Convocazione assembleare in seguito a cessazione dell'organo amministrativo

Gaetano Vladimiro Colonna

Inquadramento

Le modalità di nomina degli amministratori (che per la carica devono essere dotati di particolari caratteristiche) variano a seconda che si tratti dei primi amministratori, oppure, di quelli nominati nel corso della vita sociale. Tra le cause di cessazione dell'ufficio prima della scadenza del termine si annovera la revoca da parte dell'assemblea che può essere deliberata in ogni tempo, salvo il diritto degli amministratori al risarcimento dei danni se non sussiste una giusta causa.

Formula

VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA

L'anno ....il giorno ....del mese ....alle ore ....

In ....via ....n. ...., si è riunita l'assemblea ordinaria degli azionisti della Società “ ....s.p.a.”

Assume la Presidenza dell'assemblea, ai sensi di legge e di statuto, l'amministratore Dott. ....il quale, dopo che è stato nominato il segretario nella persona del Sig. ....constata e fa constare che l'assemblea è stata convocata mediante ....in data ....e che risulta regolarmente costituita essendo presenti:

- Gli amministratori ....

- I sindaci ....

- Gli azionisti ....

rappresentanti il ....% del capitale sociale.

Il Presidente apre quindi la discussione sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1) Nomina degli amministratori [1] ....e determinazione del loro compenso.

2) Varie ed eventuali [2] .

Il Presidente fa presente che l'organo amministrativo è cessato dalle sue funzioni per scadenza del mandato in data ....e che pertanto occorre procedere al rinnovo delle cariche sociali. Propone a tal riguardo ....Ricorda ancora che in base all'art. ....dello statuto e ai sensi di legge, la competenza alla nomina dei componenti del consiglio di amministrazione è dell'assemblea.

L'assemblea all'unanimità con voto espresso mediante .... [3]

DELIBERA

1) Di prendere atto della cessazione dell'organo amministrativo per scadenza del mandato in data ....

2) Di nominare quali amministratori:

- Dott. ....

- Dott. ....

- .... [4]

Di determinare in Euro ....il corrispettivo per l'intera durata dell'incarico.

Null'altro essendovi da deliberare, la riunione è sciolta alle ore ....

Il Segretario ....

Il Presidente ....

[1]La nomina della persona giuridica deve ritenersi generalmente ammissibile, anche in mancanza di una specifica previsione statutaria (Massima Consiglio Notarile di Firenze, Pistoia e Prato, n. 17/2010).

[2]La nomina degli amministratori deve espressamente costituire punto all'ordine del giorno dell'avviso di convocazione, non potendo essere ricompresa nella dicitura “varie ed eventuali” (Trib. Milano 24 gennaio 1991). Tuttavia, la nomina non prevista è ammessa quando è il presupposto di una delibera avente oggetto diverso (Cass. n. 6943/1985).

[3]La prassi notarile ammette la validità della clausola statutaria che prevede il voto segreto per le deliberazioni relative alla nomina dei componenti degli organi sociali, a condizione che attribuisca ai soci che lo richiedano il diritto di far risultare dal verbale l'esito della loro votazione o eventualmente la loro astensione (Comitato Triveneto dei Notai, Massima del 2004, H.B.7)

[4]La prassi ammette che una clausola statutaria possa prevedere quale amministratore una o più persone giuridiche o enti: in questo caso, la persona giuridica nominata amministratore, deve designare un rappresentante persona fisica appartenente alla propria organizzazione (Consiglio Notarile di Milano, Massima n. 100/2007).

Commento

I primi amministratori sono nominati nell'atto costitutivo. Successivamente la loro nomina compete all'assemblea ordinaria, salve le deroghe specificate dalla legge e sempre che lo statuto non attribuisca tale competenza all'assemblea straordinaria.

