma qualsiasi interesse che l'amministratore possa avere in relazione a un'operazione sociale.

Pertanto, l'interesse ex art. 2391 c.c. è stato delimitato dalla dottrina in senso estremamente ampio, comprensivo anche degli interessi compatibili con l'interesse sociale. Inoltre, ai sensi dell'art. 2391 c.c. l'interesse dell'amministratore non deve essere necessariamente patrimoniale né, secondo alcuni, attuale, ammettendosi anche l'interesse potenziale, purché la probabilità di realizzazione dell'interesse sia tale da garantirgli rilevanza ovvero quando vi sia ragionevole motivo di ritenere che l'amministratore, nelle concrete circostanze del caso, si rappresenti di ricavare dal compimento (o dall'omissione) dell'operazione un'utilità quantitativamente e qualitativamente rilevante. Se invece l'interesse è del tutto marginale, remoto, insignificante, non vi è neppure conflitto.

Anche la locuzione “operazione della società” è da considerarsi in termini ampi, essendo rilevanti quelle utilità che, al pari dell'operazione da compiere, abbiano carattere di specificità e concretezza e il cui conseguimento sia non già in una relazione di mera occasionalità con l'operazione medesima, ma invece in un rapporto di derivazione immediata e diretta.

L'informazione da parte dell'amministratore interessato deve così essere rivolta nei confronti degli altri amministratori e del collegio sindacale. La legge non prevede forme particolari per la comunicazione dell'amministratore interessato, tuttavia, in dottrina qualcuno ha ritenuto comunque sempre necessaria la forma scritta.

A differenza di quanto avveniva nel regime previgente, l'attuale disposizione prevede espressamente i requisiti – ora riferibili a natura, termini origine e portata – dell'interesse in considerazione.

Così la delibera dell'organo amministrativo deve essere motivata: la presenza di una motivazione permette, infatti, di verificare la congruenza delle determinazioni assunte dall'organo alla cura dell'interesse affidatogli. Pertanto, deve ritenersi adeguata quando permetta di ricostruire l'iter logico degli argomenti e dell'itinerario seguito dal consiglio per addivenire all'adozione di quella determinata scelta gestoria, e di identificare i parametri utilizzati per la formulazione di un giudizio di convenienza.

Con riguardo alle prime cause di annullamento (omessa o insufficiente comunicazione da parte dell'amministratore interessato, omessa o insufficiente motivazione della delibera) è emersa la preoccupazione relativa alla natura sfuggente di elementi quali la sufficienza dell'informazione o della motivazione.

In tutti i casi è comunque necessario che la delibera sia potenzialmente dannosa per la società. In tal senso si è ritenuto che con la formula “danno potenziale” si intenda la contrarietà della deliberazione all'interesse sociale.

Legittimati attivi sono gli amministratori anche singolarmente, purché assenti o dissenzienti, e il Collegio sindacale o il Consiglio di sorveglianza.

L'ultimo periodo dell'art. 2391, comma 3, c.c. fa salvi in caso di impugnazione i diritti dei terzi in buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione.

In caso di danno la società è legittimata a far valere la responsabilità dell'amministratore per i danni che siano derivati dall'inadempimento dei suoi doveri.

Quanto all'amministratore unico, qualora sia portatore di un interesse per conto proprio o altrui deve comunicarlo al collegio sindacale e darne notizia alla prima assemblea utile. Controverso è se l'amministratore unico debba astenersi dal compiere l'operazione.

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