Clausola statutaria disciplinante l'amministrazione ordinaria s.p.a.

Gaetano Vladimiro Colonna

Inquadramento

Il sistema tradizionale, che trova applicazione se nulla è stato stabilito nello statuto, è caratterizzato dalla presenza di due organi di nomina assembleare: l'organo amministrativo (a composizione monocratica o collegiale) ed il collegio sindacale. Il collegio sindacale ha funzioni circoscritte al controllo sull'amministrazione. Il controllo contabile è attribuito, invece, ad un revisore contabile o ad una società di revisione contabile iscritti nel registro istituito presso il Ministero della Giustizia se manca una previsione. Ricorrendo i presupposti di legge, lo statuto può attribuire il controllo contabile al collegio sindacale.

Formula

La Società è amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da .... a .... membri oppure da un Amministratore Unico. L'assemblea al momento della nomina determina il numero degli amministratori [1] .

Per la durata di un triennio vengono nominati [2] , a comporre l'organo amministrativo, i Sigg.:

....,

....,

.... [3]

che hanno dichiarato, prima d'ora, di essere disposti ad accettare la carica come da Statuto.

Il Collegio sindacale è composto da n ....membri effettivi e n. ....membri supplenti. A comporre il Collegio sindacale, che durerà in carica tre anni [4] , vengono nominati i Signori:

.... in qualità di Presidente;

.... in qualità Sindaco effettivo;

.... in qualità Sindaco effettivo;

.... in qualità Sindaco supplente;

.... in qualità Sindaco supplente;

che hanno dichiarato, prima d'ora, di essere disposti ad accettare la carica.

L'emolumento per il Presidente viene determinato in Euro .... mentre per ognuno dei sindaci effettivi in Euro ....

La revisione legale dei conti verrà effettuata dal Collegio sindacale, composto da revisori contabili.

[1]Lo statuto di una s.p.a. può legittimamente prevedere una sola forma di amministrazione e controllo scegliendo tra il sistema tradizionale, quello monistico o quello dualistico, non ritenendosi legittima l'attribuzione di tale scelta all'assemblea ordinaria. Tale ultima assemblea, potrà, comunque, determinare al momento della nomina il numero dei componenti gli organi sociali e la loro durata in carica nel rispetto dei limiti statutari e di legge.

La competenza dell'assemblea straordinaria nella scelta del sistema di amministrazione e di controllo non è delegabile all'organo amministrativo, non rientrando tra le ipotesi di delegabilità previste dall'art. 2365, comma 2, c.c. (Comitato Triveneto dei Notai, massima H.C.1).

[2]È ammissibile un consiglio di amministrazione composto di 2 membri (Comitato Triveneto dei Notai, Massima H.C.4).

[3]Deve ritenersi ammissibile anche in mancanza di una specifica previsione statutaria, la nomina della persona giuridica (Consiglio Notarile Firenze, Pistoia e Prato, Massima n. 17/2010). In detto ultimo caso, la persona giuridica, nominata amministratore, deve designare per l'esercizio delle sue funzioni, un rappresentante- persona fisica- appartenente alla propria organizzazione il quale assume gli stessi obblighi e le stesse responsabilità civili e penali previsti a carico degli amministratori persone fisiche, ferma restando la responsabilità sociale della persona giuridica amministratore (Consiglio Notarile di Milano, Massima n. 100/2007).

[4]La cessazione dei sindaci per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il Collegio è stato ricostituito (art. 2400, comma 1, c.c.). In tutti gli altri casi, morte, rinuncia o decadenza, la cessazione ha effetto immediato, anche nell'ipotesi che con i sindaci supplenti non si completi il collegio sindacale. È sempre possibile, per uno o per tutti i sindaci, in regime di prorogatio, per scadenza del termine, rinunciare alla carica, rendendo quindi immediatamente efficace la propria cessazione. Qualora l'organo di controllo diventi incompleto e non sia possibile ricostituirlo integralmente, per incapacità dell'assemblea o per non reperibilità di sindaci disposti ad accettare l'incarico, la società si scioglie (Comitato Triveneto dei Notai, Massima H.E.1).