La legge o l'atto costitutivo possono riservare la nomina di uno o più amministratori allo Stato o ad enti pubblici. È legittima la clausola dello statuto di una s.p.a. che attribuisca ad una o più categorie di azioni il diritto di nominare una componente minoritaria del consiglio di amministrazione; ove una di tali categorie rappresenti almeno la metà del capitale sociale può esserle riconosciuto il diritto di nominare la maggioranza di detto organo (così Massima del Consiglio Notarile di Firenze, Pistoia e Prato n. 15/2010).

Quanto alla determinazione dei compensi, si legga la recente massima di Cass.  25 ottobre 2022, n. 31575: “Qualora l'entità del compenso degli amministratori di società di capitali non sia stabilita nello statuto, per la sua determinazione è necessaria una esplicita delibera assembleare, che non può considerarsi implicita in quella di approvazione del bilancio”.

Indipendentemente dall'organo legittimato non è possibile, comunque, prevedere come forma di elezione degli amministratori l'acclamazione, neanche alternativamente rispetto ad altre modalità di nomina (Comitato Triveneto dei Notai, Massima H. C.7).

Il numero degli amministratori è fissato nello statuto; è legittima, però, la clausola che si limiti ad indicare il numero minimo e massimo ed in tal caso sarà l'assemblea che procede alla nomina, a fissare di volta in volta il numero degli amministratori.

Possono essere nominati amministratori le persone fisiche anche non socie. Dalla sola nomina non discendono doveri rendendosi necessaria anche l'accettazione dell'incarico, che può desumersi anche da fatti concludenti (Cass. n. 6928/2001).

Non possono essere nominati amministratori e se nominati decadono dall'ufficio, l'interdetto, l'inabilitato, il fallito o chi è stato condannato ad una pena che comporta l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l'incapacità di esercitare uffici direttivi. Ipotesi queste di decadenza ed ineleggibilità contemplate dall'art. 2382 c.c.

Oltre i casi di ineleggibilità previsti dalla legge, l'atto costitutivo o lo statuto possono stabilire ulteriori e diversi casi di ineleggibilità. La delibera di nomina di un soggetto ineleggibile è considerata nulla. Diversamente, se la causa sopravviene, l'amministratore decade dall'incarico, altrettanto, nel caso di sopravvenienza di una causa di incompatibilità.

Come anticipato, durante la vita sociale la nomina dei componenti l'organo amministrativo spetta all'assemblea. Le norme che attribuiscono tale potere all’assemblea o agli amministratori rimasti in carica sono inderogabili; ne consegue, che detto potere non può essere attribuito ad un organo diverso. Lo statuto può prevedere particolari modalità di nomina dei membri dell'organo amministrativo che derogano alla disciplina ordinaria. In ogni caso, la deliberazione dell'assemblea deve rispettare il metodo collegiale.

Con particolare riferimento al voto segreto, la giurisprudenza ha spesso ritenuto invalida la clausola che permette di votare a scrutinio segreto, ritenendola in contrasto con le norme che attribuiscono il diritto di impugnazione delle delibere assembleari e il diritto di recesso ai soci dissenzienti. Di diverso avviso la prassi notarile, secondo cui è possibile procedere con votazioni segrete, purché la clausola statutaria che introduce tale previsione, attribuisca ai soci che lo richiedano, il diritto di far risultare dal verbale in maniera palese l'esito della loro votazione o, eventualmente, la loro astensione (Comitato Triveneto dei Notai Massima H.B.7.).

Gli amministratori nominati possono restare in carica per un periodo massimo di tre esercizi; lo statuto o l'assemblea, possono prevedere una durata inferiore, ma non superiore.

La scadenza del mandato coincide con la data dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della carica degli amministratori. È possibile che il consiglio di amministrazione abbia una composizione unitaria tale per cui ogni volta viene eletto l'intero consiglio; non è esclusa, tuttavia, la possibilità di scadenza dei componenti dell'organo amministrativo in tempi diversi.

La cessazione ha effetto dal momento in cui il consiglio di amministrazione è stato ricostituito (prorogatio). In merito, la giurisprudenza, ha ritenuto in un'occasione, sussistere la permanenza in carica dell'organo amministrativo cessato fino alla sua ricostituzione; in altra occasione, invece, fino all'accettazione dell'incarico da parte dei nuovi nominati.

Secondo la giurisprudenza, gli amministratori scaduti possono compiere sia gli atti di ordinaria che di straordinaria amministrazione, sempre che siano finalizzati al raggiungimento dell'interesse sociale.

È esclusa, invece, ogni possibilità di prorogatio nel caso specifico della variazione del sistema di amministrazione e controllo: la variazione ha effetto alla data dell'assemblea convocata per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio successivo a quello nel corso del quale la variazione stessa sia stata decisa, ovvero, alla data diversa altrimenti disposta. È, pertanto, da tale data che si verifica la cessazione degli organi previgenti (Comitato Triveneto dei Notai Massima H.C.12.).

Gli amministratori cessano, non solo per scadenza del termine, ma anche per dimissioni, decadenza, morte e revoca.

Il potere di revoca spetta sempre all'assemblea ordinaria dovendosi ritenere nulle le clausole tendenti ad attribuire tale diritto ad un soggetto diverso dall'assemblea. La revoca può intervenire in qualsiasi momento, anche senza giusta causa, salvo, in questa ipotesi, il risarcimento dei danni subiti e connessi alla revoca.

La revoca può costituire argomento posto all'ordine del giorno della convocazione assembleare, ma, dal momento che essa può essere implicita, parte della dottrina ritiene possibile procedervi a prescindere dalla circostanza che costituisca apposito punto da discutere. Integra un esempio di revoca implicita l'ipotesi dell'adozione di modifiche statutarie riguardanti la composizione dell'organo amministrativo incompatibili con le previsioni preesistenti (si pensi alla riduzione del numero dei componenti il consiglio di amministrazione). In tal caso, deve ritenersi che l'organo amministrativo in carica cessi automaticamente con l'iscrizione della delibera di modifica nel registro delle imprese. Di conseguenza, in sede di adozione di tali delibere, si dovrà necessariamente procedere alla nomina del nuovo organo amministrativo nel rispetto della modificata disciplina statutaria senza che la revoca del vecchio organo venga espressamente deliberata (Comitato Triveneto dei Notai Massima H.C.14.).

La deliberazione dell'azione di responsabilità importa la revoca dall'ufficio degli amministratori contro cui è proposta, purchè sia presa con il voto favorevole di almeno un quinto del capitale sociale. In questo caso l'assemblea provvede alla sostituzione degli amministratori (art. 2393 comma 5 c.c.).

L'art. 2386 c.c. prevede espressamente la clausola “simul stabunt simul cadent” in virtù della quale è possibile che lo statuto preveda che a seguito della cessazione di taluni amministratori cessi l'intero Consiglio di Amministrazione. Detta clausola statutaria costituisce una deroga al potere di revoca altrimenti riservato all'assemblea dall'art. 2383, comma 3, c.c.

Il termine “cessazione” di cui all'art. 2386 c.c. si intende riferito alla rinuncia, alla scadenza e ad ogni altra causa che ponga fine al mandato amministrativo.

Dottrina e giurisprudenza non assumono posizioni concordi circa l'ammissibilità della clausola in esame qualora la cessazione riguardi un singolo amministratore e non “taluni” come, invece, previsto dall'art. 2386 c.c. Per la prassi notarile (Comitato Triveneto dei Notai, Massima H.C.3.) è legittima la clausola “simul stabunt simul cadent” anche se viene meno un solo amministratore.

Il contenuto della clausola in oggetto, può essere variamente modulato: si riconosce la possibilità di prevedere, ad esempio, il venire meno dell'organo gestorio solo a seguito della cessazione di un certo numero di amministratori; così come si ritiene possibile regolare diversamente gli effetti della cessazione (decadenza immediata, differita alla ricostituzione dell'organo intero, sostituzione del singolo amministratore).

Qualora, invece, lo statuto non specifichi gli effetti della clausola, al fine di delineare l'esatta operatività della medesima, occorrerà risalire all'interesse concretamente voluto dalle parti mediante la sua introduzione.

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