Commento

Il modello ordinario crea una netta separazione tra l'attività di amministrazione e quella di controllo, pertanto, si considera il sistema più garantista.

L'assemblea dei soci adotta, ora in sede ordinaria ora in quella straordinaria, le decisioni più importanti per la vita della società. Si pensi al potere di nomina e revoca degli amministratori, oppure, al potere di modificazione dello statuto.

Se prima della riforma era dubbio il carattere generale o speciale della competenza dell'assemblea, oggi, tale dubbio pare essere stato risolto nel senso che le competenze sono tassative: l'ordinaria e generica gestione della società spetta all'organo amministrativo.

L'assemblea è organo collegiale; valgono quindi rispetto ad essa, sia il cosiddetto principio della presenza (per cui quando l'organo sia regolarmente costituito i presenti hanno diritto ad esprimere la volontà sociale), sia il principio maggioritario (per cui la volontà sociale è quella che ha ottenuto in sede di votazione la maggioranza dei voti).

La gestione e la rappresentanza della società sono, invece, di competenza dell'organo amministrativo a composizione monocratica o collegiale. Si ritiene illegittima la previsione della nomina di procuratori generali o di direttori generali che assorbano interamente i poteri gestori dell'organo amministrativo poiché non è ammessa la dissociazione permanente tra titolarità del potere gestorio e suo esercizio (sono ammesse procure speciali per determinati atti o categorie di atti, così Comitato Triveneto dei Notai, Massima H.C.2).

Il consiglio di amministrazione, tuttavia, può esercitare le sue funzioni avvalendosi di un comitato esecutivo o di uno o più amministratori delegati. Nello specifico si ritiene che anche la costituzione di patrimoni destinati ad uno specifico affare possa formare oggetto di delega ad uno o più amministratori, oppure, al comitato esecutivo (Consiglio Notarile di Milano, Massima n. 50).

Ai sensi dell'art. 2380-bis comma 1 c.c., la gestione dell'impresa spetta, dunque, esclusivamente agli amministratori i quali compiono le operazioni necessarie per l'attuazione dell'oggetto sociale. Si è così espressamente affermato il carattere inderogabile ed esclusivo del potere di gestione degli amministratori. L'assemblea, infatti, non può interferire con la gestione della società; è possibile soltanto che essa deliberi sulle autorizzazioni eventualmente richieste dallo statuto per il compimento degli atti degli amministratori, ferma restando la facoltà di questi ultimi di non compiere gli atti autorizzati e, quindi, la loro responsabilità esclusiva per gli atti compiuti.

Il controllo sulla gestione è affidato al collegio sindacale (art. 2403, comma 1 c.c.). Il collegio, dunque, vigila sull'osservanza della legge e dello statuto e a tal fine deve riunirsi almeno ogni 90 giorni. In particolare, il controllo del collegio sindacale ha per oggetto l'amministrazione della società globalmente intesa, le cui modalità concrete sono rimesse alla discrezionalità tecnica del collegio. Ai sindaci compete un controllo di legittimità in ordine alle scelte gestionali compiute dagli amministratori, al fine di verificare la loro conformità ai criteri di ragionevolezza e di razionalità economica, secondo una valutazione di prudenza e di diligenza. È escluso, invece, qualsiasi controllo di merito diretto a valutare l'opportunità e la convenienza delle scelte di gestione effettuate dagli amministratori.

La revisione legale dei conti, infine, deve essere affidata a un revisore o ad una società di revisione se manca una previsione statutaria, oppure, se la società deve redigere il bilancio consolidato o è qualificata come ente di interesse pubblico.

Non è escluso che della revisione legale dei conti si occupi il collegio sindacale purché espressamente previsto nello statuto e tutti i sindaci siano iscritti nel registro dei revisori.

La funzione principale del soggetto incaricato di effettuare la revisione è in sintesi quella di verificare nel corso dell'esercizio, e con periodicità almeno trimestrale, la regolare tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione nelle scritture contabili dei fatti di gestione.

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